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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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DA DON ANTONIO ROSMINI<br />

A 104(Rovereto#1822.03.10)<br />

Già dal 1821, Don Antonio Rosmini aveva <strong>di</strong>chiarato nei suoi Scritti autobiografici che non gli pareva che il<br />

Signore lo volesse nell‟opera della <strong>Canossa</strong>, ma poiché non gli era chiaro il suo avvenire, in questa lettera,<br />

mostra pronta adesione alla richiesta d‟aiuto della Marchesa, specialmente se avesse dovuto sovvenire<br />

economicamente quei laici <strong>di</strong> cui ella gli aveva parlato.<br />

Illustrissima e Veneratissima Signora Marchesa<br />

Mi è sommamente caro vedere come soavemente il Signore <strong>di</strong>sponga tutte le cose. Le <strong>di</strong>verse<br />

circostanze che ella mi espone fanno sempre più credere e che il Signore voglia che la cosa riesca, e<br />

che questa si consegua a poco a poco ma con tanta maggior sicurezza e soli<strong>di</strong>tà. Sento che ella <strong>di</strong>ce<br />

aver bisogno <strong>di</strong> me, ed io ben volentieri mi presto in tutto quello che mai potessi, basta che mi<br />

venga accennato il modo in cui io potrei giovare. Il tenore della mia vita e le molte brighe da cui<br />

sono <strong>di</strong>stratto e per cui Dio sa quanto stretto conto dovrò rendere, fa sì che io sia privo <strong>di</strong> aderenze e<br />

come solitario in mezzo agli uomini. Questo mi rende inabile a trattare con affetto certi affari colle<br />

persone collocate in qualche posto luminoso, colle quali avendo famigliarità o dalle quali almeno<br />

essendo conosciuta, si potrebbe ricavare dei vantaggi e proporre con profitto quanto si crederebbe<br />

utile. Non ostante io desidero solo che ella mi coman<strong>di</strong>, perchè io adempirò fedelmente come posso<br />

quanto mi incumbe. Se poi l’aiuto che ella <strong>di</strong>ce volere aver da me fosse qualche sovvenzione in<br />

danaro in assistenza <strong>di</strong> quei buoni giovani che sento esser poveri e privi talora del necessario,<br />

questo poi farò con sommo piacere per quanto possano le mie forze e li altri miei impegni. Ella mi<br />

<strong>di</strong>ca pure <strong>di</strong> quanto ci sarebbe bisogno ed io contribuirò quello che potrò. Oh Dio renda perfetta una<br />

cosa tanto utile e per gli tempi nostri necessaria! Qui da noi sarebbero proprio necessari degli<br />

uomini pieni <strong>di</strong> spirito caritatevole, perchè manchiamo molto, e se non siamo fred<strong>di</strong> c’è però una<br />

gran tiepidezza. La sola dottrina cristiana dei ragazzi che potrebbe essere migliorata e fatta con più<br />

metodo e con più spirito, sarebbe un oggetto <strong>di</strong> estrema rilevanza. Lo spirito da lei espresso nelle<br />

Riflessioni sulle sette Commemorazioni e le sette Commemorazioni stesse dello spargimento del<br />

preziosissimo Sangue <strong>di</strong> Nostro Signore danno assai bene l’imagine della carità che queste persone<br />

si propongono <strong>di</strong> professare che è quella appunto <strong>di</strong> Gesù Cristo che arriva fino al sangue e per cui<br />

San Paolo <strong>di</strong>ceva d’esser crocifisso al mondo e il mondo a lui. Questo è quel carattere veramente<br />

che debbe formare specialmente i Fratelli della Carità, i quali si propongono <strong>di</strong> spendere sè stessi<br />

nelle opere caritatevoli verso gli altri. Mi è stato grato ancora sentire la bella opera della scuola <strong>di</strong><br />

carità eretta in Bergamo dal signor Canonico Benaglia 1 , e come sia buon occhio anche da Sua<br />

Maestà. Ella mi saluti (quando ne ha l’occasione) quelle buone persone che amo senza conoscere, e<br />

a cui ho fiducia che il Signore darà i mezzi <strong>di</strong> adempire i santi loro desideri. Preghino per me.<br />

Anch’io nel Santo Sacrificio mi ricordo <strong>di</strong> loro. Se mi potesse <strong>di</strong>re quanti anni abbia questi che è<br />

iniziato al sacerdozio e quale scuola stu<strong>di</strong>, mi sarebbe caro <strong>di</strong> saperlo per una ragione che le <strong>di</strong>rò.<br />

Intanto mi tenga incessantemente raccomandato al Signore a Maria santissima, e con tutta la<br />

venerazione mi creda<br />

Di Rovereto, 10 marzo 1822<br />

Obbligatissimo e Umilissimo servitore<br />

Antonio Rosmini prete<br />

1 Canonico Benaglio Giuseppe, (Ep. II/2, lett. 699, n. 1, pag. 760 ).

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