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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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APPENDICE<br />

DA DON ANTONIO ROSMINI<br />

A 103(Rovereto#1821.09.22)<br />

Il sacerdote roveretano ha preso in esame il Piano dei Figli della Carità che la <strong>Canossa</strong> gli ha fatto avere, e<br />

si è messo in contato con qualche sacerdote, ma si è reso conto che forse sarebbe possibile attuarlo con dei<br />

laici e non con dei sacerdoti.<br />

Rovereto 22 settembre 1821<br />

Illustrissima Signora Marchesa<br />

Io stesso voglio procacciarmi il piacere <strong>di</strong> scriverle alcuna cosa intorno al Piano da lei tracciato de’<br />

Figli della Carità, e comunicatomi, per sua singolare gentilezza, col mezzo <strong>di</strong> mia sorella<br />

Margherita. La posso assicurare, signora Marchesa, che io l’ ho letto e riletto più volte, non solo con<br />

grande piacere, ma ben anche con ammirazione della saviezza, <strong>di</strong> cui Dio 1’ha foinita. Mi pare <strong>di</strong><br />

entrare perfettamente nelle sue idee, e veggo la cosa <strong>di</strong> sommo vantaggio pei nostri tempi. Le <strong>di</strong>rò<br />

<strong>di</strong> più, che ho pensato un pezzo per vedere come si potesse avviare il principio. Rivolgendo però<br />

intorno il guardo su tutto il clero che io conosco, ed esaminando i mezzi necessari per sì fatto<br />

negozio, specialmente per quello che spetta le persone ho trovato (e qual meraviglia!) gran<strong>di</strong>ssima<br />

<strong>di</strong>fficoltà, e sono stato recato a non pochi riflessi intorno a simile affare. Da per tutto ho rilevato una<br />

scarsezza grande <strong>di</strong> ecclesiastici, parrocchie senza pastori, pastori senza assistenza <strong>di</strong> cooperatori,<br />

nella nostra Diocesi sono moltissimi. Quin<strong>di</strong> se fa conto <strong>di</strong> ogni prete, ognuno s’impegna in qualche<br />

ufficio o ecclesiastico, o <strong>di</strong> pubbliche scuole. S’aggiunge una grande freddezza in molti, o nessun<br />

gusto almeno a Comunità religiose. Per questo io non potrei trovare, per quanto cercassi nè pure un<br />

prete solo, su cui io potessi fondare speranze <strong>di</strong> averlo come membro. Questo bisogno cli<br />

ecclesiastici nella massima scarsezza, m’ha condotto in sul pensiero che l’ Istituto potrebbe essere<br />

formato <strong>di</strong> laici, i quali però potrebbero avere un ecclesiastico che avesse cura <strong>di</strong> loro. Nel qual caso<br />

però mi parrebbe <strong>di</strong>fficilmente darmi che questo sacerdote fosse propriamente parte dello Istituto;<br />

ma solo gl<strong>ii</strong> fosse aggiunto coll’officio <strong>di</strong> padre spirituale.<br />

Di laici, com ella sa, erano forrnate le comunità dei regolari più antichi, come anche quelle<br />

poi <strong>di</strong> San Francesco e <strong>di</strong> tutti i contemplativi a principio. Molti hanno esclamato (sebbene in<br />

complesso a torto) perchè queste comunità <strong>di</strong> laici si sono, coll’andare del tempo, cangiate in<br />

comunità <strong>di</strong> sacerdoti, e a questo hanno in parte attribuito la mutazione dello spirito antico <strong>di</strong> questi<br />

or<strong>di</strong>ni e della <strong>di</strong>sciplina e del sistema loro.<br />

Quand’anche in nessuna parte queste accuse fossero vere, tuttavia resterebbe però certo, che<br />

abbiamo rispettabilissimi esempi <strong>di</strong> fiorite Comunità religiose formate interamente <strong>di</strong> laici.<br />

Oltre a questo, allor quando si esamina il corso degli stu<strong>di</strong> prescritti in questi tempi ai<br />

sacerdoti si intende agevolmente la <strong>di</strong>fficoltà gran<strong>di</strong>ssima che formi un numero grande <strong>di</strong> essi.<br />

Andrebbe dunque per mio parere benissimo, che in questi tempi supplissero alla scarsezza<br />

de’ preti dei laici bene istruiti e dabbene, il che <strong>di</strong>fficilmente sì può fare, se non si uniscono in una<br />

religiosa societa. Così questi sarebbero un corpo <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>o alla Chiesa molto, non v’ ha dubbio,<br />

vantaggioso: questi dovrebbero venire educati a un <strong>di</strong>presso, come si educavano anticamente i preti,<br />

nella lettura, nella spiegazione delle sacre per quello che riguarda la vita e nella pratica della virtù.<br />

Ben istrtruiti così non in scienze <strong>di</strong> curiosità, ma nella religione e nella morale, la loro arte e<br />

professione dovrebbe propriamente consistere nell’esercitar la carità verso gli altri, congiungendo<br />

(come ella <strong>di</strong>ce benissimo) la propria santificazione. Oh quanto non sarebbe utile una unione così<br />

d’illuminati cristiani che professassero <strong>di</strong> giovare il prossimo in quei rami <strong>di</strong> carità che ella<br />

accenna! e che con perfetto accordo prestassero degli aiuti ai Parroci ed ai Curati nella cura delle

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