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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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AL CONTE MELLERIO<br />

762(Verona#1832.02.25)<br />

L‟affare <strong>di</strong> S. Maria del Pianto ritarda la conclusione perchè la copia dell‟appuntamento del 30 <strong>di</strong>cembre<br />

1831 è passata dal Magistrato Camerale <strong>di</strong> Venezia al Gabinetto <strong>di</strong> Sua Altezza Imperiale a Milano.<br />

Dovrebbe partire per Vienna e la <strong>Canossa</strong> prega il Conte che si rivolga al Vicerè per una rapida soluzione,<br />

tanto più che l‟opera dei Figli della Carità non solo è iniziata, ma si sta molto incrementando.<br />

V: G: e M: Eccellenza<br />

Verona li 25 febbrajo 1832<br />

Per quanto mi <strong>di</strong>spiacia rinnovare i <strong>di</strong>sturbi all’Eccellenza Vostra, pure in riflesso non solo della<br />

bontà <strong>di</strong> lei, ma molto più del suo costante desiderio d’impiegarsi per la <strong>di</strong>vina gloria sono ad<br />

incomodarla, supplicandola a volermi continuar la sua assistenza per terminare quanto ha ella si<br />

felicemente principiato. L’Eccellenza Vostra ben capisce, che parlo della Chiesa <strong>di</strong> Santa Maria del<br />

pianto detta dei Colombini, la <strong>di</strong> cui trattativa è già bene innoltrata, come adesso mi onorerò <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rle, colla maggior brevità che potrò. Sin da quando ella si compiacque significarmi che l’affare<br />

era ritornato a Venezia, lo segu<strong>ii</strong> cola. Ivi pure degnossi il nostro buon Principe Vice Re e lasciare e<br />

confermare le clementi espressioni d’interessamento che con lei fece, mostrandosi <strong>di</strong>sposto se<br />

avessi io creduto <strong>di</strong> supplicare Sua Maestà per un ribasso nel prezzo, come a sostenere e sollecitare<br />

tal mia domanda presso il Sovrano. Gratissima come può credere alla bontà <strong>di</strong> Sua Altezza<br />

Imperiale, maturate bene tutte le cose, non mi parve (NB. Aggiunta in margine) * per motivi che mi<br />

riservo a <strong>di</strong>rle in voce, <strong>di</strong> doverne approffittare parlando sull’articolo ribasso, e passato l’affare pel<br />

contratto che chiamano appuntamento, mancando della superiore approvazione, a Verona, col<br />

mezzo <strong>di</strong> un mio procuratore conclusi col prezzo già a ragione <strong>di</strong> stima <strong>di</strong> materiali ed area e con un<br />

aumento giusta i soliti meto<strong>di</strong> che fù <strong>di</strong> austriache L. 107. Credo bene anzi <strong>di</strong> unire a questa mia la<br />

copia del medesimo appuntamento in data del 30 dello scorso Decembre. Sino a jeri non mi riusci<br />

averne più notizie; finalmente seppi che le carte in data 12 gennajo sotto li numeri 535/86 passarono<br />

dal Magistrato camerale <strong>di</strong> Venezia al Gabinetto <strong>di</strong> Sua Altezza Imperiale a Milano.<br />

L’Eccellenza Vostra facilmente capisce la grazia <strong>di</strong> cui adesso la prego. Questa si è <strong>di</strong><br />

volersi informare se sia l’affare partito per Vienna, e voler sollecitare il compimento con quella<br />

prestezza che si può giacchè sappia che la vigilia della festa della purificazione <strong>di</strong> Maria santissima<br />

passarono ad abitare in una delle casette annessa a detta Chiesa, da me acquistate, alcune delle<br />

persone caritatevoli <strong>di</strong>sposte ad impiegarsi ad ammaestrare i poveri sor<strong>di</strong> muti ed i miei cari ragazzi<br />

sanzenati ed abbiamo la consolazione <strong>di</strong> vederne già il frutto.<br />

I sor<strong>di</strong> muti sono nove, i ragazzi sono trentatre ma il male si è che questi ultimi ogni sera<br />

crescono e a momenti non vi è più luogo <strong>di</strong> metterli. Già come sa questi poveri ragazzi sono quelli<br />

che per la povertà loro debbono stare a bottegha tutto il giorno e non possono andare alle pubbliche<br />

scuole. Non posso nasconderle quanto mi sia <strong>di</strong> allegrezza il vedere aperta un’opera caritatevole per<br />

mezzo della quale spero potrà questo caro popolo <strong>di</strong> poveri avere tanti ajuti e si assicuri che il<br />

Signore abbondantemente la retribuirà per quest’opera piccola in confronto delle gran<strong>di</strong> che Dio<br />

degnossi volere da lei ma grande almeno al pari delle altre perchè è opera <strong>di</strong> Maria santissima,<br />

madre amorosa dei miserabili.<br />

La compiacenza della cosa mi ha fatto estendere più del dovere. Per carità mi perdoni. Se<br />

non le <strong>di</strong>spiace favorisca de’ più cor<strong>di</strong>ali complimenti all’amica Somaglia 1 , e tanti rispetti al signor<br />

Abate Pollidori 2 . Mi raccomando alle sante loro orazioni confermando in pari tempo all’Eccellenza<br />

Vostra la mia invariabile venerazione, e riconoscenza.<br />

1 Contessa <strong>Maddalena</strong> Somaglia, sorella del Conte Mellerio (Ep.I, lett. 279, n. 12, pag. 415).<br />

2 Abate Polidori, segretario del Conte Mellerio (Ep.I, lett. 388, n. 1, pag. 625).

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