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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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Mi rispose una gentilissima lettera ministeriale però com’era troppo naturale <strong>di</strong>cendomi tra<br />

le altre cose che l’affare avrebbe avuto un lungo corso perche Sua Maesta soltanto poteva accordare<br />

tal grazia. Diede dopo questo però moto all’affare il quale tostamente fu spe<strong>di</strong>to col voto del<br />

Magistrato Camerale a Milano e per quanto seppi il voto era favorevole ma stabilito sul prezzo in<br />

istato <strong>di</strong> demolizione. Come vigillava, come può credere anche colà tosto, che ne seppi l’arrivo<br />

continuai a sollecitare la conclusione, che non potea lasciare <strong>di</strong> sperare non fosse facoltativo del<br />

nostro buon Principe come erami stato fatto credere a Milano.<br />

Ella sa chi fu il mio me<strong>di</strong>atore colà, ed a questo può figurarsi quanto e come aveva scritto il<br />

prezzo, e sono certa avra fatto il possibile; jer sera favori scrivermi significandomi essere rimandato<br />

dopo il giro del Senato Camerale e non so <strong>di</strong> qual altro Ministero l’affare a Venezia, e che quanto<br />

prima dal nostro Governo <strong>di</strong> Venezia mi verrà significato la favorevole conclusione sempre però sul<br />

prezzo in istato <strong>di</strong> demolizione. Mi soggiunge che sarebbe <strong>di</strong>ce Egli conveniente che trovandosi il<br />

nostro ottimo Principe costì lo facessi supplicare della grazia <strong>di</strong> voler tra il prezzo d’affitto e quello<br />

<strong>di</strong> demolizione fissare un prezzo me<strong>di</strong>o e compire in questo modo (la) grazia <strong>di</strong>cendomi ch’Egli<br />

pensa si degnerà Sua Altezza accordarmi tal domanda riguardando questa con persuasione e<br />

clemenza le mie suppliche da essa giu<strong>di</strong>cate <strong>di</strong>rette al bene delle popolazioni, e de poveri. La<br />

persona che farebbe questo passo costì l’avrei, ed è l’ottimo nostro Cavalier Giustiniani il quale<br />

sulla narativa ch’io gli feci appositamente per un caso <strong>di</strong> bisogno spontaneamente mi esebi<br />

occorrendo <strong>di</strong> presentarsi al Principe per me, ma non so se la cosa sia da farsi perche non vorrei, che<br />

il Ministero mi ribaltasse tutto e mi facesse andare l’affare a Vienna, ed in questo modo per<br />

risparmiare due o tre mille austriache andasse poi a farmi riuscire inutile tutto l’acquisto fatto.<br />

Io per ciò non voglio risolvere <strong>di</strong> mia testa, ne trattai già come sa essere mio costume, e<br />

dovere in ogni Paese col nostro Superiore del quale le presento i <strong>di</strong>stinti complimenti, ed insieme<br />

abbiamo concluso <strong>di</strong> ricorrere ai <strong>di</strong> Lei lumi esperienza e carità trovandosi anche pel luogo; se la<br />

grazia può andare nulla, o essere anche soverchiamente <strong>di</strong>fferita crederebbe questo Superiore non<br />

facessimo passo veruno. Se si potesse poi credere, che il Principe venendogli rappresentata la cosa<br />

dal suddetto Cavaliere a <strong>di</strong>ritura potesse stabilire e fissare da se un prezzo me<strong>di</strong>o allora approfitterei<br />

delle buone <strong>di</strong>sposizioni del Cavalier Giustiniani, e farei che supplicasse Sua Altezza Imperiale <strong>di</strong><br />

quest’ultima grazia la quale verrebbe ad essere il compimento della prima.<br />

Siccome temo <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>care e perdere questa posta e che d’altronde le forze non mi<br />

permettono <strong>di</strong> fare come voleva, e dovrei una lettera al medesimo se non crede, che facciamo passi<br />

lasciamo andare ogni cosa, ma se credesse dovessimo fare qualche tentativo mi faccia la carità <strong>di</strong><br />

far pregare il detto Cavaliere <strong>di</strong> venire da Lei, per minore suo <strong>di</strong>sturbo se gli fa leggere questa<br />

lettera prende Egli un idea <strong>di</strong> tutto, ed insieme risolvano ciò, che sia da fare.<br />

Le domando mille perdoni <strong>di</strong> tanta importunità ed raccomandandomi alle sante sue orazioni<br />

passo all’onore <strong>di</strong> confermarmi<br />

Di Vostra Signoria Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima<br />

Verona li 27 novembre 1831<br />

_________________<br />

NB. Senza autografo della <strong>Canossa</strong>.

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