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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A MONS. TRAVERSI<br />

758(Verona#1831.11.27)<br />

Sono sorte altre complicazioni per l‟ammontare esatto richiesto dal Demanio per la chiesetta. Forse<br />

l‟intervento del Cavalier Giustiniani, che si era offerto <strong>di</strong> trattarne personalmente col Vicerè, potrebbe<br />

chiarire e risolvere tutto. Potrebbe Monsignore interpellarlo?<br />

NB. La risposta del Traversi del 6 <strong>di</strong>cembre 1831 <strong>di</strong>mostra positivo l’intervento del Cavaliere<br />

Giustiniani il quale ha ottenuto che l’Intendenza <strong>di</strong> Verona fissi una somma determinata e<br />

precisa, e in<strong>di</strong>ca nuovi passi da compiere.<br />

V G e M Illustrissimo e Reveren<strong>di</strong>ssimo Monsignore<br />

Quantunque sia poco tempo che mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong> l’onore <strong>di</strong> scrivere alla Signoria Vostra<br />

Illustrissima e Reveren<strong>di</strong>ssima, soffra la bontà <strong>di</strong> Lei ch’io le replichi i <strong>di</strong>sturbi. Lo faccio con<br />

maggior coraggio trattandosi d’un affare nel quale Ella ha tanta parte, e che unitamente speriamo<br />

abbia da ridondare in gloria particolare del Signore. Mi convien farlo anche quasi soffocatamente<br />

trovandomi occupatissima in questi giorni per <strong>di</strong>sporre ogni cosa cominciandosi martedì per la<br />

prima volta in questa nostra Casa gli spirituali Esercizj delle Dame molto più che la mia salute<br />

continua a non esser molto ferma assicurandola per altro che cerco d’aver mi la cura che posso.<br />

Veniamo all’affare.<br />

Ben si ricorderà la S.V.Ill.ma e Rev.ma la supplica, ch’io le <strong>di</strong>ceva aver fatto umiliare a Sua<br />

Altezza Imperiale il nostro buon Principe Vice Re per ottenere la grazia <strong>di</strong> potere acquistare senza<br />

l’esperimento d’asta la Chiesa, o Oratorio <strong>di</strong> Santa Maria del Pianto detta dei Colombini come tutti<br />

gli altri passi da me fatti durante il mio soggiorno costì. Giunta a Verona ove era stata rimessa per<br />

l’informazione la cosa continuai a cercare <strong>di</strong> tenermi al fatto dell’andamento dell’affare. Siccome<br />

non ho mai fatto acquisti d’oggetti demaniali, erami affatto ignoto il metodo che si formassero due<br />

stime, l’una rilevando il valore considerato sullo stato d’affitto, l’altro considerato sullo stato <strong>di</strong><br />

demolizione, e se anche l’avessi saputo avrei giu<strong>di</strong>cato questa seconda stima dovesse risultare<br />

sempre minore dell’antecedente. Prima <strong>di</strong> formare la supplica io aveva gia saputo che la stima in<br />

ragione d’affitto era stata fatta nel prezzo d’austriache lire 768, e per ciò aveva al Principe offerto<br />

qualche cosa anche più della stima ma rilevato dopo essere quì giunto il mio Memoriale, la stima<br />

seconda cioe in istato <strong>di</strong> demolizione tra materiale ed area ascese sino a 5193 se non mi sbaglio, che<br />

se falassi sarebbe <strong>di</strong> <strong>di</strong>cine. Conosciuta tale stima consultai il degnissimo nostro Superiore 1 , ed il<br />

Signor Don Antonio 2 cosa fosse da farsi giacche per l’ortaglia, e le casette erami regolata giusta la<br />

nostra intelligenza cioè investendo il danaro in modo frutifero nell’ortaglia avendola affittata a<br />

nostro vantaggio, ed essendo d’intelligenza col Signor Don Antonio per le casette che in luogo del<br />

gravoso affitto ch’Egli pagò sin qui sod<strong>di</strong>sfasse al livello, ed al casatico.<br />

Maturate tutte le cose conclusero, e così parve a me pure ed a qualche altra persona<br />

necessariamente consultata, ch’io dovessi continuare la trattativa anche al valore del prezzo <strong>di</strong><br />

demolizione.<br />

Il Signor Don Antonio in progresso trovò persona che gli promise <strong>di</strong> dargli la somma parte pare in<br />

dono, e parte sembra a Lui prestata. Scrissi dunque allora costì al Signor Presidente marcandogli la<br />

smisurata <strong>di</strong>stanza delle stime ma pero aggiungendogli che nel caso non si potesse deviare<br />

dall’ultima stima non mi ritirava dalla fatta esebizione, e che avrei ricevuto per una grazia<br />

l’ottenerla anche in quel modo ma senza l’asta.<br />

1 Mons. Ruzzenenti Vincenzo, Superiore della Casa <strong>di</strong> Verona (Ep. II/1, lett. 490, n. 1, pag. 166).<br />

2 Don Antonio Provolo, fondatore dell’Istituto dei Sordomuti (Ep. II/2, lett. 730, n. 1, pag. 822).

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