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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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per un opera <strong>di</strong> carità il Signore talvolta salva una città intera, io confido che la bontà del Signore<br />

vorrà farlo. Così fin dove può, cerco che la pietà del Conte Piatti, giustificata dai consueti riflessi<br />

che in simili contratti in<strong>di</strong>ferentemente sogliono farsi, col la medesima intenzione cooperi a questa<br />

caritatevole impresa, restandomi già come puoi figurarti molti altri gravi pensieri che dal Signore<br />

solo spero avere il modo <strong>di</strong> condurli al termine per venire all’esecuzione dell’opera stessa.<br />

Piuttosto però <strong>di</strong> rompere il contratto, rompo il numero rotondo e se il signor Conte non può,<br />

aggiungerei altre cinquanta Bavare al fondo o capitale, che <strong>di</strong>verrebbe allora <strong>di</strong> austriache lire 2700<br />

e l’annuo Livello sarebbe <strong>di</strong> austriache lire 122 non imbrogliando coi centesimi.<br />

Ti prego sottoporre ogni cosa al prelodato signor Conte. Scrivimi subito la <strong>di</strong> lui risposta, ed<br />

il giorno, ed ora che col minore <strong>di</strong> lui incomodo potrà con te favorirmi. Io terrò preparata la carta<br />

fatta perchè egli non abbia che <strong>di</strong> segnarsi. Nel rispondermi mi <strong>di</strong>rai se tèco condurai anche il notajo<br />

per riconoscere le firme, cosa bellissima e sicurissima come <strong>di</strong> poca spesa, ch’io con tutti i miei<br />

considerando non sapeva.<br />

Il rinfresco sarà sontuoso proporzionato all’ora che mi favorirai, oltre il rinfresco durevole<br />

che sarà quello che ogni giorno si pregherà per té e pel signor Conte Piatti, al quale presenterai i più<br />

<strong>di</strong>stinti complimenti.<br />

Ti abbraccio, mia cara amica e sorella, ed abbraccio pure la cara mia Isotta. Sono e sarò<br />

sempre col più sincero attaccamento<br />

<strong>di</strong> te carissima sorella ed amica<br />

Verona San Giuseppe li 18 agosto 1831<br />

Alla Orti<br />

_________________________<br />

NB. Copia scritta con cura evidentemente per lasciarla agli atti.<br />

Il 24 agosto 1831, come risulta dal Documento, che fa parte dell’A.C.R. la <strong>Canossa</strong> procedette al<br />

contratto <strong>di</strong> « enfiteusi, ossia livello perpetuo » per le tre casette confinanti con la chiesetta <strong>di</strong> S. Maria del<br />

Pianto, <strong>di</strong> proprietà del Nobile Carlo Albertini, il cui Procuratore era il Conte Antonio Piatti.<br />

Sistemato il problema dei locali, dove sarebbe iniziata l’opera per i sordomuti, la <strong>Canossa</strong> voleva<br />

affrettare anche l’acquisto della chiesetta ad uso oratorio, per cui stese un PRO MEMORIA per il Conte<br />

Mellerio e l’Abate Polidori, il cui intervento poteva risolverne le complicazioni. Di esso nell’A.C.R. ci sono<br />

due minute, che presentano alcune <strong>di</strong>fferenze e non portano data.

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