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epistolario ii / 2 - S.Maddalena di Canossa

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A DON LUIGI POLIDORI<br />

755(Verona#1831.08.10)<br />

Anche se la <strong>Canossa</strong> è sicura che la superiora <strong>di</strong> Milano ha trasmesso al Conte Metterlo quanto le premeva,<br />

preoccupata <strong>di</strong> chiarire meglio e <strong>di</strong> essere meglio aiutata, ripete quanto è venuta a sapere sulle con<strong>di</strong>zioni<br />

poste dal Demanio per l‟acquisto della Chiesetta. E‟ l‟ultimo ostacolo perché l‟attività a favore dei ragazzt<br />

possa prendere vigore: infatti ha gia acquistato l‟orto, ha già tatto l‟enfiteusi perpetua per le casette, ora<br />

manca l‟oratorio.<br />

V: G: e M: Veneratissimo Signor Don Luigi 1<br />

Ella <strong>di</strong>rà che non contenta d’importunare la Signoria Vostra Illustrissima e Molto Reverenda, col<br />

mezzo della mia Antonietta 2 venga anche <strong>di</strong>rettamente a turbare il <strong>di</strong> lei riposo.<br />

Ha ragione ma sappi(a) ch’è una gran trista cosa avere a che fare colle figlie della Carità le<br />

quali pretendono per questo nome essere in <strong>di</strong>ritto d’incomodar tutti. Guai poi quando conoscano<br />

persone zelanti e caritatevoli. Ella ne ha molte prove, ed io continuo a renderla coll’esperienza più<br />

certa <strong>di</strong> quanto le <strong>di</strong>co.<br />

Supponendo che Sua Eccellenza l’ottimo signor Conte Mellerio, e la Signoria Vostra<br />

Illustrissima e Molto Reverenda fossero a Milano, pregai la cara Antonietta a far loro sapere come<br />

erami noto essere da qui partita la stima dell’Oratorio <strong>di</strong> Santa Maria del Pianto detta dei<br />

Colombini, per Venezia ed io aveva un’in<strong>di</strong>zio che mi pareva indubitabile che la stima fosse passata<br />

a Milano. La stima che potei qui rilevare essere stata fatta risultava <strong>di</strong> austriache L. 768. In seguito<br />

da un mio corrispondente, da Venezia fu scritto che l’affare tuttora trattatasi in Venezia che due<br />

erano le stime ivi comparse, l’una in ragione d’affitto, e questa risultante in circa austriache L. 780,<br />

l’altra come stima in istato <strong>di</strong> demolizione, e questa risultava <strong>di</strong> circa austriache 3500 e <strong>di</strong> più mi fu<br />

detto, essere questo il consueto mettodo demaniale firmare le due stime nel modo suddetto, e che<br />

poi tra le due costumano fissare un prezzo me<strong>di</strong>o. Dopo <strong>di</strong> ciò, io quantunque poco persuasa <strong>di</strong><br />

quanto il mio corrispondente <strong>di</strong>cevami, continuai a fare le <strong>di</strong>ligenze che potei per avere da Venezia<br />

nuovi lumi, e nell’atto che lo stesso mio corrispondente mi confermo, che l’affare trovavasi ancora<br />

a Venezia, e che le stime erano per l’esame al Genio mi soggiunse non esservi tra queste la grande<br />

<strong>di</strong>sparità che sul principio mi aveva detto, ed anzi sembrami capire che anche la stima <strong>di</strong><br />

demolizione s’avicini all’altra. Malgrado tutto ciò per una certa combinazione che la prima volta<br />

che avrò l’onore <strong>di</strong> vederla le racconterò sono egualmente persuasa che l’affare sia già a Milano.<br />

Siccome pur seppi essere cosa che il nostro buon Principe può decidere da se, quantunque il<br />

p<strong>ii</strong>ssimo nostro signor Conte ed ella pure si trovino in villeggiatura non posso propriamente nè star<br />

quieta io, nè lasciar loro in pace, ma supplico la carità dell’uno e dell’altro dalla loro villeggiatura a<br />

volere col mezzo <strong>di</strong> qualche amico informarsi se effettivame come io penso l’affare sia giunto al<br />

Gabinetto Reale, e sollecitarne possibilmente la spe<strong>di</strong>zione.<br />

Veneratissimo signor Don Luigi se questa opera <strong>di</strong> carità come pure fosse quella <strong>di</strong> cui ella<br />

mi parlò che avesse da placare la giusta collera <strong>di</strong> Dio che castiga i nostri peccati, e preservarci<br />

dalla malattia contaggiosa che va facendo anche negli Stati dell’ Augusto Nostro Sovrano delle<br />

stragi, perchè non cercheremo tutto ciò che da noi <strong>di</strong>pende da sbrigare?<br />

Ella sa che mi ci volevano tre cose ossiano tre piccoli acquisti per dar comodo ai cari miei<br />

poveri.<br />

Il maggior che era l’ortaglia grazia al Signore, ed a Maria santissima l’ho acquistata. Le<br />

casette in cui abiterano le caritatevoli persone che gratuitamente istruiranno i sor<strong>di</strong> muti, ed i miei<br />

poveri ragazzetti sanzenati spero saranno mie nel corrente mese, essendo per concludersi un<br />

contratto d’enfiteusi per una parte affrancabili, mi assistano poi anche loro a farmi ottenere la grazia<br />

<strong>di</strong> comperare anche l’Oratorio che subito io comincio l’opera, e chi sa che la Divina Misericor<strong>di</strong>a in<br />

1 Don Luigi Polidori, segretario del Conte Mellerio (Ep.I, lett. 388, n. 1, pag. 625).<br />

2 Antonietta Cocchignoni, la superiora <strong>di</strong> Milano (Ep.II/1,lett. 529, n. 9, pag. 312).

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