Giornale n° 1 – formato pdf - I GIGLI DI CASTRO
Giornale n° 1 – formato pdf - I GIGLI DI CASTRO
Giornale n° 1 – formato pdf - I GIGLI DI CASTRO
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In copertina: “Gelo a Marta”
notiziario de:<br />
i gigli di Castro<br />
associazione culturale<br />
Presidente<br />
Siv Britt Schonberg<br />
siv949@gmail.com<br />
Dir. Artistico<br />
Giuseppe Copponi<br />
giuseppecopponi@libero.it<br />
Segretaria di redazione<br />
& coordinamento<br />
Ida Bucci<br />
coordigiglidicastro@gmail.com<br />
Hanno collaborato:<br />
Sara Dolci<br />
Marcello Forgia<br />
Maria C. Gualaccini<br />
Progetto grafico:<br />
Giuseppe Copponi<br />
Opinioni e<br />
giudizi espressi<br />
impegnano<br />
esclusivamente<br />
gli autori<br />
© - Ogni riproduzione,<br />
anche parziale,<br />
di testi e/o immagini<br />
sarà perseguita<br />
a norma di legge.<br />
www.inCastroiGdC.it<br />
www.igiglidicastro.it<br />
amicigiglidicastro.splinder.com<br />
twitter.com/iGiglidiCastro<br />
distribuzione<br />
gratuita<br />
La pubblicazione gratuita è dedicata<br />
alla promozione della cultura, del pensiero<br />
e dell’Arte con particolare attenzione<br />
al territorio del Ducato di Castro e<br />
Ronciglione e paesi limitrofi.
Il nostro calendario personale non inizia il primo gennaio ma il 15<br />
settembre, data della costituzione de “i gigli di Castro”. E’ un po’ retorico ma inevitabile<br />
fare un consuntivo dell’anno concluso; una piccola relazione sull’operato<br />
dell’Associazione e sui progetti in programma.<br />
L’operazione più complessa ma sicuramente più incisiva è stata la realizzazione<br />
di questo notiziario che ci ha dato già grande soddisfazione per i complimenti<br />
ricevuti (in quantità inimmaginabile) per i contenuti, il tipo di dialogo instaurato<br />
con i lettori e soprattutto per la veste grafica e la qualità delle illustrazioni.<br />
Continueremo a mettere tutto il nostro impegno e ad usare al meglio le nostre<br />
capacità per offrire una qualità sempre di alto profilo. Saranno sempre presenti<br />
informazioni e notizie sul Ducato di Castro, sulla famiglia Farnese e su tante altre<br />
realtà suggerite dal nostro comprensorio e dalla sua storia.<br />
Oltre ai numerosi eventi proposti, di cui relazionerà meglio il Direttore Artistico,<br />
voglio sottolineare l’importante incontro avuto con i responsabili per il turismo e<br />
la cultura svedese “Huse Solution AB” e con l’Associazione Culturale “JLK” con<br />
i quali stiamo progettando programmi di scambi culturali di probabile attuazione<br />
già tra pochi mesi.<br />
E’ una collaborazione importante perché, oltre<br />
alle sinergie che sarà possibile creare tra gli artisti,<br />
potrà diventare un forte incentivo turistico per tutto<br />
il territorio.<br />
Tra i nostri progetti c’è anche quello di dar vita<br />
ad una Accademia di disegno ed Arti applicate e<br />
voglio informare, i possibili interessati a frequentare<br />
i nostri corsi, che scrivendo all’indirizzo E-mail:<br />
coordigiglidicastro@gmail.com si possono avere<br />
tutte le informazioni a riguardo.<br />
Una ulteriore notizia utile è quella che “i gigli di<br />
Castro” hanno dato vita ad un “gruppo di lavoro”<br />
che è stato chiamato “la fabbrica dei gigli” che produce<br />
gadgets come cartoline, calendari, ricostruzioni<br />
storiche di luoghi e costumi, etc. oltre ad<br />
oggettistica artigianale. Questi prodotti, unici ed<br />
esclusivi, li troverete presso il bookshop presente a<br />
tutti gli eventi dell’Associazione, o presso la nostra<br />
sede.<br />
C’è da dire, con somma soddisfazione, che il<br />
numero degli iscritti continua a salire a conferma<br />
che stiamo lavorando bene e seriamente.<br />
La Presidente Siv Britt Schonberg
Il 15 settembre 2011 l’Associazione ha compiuto il suo primo compleanno e mi<br />
sembra doveroso fare un bilancio delle cose fatte e qualche piccola riflessione.<br />
Non tanto per chi, vicino all’Associazione o semplice fruitore, le ha in qualche<br />
modo vissute, quanto per raccontare, a chi poco conosce “i gigli di Castro”, come e<br />
quanto sia intenso e produttivo il nostro operare.<br />
Sono state realizzate 18 mostre di cui una, “30 acquarelli per 1 ducato” è stata proposta<br />
in quattro comuni diversi ed uno spettacolo teatrale (del quale parleremo meglio<br />
nelle ultime pagine) che ha coinvolto 12 opere pittoriche in sinergia con la danza e la<br />
musica. Dal 17 settembre 2010 al 20 settembre 2011 siamo stati presenti nei seguenti<br />
comuni: Valentano (3 esposizioni), Piansano, Capodimonte (3 esposizioni),<br />
Orvieto, Canino, Villa Fontane, Farnese, Felceti, Acquapendente (3 esposizioni),<br />
Ronciglione, Pitigliano (2 esposizioni). “i gigli di Castro” non si sono limitati a proporre<br />
collettive libere dove ogni artista poteva presentare i propri lavori a sua discrezione,<br />
ma hanno cercato sempre di dare un senso ed una motivazione alle opere presentate.<br />
L’unità d’Italia, la festa dei fiori, i comuni del Ducato di Castro e Ronciglione<br />
interpretati da due illustratrici, i 50 anni dal volo del primo uomo nello spazio, la<br />
pace, il 690° anniversario della morte di Dante Alighieri. A parte un paio di circostanze<br />
fisiologiche dove la gente aveva impegni pressanti ed irrinunciabili come mettere<br />
su più chili possibili o battere il record di “permanenza sulla sedia” e quindi la<br />
visita ad una mostra avrebbe distolto la loro attenzione dagli impegnativi programmi,<br />
il bilancio di questi primi 12 mesi si può definire molto più che soddisfacente considerando<br />
i complimenti ricevuti e l’attenzione dimostrata dai molti visitatori per le<br />
opere e per gli artisti. Con soddisfazione le nostre mostre sono state visitate soprattutto<br />
da stranieri (che ne avevano avuto notizia tramite “in<strong>CASTRO</strong>”, i volantini o il<br />
“passaparola”) e dalle persone di cultura venute a conoscenza dell’esistenza della<br />
Associazione o comunque degli eventi in programma. Tutto bene; alla fine è meglio<br />
parlare con chi è in grado di capire ciò che si dice, anche se il tempo dedicato ad avvicinare<br />
e coinvolgere la gente agli eventi culturali è tempo benedetto e sicuramente<br />
ben speso! In questa realtà dove la gente di cultura si muove, fermenta, comunica ed<br />
è presente agli eventi mentre una moltitudine di persone osserva da lontano le manifestazioni<br />
culturali con un senso di diffidenza e di distaccata noia, una riflessione<br />
nasce spontanea!<br />
Ma la massa, i vacanzieri, i fagottari, che fanno l’estate!?!
“It is indeed misery if I stretch an empty hand to men and<br />
receive nothing; but is hopelessness if I stretch a full hand<br />
and find none to receive”. Gibran Kahlil Gibran<br />
Per avere risposta basta leggere la miriade di manifesti e locandine che pubblicizzano<br />
le iniziative del comprensorio (mi riferisco alla maggioranza delle stesse e do<br />
tutta la mia stima e solidarietà a chi “osa” uscire da quegli schemi): 100 feste della<br />
birra, 1000 sagre della salsiccia piuttosto che della braciola o della lenticchia, bistecca,<br />
bruschetta, pesce fritto, polenta, tuberi e bujoni vari e, quando non si “festeggia”<br />
in onore di un cibo specifico si fanno cene insieme, feste d’addio, pranzi di mezz’estate…<br />
in sostanza ogni pretesto è buono purché se magna! E’ proprio passeggiando<br />
attraverso una di queste sagre dell’abbuffata, molto spesso ammiccanti al<br />
medioevo, che è nata la riflessione! A che serve evocare cene farnesiane, costumi<br />
del ‘400, giostre medievali? Noi siamo ancora nel medioevo anche se ci vestiamo<br />
con abiti del futuro ed usiamo tecnologie fantascientifiche! Se immaginaste la gente<br />
che si incontra in queste millesagre vestita con costumi medievali, se li osservaste con<br />
attenzione, vi accorgereste che poco glie ne frega della scoperta che la terra è rotonda<br />
e l’uomo viaggia nello spazio. Gli unici interessi sono quelli del popolo medievale;<br />
il cibo come prima esigenza di vita, allietato da musiche di facile impatto ed il<br />
mercatino rionale che offre, come allora, squisite leccornie come lo zucchero filato,<br />
la frutta secca, le olive e le pannocchie sulla brace. E che dire della insostituibile<br />
gioia per gli occhi provata alla vista di collanine e braccialetti più o meno artigianali.<br />
E poi, se vogliamo esagerare, ci si può accattare un paio di braghe nuove per pochi<br />
fiorini! Le radici sono importanti e sapere chi siamo e da dove veniamo è fondamentale<br />
per capire dove andare; ma quanti tra i fruitori di queste millesagre sanno distinguere<br />
un costume quattrocentesco da uno rinascimentale, quanti si preoccupano di<br />
capire perché in un castello c’erano le “casematte” o cos’era un “rivellino”! La mia<br />
impressione è che l’unico vero interesse sia la grande abbuffata!<br />
E’ storia vecchia che il popolo debba restare ignorante, ma è storia attuale che siamo<br />
nell’era di internet! E’ compito degli amministratori sostituire pian piano parte di<br />
tutto ciò che si fa per riempire la panza con cibi adatti a nutrire lo spirito! Fino a<br />
quando ci sarà più gente alla cena in piazza di quanta ne sia presente alla presentazione<br />
di un libro è inutile negarlo; siamo nel Medioevo!<br />
Il Direttore Artistico Giuseppe Copponi
Sono GUIDO FARNESE, no...no...nominato vescovo di Orvieto da Papa<br />
Bonifacio VIII nel 1302. Il grande Bo...Bonifacio VIII! Quello che con l’inganno<br />
ha allo...allontanato Dante da Firenze per poterla conquistare indisturbato...<br />
Povero Dante! Il suo esilio è cominciato da lì!...Ma anche quello che ha<br />
in...in...in...inventato il Giubileo nel 1300...e che simpaticamente mi chia... chia...<br />
chiamava “TOTOT” per via di un certo difetto di balbuzie...(che si nota?)<br />
Lo ammetto: mi ha nominato Vescovo più per calcoli politici che per<br />
me...meriti (d’altronde noi due ci assomigliavamo un po’...): sapeva che ero<br />
un fe...fe...fedelissimo della Santa Sede, l’uomo giusto per riportare ordine<br />
in quel terri...territorio dove i no...no...nobili la facevano da padrone e non<br />
pagavano le tasse!<br />
Non credo che la città di Orvieto mi abbia a...amato più di tanto, se<br />
potesse chissà quante me ne direbbe! Lì io ho rappresentato l’aspetto<br />
più antipatico della Chiesa; la riscossione dei sol...sol...soldi, gli interessi<br />
del Pa...Papa (che l’aveva pure interdetta!!!!) e...naturalmente...anche<br />
quelli della mia famiglia, dei Farnese..., ne...ne...ne...<br />
nemica dei Monaldeschi, signori tiranni di Orvieto che comunque<br />
non stavano simpatici a nessuno. Il mio compito è stato quello di<br />
ricondurre all’ordine i territori ri...ribelli e più ci riuscivo più<br />
acquistavo la fiducia dei po...po...pontefici che mi conferivano<br />
incarichi di alta responsabilità!<br />
Certo, in alcuni casi forse ho un po’ esa...esagerato...come<br />
quella volta che fui richiamato da Papa Clemente V, da<br />
Avignone, perché mi ero troppo...come dire...allargato... e<br />
addentrato in certe vicende politiche che non dovevano<br />
riguardarmi... e quell’altra perché mi ero schierato contro<br />
Pietro Colonna, facendo inca...inca...inca...incavolare i<br />
nobili! Ma ne è valsa la pena!<br />
Nel 1319 sono stato nominato prima Vicario e poi addirittura<br />
“Rettore del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia”<br />
(come dire adesso “Rettore dello Stato del<br />
Vaticano”!)...e quidi il gioco si faceva più duro: non si<br />
trattava solo del territorio di Orvieto, ma di gestire<br />
anche la confusione e la ri...ribellione nelle terre di<br />
Vi...Viterbo, di Vico, di Bisenzio...Un continuo braccio<br />
di ferro con i signori locali! Ma anche lì me la<br />
so...so...sono cavata bene: conoscevo la situazione<br />
come le mie tasche, gli intrallazzi, gli interessi...e<br />
te...tenevo in pugno tutti.
Misi nero su bianco e mandaii una relazione<br />
dettagliatissima al Pa...Papa, talmente dettagliata...che<br />
ancora oggi mi dovrebbe ringraziare (si fa per dire...)!!!<br />
La Santa Sede, grazie ad essa, poteva prevenire le mosse dei<br />
ri...ri...ribelli e anticiparle e controllarle.<br />
Certo l’essere un Farnese mi ha spesso, come dire?...aiutato...ma anche creato<br />
molti ne...nemici...perché fondamentalmente sono stato più “un Farnese” e<br />
quindi cri...criticato, che non il vescovo di tutti, un “super partes”. E ho pestato i<br />
piedi a molti, per cui, vuoi le malelingue, vuoi le calunnie, vuoi gli<br />
interessi...decisi che nel 1323 era arrivato il mo...mo...mo...momento di ritirarmi,<br />
di dimettermi.<br />
Ah, dimenticavo: nel difendere gli interessi della Sa...Sa...Santa Sede che con<br />
me ha guadagnato tanto, vuoi l’epoca, vuoi la confusione, vuoi il caos...inavvertitamente,<br />
senza alcuna ma-la-fe-de (non sia mai detto! Io devotissimo alla Santa<br />
Chiesa!!!) per sbaglio, un po’ magicamente, non si sa come, insomma qualcosa,<br />
qualche proprietà (che, diciamo, non doveva finirci....) è finita nelle mie tasche,<br />
in quelle cioè dei Farnese...E quando Papa Giovanni XXII, dopo la mia morte nel<br />
1328, si è acco...accorto che il bilancio non quadrava ha cominciato a procedere<br />
al sequestro dei be...be...beni di cui la mia famiglia indebitamente si era appropriata<br />
e che i miei eredi hanno tenuto stretti finché hanno potuto...<br />
Ma queste sono bezzecole!<br />
Maria C. Gualaccini
Chi scrive ha avuto recentemente l’opportunità, per motivi inerenti la propria<br />
professione, di vivere in due ambiti simili, anche se molto lontani e inseriti<br />
in realtà totalmente diverse.<br />
Parlo del lago di Bolsena e di quello di Tiberiade in Terra Santa. La frequentazione<br />
di queste due realtà geografiche mi ha portato quasi spontaneamente a fare<br />
dei raffronti, per trovare elementi di concordanza e/o di difformità, nella convinzione<br />
che la conoscenza del “diverso” sia il passo fondamentale per capire e<br />
rispettare il nostro prossimo.<br />
Entrambi di origine vulcanica, questi due bacini lacustri sono inseriti in contesti<br />
morfologici di grande suggestione ed entrambi sono carichi di storia, di significati<br />
religiosi e di similitudini idrogeologiche. Circondato di verde il primo, da un<br />
paesaggio brullo il secondo, ma con eccezionali testimonianze arboree laddove ci<br />
sia l’apporto vivificante dell’acqua; l’uno dominato in lontananza dalla mole del<br />
monte Amiata, l’altro da quella del monte Hermon.<br />
Il “nostro” lago di Bolsena è stato luogo d’elezione del percorso della cultura<br />
umana fin dall’Età della pietra, ha visto svilupparsi sulle sue rive la significativa<br />
civiltà etrusca, l’imponente organizzazione politico-militare romana e poi l’affermarsi<br />
del cristianesimo con la nobile figura della martire Cristina, una giovinetta<br />
che, una volta battezzata, assunse un nome derivante direttamente da quello del<br />
dio a cui sacrificherà la vita. Cristina, che l’agiografia ci narra essere stata martirizzata<br />
sotto Diocleziano, già nel VI secolo è tra le sante più venerate, infatti risulta<br />
tra quelle che compaiono in processione in un mosaico della chiesa di S.<br />
Apollinare in Classe presso Ravenna.<br />
L’isola Martana, nella parte meridionale del lago, fu invece testimone nel 535<br />
d.C. del truce assassinio della regina gota Amalasunta, figlia del grande<br />
Teoderico, delitto che scatenò la tremenda e quasi ventennale guerra tra<br />
Bizantini e Goti, quella che veramente segnò la fine del mondo antico e<br />
l’inizio del Medioevo in Italia.<br />
Ma Bolsena ha in surplus un’altra valenza religiosa: è il luogo in cui si<br />
manifesta uno dei dogmi della dottrina cattolica, la presenza del corpo e<br />
sangue di Gesù nell’Eucarestia.<br />
Nel 1263, il miracolo del Corpus Domini, avvenuto in una cappella<br />
della basilica dedicata a S. Cristina, ridà grande slancio alle visite dei<br />
pellegrini che, per tutti i cosiddetti secoli bui, continuano a percorrere<br />
dal nord Europa verso Roma la ex consolare<br />
romana Cassia, in quel tempo denominata via<br />
Francigena, di cui Bolsena è tappa obbligata.<br />
Al giorno d’oggi, a tremila km di distanza, numerosi<br />
altri pellegrini, senza bordone e senza bisacce ma con<br />
zainetto e macchina digitale, sono ansiosi di visitare e<br />
pregare nei luoghi in cui si è manifestata la figura storica<br />
di Cristo e affollano le strutture alberghiere dei<br />
centri che si affacciano attorno al lago di Tiberiade.
Il cosiddetto Mare di Galilea (lago di Kinneret, in<br />
ebraico=cetra o arpa, per la sua forma) è da noi infatti<br />
conosciuto quale scenario in cui Gesù, provenendo<br />
dalla vicina Nazareth, svolge la massima parte del suo<br />
ministero dottrinale nei tre anni precedenti la morte<br />
sulla croce e, successivamente, anche dopo la<br />
Resurrezione.<br />
I Vangeli citano più volte nomi a noi noti, descrivendo<br />
alcuni passi salienti della sua predicazione: il<br />
discorso della montagna, il miracolo della moltiplicazione<br />
dei pani e dei pesci, Gesù che cammina sulle<br />
acque del lago, la pesca miracolosa, il primato di<br />
Pietro….<br />
E’ proprio il respirare queste atmosfere, il trovarsi in<br />
questi luoghi che hanno visto dipanarsi la sua esperienza<br />
terrena, che ci dà un’emozione unica, che ce lo<br />
fa sentire vicino a noi, ai nostri problemi e alle nostre<br />
ansie, che ce lo rende “familiare”…<br />
Magdala, Cafarnao, Tabga, il monte delle Beatitudini,<br />
Tiberiade, il fiume Giordano, (dove viene “battezzato”<br />
per mano del cugino Giovanni), ognuna di queste<br />
località evoca la presenza “fisica” del Cristo, che sul<br />
lago e tra i pescatori che operavano sulle sue rive<br />
reclutò i suoi primi seguaci…<br />
E il cerchio si chiude quando i primi cristiani adottano<br />
quale simbolo cristologico il pesce, che in greco<br />
si scrive “ICHTYS” , il cui acronimo è Gesù Cristo<br />
Figlio di Dio Salvatore…<br />
Passando invece a considerazioni di carattere scientifico,<br />
per ciò che riguarda il fattore idrogeologico i<br />
due laghi hanno in comune anche frequenti variazioni<br />
di livello delle acque, che, in senso positivo e negativo,<br />
ne hanno modificato forma e dimensioni già nei
tempi passati e che hanno portato -alcuni decenni faalla<br />
scoperta di straordinari reperti archeologici.<br />
Come non citare, per il lago nostrano, l’individuazione<br />
del villaggio villanoviano del “grancaro” (o<br />
Gran carro) sommerso a qualche metro di profondità,<br />
oltre la scoperta di una piroga, del 1.400 a.C. presso i<br />
fondali dell’isola Bisentina, e il ritrovamento nel<br />
1986, sulle sponde del lago di Tiberiade, ritiratesi per<br />
un’improvvisa siccità, della c.d. “barca di Pietro”<br />
(chiamata in Israele anche “Jesus boat”) nei pressi di<br />
Magdala/Tarichea?<br />
Variazioni di livello che, associate anche ad altre<br />
calamità naturali (alluvioni, terremoti, cambiamenti<br />
climatici), causarono l’interramento e l’abbandono<br />
dei due principali porti lacustri: quello della Bolsena<br />
tardo-romana da noi e quello della Magdala/Tarichea<br />
bizantina in Terra Santa.<br />
Similmente i due laghi sono soggetti all’azione di<br />
vènti pomeridiani: il cosiddetto “marino” per il nostro<br />
lago, e un vento ben più impetuoso per quello israeliano,<br />
capace di scatenare tempeste improvvise come<br />
riportano fedelmente i racconti evangelici, ma<br />
apprezzatissimo per questa sua peculiarità dagli<br />
amanti del windsurf….<br />
Mi auguro che la nostra cultura sia capace di conservare<br />
per le generazioni future il grande e sempiterno<br />
fascino di questi due specchi d’acqua, rispettando e<br />
preservando il fragile stato di salute delle acque e salvaguardandone<br />
l’ambiente circostante, cosa che a tutt’oggi,<br />
nonostante le migliori intenzioni, non sempre<br />
avviene<br />
Marcello Forgia
L’incontro del maggio scorso con i<br />
responsabili per il turismo e la cultura svedese<br />
“Huse Solution AB” e l’Associazione Culturale<br />
“Jämtlands läns Konstförening” ha dato vita a molte<br />
idee e progetti per rendere possibile uno scambio artistico<br />
e culturale con “i gigli di Castro”.<br />
Molto probabilmente nel maggio 2012, in occasione<br />
della festa dei “Pugnaloni” un gruppo di giovani svedesi<br />
sarà presente nella Tuscia e in particolare ad Acquapendente<br />
per apprendere la tecnica per realizzare i “mosaici di fiori” e la<br />
nostra Presidente, in estate, proporrà i suoi dipinti in una “personale”<br />
a Lit in Svezia.<br />
Vogliamo augurare sia l’inizio di una nuova e costruttiva collaborazione<br />
tra le anime di due territori distanti quasi 3000 km con una<br />
simbolica “stretta di mano” tra un antico cavalliere del medioevo italiano<br />
ed uno del glorioso popolo dei vichinghi. Uniti (per una strana<br />
casualità) anche nei colori giallo e blu del Ducato di Castro e della bandiera<br />
svedese!<br />
Mötet i maj med ansvariga för turism och svensk kultur “Huse Solution<br />
AB” och Kulturföreningen “Jämtlands Läns Konstförening” har gett upphov<br />
till många idéer och projekt att möjliggöra ett kulturellt och konstnärligt utbyte<br />
med “ i gigli di Castro”. I maj månad 2012 kommer förmodligen en<br />
grupp svenska ungdomar att vara närvarande i Tuscia och i synnerhet<br />
Acquapendente under “Pugnaloni” -festen för att lära<br />
sig tekniken att förverkliga “mosaik av blommor”,<br />
och vår ordförande, under sommaren,<br />
kommer att presentera sina målningar i en<br />
separat-utställning i Lit -Sverige.<br />
Vi vill önska det ska bli början av ett nytt<br />
och konstruktivt samarbete mellan själarna<br />
i de två territorierna avlägsna nästan<br />
3000 km med en symbolisk “handskakning”<br />
mellan en riddare från<br />
den italienska medeltiden och en<br />
av de ärorika vikingarna.<br />
Enade (av ett märkligt sammanträffande)<br />
även genom<br />
hertigdömet Castros och den<br />
svenska flaggans färger -<br />
gult och blått!
Nei<br />
primi secoli<br />
del secondo millennio,<br />
come si apprende dai<br />
testi di tre illustri storici (G.B.<br />
Bedini, Osvaldo Palazzi e<br />
Pacifico Chiricozzi), il lago di Vico e<br />
il territorio circostante furono soggetti<br />
prima ai Prefetti di Vico, poi ai Conti dell'<br />
Anguillara ed infine ai Farnese. Il Borgo era<br />
ben organizzato con la sua amministrazione civile e<br />
religiosa.<br />
Distrutta Vico nel 1435, divenne Tenuta, ossia un territorio<br />
amministrato da un rappresentante prima della Camera<br />
Apostolica e poi dai castellani o commissari dei nuovi Signori<br />
che la comprarono. Nel 1481 la Tenuta di Vico fu acquistata da<br />
Giovanni della Rovere, il cui figlio, Francesco Maria, la vendette nel<br />
1503 al Cardinale Alessandro Farnese Seniore. Gli eredi di quest'ultimo<br />
la possedettero fino al 1659.<br />
Nel 1537 il Cardinale Alessandro Farnese, divenuto Pontefice col nome<br />
di Paolo III, eresse a favore del figlio Pier Luigi il Ducato di Castro, cui<br />
annesse la Pier Contea di Ronciglione. Paolo III passò per Vico almeno due<br />
volte. Una prima volta il primo ottobre 1537, un mese prima di costituire il<br />
Ducato di Castro, diretto da Nepi a Viterbo, e una seconda volta il 24 marzo 1538<br />
diretto a Nizza. Fiore all'occhiello del Borgo è la Chiesa di Santa Lucia al Lago<br />
di Vico, un edificio religioso in stile rustico. Ha un'acquasantiera sbozzata con<br />
l'arte dei primitivi e ciò fa supporre che sia anteriore al mille.<br />
Quando i Farnese acquistarono Vico, per migliorare e sfruttare al meglio il territorio,<br />
pensarono bene di ampliare un canale sotterraneo esistente (di epoca<br />
etrusca), dove scorreva l'emissario (Rio Vicano), tale opera abbassò il livello<br />
delle acque con conseguente aumento di terreni da coltivare. Nel periodo in<br />
cui il villaggio di Vico fu acquistato dai Farnese era già diruto, perciò per<br />
sfruttare il luogo essi si proposero di adattare le rovine ad abitazioni per creare<br />
una azienda agricola; vennero chiamati contadini da tutte le parti d'Italia, basti<br />
pensare che nel decennio 1610-1620 a Vico si ebbero 102 battesimi, questo vuol<br />
dire che nel villaggio vi erano più di un centinaio di abitanti.<br />
Sino alla fine del secolo XVIII fu la parrocchia dei contadini e dei pescatori del<br />
villaggio omonimo, del quale oggi non rimangono che poche rovine, fra cui è tuttora<br />
visibile qualche tratto di basolato della via Cimina.
“fàrnia o fàrgna dal b. lat. FARNUS, mediante una forma aggettivale<br />
*FARNEA forse dalla stessa rad. di FARRO. Specie di querce ghiandifera detta<br />
comunemente Ischia o Eschio (lat. èsculus) ed è la quercus pedunculata dei<br />
botanici. Deriv. Farnèse (nom. propr.); Farnèto = luogo fiantato di farnie.”<br />
I Farnese hanno lasciato tracce della loro presenza a indicare il loro dominio:<br />
infatti sulla facciata della chiesa collocarono lo stemma farnesiano (ora nella chiesa<br />
di S.M. della Provvidenza al borgo medioevale di Ronciglione), mentre all'interno<br />
si possono notare degli stucchi con i gigli, elementi iconografici riconducibili<br />
alla famiglia Farnese.<br />
Il particolare più interessante lo riserva la cornice dell'altare principale, dove si<br />
può ammirare un decoro a rilievo con foglie di farnia e ghiande appuntite (particolare<br />
rarissimo), immagini che ricordano i luoghi di provenienza della nobile<br />
casata. Non dimentichiamo che molti storici osservano che i Farnese abbiano<br />
tratto il loro nome dalla cittadina omonima ricca di piante di farnia da cui, appunto,<br />
le prime indicazioni sui vari personaggi descritti come originari "de Farneto"<br />
anche se non mancano altri studiosi che, riconoscendo la loro origine longobarda,<br />
ritengono che il nome possa derivare dal termine longobardo "Fara", cioè cittadella<br />
fortificata. All'esterno, invece, i Farnese costruirono un fontanina in pietra<br />
locale ad uso del villaggio, nei primi anni venti del 1600, come testimoniano gli<br />
stemmi del Cardinal Odoardo Farnese e del Duca Ranuccio I che vi si trovano<br />
scolpiti.<br />
Bruno Pastorelli
Il ducato di Castro e Ronciglione, territorio d’ispirazione<br />
e di riferimento per la nostra Associazione, comprendeva<br />
30 centri con Castro che, divenuta capitale,<br />
arricchì il suo stemma, rappresentante un leone rampante,<br />
con tre gigli azzurri ed il motto “Castrum Civitas<br />
Fidelis”. E’ nostra intenzione proporre, di volta in volta, i<br />
luoghi che componevano il “Ducato”. Non lo faremo in<br />
modo pedante e pesante, ma con una veloce scheda riassuntiva<br />
e con la proposizione di immagini di facile lettura e di impatto immediato.
Il nome, dal latino Visent(i)um, deriva<br />
dall’omonimo monte sul quale si ergeva a<br />
400 m. di altitudine. Resti di capanne risalenti<br />
all’età del bronzo (X sec. A.C.) ed il<br />
rinvenimento di antiche sepolture dell’età<br />
del ferro (IX <strong>–</strong> VIII sec. A.C.), testimoniano<br />
la presenza dell’uomo da tempi remoti.<br />
Conosciuta, nel periodo etrusco, per la<br />
fiorente produzione di ceramiche e calzature,<br />
presenti nei musei di tutto il mondo,<br />
dovette soccombere alla città di Vulsinii nei<br />
duri scontri per il dominio del lago. Considerata dallo storico Gaio Plinio Cecilio<br />
Secondo una delle più importanti città etrusche, venne distrutta dai romani per poi<br />
essere ricostruita. Fu sede vescovile nell’età cristiana, sede che, a seguito dei saccheggi<br />
subiti per opera dei Saraceni e dei Longobardi, venne trasferita a Castro.<br />
Vi fu costruito un castello nel 1254 ed il suo potere si estese e si scontrò con i<br />
comuni di Viterbo e di Orvieto fin quando, nel 1269, venne inglobata nel Patrimonio<br />
di San Pietro da Papa Bonifacio VIII. I Farnese ne presero possesso nel 1400 e conseguentemente,<br />
nel 1537, Bisenzio venne a far parte del Ducato di Castro.<br />
Il territorio venne abbandonato con un lento esodo a causa della malaria ed oggi<br />
non ne restano che poche rovine. Con un editto del 1816 di Papa Pio VII, Bisenzio<br />
venne unita a Capodimonte.<br />
Monte Bisenzio
di Giuseppe Copponi<br />
Tutte le espressioni dall’Arte, in qualsiasi sua<br />
accezione, danno modo all’Artista di raccontare se<br />
stesso, i suoi sogni, le sue speranze, il suo essere.<br />
Sempre l’Artista ci parla, in certi casi con toni<br />
sommessi, in altri aggressivi, o cupi, o solari;<br />
comunque ci narra di se. La leggibilità del prodotto<br />
di un Artista a volte è immediata, intuitiva; altre<br />
volte più complessa, più criptica, più nascosta!<br />
Quando si conosce personalmente l’autore di<br />
un’opera d’Arte, quando il suo operato viene<br />
arricchito dal dialogo, dalle motivazioni, dalla<br />
comprensione più completa del suo messaggio,<br />
allora lo riconosciamo e lo connettiamo intimamente<br />
alla sua opera.<br />
Nel lavoro di Rossella Papacchini c’è sempre,<br />
ineluttabilmente, tutta se stessa! Come ha scritto<br />
di lei Stefano Solimani “…nelle sue opere convivono<br />
passioni inespresse, forze ancestrali che si fronteggiano in una guerra senza<br />
fine, una guerra di perenni attese dove la veste di quiete romantica non riesce<br />
completamente a nascondere”.<br />
Oltre ai pregevoli dipinti un po’ più “accademici”, dove è ben visibile la capacità<br />
tecnica, Rossella racconta se stessa come in un diario segreto sul quale appuntare<br />
i pensieri e gli accadimenti più importanti della sua vita.<br />
Cosa c’è in fondo ai lunghi viali assolati o alle impervie strade che si insinuano<br />
in antichi borghi, cosa la spinge a cercare la monocromia come espressione più<br />
consona per i suoi messaggi! La gravidanza di sua figlia, l’attesa di Alessandro<br />
che la renderà nonna, diventano il tema imprescindibile del suo lavoro con il<br />
quale ne racconta il percorso con la sensibilità e tutta la dolcezza dei suoi sentimenti.<br />
E’ sicuramente ai sentimenti ed alla ricchezza interiore che Rossella attinge<br />
ed intinge i pennelli quando fissa sulla tela le sue emozioni, ed è certamente il<br />
sogno, il desiderio, la speranza, quello che rende così etereo, quasi impalpabile il<br />
racconto fosse anche provocato da una paura o un tormento.
e la pulizia etica che traspare<br />
dalle opere di Rossella;<br />
qualcosa che, in questa<br />
epoca di deliranti e pretestuose<br />
performances artistiche<br />
o pseudo tali, riconduce<br />
l’espressione artistica al suo<br />
vero valore di “comunicazione”,con<br />
“parole” semplici<br />
e chiare comprensibili<br />
all’altro e non con mirabolanti<br />
mistificazioni spacciate<br />
per arte.<br />
C’è uno spirito “orientale” che guida le sue mosse<br />
tra i colori, una quieta accettazione della vita con la<br />
filosofia e la consapevolezza che siamo tutti molto<br />
di più della materialità e dell’apparire!<br />
Al di la del lungo elenco di mostre, onorificenze,<br />
partecipazioni, mi sento di sottolineare la genuinità
Sirene, serpenti, ed altri predatori.<br />
E’ nostra intenzione dedicare queste<br />
due pagine alla rubrica “Conosciamoli meglio”, dove gli artisti associati a “i gigli<br />
di Castro” possano essere raccontati a chi ancora non li conosce e approfonditi per<br />
chi ne aveva una conoscenza parziale o superficiale. E’ successo però che, a seguito<br />
della pubblicazione del “notiziario”, siamo stati sorpresi da alcune domande su tre<br />
argomenti che vogliamo sviscerare e che meritano con priorità di essere “conosciuti<br />
meglio” così da chiarire il nostro pensiero, e forse anche quello di chi ci legge, su<br />
tematiche che riteniamo importanti.<br />
La prima domanda che ci ha imbarazzato è stata: “Quanto costa essere pubblicati sulla<br />
vostra rubrica”? Questa cosa non ci ha sorpreso più di tanto ma ci ha comunque fatto<br />
riflettere sui tanti “articoli” scritti a pagamento per dare visibilità e prestigio agli artisti.<br />
Noi non vendiamo spazi e belle parole, noi, gratuitamente, cerchiamo di dare visibilità a<br />
tutti coloro che sudano e si impegnano nel proprio personale percorso artistico e suggeriamo<br />
di diffidare di chi non si interessa del vostro lavoro perché riconosce i vostri sforzi,<br />
l’impegno, il messaggio, ma soltanto perché pagate un prezzo! Non pretendiamo che<br />
crediate ciecamente alle nostre parole ma proponiamo il pensiero di un grande artista,<br />
Picasso, sui critici e sulla critica di “mestieranti” prezzolati: “Io amo l’arte, essa è il solo<br />
scopo della mia vita. Tutte le cose che faccio in relazione con l’arte mi offrono una gioia<br />
immensa. Tuttavia non capisco perché debbano tutti occuparsi d’arte, chiederne le credenziali<br />
e lasciarsi andare, quando ne parlano, alla propria idiozia. I Musei sono una<br />
massa di menzogne, la maggioranza di quelli che s’interessano d’arte sono degli impostori”.<br />
E continua: “Ci siamo legati ad alcuni miti anziché sentire quanta vita interiore<br />
fosse presente nell’uomo che li ha creati. Ci vorrebbe una dittatura di pittori … la dittatura<br />
di un pittore … per eliminare tutti coloro che ci hanno imbrogliato, per eliminare i<br />
falsari, per eliminare i prodotti dell’inganno, le abitudini, il fascino, la storia, un mucchio<br />
di altre cose. Ma il buon senso salterà sempre fuori! E’la rivoluzione contro il buon senso<br />
che bisognerebbe fare.” Da Pablo Picasso: L’arte astratta non esiste (1935) in “Scritti di Picasso”.<br />
La seconda e susseguente riflessione è sui “direttori”, sui “sapienti” che pontificano e<br />
determinano le qualità di un artista o ne criticano l’operato. Questo è un problema che<br />
influisce pesantemente sul lavoro di chi vive d’ arte! Non è detto che chi abbia studiato a<br />
fondo la “Storia dell’automobile” sappia di conseguenza riparare un motore o dire come<br />
vada riparato, meglio un meccanico; e non è detto che chi conosca a memoria la “Divina<br />
Commedia” possa, di conseguenza, giudicare un poeta! Eppure, nella vita lavorativa, accade<br />
spesso che l’opera (per esempio) di un disegnatore venga “criticata” da qualcuno che<br />
magari conosce tutti i disegnatori del mondo, è vissuto sempre a contatto con artisti, ma<br />
non ha mai disegnato o non è mai riuscito a disegnare. Costui è certamente padrone di<br />
esprimere una sua opinione, qualunque essa sia, ma, se è un “capo”, un “direttore” la sua<br />
opinione (del tutto personale) diventa “legge” e l’artista o la subisce e si adegua o non lavora!<br />
Un editore, ad esempio, è libero di scegliere come collaboratore un disegnatore di suo<br />
gradimento, giustissimo, lui lo paga con soldi suoi e quindi “compra” ciò che gli piace. Ma<br />
quando l’editore (sempre per esempio) pretende di intervenire chiedendo all’artista di<br />
modificare il suo lavoro per renderlo simile al suo pensiero, quell’editore sta abusando del<br />
suo potere con il ricatto della “possibilità di lavorare”. Potrebbe benissimo cambiare collaboratore<br />
ma, quando pretende di intervenire con la presunzione di poter giudicare il lavoro<br />
di un artista diventa uno dei personaggi citati prima con le parole di Picasso.
a cura della redazione<br />
Se non ci piace la cucina di un ristorante, noi andiamo<br />
a pranzo da un’altra parte, non pretendiamo che il cuoco<br />
ci faccia il polpettone con il sughetto come faceva la<br />
mamma! O se un negoziante ci è antipatico noi cambiamo<br />
negozio, non cerchiamo certo di convincerlo a fare un “corso” di simpatia!<br />
Abbiamo iniziato questa avventura per stare dalla parte di chi fa “Arte” e non da<br />
quella di chi la vorrebbe gestire, la manipola, la sfrutta, la mortifica! La perfezione<br />
non è di questo mondo e l’errore è riscontrabile in tutte le espressioni dell’umanità;<br />
il rispetto, però, è un diritto di tutti e chi non ha rispetto, il più delle<br />
volte, cerca di vendicarsi per le proprie incapacità o dei personali insuccessi.<br />
Certe cose vanno chiarite; proviamo a farlo!<br />
Il terzo accadimento che ci ha portato a riflettere riguarda la pubblicità! C’è<br />
da premettere che noi non siamo un’azienda che opera nel settore con la finalità<br />
di un riscontro economico, l’unico scopo per cui l’Associazione cerca inserzioni<br />
pubblicitarie è quello di reperire i fondi necessari a coprire le spese per la<br />
realizzazione di questo “notiziario” che ha lo scopo di far conoscere meglio la<br />
storia, la cultura, gli artisti del comprensorio. Dai numerosi “contatti” avuti è<br />
emersa un’alta percentuale di commercianti e imprenditori (senza parlare delle<br />
strutture pubbliche) che lamenta l’impossibilità economica di contribuire perché<br />
“tartassati” da richieste alle quali “non possono dire di no”! In pratica le varie<br />
sagre ed iniziative locali assorbono tutto il budget di spesa dei commercianti<br />
stessi che non sono una “acquasantiera” dove si può attingere all’infinito o un<br />
“pozzo di San Patrizio” senza fondo! Così accade che, anche se interessati e<br />
coinvolti dalla nostra iniziativa (e da altre simili), diventa davvero “pesante”<br />
continuare a “foraggiare” con ulteriori esborsi troppe cose. Che dire, è giusto e<br />
lecito che ognuno faccia il “proprio gioco” ma è anche giusto e lecito che chi<br />
paga prenda consapevolezza di come e dove investe i suoi soldini! Facciamo un<br />
esempio e chi vuol capire capisca! L’inserzione pubblicitaria su una pubblicazione<br />
come la nostra o su altre simili è destinata a restare visibile nel tempo perché<br />
sono pubblicazioni ricche di testi interessanti che spingono chi ne viene in<br />
possesso a conservarle, a non gettarle via, a tenerle come oggetto di consultazione, di lettura<br />
e rilettura, fatto che moltiplica la visibilità dell’inserzione e ne gratifica la presenza.<br />
L’inserzione sul volantino, ad esempio, della “Sagra dell’avocado”, intanto ha una data di<br />
scadenza, il giorno dopo la sagra stessa, generalmente è inserita tra altre mille inserzioni<br />
che nessuno leggerà mai, affianca rarissimamente letture interessanti che vadano oltre il<br />
programma della festa, e paga per pubblicizzare non tanto la propria attività, quanto la<br />
sagra in questione che, tra l’altro, l’avocado poi se lo vende pure traendone un ulteriore<br />
guadagno. Il “messaggio” è per i commercianti; sappiate fare le vostre scelte! Date sostegno<br />
alla musica, al teatro, alla danza, all’arte, alla cultura! Siete Voi che potete e dovete<br />
scegliere (sapendo dire anche qualche “NO”) cosa promuovere per Voi stessi e per la collettività;<br />
siete Voi che avete la possibilità di cambiare l’indirizzo e la “qualità” delle proposte!<br />
Siete Voi che potete decidere a cosa “legare” il vostro nome ed il vostro Marchio!<br />
Dal prossimo notiziario riprenderemo a “conoscere meglio” artisti e personaggi della cultura<br />
ma ci è sembrato importante “conoscere meglio” certe realtà del nostro costume e<br />
della nostra vita sociale!
Tre Associazioni a disposizione di quanti volessero<br />
conoscere la Ronciglione medioevale e farnesiana.<br />
Conoscere le chiese sulla via Francigena<br />
Visite guidate gratuite per appuntamento.<br />
E-mail info@mariangelavirgili.it<br />
Chiesa del Rosario - Fatta costruire dal Card. Alessandro<br />
Farnese giuniore, nipote di Paolo III, figlio di Pierluigi, primo<br />
duca di Castro e Ronciglione, la sua costruzione è terminata<br />
nel1626. Da tempo immemorabile la Confraternita omonima<br />
ne salvaguarda sia il suo stato di conservazione sia le tradizioni<br />
popolari ad essa legate.All’interno, oltre agli arredi in legno<br />
intarsiato, si può ammirare un magnifico organo del ‘700 di<br />
Giacomo Alari da Todi. Sull’Altare del presbiterio, in una<br />
grande urna di rame munita di cristalli, che conserva lo scheletro<br />
di San Fausto, trasferito da Roma a Ronciglione nel 1673,<br />
due pale d’Altare di scuola raffaelita, restaurate recentemente;<br />
una bandiera turca della battaglia di Lepanto e due angeli di<br />
marmo di scuola berniniana arricchiscono la chiesa.Le origini<br />
della Confraternita risalgono al periodo della consacrazione<br />
della chiesa. Oggi partecipa alle processioni di tutti gli eventi<br />
religiosi della Città di Ronciglione e ai vari raduni diocesani e<br />
provinciali; per la terza domenica di maggio organizza una festa<br />
che termina con un’agape lungo la via antistante la chiesa.<br />
Per info - 339 3615963<br />
Chiesa di Santa Lucia al Lago di Vico - La storia della<br />
Chiesa è già descritta su questo numero alla pag.16. La confraternita,<br />
rinnovatasi da pochi anni, si prende cura del mantenimento<br />
della chiesa, aprendola tutte le domeniche per i turisti ed<br />
i devoti alla Santa.Della confraternita fanno parte persone di<br />
ogni ceto ed età, con preminenza di giovani. Essa partecipa alle<br />
processioni e a tutti gli eventi religiosi della Città di<br />
Ronciglione; partecipa, inoltre, ai vari raduni sia diocesani<br />
sia provinciali delle confraternite. Durante il mese di<br />
maggio organizza la tradizionale festa all’aperto, in un<br />
prato a fianco della chiesa, dove i confratelli ed i turisti<br />
possono assistere a spettacoli d’arte varia e partecipare a<br />
giochi popolari. Durante il pomeriggio tutti possono degustare<br />
la tradizionale frittura di pesci lattarini, preparata dai<br />
volontari della Confraternita. Per info: 347 4085851<br />
Chiesa di Santa Maria della Provvidenza - Le origini<br />
del nome della Confraternita e della festa di “Santa Maria<br />
della Provvidenza” si riallacciano ad un episodio accaduto<br />
nel 1742 e del quale fu protagonista Padre Angelo<br />
Ferretti, nipote della Venerabile Mariangela Virgili, che,
icordandosi di una profezia della zia,<br />
dopo la morte di questa, aveva intrapreso<br />
il restauro della chiesa crollata.<br />
Persuaso di trovare il “tesoro”, di cui la<br />
zia aveva parlato, il 9 giugno, sotto il<br />
piccone dei muratori, invece di oro e<br />
argento, fu scoperta un’antica Madonna<br />
affrescata. Capì allora che di questo<br />
“tesoro” parlava la zia e, per la gioia,<br />
incominciò a gridare “Provvidenza,<br />
Provvidenza” tanto da far accorrere tutta<br />
la gente del borgo. Da quel giorno la<br />
chiesa fu chiamata Santa Maria della<br />
Provvidenza o Madonna della<br />
Provvidenza. Era il 9 giugno 1742,<br />
come si legge su di un cippo venuto alla<br />
luce nel 1955. Da allora, nella prima<br />
domenica di giugno, per festeggiare<br />
l’avvenimento, in tutte le famiglie dei<br />
borghi si consuma un pasto a base dì<br />
gnocchi di patate. Di tutte queste notizie<br />
troviamo riscontro leggendo la vita della<br />
Venerabile Mariangela Virgili, nata e<br />
vissuta a Ronciglione dal 1661 al 1734.<br />
Nel corso degli anni, la data della festa<br />
fu spostata varie volte fino ad arrivare<br />
alla prima domenica di agosto. Ad organizzare<br />
la festa è, da sempre, la<br />
Confraternita di S. Maria della<br />
Provvidenza che, sotto la guida del<br />
governatore, Carlo Trappolini, crebbe<br />
d’importanza e di prestigio. Suo successore<br />
fu Oreste Marini, detto Sandro.<br />
Egli dette ulteriore impulso alla manifestazione<br />
e cominciò a far gustare gli<br />
gnocchi di patate alla gente che partecipava<br />
alla festa. È così che è nata la<br />
“Gnoccata”. Oggi a curare i festeggiamenti,<br />
che durano cinque giorni, oltre<br />
alla Confraternita c’è l’Associazione<br />
Culturale Mariangela Virgili che, con le<br />
manifestazioni culturali, popolari, artistiche<br />
e sportive, ha dato all’appuntamento<br />
una risonanza nazionale.<br />
Il programma delle manifestazioni curate<br />
dall’Associazione Culturale Mariangela<br />
Virgili sono visibili sul sito www.mariangelavirgili.it<br />
- la festa di S.M. della Provvidenza<br />
per 2012 si terrà dal 2 al 5agosto.
Tra gli eventi presentati da “i gigli di Castro” nell’estate 2011 l’esperienza più gratificante<br />
è stata indubbiamente quella di proporre uno spettacolo in cui la pittura, la musica,<br />
la danza e la recitazione si sono intrecciate dando vita ad una storia comune da raccontare<br />
insieme. Sto parlando di “WHY WAR?” rappresentato all’anfiteatro Cordeschi ad<br />
Acquapendente grazie alla sensibilità dell’Ass. TeBo che lo gestisce ed ha patrocinato<br />
l’evento. Tutto è nato da un’idea di Giuseppe Copponi, Direttore Artistico de “i gigli di<br />
Castro”, che ne ha scritto la sceneggiatura e curato personalmente l’organizzazione e la<br />
regia. Sei artisti hanno realizzato dodici dipinti dedicati a dodici famosi brani musicali nei<br />
quali si è cantato contro la guerra o comunque auspicando la pace per tutto il mondo. Così,<br />
mentre i quadri si alternavano sul cavalletto per essere goduti dagli spettatori, Gianluca<br />
Massetti, giovane e promettente pianista che sta perfezionando le sue indubbie capacità<br />
presso il Saint Louis College of Music ed è il responsabile del settore musica e canto<br />
dell’Associazione, accompagnava la splendida voce di Manuela Condò (in arte Nenia)<br />
eseguendo pezzi indimenticabili come “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e<br />
i Rolling Stones” piuttosto che “Blowing in the wind”. Il compito di spezzare la lunga carrellata<br />
di immagini è stato affidato alla danza con due<br />
interventi; il primo, dopo i primi quattro dipinti, in cui<br />
Eleonora Mecali e Daniele Benedetti hanno ballato sulle<br />
note de “L’isola che non c’è” di Edoardo Bennato, emozionando<br />
per intensità e bravura tutta la platea, il secondo<br />
che ha visto una coreografia molto ben eseguita dalla ASD<br />
Latin Passion (con sede a Marta), sulla musica di<br />
“Another brick in the wall” famosissimo pezzo dei Pink<br />
Floyd. Annamaria Sassara e Tonino Castelli hanno recitato<br />
due poesie di Trilussa e Raffaella Barbieri<br />
con Sara Dolci sono state le “ancelle<br />
dell’Arte” avendo il faticoso compito<br />
Fabrizio Corsi<br />
(considerando le grandi dimensioni dei quadri) di alternare i dipinti<br />
sul cavalletto. Fondamentale la redazione che è stata curata da Ida<br />
Bucci, coordinatrice dell’Associazione. Per dare risposta ai tanti che<br />
ci hanno chiesto informazioni e se lo spettacolo avrà delle repliche,<br />
diciamo che i gratificanti riscontri da chi ha vissuto<br />
l’evento, visto il video, o semplicemente sentito parlarne,<br />
ci permettono di affermare (non di<br />
promettere) che tutto ciò avrà probabilmente<br />
un seguito (voci di corridoio<br />
dicono che si stia lavorando per la<br />
realizzazione di una Commedia<br />
Musicale)!
Giuseppe Copponi<br />
N.B. per motivi<br />
di spazio non è<br />
possibile mostrare<br />
una visione<br />
completa delle<br />
immagini dello<br />
spettacolo.<br />
Siv Schonberg<br />
Marcello Silvestri