Giugno 2012 - Scarica l'edizione in PDF - Saturno Notizie

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Altotevere Umbro
Furti, droga e infiltrazioni di personaggi
legati a famiglie o a clan mafiosi. Sono
queste le principali tipologie della
criminalità in Altotevere Umbro.
Nonostante in tempi di crisi la
propensione possa risultare maggiore, lo
scorso anno il numero totale dei delitti
è sensibilmente diminuito, come
confermato a suo tempo dalla Compagnia
dei Carabinieri di Città di Castello.
Quanto basta per affermare – voce
ancora dell’Arma – che la situazione non
è da considerare preoccupante, anche
se è stato e continuerà ad essere
prioritario il contrasto dei cosiddetti
“reati predatori” a danno del patrimonio.
In altre parole, sono i furti negli
appartamenti e negli esercizi commerciali
quelli che arrecano il maggior fastidio.
Lo scorso anno, un minor totale di casi
riscontrati si è combinato con un
numero di arresti che è quasi
raddoppiato. È meno facile di quanto si
possa pensare il compito di fare stime
sull’andamento della criminalità in base
alle voci sopra ricordate; stando a
quanto risulta, nei primi mesi del 2012 la
tendenza rispetto al 2011 non sarebbe
cambiata, nel senso che non si sono
registrati aumenti nella voce “furti”, ne’
esiste un dato statistico particolare,
anche perché – ammesso che vi sia – è
estremamente variabile. L’unica certezza
concerne la dinamica che periodicamente
caratterizza i furti e anche in questo
caso si assiste a una sorta di “mordi e
fuggi”: la banda di ladri proviene nella
stragrande maggioranza dei casi da fuori
comprensorio e agisce con modalità
oramai note da tempo, ovvero rimane
sul posto per qualche giorno, mette a
segno i suoi colpi e, una volta capito che
sta “esagerando” al punto tale da aver
messo in allerta la popolazione e le forze
dell’ordine, decide di darsi alla fuga per
andare a colpire in altre zone. Bersagli
preferiti: non solo le abitazioni, siano
esse di campagna in angoli più defilati,
oppure villette isolate, ma anche gli
esercizi commerciali, in particolare i bar.
Se dunque i furti sono in calo e gli arresti
sono raddoppiati, cosa significa? Che i
controlli sono stati intensificati? No, i
controlli ci sono sempre stati – ci è stato
fatto notare dai preposti al compito –
semmai, con il passare del tempo sono
stati affinati allo scopo di ottenere
risultati migliori. Se dunque per i furti si
può parlare di tendenziale diminuzione,
così non lo è per lo spaccio e il consumo
di droga; anzi, è proprio questo il
versante sul quale carabinieri e polizia si
stanno concentrando di più: d’altronde,
notevole è stato l’aumento di persone
denunciate e arrestate non soltanto a
Città di Castello ma un po’ su tutti i
Comuni del circondario. Persone giovani
che hanno anche un lavoro regolare,
sorprese a spacciare con oggetti e
materiale da confezionamento trovati in
casa e in qualche caso con persino con
la coltivazione di “erba”. Il fenomeno si
sta insomma allargando e meriterebbe
uno spazio senza dubbio più ampio;
l’azione repressiva può aver prodotto
qualche efficace risultato, ma è il
fenomeno stesso che ha assunto
dimensioni di una certa portata. Non
molto tempo fa, è stata stroncata in
zona una rete di trafficanti di
stupefacente, ma il problema in tutta
l’Umbria si acuisce perché qui la sostanza
è qualitativamente migliore, il prezzo è
più basso, è più facile approvvigionarsi e
la quantità disponibile è maggiore, tanto
che gli acquirenti sono numerosi,
giornalmente, anche dalle regioni
limitrofe. Capitolo terzo: i collegamenti
a cura di Davide Gambacci
MENO FURTI, PIÙ DROGA:
questo il fenomeno da tenere sotto controllo
CITTÀ DI CASTELLO
con clan o famiglie di mafiosi; per meglio
dire, con camorra e ‘ndrangheta.
L’attività è principalmente concentrata
su Perugia e l’Alta Valle del Tevere e –
come ha anche spiegato il magistrato
Manuela Comodi in una recente
intervista – in Umbria si trasferiscono
famiglie calabresi, che spesso sono al di
sopra di ogni sospetto perché i loro
esponenti occupano posti importanti a
livello regionale. E questo collegamento
ha aperto la strada anche ad altre
operazioni meno lecite, vedi
l’investimento dei soldi provenienti da
queste associazioni per nascondere il
riciclaggio. L’Umbria ha poi una
particolarità: non è sede stabile delle
famiglie mafiose, ma ben si presta
proprio per il riciclaggio. A favorire la
crescita del fenomeno ha dato un forte
contribuito la ricostruzione post
terremoto, trasformatasi in ghiotta
opportunità per le imprese edili del
Casertano. Il giro di affari di queste
associazioni è alimentato comunque
anche da droga e prostituzione, come
del resto avviene ovunque e all’edilizia si
sommano investimenti immobiliari,
attività alberghiere, residence e
complessi immobiliari: nella stragrande
maggioranza dei casi – ha detto la
dottoressa Comodi - sono le banche a
fungere da tramite. Fra gli esempi citati
dal magistrato, quello di una grossa
società dell’Altotevere costruttrice di
strade, ponti e grandi infrastrutture, che
è stata oggetto di una sua indagine
nell’Appaltopoli perugina e adesso è
stata dichiarata fallita a seguito di
commissariamento; poco prima del
fallimento, esponenti vicini alla camorra
avevano tentato l’acquisto in contante
con la finalità di riciclare una montagna
di soldi in un solo colpo.