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IL “COLPO” DI ZURIGO di Paolo Casolari Ci sono ... - GRIGIOVERDE

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L'evidenza dell’attacco nemico si impose al nuovo capo del servizio,<br />

appena subentrato, il col. Odoardo Marchetti, tra il 13 settembre e il 24<br />

ottobre 1917 (data dell’offensiva). Protagonisti, il centro informazioni<br />

<strong>di</strong> Berna e la sezione Milano, tanto che dal 10 ottobre era ormai certa ai<br />

nostri alti coman<strong>di</strong> una grande offensiva sul me<strong>di</strong>o Isonzo. Il tutto,<br />

mentre il servizio segreto francese assicurava ancora ai nostri che nulla<br />

sarebbe accaduto e che le truppe tedesche presenti in area avrebbero<br />

dovuto <strong>di</strong>fendere Trieste.<br />

Fatti e conseguenze <strong>di</strong> Caporetto <strong>sono</strong> ben noti. Basti aggiungere che anche<br />

i contemporaneo attacco a tenaglia nella zona <strong>di</strong> Asiago del 12 novembre<br />

era stato segnalato dai servizi segreti.<br />

Il 1918 fu l'anno della decisione. L’S.I. nei primi sei mesi fu<br />

ad<strong>di</strong>rittura elogiato dalla Commissione su Caporetto come il migliore <strong>di</strong><br />

tutti gli alleati.<br />

Superato il periodo d'incertezza susseguente alla rotta, il Servizio si<br />

risettò. L'affiatamento col Comando Supremo, la cura dello spirito delle<br />

truppe, il rior<strong>di</strong>namento degli uffici, la propaganda tra i soldati nemici,<br />

l’azione <strong>di</strong> controspionaggio furono tutti intensificati nei primi sei<br />

mesi.Nel febbraio del '18, si ottenne <strong>di</strong> trasferire il capo dei servizi e<br />

la sua segreteria presso il Comando Supremo (in Abano), circostanza che<br />

consentì al vertice <strong>di</strong> partecipare finalmente, con pari <strong>di</strong>gnità, alle<br />

conferenze settimanali sulla "situazione", cui prendevano parte il<br />

sottocapo <strong>di</strong> stato maggiore e i responsabili degli ITO (ciò conferma la<br />

fatica che fece ad imporsi la concezione <strong>di</strong> unicità del servizio segreto e<br />

della complementarietà <strong>di</strong> quest'organo nell’ambito del Comando Supremo).<br />

La sezione Milano, nel frattempo, assorbì il controspionaggio e <strong>di</strong>venne<br />

scuola d'informatori. L'estensione della zona <strong>di</strong> guerra impose la nascita<br />

<strong>di</strong> nuovi uffici a Genova e Torino. Per la propaganda tra le truppe nemiche<br />

si iniziò a ricorrere a <strong>di</strong>sertori, scelti tra i prigionieri avversi agli<br />

austriaci (cechi, slovacchi, polacchi, ungheresi, ma anche sloveni e<br />

croati). Altra novità introdotta furono le missioni in territorio nemico<br />

con ufficiali volontari paracadutisti. Sperimentati con successo nel<br />

giugno del 1918, furono impiegati specialmente dalla 3^ armata (assieme ai<br />

noti piccioni “staffetta” per il rientro delle notizie raccolte oltre le<br />

linee). Non altrettanto, ad onor del vero, accadde sul fronte occidentale,<br />

ove imprese simili non riuscirono mai. Parimenti, massimo sviluppo fu dato<br />

al servizio ra<strong>di</strong>ogoniometrico, tanto da dotare ogni ITO <strong>di</strong> una stazione<br />

d'ascolto e <strong>di</strong> un reparto crittografico, e alle azioni <strong>di</strong> polizia militare,<br />

che fruttarono decine <strong>di</strong> arresti (alcuni seguiti da condanne a morte).<br />

La previsione esatta dell'offensiva (stroncata) dell’11^ armata<br />

austroungarica sul Piave, che doveva avvenire il 15 giugno del 1918, fu il<br />

capolavoro finale dell’S.I: non mancò qui l'elogio più gra<strong>di</strong>to, quello del<br />

capo <strong>di</strong> S.M. dell'esercito austroungarico Von Arz, il quale ammise<br />

pubblicamente la superiorità dello spionaggio italiano.<br />

L'epilogo della guerra era vicino. Non così però la pensavano gli alleati<br />

franco britannici, i cui servizi paventavano riscosse improvvise della

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