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aerre 6 - Comune di Arezzo

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AREZZO<br />

L’area protetta <strong>di</strong> Sargiano nel regno del rovere<br />

Un prezioso tesoro botanico alle porte della città che in poco conoscono e frequentano L’eccezionale bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> Sargiano: 60 specie <strong>di</strong> alberi e 157 specie <strong>di</strong> funghi<br />

L'area protetta “Bosco <strong>di</strong> Sargiano”, localizzata alle porte<br />

<strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong>, sul versante settentrionale del Monte Lignano,<br />

racchiude un prezioso tesoro botanico che in pochi<br />

conoscono, dove la Rovere Quercus petraea forma un bosco<br />

spontaneo, unico nel suo genere alle nostre latitu<strong>di</strong>ni.<br />

I boschi <strong>di</strong> rovere, albero caratteristico delle foreste centro<br />

europee, caratterizzate da un clima continentale, con<br />

temperature fresche e <strong>di</strong>screta umi<strong>di</strong>tà, un tempo erano<br />

molto <strong>di</strong>ffusi, ma a seguito <strong>di</strong> tagli molto intensi la specie si<br />

è molto rarefatta.<br />

La fortuna ha voluto che sotto al Convento <strong>di</strong> Sargiano,<br />

grazie all’opera <strong>di</strong> conservazione perpetuata dai francescani,<br />

si mantenesse un grosso nucleo <strong>di</strong> rovere frammisto ad altre<br />

essenze autoctone; le caratteristiche <strong>di</strong> questo ambiente<br />

sono completamente <strong>di</strong>verse da quanto si può osservare in<br />

altri boschi dell'aretino e quin<strong>di</strong> entrarci significa scoprire<br />

qualcosa <strong>di</strong> veramente spettacolare.<br />

Quest’area è stata tutelata grazie all’istituzione <strong>di</strong> una<br />

ANPIL (Area Naturale Protetta <strong>di</strong> Interesse Locale) gestita<br />

dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Arezzo</strong> tramite l'Ufficio protezione civile e<br />

foreste.<br />

La presenza del Convento <strong>di</strong> Sargiano ha avuto un ruolo<br />

fondamentale nella conservazione del rovere. I frati infatti,<br />

pur utilizzando il legname della proprietà boschiva, hanno<br />

evitato tagli irrazionali, semplicemente applicando il criterio<br />

dell'integrazione uomo-natura professato da San Francesco,<br />

in tempi che hanno preceduto <strong>di</strong> secoli le attuali norme <strong>di</strong><br />

conservazione.<br />

La bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> Sargiano<br />

È sorprendente la ricchezza floristica rinvenibile nel bosco<br />

<strong>di</strong> Sargiano, soprattutto se si considera la limitata superficie<br />

dell'area protetta. Dai rilievi effettuati negli anni '90<br />

risultano infatti censite oltre 60 specie fra alberi e arbusti e<br />

ben 157 specie <strong>di</strong> funghi fra cui il curioso Geastrum triplex<br />

e la famosa Macrolepiota procera (scarogia). Inoltre la felice<br />

posizione del bosco <strong>di</strong> Sargiano ne fa un importante punto <strong>di</strong><br />

riferimento per la fauna locale che lo utilizza principalmente<br />

per il rifugio e la ni<strong>di</strong>ficazione, mentre molte specie presenti<br />

si alimentano nelle aree aperte circostanti o anche a <strong>di</strong>stanze<br />

maggiori. È il caso dell'istrice, del tasso, della faina, della<br />

donnola, e della volpe.<br />

Sargiano, un luogo dove educare alla natura<br />

Il bosco <strong>di</strong> Sargiano, in quanto ambiente molto ricco e<br />

<strong>di</strong>versificato per quanto riguarda gli organismi animali e<br />

vegetali, permette <strong>di</strong> vivere esperienze molto interessanti che<br />

mettono in gioco i nostri sensi e ci fanno scoprire aspetti<br />

spesso sconosciuti e trascurati della natura; gli strumenti<br />

che dobbiamo utilizzare, per vivere appieno questo bosco,<br />

fanno parte <strong>di</strong> noi e sono gli occhi, al pelle, la bocca, il naso<br />

e le orecchie. È per questo motivo che le scolaresche locali<br />

si recano a Sargiano in varie stagioni dell'anno e imparano<br />

ad amare e rispettare un luogo naturale, storico, ricco <strong>di</strong><br />

fascino.<br />

Il Convento<br />

Il nome <strong>di</strong> Sargiano viene citato nella documentazione<br />

storica, la prima volta nel 1047 e poi nel 1196, quando al<br />

posto dell'attuale convento esisteva un romitorio. Nel 1847<br />

il convento ospitò numerosi malati, e nei pressi dell'e<strong>di</strong>ficio,<br />

furono sepolti in quell'anno circa 100 persone.<br />

Nel corso del 1800 furono fatte varie opere <strong>di</strong> restauro, tra<br />

cui la manutenzione e l'ampliamento del muro <strong>di</strong> cinta che<br />

circonda ancora oggi il bosco.<br />

I bombardamenti della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong>strussero<br />

buona parte dell'e<strong>di</strong>ficio e la ricostruzione terminò nel 1947,<br />

determinando l'assetto attuale.<br />

Recenti lavori <strong>di</strong> restauro hanno portato alla luce le cappelle<br />

mortuarie del convento, localizzate sotto l'altare maggiore.<br />

Il Leccio <strong>di</strong> Gnicche<br />

L'albero più famoso <strong>di</strong> Sargiano non è un rovere, come ci<br />

aspetteremmo, ma un leccio che si trova sulla destra del viale<br />

<strong>di</strong> ingresso al convento, <strong>di</strong>chiarato albero monumentale ai<br />

sensi della Legge Regionale 60/98. È albero reso celebre dalle<br />

gesta del brigante Federico Bobini, detto Gnicche.<br />

L'8 gennaio 1871 il leccio fu ad<strong>di</strong>rittura “complice” <strong>di</strong> un<br />

omici<strong>di</strong>o: Gnicche, appena evaso, vi si nascose e tese un<br />

agguato all'uomo, Cesare Fracassi, che riteneva colpevole del<br />

suo arresto.<br />

Da queste notizie storiche e considerato che la circonferenza<br />

del tronco supera i quattro metri, l'età del laccio è stimabile<br />

in circa due secoli. Alla storia <strong>di</strong> Gnicche e all'episo<strong>di</strong>o<br />

svoltosi nei pressi del leccio è de<strong>di</strong>cata una composizione in<br />

ottava rima del poeta popolare aretino Giovanni Fantoni <strong>di</strong><br />

Quarata.<br />

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