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1 CRONOVISORE LEGGENDA O REALTA ... - Cambioilmondo.It

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Lanciamo, a riguardo, un invito a tutti i ricercatori seri che vogliano intraprendere questo<br />

sforzo a mettersi in contatto con noi: col999@libero.it, per cercare di ricostruire insieme il<br />

cronovisore, riprendendo le teorie di Padre Borrello e Cesare Colangeli, nonché quelle di<br />

più recenti ricercatori, che attribuiscono una grande importanza all’uso di cristalli di quarzo<br />

nella cronovisione (NDR meglio sarebbe tuttavia usare i diamanti artificiali, con una piccola<br />

impurità, perchè più efficaci).<br />

Uno dei motivi della pubblicazione dei nostri libri, era di raccogliere fondi per finanziare<br />

questa ricerca, qualora ovviamente questi avessero avuto un notevole successo.<br />

Dubitando che ciò possa avvenire nel breve periodo, sono bene accetti, oltre agli apporti<br />

scientifici, anche eventuali finanziamenti, purché senza contropartita, a solo scopo<br />

scientifico è infatti l’ora di conoscere la verità, perchè come diceva Gesù: “La verità vi<br />

renderà liberi”.<br />

***<br />

Di seguito riportiamo alcuni spunti interessanti per conoscere o ipotizzare come si<br />

svilupparono storicamente i fatti che portarono alla scoperta del cronovisore. In fondo<br />

all’articolo, troverete descritta la nostra ipotesi di funzionamento.<br />

I personaggi:<br />

Padre Ernetti, nato a Rocca Santo Stefano, (NDR Paese sito vicino SUBIACO, presso<br />

Roma), nel 1925, e morto all’Isola di San Giorgio, a Venezia, nel 1994, era entrato<br />

giovanissimo nell’ordine fondato da San Benedetto. Terminati gli studi teologici e diventato<br />

sacerdote, si era dedicato allo studio della musica, diventando in breve uno dei maggiori<br />

esperti a livello mondiale di “prepolifonia”, cioè di quella forma di musica che va dai tempi<br />

preistorici fino a 1000 anni dopo Cristo, prima, cioè, che venisse inventata la musica<br />

polifonica, fatta da più “voci musicali” (in parte coincidente con i canti gregoriani). I suoi<br />

studi erano così importanti che nel 1955 gli venne affidata una cattedra, l’unica al mondo<br />

in questa disciplina, al Conservatorio Benedetto Marcello a Venezia (anche se teneva<br />

corsi anche presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma). (NDR Era anche un esorcista<br />

ed esperto di fisica, forse addirittura laureato in tale materia). Sull’onda di questo suo<br />

interesse per la “prepolifonia”, padre Ernetti si trasferì a Milano, dove fu uno degli allievi<br />

prediletti di padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica, nello studio di una<br />

materia difficile e particolare come l’”oscillografia elettronica”: questo gli permise di<br />

compiere ricerche sulla disgregazione dei suoni.<br />

Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista,<br />

musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto nel monastero dell'isola di San<br />

Giorgio Maggiore, è morto l'8 aprile 1994. A Venezia è ricordato come un sacerdote dotato<br />

di grande carisma e umanità. Una persona semplice e onesta, tutta dedita ai suoi studi<br />

sulla prepolifonia e all'attività di esorcista della diocesi di Venezia, carica che ha ricoperto<br />

per quasi trent'anni. La sua attività di esorcista l'ha ben presto circondato da persone in<br />

cerca del sensazionale ed erano fiorite intorno al monaco alcune leggende che ne<br />

aumentavano indubbiamente il fascino. Di sofferenti di mali malefici padre Ernetti ne<br />

riceveva dai 400 ai 500 alla settimana, provenienti da ogni parte di <strong>It</strong>alia.<br />

Aveva un grande carisma, unito a un carattere allegro, con il sorriso sempre pronto e una<br />

parola buona per tutti. Non era poi mai stanco, la sua mente era continuamente impegnata<br />

in studi di musica o di fisica, alla ricerca nella scienza di conferme per convertire all'amore<br />

di Dio anche i più atei, cercando nuovi adepti per il suo motto: "Chi non è innamorato di<br />

Gesù e della Madonna è un fallito". Per questo motivo aveva dedicato anche molti anni<br />

allo studio della pneumofonia, che aveva iniziato negli anni '50 con padre Gemelli a<br />

Milano: i due religiosi riuscirono registrare la voce dei defunti con un magnetofono,<br />

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