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Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica

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90<br />

ALESSANDRO TADDEI<br />

Molto più particolareggiato della affrettata raffigurazione del volume<br />

di Du Cange è un altro disegno ad acquerello (tav. VIb), realizzato probabilmente<br />

nell’ultimo terzo del XVII secolo, appartenente alla collezione<br />

Roger de Gaignières presso la Bibliothèque Nationale di Parigi,<br />

ove fu rinvenuto da Adolf Michaëlis, lo scopritore del disegno di Lorichs<br />

del 1559. La sua pubblicazione fu curata nel 1895 da Auguste Geffroy 135 .<br />

Raffigura per intero una colonna monumentale con fusto scolpito e, sebbene<br />

rechi in didascalia la dicitura: «Dessein de la Colomne historiale du<br />

costé de la Tramontane», tramite il confronto con le tre vedute dell’Album<br />

Freshfield, diviene evidente che l’acquarello raffigura la colonna da<br />

sudovest 136 .<br />

Geffroy riconobbe nella colonna quella dello Xerolophos e, dunque,<br />

il disegno avrebbe come terminus ante quem il primo ventennio del ’700,<br />

allorché la colonna di Arcadio fu in gran parte demolita. La preoccupazione<br />

principale di Geffroy fu quella di escludere ogni eventuale ipotesi<br />

circa l’identificazione della colonna riprodotta con quella di Teodosio I<br />

del Tauros, a maggior ragione in anni in cui si faceva ancora normalmente<br />

confusione tra le raffigurazioni delle due colonne istoriate di<br />

Costantinopoli. La preferenza arcadiana di Geffroy non si fondava solamente<br />

sulla probabile collocazione cronologica del disegno, che escluderebbe<br />

automaticamente l’ipotesi teodosiana, ma anche sul confronto<br />

puntuale con il disegno di Lorichs del 1559 137 e con quello pubblicato da<br />

George Sandys nella sua Relation of a Journey del 1615.<br />

La relativa accuratezza del disegno della Bibliothèque Nationale ha<br />

un parallelo nella probabilmente coeva descrizione della colonna che<br />

occupa un intero paragrafo della Description de Constantinople del diplo-<br />

135 GEFFROY, La colonne d’Arcadius cit., pp. 99-130, tavv. 10-13. Il disegno (Département<br />

des estampes, nr. inv. 6514) misura in altezza m 2,42 e m 0,43 in larghezza; è<br />

incluso in un volume in folio dal titolo Topographie de pays etrangers, databile al XVII<br />

secolo. Cf. KOLLWITZ, Oströmische Plastik cit., p. 20, tavv. 3-4; GIGLIOLI, La colonna di<br />

Arcadio, cit., fig. 12; BECATTI, La colonna coclide istoriata cit., p. 161, tavv. 72-73; KONRAD,<br />

Beobachtungen […] Arkadiossäule cit., pp. 361-362, fig. 8b.<br />

136 BECATTI, La colonna coclide istoriata cit., p. 161; KONRAD, Beobachtungen […]<br />

Arkadiossäule cit., p. 362 n. 67.<br />

137 I termini cronologici individuati da GEFFROY, La colonne d’Arcadius cit., p.<br />

108, corrispondono rispettivamente al 1680, anno di creazione della collezione Gaignières<br />

e al 1711, quando essa fu compiuta. Il confronto con il disegno di M. Lorichs<br />

si poteva effettuare naturalmente soltanto riguardo ai due giri terminali del fregio e<br />

la cosiddetta scena dell’imbarco dei prigionieri costituiva già il termine di paragone<br />

adoperato da Michäelis per mettere in relazione Lorichs e il rotolo del Louvre, cf.<br />

MICHAËLIS, Römische Skizzenbücher cit., p. 92. Ma si veda anche UNGER, Über die vier<br />

Kolossalsäulen cit., p. 130.

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