Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica

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ALESSANDRO TADDEI
zionale e della cultura contemporanea, in relazione con personaggi come
Torricelli e Vermeer ma, al tempo stesso, poligrafo instancabile, come
dimostrato dai suoi Voyages, incredibile commistione di archeologia, erudizione,
medicina empirica, cronaca e aneddoti, il tutto inframmezzato
da componimenti poetici a firma dell’autore stesso.
La descrizione della colonna di Arcadio è però tutt’altro che superficiale,
come ci si aspetterebbe dalle premesse. L’autore, invece, a parte l’inevitabile
compendio delle misurazioni di Gyllius, ebbe ancora la possibilità
(o la semplice volontà) di osservare il piedistallo da vicino, soffermandosi
a descriverne l’apparato iconografico dei tre lati scolpiti, dominato
dal clipeo con il monogramma cristologico sorretto da Vittorie
alate. Ammette con grande onestà di non aver potuto visitare l’interno
del monumento, a causa dello stato di degrado della scala interna. È il
maggio 1648:«Le 22. ie fus à Constantinople […] voir la colomne historiale
qui est toute entourée spiralement de figures de bas relief; mais
d’assés mauvaise taille; trois des faces de son pied d’estal sont taillées de
mesme; mais avec des figures plus grandes & entre autres force Labarons
ou KP de Constantin portés par des Anges: Gilius dit qu’elle a 147. pieds
de haut & 14. de diametre; pour moy ie ne la pûs mesurer, ny entrer
dedans: autrefois on montoit iusques en haut; mais maintenant, soit à
cause du danger qu’il a à cause qu’elle est cassée en divers endroit du
foudre ou de quelqu’autre embrasement, soit que les Turcs ne le veüillent
permettre, on n’y monte plus; l’entrée estoit au quatriesme costé du pied
d’estal qui est tout uny, au milieu duquel est la porte: ce fut Arcadius qui
la fit faire […]» 124 .
Del tutto inconsapevolmente, Monconys dà vita a uno dei luoghi
comuni letterari più tenaci, ovvero quello della difficoltà di ottenere
dalle autorità ottomane il permesso di visitare il monumento e di salire
fino in cima la scala a chiocciola. Il suddetto divieto, del tutto logico se
si tengono in conto i problemi di ordine e di sicurezza pubblici, viene
commentato con una evidente punta di disprezzo nei confronti dei
locali, musulmani od ortodossi che siano; come ebbe a sostenere Pietro
della Valle allorché gli fu proibita una visita alle cisterne sotterranee: «le
genti di questo paese, tanto i Turchi, quanto i Greci, hoggidì son tanto
barbari, che le curiosità di tal sorte, non solo non le aiutano, ma più
tosto le scherniscono, e fin talvolta per sospetti sciocchi sogliono impe-
124 Iournal des voyages de monsieur de Monconys, I: Voyages de Portugal, Prouence,
Italie, Egypte, Syrie, Constantinople, & Natolie, Lyon 1665, p. 387.