Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica
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LA COLONNA DI ARCADIO A COSTANTINOPOLI 81<br />
e campi di indagine, quali il costume popolare, le tradizioni e le istituzioni<br />
sociali, politiche e amministrative dello Stato ottomano.<br />
Tanto è vero che anche un autore di descrizioni puntigliose come è<br />
Adam Wenner, membro della missione diplomatica germanica inviata<br />
dall’imperatore Mattia (1612-1619) presso il sultano Ahmet I (1603-1617),<br />
non fa che ripetere, dal punto di vista archeologico, quanto già detto dai<br />
suoi predecessori. Wenner dedica un apposito paragrafo del suo diario<br />
alle cinque colonne monumentali esistenti in città: egli ne ricorda tre<br />
nell’ippodromo – sono, in realtà, i due obelischi e la serpentina – una<br />
quarta che è quella di Costantino e una quinta nell’Avrat Pazarı. Alla<br />
data del 5 luglio 1617,Wenner, avendo ben presente la Reyßbeschreibung di<br />
Salomon Schweigger o qualche analogo diario di ambiente tedesco,<br />
scrive: «Die fünfft [Seule] ist auff dem Aurat-basar oder Weiber-marct,<br />
auch sehr hoch unnd rund, von weißem Marmolstein auffgefuhrt, daran<br />
von unten biß zu obrist, ein Expedition Kaysers Arcadii, welcher sie auffrichten<br />
lassen, zierlich eingehauen hat, inwendig Schneckten, daß man<br />
dadurch oben hinauff kommen kann» 114 .<br />
Un sincero estimatore di Gyllius – ma, al tempo stesso, dominato da<br />
precisa volontà di emulazione nei confronti di quest’ultimo – è il nobile<br />
romano Pietro Della Valle (1586-1652). Della Valle confessa in più passi<br />
della sua II lettera (25 ottobre 1614) di aver corretto talora le proprie<br />
superficiali cognizioni topografiche tramite l’assidua lettura dell’albigese,<br />
«diligentissimo osservator dei luoghi, e delle cose».Tuttavia, come è stato<br />
giustamente rilevato, Pietro non manca di assumere talora atteggiamenti<br />
di vivace critica nei confronti di Gyllius, nella speranza di far valere la<br />
propria erudizione 115 . Sia come sia, Della Valle di colonne ne elenca, più<br />
propriamente rispetto alla lista «allargata» di Wenner, solo due, quella «historiata»<br />
di Arcadio e quella porfiretica di Costantino, che, a differenza della<br />
prima è «pur di pezzi: ma non vota dentro […] di marmo liscio, offesa<br />
alquanto dal fuoco». Quanto alla descrizione della colonna di Arcadio,<br />
egli si mantiene abbastanza laconico, attingendo in realtà a topoi cinque-<br />
114 A. WENNER, Ein gantz new Reisebuch von Prag auß biß gen Constantinopel,<br />
Nürnberg 1622, parte II, pp. 88-89 [rist. anastatica: Tagebuch der kaiserlichen Gesandtschaft<br />
nach Konstantinopel 1616-1618, hrsg. und erlaütert von K. NEHRING, München<br />
1984 (Veröffentlichungen des Finnisch-Ugrischen Seminars an der Üniversität München,<br />
Serie C: Miscellanea, 16)].<br />
115 Si veda, a tale proposito, il contributo critico di M. DELLA VALLE, Le lettere di<br />
Pietro Della Valle il pellegrino quali fonti per lo studio della storia dell’arte bizantina, in<br />
Byzantina Mediolanensia. V Congresso nazionale di studi bizantini, Milano, 19-22 ottobre<br />
1994, a cura di F. CONCA, Milano 1996, pp. 127-142: 136-137, fig. 6.