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Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica

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70<br />

ALESSANDRO TADDEI<br />

l’Università di Leiden 87, si riconosce immediatamente la colonna di<br />

Arcadio vista da nord: la colonna coclide, svettante sulla linea dei tetti al<br />

di là dell’acquedotto di Valente e contro lo sfondo della fortezza di Yedikule,<br />

appare raffigurata con sedici spire invece delle tredici effettive: e qui<br />

diventa difficile non ripensare alle misteriose sedici κοχλίαι dei Patria e<br />

delle fonti a essi correlate: si tratta di pura coincidenza o, forse, Lorichs<br />

fu influenzato in qualche modo dal testo? In corrispondenza dell’inconfondibile<br />

profilo del monumento si legge «Auff dem Auratt baschar, das<br />

ist Weiber Marckt, stehet die solche Seulle der Antiquiteten» («Presso<br />

l’Avrat Pazarı, cioè il Mercato delle Donne, sta la Colonna delle <strong>Antichità</strong>»):<br />

e questa denominazione, per quanto generica, è significativa del<br />

perdurare del substrato ideologico medievale, che continuava a vedere<br />

nel fregio arcadiano non tanto una narrazione di fatti storici legati alla<br />

figura di un imperatore reale quanto piuttosto una esposizione diacronica<br />

di vicende che si dipanavano fin dalla notte dei tempi.<br />

Lorichs si era recato a Costantinopoli nel 1557 al seguito dello scrittore<br />

e naturalista fiammingo Ogier Ghislain de Busbecq (1521-1592),<br />

rappresentante diplomatico in Turchia dell’imperatore Ferdinando I d’Asburgo<br />

(1503-1564). Dovette probabilmente eseguire un rilievo completo<br />

della colonna di Arcadio, di cui fino a tempi recenti rimaneva solo un<br />

disegno particolareggiato dei due giri sommitali, conservato nella collezione<br />

di W. Mitchell, messa all’asta nel 1890 a Francoforte. Il disegno (tav.<br />

IV), che risulta disperso dal 1941, fu pubblicato nel 1892 da A. Michaëlis,<br />

ed era datato al 1559. Raffigurava la parte superiore di una colonna istoriata<br />

con gli inconfondibili abaco ed echino, insieme agli ultimi due giri<br />

del fregio. Il curatore ottocentesco non ebbe alcun dubbio sulla sua<br />

identificazione con la colonna di Arcadio vista da sudovest, escludendo<br />

ogni eventualità di vedervi quella teodosiana del Tauros, seppure crollata<br />

87 La veduta (Leiden, Bibliotheek der Rijksuniversiteit, ms. BPL 1758, f. 12)<br />

misura cm 44 in altezza per m 11,52 di lunghezza; risulta tagliata in ventuno fogli: A.<br />

GEFFROY, La colonne d’Arcadius à Constantinople, in Fondation Eugène Piot-Monuments et<br />

mémoires 2 (1895), pp. 99-130: 106 n. 2; J. KOLLWITZ, Oströmische Plastik der theodosianischen<br />

Zeit, Berlin 1941 (Studien zur spätantiken Kunstgeschichte, 12), p. 19; G.Q.<br />

GIGLIOLI, La colonna di Arcadio, Napoli 1952, pp. 21, 25, fig. 1; BECATTI, La colonna coclide<br />

istoriata cit., pp. 158-159, tav. 56b. Il foglio nr. 10 è quello corrispondente ai quartieri<br />

occidentali della città: una riproduzione si trova in La città e il sacro, a cura di F. CAR-<br />

DINI, Milano 1994, figg. 111-112. Si veda anche l’accurata versione fac-simile della<br />

veduta, recentemente apparsa: Melchior Lorichs’ Panorama of Istanbul, 1559: a rare facsimile<br />

edition of a peeless work of art, (Introduction by C. MANGO; commentary text by C.<br />

MANGO - S. YERASIMOS; concept and editorial co-ordination A. ERTUG), Bern 1999.

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