Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica
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LA COLONNA DI ARCADIO A COSTANTINOPOLI 63<br />
verosimilmente sgombra da edifici e viene destinata a funzioni di spazio<br />
pubblico: «Ogni settimana [vi si fa] un grosso mercato, nel giorno di<br />
domenica» afferma Giovan Maria Angiolello, giunto in città nel settembre<br />
1470 71 . È evidente che la colonna non è più il fulcro dell’antico foro<br />
arcadiano o di ciò che ne rimaneva, ma domina ormai il nuovo Avrat<br />
Pazarı, il Mercato delle Donne, ovvero l’unico mercato settimanale ove le<br />
donne (soprattutto quelle che provenivano dall’hinterland agricolo) potevano<br />
vendere direttamente i propri prodotti al pubblico 72 .<br />
L’Avrat Pazarı, previsto quale spazio libero a vocazione commerciale<br />
nel cuore di un’area riorganizzata a opera del visir Davut Pas¸a all’epoca<br />
di Beyazid II (1481-1512), fu mantenuto in vita più o meno fino al principio<br />
del secolo XX. Della facies monumentale della riforma urbanistica<br />
di Davut Pas¸a ci giunge testimonianza in una assai nota e splendida<br />
miniatura del XVI secolo con veduta della città di Istanbul. La miniatura<br />
in questione correda una delle pagine dell’opera dedicata alle tappe della<br />
campagna militare di Süleyman I (1520-1566) in Mesopotamia e Iran<br />
occidentale, il Bayān-ı Manāzil-ı Safar-ı Irakayn-ı Sultân Süleymân Hân<br />
(I˙stanbul Üniversitesi Kütüphane, ms. Yıldız T5964), scritta nel 1537 da<br />
Nasūh b. Abdullah al-Silahī al-Matrakī, meglio conosciuto con il nome<br />
abbreviato di Matrakçı Nasūh Bey, il famoso artista, geografo, cartografo,<br />
matematico e uomo d’armi della corte di Süleyman. Nella zona sudoccidentale<br />
della città, in direzione della fortezza di Yedikule, si vede uno<br />
spiazzo aperto vagamente rettangolare sul quale si affacciano una<br />
moschea e, forse, un hammâm, probabilmente identificabili con edifici<br />
eretti da Davut. Lo spazio è dominato dalla figura inconfondibile della<br />
colonna coclide di Arcadio 73 , che più o meno in quegli anni aveva colpito<br />
la fantasia ingenua dell’anonimo autore del Viaje de Turquía, altri-<br />
71 G.M. ANGIOLELLO, Viaggio di Negroponte, a cura di C. BAZZOLO,Vicenza 1982,<br />
p. 33; S. YERASIMOS, Le voyageurs dans l’Empire ottoman (XIVe-XVIe siècles). Bibliographie,<br />
itinéraires et inventaires des lieux habités, Ankara 1991 (Publications de la Société<br />
turque d’histoire,VII/117), pp. 114-115.<br />
72 Siffatta istituzione non mancava anche in altre città del dominio ottomano. Il<br />
fenomeno ha ricevuto particolare attenzione nel campo degli studi di genere: si<br />
veda, infatti, B. ÖZGÜVEN, A market place in the Ottoman Empire: Avrat Pazari and its<br />
sorroundings, in Kadın/Woman 2000 (1 dicembre 2001): versione on line, al sito:<br />
http://www.articlearchives.com/society-social/sex-gender-issues-women/952663-<br />
1.html.<br />
73 A. GABRIEL, Les étapes d’une campagne dans les deux ‘Iraq d’après un manuscrit<br />
turc du XVIe siècle, in Syria 9 (1928), pp. 328-349: 346ss. (nr. 29); W. DENNY, A Sixteenth-Century<br />
Architectural Plan of Istanbul, in Ars Orientalis 8 (1970), pp. 49-63: 61, fig.<br />
7, tav. 6 (nr. 74).