Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica
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LA COLONNA DI ARCADIO A COSTANTINOPOLI 61<br />
quest’ultimo contraddistinto dall’indicazione del toponimo «Syrolofus»,<br />
ovvero Xerolophos 66 .<br />
Il riferimento tipologico ai monumenti di Roma è presente addirittura<br />
in uno di quei documenti che si potrebbero facilmente circoscrivere<br />
in un ambito letterario anticlassicista, prodotti da e destinati a un pubblico<br />
decisamente estraneo alle istanze umanistiche. Ci troviamo negli anni<br />
1454-1455, dunque immediatamente all’indomani della conquista ottomana<br />
della città, traduzione nella realtà storica di una parte dei «destini<br />
ultimi» di Costantinopoli. Si tratta di una bizzarra narrazione, tramandata<br />
a noi da un manoscritto di anonimo in lingua dialettale veneziana 67 , che<br />
ha per soggetto il fortunoso trafugamento delle presunte reliquie di s.Atanasio<br />
di Alessandria e la loro traslazione a Venezia. Essa veniva acclusa agli<br />
atti del processo istruito da Lorenzo Giustiniani (1381-1455), patriarca di<br />
Venezia dal 1451, per stabilire la veridicità delle affermazioni fatte dai trafugatori<br />
stessi. Lo scenario principale è nel quartiere dello Xerolophos,<br />
all’epoca scarsamente abitato e punteggiato da edifici ecclesiastici in rovina:<br />
«[la regione] che in greco la si chiama Ascirolafo [Xerolophos], dove<br />
e una colonna altissima hystoriada, como e quella de Roma; da un altra<br />
banda e un loco che si chiama Cristo in croce, daltra banda e Sancto<br />
Athanasio, et tutta quasta contrada se dimanda Asirolafo [sic]».<br />
Si aggiungono preziose informazioni sull’esistenza di sei o sette chiese<br />
della zona, ormai in rovina: «[…] e quella di misier Sancto Athanasio e<br />
intra queste, et il suo corpo herra in una capella coperta de piombo in una<br />
cassa de legno depenta» oramai venerata solo «da qualche catholico» 68 . È<br />
probabile che tale cappella fosse un parekklesion del monastero doppio fon-<br />
66 BARSANTI, Costantinopoli e l’Egeo cit., pp. 180, 251, fig. 59; per la datazione, cf.<br />
I.R. MANNERS, Constructing the Image of a City.The Representation of Constantinople in<br />
Christopher Buondelmonti’s Liber Insularum Archipelagi, in Annals of the Association of<br />
the American Geographers 87 (1997), pp. 72-102: 90. Si veda poi il facsimile del f. 54r<br />
e il relativo commentario in Cristoforo Buondelmonti, Liber insularum archipelagi, Universitäts-<br />
und Landesbibliothek Düsseldorf Ms. G 13, Faksimile, hrsg. von I. SIEBERT - M.<br />
PLASSMANN, Mit Beiträgen von A. EFFENBERGER - M. PLASSMANN - F. RIJKERS, Wiesbaden<br />
2005 (Schriften der Universitäts- und Landesbibliothek Düsseldorf, 39), pp.<br />
18, 50 (nr. 39), fig. 32. La colonna di Arcadio sorge accanto a un edificio indicato<br />
come «h(ab)itacula iagitheroru(m)», probabile corruzione di «janisserorum». Potrebbe<br />
trattarsi dunque delle Yeni Odalar, la nuova caserma dei giannizzeri, esistente fino al<br />
1826 nell’area della Et Meydanı: BARSANTI, Costantinopoli e l’Egeo cit., p. 251 n. 635.<br />
67 Il contenuto del manoscritto è riportato per esteso in D. STIERNON, Le quartier<br />
du Xérolophos à Constantinople et les reliques vénitiennes de saint Athanase, in Revue<br />
des études byzantines 7 (1961), pp. 165-188: 170, 176-177.<br />
68 STIERNON, Le quartier du Xérolophos cit., p. 170.