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Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica

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LA COLONNA DI ARCADIO A COSTANTINOPOLI 59<br />

Manuele Crisolora porta comunque alla ribalta un’immagine «romana»<br />

e squisitamente secolare di Costantinopoli secondo una nuova ottica<br />

sviluppata non solo a contatto con l’Umanesimo di marca italiana ma<br />

anche grazie alla attività diplomatica che egli esercitò presso la corte<br />

papale. È la stessa ottica che, per certi aspetti, si trova alla base del lento<br />

ma costante sviluppo di un embrione di spirito «archeologico» negli<br />

uomini di lettere italiani o, in genere, occidentali. In tale linea si inserisce<br />

perfettamente la formazione di Ciriaco di Filippo de’ Pizzicolli,<br />

meglio noto come Ciriaco di Ancona (1391-1452), forse il primo fra gli<br />

«autodidatti» dell’Umanesimo italiano a sviluppare una vera disciplina di<br />

ricerca archeologica. Ciriaco giungeva a Costantinopoli il 7 ottobre del<br />

1418 nel corso di un viaggio commerciale che lo aveva portato a toccare<br />

le coste dell’Epiro, Delos e Gallipoli. I ricordi delle antichità costantinopolitane<br />

viste da Ciriaco, raccolti sistematicamente dall’amico Francesco<br />

Scalamonti, entrarono a far parte della biografia del Pizzicolli che egli<br />

scrisse verosimilmente in data posteriore al 1435. Leggendo il paragrafo<br />

42 della Vita Kyriaci, si rileva come Ciriaco non avesse dimenticato di<br />

includere nei suoi appunti – seppur brevemente – le due colonne di<br />

Teodosio I e Arcadio, che sicuramente gli rammentavano con viva<br />

immediatezza le colonne coclidi romane: «Viderat et binas deinde per<br />

urbem Theodosinas [sic] cocleas et insignes de marmore columnas Taurinam<br />

Xerolopheamque eximiae altitudinis et mira architectorum ope<br />

conspicuas […]» 64 .<br />

Più o meno dagli stessi anni (1420), ma con una ancor maggiore<br />

attenzione allo stato presente delle antichità, giunge a noi la testimonianza<br />

del nobile fiorentino Cristoforo Buondelmonti, nato nel 1386 e<br />

formatosi alla scuola di Guarino da Verona (1374-1460), la cui diretta<br />

conoscenza dell’Umanesimo greco si deve soprattutto alla frequentazione<br />

costantinopolitana di Manuele Crisolora. La sua passione per le discipline<br />

storiche e geografiche e la profonda conoscenza dell’area egea, già<br />

riflessa dalla Descriptio insulae Cretae dedicata nel 1417 a Niccolò Niccoli<br />

(1365-1437), trova la sua massima espressione nel Liber insularum archipelagi,<br />

dedicato al cardinale Giordano Orsini (1370?-1438), personaggio<br />

eminente – al di là dell’incontestabile abilità politica – per la sua conoscenza<br />

dell’Europa orientale. Il Liber insularum di Buondelmonti – fra le<br />

64 F. SCALAMONTI, Vita Viri Clarissimi et Famosissimi Kyriaci Anconitani, edited and<br />

translated by Ch. MITCHELL - E.W. BODNAR, Philadelphia 1996 (Transactions of the<br />

American Philosophical Society, 86/4), pp. 40, 112, 148 n. 53.

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