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Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica

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58<br />

ALESSANDRO TADDEI<br />

Synkrisis, nata nel solco dell’antico genere retorico delle ekphraseis dedicate<br />

alle città, si proponeva una comparazione fra due entità «complementari»,<br />

quali la Vecchia e la Nuova Roma, finendo poi – in maniera<br />

consapevole – per privilegiare Costantinopoli in quanto capitale «ancora<br />

viva» sebbene esposta al rischio di decadere e conservare, come Roma,<br />

soltanto struggenti riflessi di un passato illustre 61 . In forza di tale scelta<br />

programmatica, Crisolora, ovviamente conscio del degrado cui gran<br />

parte della facies urbana monumentale era andata incontro all’epoca in<br />

cui egli scriveva, ci lascia una galleria di descrizioni di monumenti (quasi<br />

tutti secolari) sensibilmente proiettata verso il passato. E, d’altro canto, è<br />

il passato che, a suo modo di vedere, contiene i germi vitali per assicurare<br />

il presente della città. In questo quadro di ottimismo antiquario non<br />

possono certo mancare all’appello le due colonne coclidi, ma qui Crisolora,<br />

adottando un punto di vista particolare sebbene non del tutto inedito,<br />

pensa le colonne più come basamenti di statue che come monumenti<br />

dotati di un’autonomia formale 62 ; egli rivela, così facendo, uno dei<br />

tratti fondamentali della sua poetica: la Nuova Roma non è solamente il<br />

centro politico e la patria dell’autore ma è anche e prima di tutto figura<br />

dell’impero 63 , così come le colonne coclidi costituivano un tempo le basi<br />

di «statue cesellate in argento» (σφυρηλάτων ργυρν νδριάντων), queste<br />

ultime a loro volta figura del potere imperiale. Quanto dovessero essere<br />

splendide le antiche statue lo si evince dall’altezza e dalla bellezza dei<br />

basamenti. Su un piano più banalmente documentario, egli incorre nel<br />

frequente «errore» di attribuzione della arcadiana a Teodosio II, dovuto<br />

alla confusione di alcune fra le fonti anteriori, allorché egli precisa che le<br />

statue dello Xerolophos e del Tauros appartenevano «ai due Teodosii, il<br />

maggiore e il minore».<br />

61 A. KIOUSSOPOULOU, La ville chez Manuel Chrysoloras: Σύγκρισις Παλαις κα<br />

Νέας ώµης, in Byzantinoslavica 59 (1998), pp. 71-79: 72.<br />

62 MAN. CHRYSOLORAS, Epistola ad Johannem imperatorem (PG 156, col. 45): Εσ<br />

δ ο λέγουσι κα τν π το Ξηρο λόφου κίονα, κα τν ντικρ τούτου πρς λιον<br />

νίσχοντα π το τέρου λόφου, π ταύρου κεκληµένον, βάσεις σφυρηλάτων ργυρν<br />

νδριάντων γεγενσθαι, τν µν το µείζονος, τν δ το λάττονος, οτω γρ λέγονται,<br />

τον Θεοδοσίοιν· ος πόσον χρν γενέσθαι µεγάλους, κα τιµίους, κα καλος, φαίνεται<br />

π το κάλλους, κα το ψους, κα τς λαµπρότητος, κα τς πολυτελείας τν κρηπίδων;<br />

cf., inoltre, Roma parte del cielo. Confronto tra l’Antica e la Nuova Roma di Manuele Crisolora,<br />

a cura di E.V. MALTESE - G. CORTASSA,Torino 2000, pp. 87-90; Manuele Crisolora,<br />

Le due Rome. Confronto tra Roma e Costantinopoli. Con la traduzione latina di Francesco<br />

Aleardi, a cura di F. NIUTTA, Bologna 2000, p. 75 (IV, 20).<br />

63 KIOUSSOPOULOU, La ville chez Manuel Chrysoloras cit., p. 77.

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