Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica
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ALESSANDRO TADDEI<br />
Synkrisis, nata nel solco dell’antico genere retorico delle ekphraseis dedicate<br />
alle città, si proponeva una comparazione fra due entità «complementari»,<br />
quali la Vecchia e la Nuova Roma, finendo poi – in maniera<br />
consapevole – per privilegiare Costantinopoli in quanto capitale «ancora<br />
viva» sebbene esposta al rischio di decadere e conservare, come Roma,<br />
soltanto struggenti riflessi di un passato illustre 61 . In forza di tale scelta<br />
programmatica, Crisolora, ovviamente conscio del degrado cui gran<br />
parte della facies urbana monumentale era andata incontro all’epoca in<br />
cui egli scriveva, ci lascia una galleria di descrizioni di monumenti (quasi<br />
tutti secolari) sensibilmente proiettata verso il passato. E, d’altro canto, è<br />
il passato che, a suo modo di vedere, contiene i germi vitali per assicurare<br />
il presente della città. In questo quadro di ottimismo antiquario non<br />
possono certo mancare all’appello le due colonne coclidi, ma qui Crisolora,<br />
adottando un punto di vista particolare sebbene non del tutto inedito,<br />
pensa le colonne più come basamenti di statue che come monumenti<br />
dotati di un’autonomia formale 62 ; egli rivela, così facendo, uno dei<br />
tratti fondamentali della sua poetica: la Nuova Roma non è solamente il<br />
centro politico e la patria dell’autore ma è anche e prima di tutto figura<br />
dell’impero 63 , così come le colonne coclidi costituivano un tempo le basi<br />
di «statue cesellate in argento» (σφυρηλάτων ργυρν νδριάντων), queste<br />
ultime a loro volta figura del potere imperiale. Quanto dovessero essere<br />
splendide le antiche statue lo si evince dall’altezza e dalla bellezza dei<br />
basamenti. Su un piano più banalmente documentario, egli incorre nel<br />
frequente «errore» di attribuzione della arcadiana a Teodosio II, dovuto<br />
alla confusione di alcune fra le fonti anteriori, allorché egli precisa che le<br />
statue dello Xerolophos e del Tauros appartenevano «ai due Teodosii, il<br />
maggiore e il minore».<br />
61 A. KIOUSSOPOULOU, La ville chez Manuel Chrysoloras: Σύγκρισις Παλαις κα<br />
Νέας ώµης, in Byzantinoslavica 59 (1998), pp. 71-79: 72.<br />
62 MAN. CHRYSOLORAS, Epistola ad Johannem imperatorem (PG 156, col. 45): Εσ<br />
δ ο λέγουσι κα τν π το Ξηρο λόφου κίονα, κα τν ντικρ τούτου πρς λιον<br />
νίσχοντα π το τέρου λόφου, π ταύρου κεκληµένον, βάσεις σφυρηλάτων ργυρν<br />
νδριάντων γεγενσθαι, τν µν το µείζονος, τν δ το λάττονος, οτω γρ λέγονται,<br />
τον Θεοδοσίοιν· ος πόσον χρν γενέσθαι µεγάλους, κα τιµίους, κα καλος, φαίνεται<br />
π το κάλλους, κα το ψους, κα τς λαµπρότητος, κα τς πολυτελείας τν κρηπίδων;<br />
cf., inoltre, Roma parte del cielo. Confronto tra l’Antica e la Nuova Roma di Manuele Crisolora,<br />
a cura di E.V. MALTESE - G. CORTASSA,Torino 2000, pp. 87-90; Manuele Crisolora,<br />
Le due Rome. Confronto tra Roma e Costantinopoli. Con la traduzione latina di Francesco<br />
Aleardi, a cura di F. NIUTTA, Bologna 2000, p. 75 (IV, 20).<br />
63 KIOUSSOPOULOU, La ville chez Manuel Chrysoloras cit., p. 77.