Taddei XP 7 - Antichità e Tradizione Classica
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LA COLONNA DI ARCADIO A COSTANTINOPOLI 55<br />
della città e la sua conquista definitiva, vaticinati da Severo e ricalcati<br />
nelle pagine degli Oracula di Leone VI. Destini finali e conquiste della<br />
città, cripticamente indicati un po’ ovunque in Costantinopoli – allo<br />
Xerolophos, nell’ippodromo, all’Artopoleion 48 – e che sarebbero stati<br />
oggetto di una permanente ansia di conoscenza da parte della popolazione<br />
greca, impegnata in un continuo tentativo di lettura escatologica<br />
dei monumenti del passato, se è vero che riferimenti letterari agli Oracoli<br />
di Leone si trovano in buon numero già nell’opera storica di Niceta<br />
Coniata (1155-1217). Gli Oracoli venivano, fra l’altro, sottoposti a scrupolosa<br />
esegesi da parte dei sovrani e della cerchia di corte dei tardi Comneni<br />
e degli Angeli, primo fra tutti Isacco II (1185-1195) 49 : Robert de<br />
Clari, da parte sua, tende a uniformarsi a questa moda locale al fine di<br />
giustificare come ineluttabile il saccheggio latino del 1204 50 ; saccheggio<br />
che i Greci avrebbero dovuto accettare non solo come chiara manifestazione<br />
della volontà divina ma anche, tramite un procedimento di agnizione,<br />
in quanto portato dei destini ultimi della città (τς σχάτας<br />
στορίας τς πόλεως), che Robert stesso ribadisce essere stati scolpiti ab<br />
origine nei bassorilievi delle due «colonne profetiche» 51 . A maggior<br />
ragione, gli scritti oracolari conosceranno poi una enorme fortuna tardiva<br />
nel corso del XVI secolo, allorché, da parte cristiana, simili speculazioni<br />
verranno impiegate per spiegare l’accrescersi inarrestabile della<br />
potenza degli Osmanlı, nonché per tentare – in chiave consolatoria – di<br />
predirne la caduta. È questa l’epoca in cui il vasto materiale narrativo di<br />
origine medievale sulla colonna di Arcadio viene, si potrebbe dire, definitivamente<br />
sistematizzato 52 .<br />
48 MANGO, The Legend of Leo the Wise, cit., pp. 74ss.<br />
49 RIGO, Oracula Leonis cit., p. 12.<br />
50 A proposito di questa posizione ideologica e sulle costruzioni retoriche<br />
basate su di essa si veda il puntuale saggio di esegesi comparativa fra le diverse cronache<br />
della conquista latina in P. NOBLE, Eyewitnesses of the Fourth Crusade – the War<br />
against Alexius III, in Reading Medieval Studies 25 (1999), pp. 75-89.<br />
51 ROBERT DE CLARI, La prise de Constantinople, XCII (ed. HOPF cit., p. 70). Cf.<br />
DAGRON, Constantinople imaginaire cit., pp. 74-76; P. MAGDALINO, Prophecies on the Fall<br />
of Constantinople, in Urbs capta: La IVe croisade et ses conséquences, sous la direction d’A.<br />
LAIOU, Paris 2005 (Réalités byzantines, 10), pp. 41-53: 47, 52-53.<br />
52 Ciò avviene nel quadro di almeno due opere patriografiche di ambiente<br />
greco-veneziano del XVI secolo: la prima, anonima, è intitolata Sulla fine del regno di<br />
Ismaele (Περ το τέλους τς βασιλείας το σµαηλήµ): RIGO, Oracula Leonis cit., p. 14.<br />
La seconda (nel manoscritto Vindob. Suppl. gr. 172) reca come incipit: «Racconto<br />
meraviglioso, molto bello ed utile, sulla colonna di Xerolophos, che a tutt’oggi si<br />
trova a Costantinopoli, in un luogo che ora è chiamato dagli Agareni Avrat Pazari»