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02.06.2013 Views

Siculi primitivi Alcuni dei pochi reperti lasciati dai Siculi, oggi al Museo archeologico di Ragusa. SICULI, ELIMI E SICANI Tre popoli e un’isola (per non parlar dei Greci) uesti tre popoli Q abitavano la Sicilia prima che i Greci, nell’VIII secolo a. C., vi approdassero. I Siculi, forse originari del Lazio, occupavano la parte orientale; i Sicani, forse autoctoni, quella centrale; gli Elimi, probabilmente di provenienza Focus Storia 58 asiatica, quella occidentale. Superdotati. Il contatto con i coloni greci affinò la loro arte metallurgica. Ma gli artisti “indigeni” mantennero il loro stile, forgiando figure umane dotate di attributi sessuali sproporzionati: un’eredità di antichi culti della fecondità. Uno stivale affollato Nella cartina, i principali popoli italici tra VIII e IV secolo a. C. Il tratteggio indica le zone di colonizzazione greca (Magna Grecia). Dall’iniziale varietà di etnie e lingue si arrivò, verso il II secolo a. C., a un’Italia tutta romana. ÀPULI N ell’attuale Puglia convivevano diverse componenti “etniche”: indigena, cretese e illirica (cioè dell’altra sponda dell’Adriatico). Col tempo si affermarono tre entità distinte: i Dauni a nord, i Peucezi al centro e i Messapi al sud. Gli antichi però li chiamavano genericamente Àpuli (o Iàpigi). Grandi maestri della ceramica, rielaborarono la tradizione artistica greca. Gli archeologi hanno scoperto che – cosa strana all’epoca – le cinte murarie delle loro città comprendevano anche i terreni coltivati e le necropoli. Vita da Dauni. Le stele dei Dauni (una delle eredità degli Àpuli) rappresentavano i parenti defunti, ma le loro incisioni ersino il mitico P Ercole, in una delle sue fatiche, dovette misurarsi con i temibili guerrieri liguri. E solo grazie all’aiuto di Giove l’ostacolo non gli fu fatale. Fieri, combattivi e mai domi, i Liguri vissero tra mare e montagna, tra commerci e fortezze inaccessibili (i “castellari”). Nel III secolo a. C. si divisero in due gruppi, uno alleato di Roma, l’altro di Cartagine. Di loro ci restano le stele della Lunigiana (tra Liguria e Toscana): I padroni dell’antica Puglia I foggiani di 2.500 anni fa Testa di stele dauna. I Dauni occupavano grosso modo il territorio che oggi è della provincia di Foggia. descrivevano anche la vita quotidiana e il misterioso mondo dell’aldilà, popolato da mostri e figure mitiche. E loro ci rimasero di sasso Una delle oltre 40 stele della Lunigiana, una regione romanizzata nel 177 a. C. Raffigura un ligure armato di pugnale. LIGURI E VENETI Guerrieri e navigatori giunti fino in Francia enigmatici e misteriosi bassorilievi di pietra. In Bretagna. I Veneti, originari del nord-est della Penisola, arrivarono però fino alla Bretagna (Francia del nord). Furono loro a svelare a Giulio Cesare i segreti per attraversare la Manica e invadere così le isole britanniche. Ottimi navigatori, non avevano città, ma potevano contare su una struttura sociale solida. A partire dal III secolo a. C. furono assorbiti da Roma. ra VIII e IV secolo a. C. i T Piceni occupavano il territorio corrispondente alle attuali Marche. Vivevano in capanne e adoravano le loro divinità tra i monti, presso fiumi e sorgenti. Erano abilissimi nella lavorazione di bronzo e ambra. Le tavole di Gubbio. Gli Umbri avevano la riva sinistra Presso Montalcino gli Etruschi eressero una fortezza anti Romani. Ma non bastò LUCANI E BRUZI E alla fine, in Calabria, i Bruzi si allearono con Annibale na forte unità di lingua, U religione e cultura: era questa la caratteristica principale dei Lucani. Nati da una “costola” osco-sannita, occupavano parte dell’attuale Basilicata, un lembo di Campania e la parte settentrionale della Calabria. Come altri popoli italici, avevano una forma di governo federale. I loro santuari erano quasi sempre in prossimità di sorgenti o corsi d’acqua, una risorsa vitale condivisa dalle Galletto piceno Decorazione di un vaso in bronzo scoperto a Taverna di Mozzano (Ap). Risale al VI secolo a. C. PICENI E UMBRI Artisti dell’ambra e del bronzo tra Umbria e Marche del Tevere a ovest, i Piceni a est e i Sabini a sud. In più, subirono l’inevitabile influenza dei vicini Etruschi. Eppure mantennero una forte identità etnica, testimoniata dalle “Tavole eugubine” (cioè di Gubbio): 7 lastre di bronzo con iscrizioni che descrivono antichissimi rituali. città, di solito arroccate su alture ben protette. Antiromani. I Bruzi (o Brettii) a partire dal IV secolo a. C. occuparono la parte centromeridionale della Calabria. Sempre divisi tra sottomissione e ribellione, finirono per appoggiare l’esercito di Annibale contro Roma. SANNITI Il nemico pubblico n° 1 di Roma, che però da loro copiò i gladiatori e Roma e i Romani S temettero mai un popolo italico, questo fu senza dubbio quello sannita: controllava buona parte delle regioni centro-meridionali della penisola e fu tra i primi a utilizzare il nome Italia per indicare il proprio territorio. Sotto il termine Sanniti si riuniscono spesso anche Pentri, Caudini, Carricini, Irpini, Frentani, Lucani e Campani, accomunati dall’uso Sanniti in armi. Per piegarli i Romani combatterono tre guerre. Una coppia di pugilatori dipinti in una tomba lucana del IV secolo a. C. della lingua osca, parlata in origine dagli Oschi. Lottatori. I Sanniti erano guerrieri-pastori la cui vita era ritmata da periodiche migrazioni, dettate dalla necessità di nuovi territori per le greggi. La vocazione alla lotta si esprimeva nei giochi di combattimento che accompagnavano le feste sannitiche, che secondo alcuni studiosi ispirarono ai Romani la tradizione dei gladiatori. Focus Storia 59

Siculi<br />

primitivi<br />

Alcuni dei pochi<br />

reperti lasciati<br />

dai Siculi,<br />

oggi al Museo<br />

archeologico<br />

di Ragusa.<br />

SICULI, ELIMI E SICANI<br />

Tre popoli e un’isola<br />

(per non parlar dei Greci)<br />

uesti tre popoli Q abitavano la<br />

Sicilia prima che<br />

i Greci, nell’VIII<br />

secolo a. C., vi<br />

approdassero.<br />

I Siculi, forse<br />

originari del Lazio,<br />

occupavano la<br />

parte orientale;<br />

i Sicani, forse<br />

autoctoni, quella<br />

centrale; gli Elimi,<br />

probabilmente<br />

di provenienza<br />

<strong>Focus</strong> Storia 58<br />

asiatica, quella<br />

occidentale.<br />

Superdotati. Il<br />

contatto con i coloni<br />

greci affinò la<br />

loro arte metallurgica.<br />

Ma gli artisti<br />

“indigeni” mantennero<br />

il loro stile,<br />

forgiando figure<br />

umane dotate di<br />

attributi sessuali<br />

sproporzionati:<br />

un’eredità di antichi<br />

culti della fecondità.<br />

Uno stivale<br />

affollato<br />

Nella cartina, i<br />

principali popoli<br />

italici tra VIII<br />

e IV secolo a. C.<br />

Il tratteggio indica<br />

le zone di<br />

colonizzazione<br />

greca (Magna<br />

Grecia).<br />

Dall’iniziale<br />

varietà di<br />

etnie e<br />

lingue si<br />

arrivò,<br />

verso il<br />

II secolo<br />

a. C., a<br />

un’Italia<br />

tutta<br />

romana.<br />

ÀPULI<br />

N<br />

ell’attuale Puglia<br />

convivevano<br />

diverse componenti<br />

“etniche”: indigena,<br />

cretese e illirica (cioè<br />

dell’altra sponda<br />

dell’Adriatico). Col<br />

tempo si affermarono<br />

tre entità distinte:<br />

i Dauni a nord, i<br />

Peucezi al centro e<br />

i Messapi al sud.<br />

Gli antichi però li<br />

chiamavano genericamente<br />

Àpuli (o<br />

Iàpigi). Grandi<br />

maestri della ceramica,<br />

rielaborarono<br />

la tradizione artistica<br />

greca. Gli archeologi<br />

hanno scoperto<br />

che – cosa strana<br />

all’epoca – le cinte<br />

murarie delle loro<br />

città comprendevano<br />

anche i terreni coltivati<br />

e le necropoli.<br />

Vita da Dauni. Le<br />

stele dei Dauni (una<br />

delle eredità degli<br />

Àpuli) rappresentavano<br />

i parenti defunti,<br />

ma le loro incisioni<br />

ersino il mitico<br />

P Ercole, in una<br />

delle sue fatiche,<br />

dovette misurarsi<br />

con i temibili<br />

guerrieri liguri. E<br />

solo grazie all’aiuto<br />

di Giove l’ostacolo<br />

non gli fu fatale.<br />

Fieri, combattivi e<br />

mai domi, i Liguri<br />

vissero tra mare e<br />

montagna, tra<br />

commerci e fortezze<br />

inaccessibili (i<br />

“castellari”). Nel<br />

III secolo a. C. si<br />

divisero in due<br />

gruppi, uno alleato<br />

di Roma, l’altro di<br />

Cartagine. Di loro<br />

ci restano le stele<br />

della Lunigiana (tra<br />

Liguria e Toscana):<br />

I padroni<br />

dell’antica<br />

Puglia<br />

I foggiani di<br />

2.500 anni fa<br />

Testa di stele<br />

dauna. I Dauni<br />

occupavano<br />

grosso modo<br />

il territorio<br />

che oggi è<br />

della provincia<br />

di Foggia.<br />

descrivevano anche<br />

la vita quotidiana e<br />

il misterioso mondo<br />

dell’aldilà, popolato<br />

da mostri e figure<br />

mitiche.<br />

E loro ci rimasero di sasso<br />

Una delle oltre 40 stele della Lunigiana,<br />

una regione romanizzata nel 177 a. C.<br />

Raffigura un ligure armato di pugnale.<br />

LIGURI E VENETI<br />

Guerrieri e navigatori<br />

giunti fino in Francia<br />

enigmatici e<br />

misteriosi bassorilievi<br />

di pietra.<br />

In Bretagna. I Veneti,<br />

originari del<br />

nord-est della<br />

Penisola, arrivarono<br />

però fino alla<br />

Bretagna (Francia<br />

del nord). Furono<br />

loro a svelare a<br />

Giulio Cesare i<br />

segreti per attraversare<br />

la Manica e<br />

invadere così le<br />

isole britanniche.<br />

Ottimi navigatori,<br />

non avevano città,<br />

ma potevano contare<br />

su una struttura<br />

sociale solida.<br />

A partire dal III<br />

secolo a. C. furono<br />

assorbiti da Roma.<br />

ra VIII e IV secolo a. C. i<br />

T Piceni occupavano il territorio<br />

corrispondente alle attuali<br />

Marche. Vivevano in capanne<br />

e adoravano le loro divinità tra<br />

i monti, presso fiumi e sorgenti.<br />

Erano abilissimi nella lavorazione<br />

di bronzo e ambra.<br />

Le tavole di Gubbio. Gli<br />

Umbri avevano la riva sinistra<br />

Presso Montalcino gli Etruschi<br />

eressero una fortezza anti<br />

Romani. Ma non bastò<br />

LUCANI E BRUZI<br />

E alla fine, in Calabria, i Bruzi<br />

si allearono con Annibale<br />

na forte unità di lingua,<br />

U religione e cultura: era<br />

questa la caratteristica principale<br />

dei Lucani. Nati da una<br />

“costola” osco-sannita,<br />

occupavano parte dell’attuale<br />

Basilicata, un lembo di<br />

Campania e la parte settentrionale<br />

della Calabria. Come altri<br />

popoli italici, avevano una<br />

forma di governo federale.<br />

I loro santuari erano quasi<br />

sempre in prossimità di<br />

sorgenti o corsi d’acqua, una<br />

risorsa vitale condivisa dalle<br />

Galletto<br />

piceno<br />

Decorazione<br />

di un vaso<br />

in bronzo<br />

scoperto a<br />

Taverna di<br />

Mozzano (Ap).<br />

Risale al<br />

VI secolo a. C.<br />

PICENI E UMBRI<br />

Artisti dell’ambra e del bronzo<br />

tra Umbria e Marche<br />

del Tevere a ovest, i Piceni<br />

a est e i Sabini a sud. In più,<br />

subirono l’inevitabile influenza<br />

dei vicini Etruschi. Eppure<br />

mantennero una forte identità<br />

etnica, testimoniata dalle<br />

“Tavole eugubine” (cioè di<br />

Gubbio): 7 lastre di bronzo<br />

con iscrizioni che descrivono<br />

antichissimi rituali.<br />

città, di solito<br />

arroccate su<br />

alture ben<br />

protette.<br />

Antiromani.<br />

I Bruzi (o<br />

Brettii) a<br />

partire dal IV<br />

secolo a. C.<br />

occuparono la parte centromeridionale<br />

della Calabria.<br />

Sempre divisi tra sottomissione<br />

e ribellione, finirono<br />

per appoggiare l’esercito<br />

di Annibale contro Roma.<br />

SANNITI<br />

Il nemico pubblico n° 1 di Roma,<br />

che però da loro copiò i gladiatori<br />

e Roma e i Romani<br />

S temettero mai un popolo<br />

italico, questo fu senza<br />

dubbio quello sannita: controllava<br />

buona parte delle<br />

regioni centro-meridionali<br />

della penisola e fu tra i primi<br />

a utilizzare il nome Italia per<br />

indicare il proprio territorio.<br />

Sotto il termine Sanniti<br />

si riuniscono spesso anche<br />

Pentri, Caudini, Carricini,<br />

Irpini, Frentani, Lucani e<br />

Campani, accomunati dall’uso<br />

Sanniti in armi.<br />

Per piegarli<br />

i Romani<br />

combatterono<br />

tre guerre.<br />

Una coppia di<br />

pugilatori dipinti<br />

in una tomba<br />

lucana del<br />

IV secolo a. C.<br />

della lingua osca, parlata<br />

in origine dagli Oschi.<br />

Lottatori. I Sanniti erano<br />

guerrieri-pastori la cui vita<br />

era ritmata da periodiche<br />

migrazioni, dettate dalla<br />

necessità di nuovi territori per<br />

le greggi. La vocazione alla<br />

lotta si esprimeva nei giochi di<br />

combattimento che accompagnavano<br />

le feste sannitiche,<br />

che secondo alcuni studiosi<br />

ispirarono ai Romani la<br />

tradizione dei gladiatori.<br />

<strong>Focus</strong> Storia 59

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