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02.06.2013 Views

H) CONCLUSIONE: UNO SGUARDO ALLA REALTA’ ODIERNA Secondo i dati forniti dal MINVEC, nel corso dell’anno passato le Associazioni Economiche Internazionali hanno segnato un calo di circa il 15%, riducendosi dalle 403 attive alla fine del 2002 alle 342 del 2003 2 . Più precisamente, le imprese con partecipazione di capitale spagnolo sono diminuite, in un anno, da 105 a 98, quelle con capitale canadese da 70 a 52, quelle con capitale italiano da 57 a 51. Le nuove joint-ventures costituite nel 2003 invece, sono state solamente 7, a fronte delle 24 dell’anno precedente. I contratti di cooperazione e di amministrazione per beni e servizi, invece, seguono un trend di crescita, passando dai 270 in vigore del 2002 ai 313 del 2003. Secondo un’indagine del 2002, le più importanti doglianze degli investitori europei a Cuba sono state: ritardi nelle concessioni delle autorizzazioni per le joint ventures; ostacoli frapposti dalle autorità doganali che impediscono la consegna tempestiva della merce; eccessi burocratici nella concessione e prolungamento dei visti; il monopolio statale sul mercato del lavoro (in particolare, la necessità di assumere lavoratori tramite agenzie di Stato, vedi par. D); regime fiscale non adatto alle esigenze di un’impresa che opera in un’economia di mercato; carenza di finanziamenti del settore bancario nazionale a favore delle joint venture. Attualmente, i settori considerati prioritari dalle Autorità cubane e nei quali si tende ad aprire al capitale straniero sono: biotecnologia, prodotti derivati della canna da zucchero, turismo, energia e information technology. Il MINVEC, attraverso il Centro di Promozione degli Investimenti(CPI), realizza annualmente una pubblicazione anche in formato elettronico, contenente tutte le informazioni aggiornate sulle opportunità di investimenti stranieri a Cuba; tale pubblicazione può essere richiesta direttamente al CPI, oppure all’ufficio economico e commerciale dell’Ambasciata Cubana a Roma nonché può essere consultato per via internet al seguente indirizzo web: www.cpi-minvec.cu . 2 Circa 80 delle joint ventures attualmente attive operano fuori del territorio cubano e includono due hotel nelle località balneari di Cozumel e Cancun in Messico, una fabbrica di camicie “guayabera” in Namibia, una fabbrica di gelati in Malesia, l’apertura in franchising della “Bodeguita del Medio” (famoso ristorante de L’Avana) a Parigi, Varsavia e Dubai, ristoranti a Milano e Londra, nonché la realizzazione di un hotel a cinque stelle a Shangai. 32

CAP. 4: LE REGOLE DEL COMMERCIO PER L’IMPRESA STRANIERA A) IL MONOPOLIO STATALE Il mercato cubano è retto, ancora oggi, dai principi fondamentali peculiari di un’economia socialista centralizzata. In particolare, rimangono attuali due caratteristiche sostanziali, tra loro intimamente connesse. La prima è che l’unico acquirente cubano nei mercati internazionali è lo Stato, nelle sue diverse articolazioni. La seconda, conseguenza della prima, è che le imprese estere non hanno accesso diretto al mercato interno. Lo Stato, in definitiva, costituisce un diaframma tra i mercati internazionali ed il mercato interno cubano. Oltre all’importazione di beni e servizi, anche la distribuzione, all’ingrosso e al dettaglio, è sottoposta di fatto al monopolio statale, al quale non sfugge nemmeno la rete di negozi che vendono in valuta. L’unica eccezione è rappresentata dai piccoli mercati, a prezzo libero, nei quali privati cittadini, in possesso di specifica licenza, possono vendere prodotti agricoli o artigianali ma non i prodotti importati. B) LE VIE AL COMMERCIO L’impresa straniera che voglia entrare nel mercato cubano, deve stabilire necessariamente un rapporto commerciale con un ente d’intermediazione cubano, appartenente al Ministero del Commercio Estero (ne esistono piu’ di 40), ovvero con imprese cubane - tra cui quelle con partecipazione di capitale straniero - che abbiano ottenuto l’autorizzazione ad importare determinati prodotti. Di norma, l’ente cubano “importatore”, prima di instaurare rapporti commerciali con l’estero, verifica che determinati bisogni non possano essere soddisfatti dalla produzione interna, alla quale e’ attribuita priorita’ sul prodotto straniero. Cosi’, dopo aver identificato i bisogni insoddisfatti, l’ente raccoglie e valuta diverse offerte concorrenti (in teoria, almeno tre) prima di decidere con chi concludere l’affare. Nel corso degli ultimi anni, l’acquirente cubano ha attribuito particolare importanza, oltre che alla qualita’ ed al prezzo dei beni, anche alle condizioni di consegna della merce, privilegiando la vendita Fob nell’interesse delle compagnie d’assicurazione e delle compagnie marittime cubane. In ogni caso, la portata della trattativa risulta spesso limitata dall’esistenza di uno schema tipo di contratto, annesso alla risoluzione n. 217/97 del Ministero del Commercio Estero (MINCEX), al quale l’ente importatore e’ chiamato ad ispirarsi. 33

H) CONCLUSIONE: UNO SGUARDO ALLA REALTA’ ODIERNA<br />

Secondo i dati forniti dal MINVEC, nel corso dell’anno passato le<br />

Associazioni Economiche Internazionali hanno segnato un calo di circa il<br />

15%, riducendosi dalle 403 attive alla fine del 2002 alle 342 del 2003 2 .<br />

Più precisamente, le imprese con partecipazione di capitale spagnolo<br />

sono diminuite, in un anno, da 105 a 98, quelle con capitale canadese da 70 a<br />

52, quelle con capitale italiano da 57 a 51. Le nuove joint-ventures costituite<br />

nel 2003 invece, sono state solamente 7, a fronte delle 24 dell’anno<br />

precedente.<br />

I contratti di coo<strong>per</strong>azione e di amministrazione <strong>per</strong> beni e servizi,<br />

invece, seguono un trend di crescita, passando dai 270 in vigore del 2002 ai<br />

313 del 2003.<br />

Secondo un’indagine del 2002, le più importanti doglianze degli<br />

investitori europei a Cuba sono state: ritardi nelle concessioni delle<br />

autorizzazioni <strong>per</strong> le joint ventures; ostacoli frapposti dalle autorità doganali<br />

che impediscono la consegna tempestiva della merce; eccessi burocratici<br />

nella concessione e prolungamento dei visti; il monopolio statale sul mercato<br />

del lavoro (in particolare, la necessità di assumere lavoratori tramite agenzie<br />

di Stato, vedi par. D); regime fiscale non adatto alle esigenze di un’impresa<br />

che o<strong>per</strong>a in un’economia di mercato; carenza di finanziamenti del settore<br />

bancario nazionale a favore delle joint venture.<br />

Attualmente, i settori considerati prioritari dalle Autorità cubane e nei<br />

quali si tende ad aprire al capitale straniero sono: biotecnologia, prodotti<br />

derivati della canna da zucchero, turismo, energia e information technology.<br />

Il MINVEC, attraverso il Centro di Promozione degli Investimenti(CPI),<br />

realizza annualmente una pubblicazione anche in formato elettronico,<br />

contenente tutte le informazioni aggiornate sulle opportunità di investimenti<br />

stranieri a Cuba; tale pubblicazione può essere richiesta direttamente al CPI,<br />

oppure all’ufficio <strong>economico</strong> e commerciale dell’<strong>Ambasciata</strong> Cubana a Roma<br />

nonché può essere consultato <strong>per</strong> via internet al seguente indirizzo web:<br />

www.cpi-minvec.cu .<br />

2 Circa 80 delle joint ventures attualmente attive o<strong>per</strong>ano fuori del territorio cubano e includono due hotel<br />

nelle località balneari di Cozumel e Cancun in Messico, una fabbrica di camicie “guayabera” in Namibia,<br />

una fabbrica di gelati in Malesia, l’a<strong>per</strong>tura in franchising della “Bodeguita del Medio” (famoso ristorante<br />

de L’Avana) a Parigi, Varsavia e Dubai, ristoranti a Milano e Londra, nonché la realizzazione di un hotel a<br />

cinque stelle a Shangai.<br />

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