Guida per l'operatore economico CUBA - Ambasciata d'Italia a ...

Guida per l’operatore
economico
CUBA
Ambasciata Ambasciata d’Italia d’Italia - 2005 2005
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INDICE
1. Presentazione del Paese 3
a) Territorio e popolazione 3
b) Clima 3
c) Dati Economici 4
d) Situazione politica e sociale 6
2. Quadro macroeconomico 8
a) Sistema economico e andamento congiunturale 8
b) Politica economica: principali riforme 13
c) Relazioni economiche internazionali 17
3. La normativa sugli investimenti esteri 20
a) La legge N. 77/1995 sugli investimenti stranieri 20
b) Principi generali applicati all’investimento straniero 21
c) Le forme giuridiche dell’investimento straniero 22
d) I rapporti di lavoro 27
e) Il regime fiscale speciale 29
f) La riserva per gli imprevisti e l’assicurazione obbligatoria 30
g) Gli investimenti immobiliari 30
h) Conclusione: uno sguardo alla realtà odierna 32
4. Le regole del commercio per l’impresa straniera 33
a) Il monopolio statale 33
b) Le vie al commercio 33
c) Succursali ed agenti 34
5. Politica commerciale e sistema finanziario 36
a) Normativa sui dazi 37
b) Le zone franche 38
c) Sistema bancario e creditizio 39
6. Rapporti economici con l’Italia 44
a) Andamento degli scambi e politica commerciale 44
b) Investimenti diretti esteri italiani ed imprese italiane operanti in 46
loco
Strumenti di sostegno finanziario ed assicurativo 48
Principali accordi bilaterali 49
Indirizzi utili e fonti 51
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CAP. 1: PRESENTAZIONE DEL PAESE
A) TERRITORIO E POPOLAZIONE
SUPERFICIE
DATI DI BASE
110.861 Kmq
POPOLAZIONE 11.250.000 (Stima 2002)
DENSITA’ 101,5 Ab. /Kmq
CAPITALE L’AVANA (2.175.913 Stima 2002)
UNITA’ MONETARIA PESO CUBANO (100 Centesimi)
LINGUA UFFICIALE SPAGNOLO
RELIGIONE CATTOLICA (39,5%)
FORMA DI GOVERNO REPUBBLICA SOCIALISTA
PRESIDENTE E CAPO DEL
GOVERNO
FIDEL CASTRO RUIZ
B) CLIMA
ESTATE INVERNO
TEMPERATURA
MEDIA
27 °C 22 °C
TEMPERATURE
ESTREME
38 °C 15 °C
TASSO DI UMIDITA’ 81% 79%
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C) DATI ECONOMICI
Prodotto interno lordo a prezzi correnti 2003: 30,2 Mld di USD *
Variazione del P.I.L. 2004 : +5 % (stima CEPAL 3%)
Inflazione 2003 : 5,0 % (CEPAL)
Principali industrie:
(+7,6%)
Produzione di zucchero 2003-04: 2,5 MLN di tonnellate
Produzione di nichel 2004: 77 MLN di tonnellate
Produzione di tabacco: 37.900. tonnellate
Produzione petrolio e gas 2004: 3,9 MLN di tonnellate
Turismo: numero turisti giunti a Cuba nel 2004 (a): 2,05 milioni
Rimesse degli emigrati dall’estero 2003: 915 Mn USD (+9,5% rispetto al
2000, Fonte CEPAL)*
Debito estero 2003: 11 Mld US(escluso il debito con Paesi già membri del
COMECON) (stime CEPAL) *
al 2002)
Investimenti esteri:
Volume complessivo 1992 – 2002 : 5.900 Mln US$
Joint ventures attive al 2003: 342 (403 al 2002), di cui 51 italiane (57
Produzioni cooperate al 2003: 313 (270 nel 2002)
Bilancia Commerciale:
Importazioni fob 2004: 5,3 Mld USD (+ 14%)
Esportazioni fob 2004: 2,2 Mld USD (+ 32,5%)
Saldo: -3,1 Mld USD
Principali mercati di sbocco: Olanda, Canada, Venezuela, Russia,
Spagna e Cina.
Principali mercati di approvvigionamento: Venezuela, Spagna,
Cina, Canada, Italia.
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Euro):
2003)
2003)
Interscambio Italia – Cuba 2004 (valori ISTAT in milioni di
Importazioni italiane da Cuba: 13,2 milioni euro (- 3% rispetto al
Esportazioni italiane a Cuba: 180,7 milioni euro (- 22.3% rispetto al
Saldo per l'Italia: 167,5 milioni euro
* Stime
FONTI: ISTAT, Banco Nacional de Cuba, Oficina Nacionale de
Estadisticas, Economist Intelligence Uniti (EIU), CEPAL.
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D) SITUAZIONE POLITICA E SOCIALE
Con la rivoluzione del 1959 Fidel Castro ha iniziato a porre le basi del
regime comunista che continua ad essere vigente a Cuba ancora oggi.
Tuttavia, è solo nel 1976 che il primo Congresso del Partito Comunista
Cubano approva una nuova Costituzione, in base alla quale il Governo
cubano viene organizzato secondo lo schema del Partito-Stato, così come
l’Unione Sovietica.
Il potere legislativo è detenuto dall’Assemblea Nazionale ed i suoi 589
membri eleggono al proprio interno i componenti del Consiglio di Stato, il
cui Presidente è a capo dello Stato e del Governo. Il Presidente segnala
all’Assemblea Nazionale i ministri per la loro nomina. Questi hanno poteri
esecutivi ed amministrativi.
Negli anni, il Partito Comunista ha fortemente accentrato in sé tutte le
funzioni principali di governo. Parallelamente ha provveduto a costruire una
capillare rete di poteri locali formata da assemblee municipali, provinciali e
regionali. In tal modo, Cuba risulta essere suddivisa in 14 province, 168
municipi ed un municipio speciale (l’isola della Juventud).
All’interno del Partito Comunista esiste un’organizzazione giovanile
particolarmente attiva ed influente anche in sede di Assemblea Nazionale
Le relazioni diplomatiche fra Cuba e gli Stati Uniti sono interrotte dal
1961 e dal 1960 Washington ha imposto un embargo all’isola.
La legge Helms-Burton prevede sanzioni o ritorsioni contro persone
fisiche o giuridiche straniere che intrattengono rapporti economici e
commerciali con soggetti cubani e che siano presenti con propri insediamenti
negli USA o che decidano di entrare nel territorio degli Stati Uniti. Tuttavia,
tale normativa non e’ mai stata applicata ad imprese comunitarie per
l’opposizione manifestata dall’Unione Europea, e per un’intesa raggiunta al
riguardo tra UE e USA.
Nell’ultimo decennio le relazioni fra Cuba e gli Stati Uniti erano
andate leggermente migliorando: erano stati ripristinati voli diretti per Cuba
per giornalisti, diplomatici ed esuli cubani, attivati alcuni servizi postali e
permesso l’invio di rimesse per somme maggiori. Inoltre, si era avuto una
parziale deroga all’embargo prevedendo la possibilità per Cuba di importare
generi alimentari e farmaci, purché il pagamento fosse anticipato ed in
contanti.
Parallelamente, anche i rapporti con i Paesi dell’Unione Europea si
erano intensificati, sia dal punto di vista diplomatico che commerciale,
generando un incremento degli scambi e degli investimenti diretti in diversi
settori dell’economia cubana.
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Negli ultimi due anni, per, la situazione si è parzialmente modificata,
con un peggioramento delle relazioni di Cuba sia con gli Stati Uniti che con
l’Unione Europea. Tale peggioramento è una conseguenza diretta della
politica repressiva attuata dal Governo cubano contro l’opposizione interna,
manifestatasi nella primavera del 2003 con l’arresto di ben 75 dissidenti e la
condanna a morte di tre cittadini cubani accusati di aver sequestrato un
battello in servizio presso la Baia de L’Avana.
A seguito delle proteste dell’Unione Europea per gli arresti dei
dissidenti e le condanne a morte, il Governo cubano ha assunto una posizione
di estrema chiusura.
Va peraltro segnalato che il Governo cubano ha tenuto ad operare una
chiara distinzione tra la sua polemica verso il Governo italiano (e gli altri
Governi europei) e l’atteggiamento concretamente assunto nei confronti di
imprenditori ed operatori economici del nostro Paese.
All’inizio del 2005 sembra che vi siano comunque i segnali per un
miglioramento.
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CAP. 2: QUADRO MACROECONOMICO
A) SISTEMA ECONOMICO E ANDAMENTO CONGIUNTURALE
Introduzione
Dopo aver sofferto la fine del sostegno economico sovietico nel 1989,
che provocó una contrattura del P.I.L. di oltre il 30%, l’economia cubana
comincia a risollevarsi nella seconda meta’ degli Anni Novanta, quando il
governo decide di intraprendere un programma economico di austerita’
(periodo especial) per far fronte alle difficolta’ derivanti dall’interruzione dei
sussidi sovietici alle esportazioni cubane di zucchero e nichel ed alle
importazioni di petrolio.
Il venir meno del sistema di integrazione economica rappresentato dal
COMECON non lascia infatti altre alternative al governo cubano che
avviare, a partire dal 1993, un processo di riforma volto ad adottare misure ed
interventi necessari all’integrazione dell’isola nel sistema economico
mondiale.
La riduzione dell’apparato statale (da 50 ministeri nel 1989 a 32 nel
1997), la legalizzazione del dollaro (agosto 1993), l’introduzione di forme di
proprieta’ privata della terra diverse da quella statale (1993), l’apertura ai
capitali stranieri (legge sugli investimenti stranieri n. 77 del 1995), la
creazione della Banca Centrale Cubana (1997), rappresentano passi
importanti nel cammino voluto dal governo cubano verso la stabilita’
economica.
La dollarizzazione, in particolare, pur costituendo una delle imprese
piu’ rischiose dal punto di vista ideologico, venne avviata nella convinzione
che essa fosse l’unico modo per dinamizzare l’economia locale, esclusa da
qualunque sistema creditizio internazionale e sottoposta alle ferre condizioni
del blocco economico imposto dagli Stati Uniti.
Dal 1993, accanto alla moneta nazionale il peso cubano e al peso cubano convertibile (il cui tasso
di cambio ufficiale con il dollaro era fissato al rapporto di 1 a 1), il dollaro inizió quindi a circolare
ufficialmente nell’isola (fino al novembre 2004, vedi riquadro successivo), dando vita a tre mercati
differenziati.
Il primo, il mercato dei beni sovvenzionati dallo Stato, valido solo per i cubani stabilmente
residenti, in cui circola la moneta nazionale e i prezzi sono ridotti, ma l’offerta e’ limitata.
Il secondo, il mercato libero dei prodotti agricoli e prodotti industriali e artigianali, dove possono
circolare entrambe le monete – il peso cubano e il dollaro o il peso convertibile. Nei mercati liberi i prezzi si
formano secondo la legge della domanda e dell’offerta.
Il mercato in valuta, infine, in cui circola il dollaro (ed il peso convertibile), costituito da negozi
statali che offrono qualunque tipo di prodotto con un’offerta piuttosto ampia, ma discontinua.
Dall’8 novembre 2004 è in vigore la nuova normativa emessa dal Banco Centrale che vieta la
circolazione del dollaro statunitense sul territorio nazionale (Resolución n. 80/2004). Vale a dire che non
sono piú accettati i dollari in contanti per qualsiasi transazione e la misura è applicabile sia ai cittadini
cubani che ai visitatori o residente stranieri. Inoltre, all’acquisto di peso convertibili con dollari USA in
contanti è applicata una imposta del 10 per cento. È possibile invece cambiare le restanti monete
convertibili al cambio previsto dal mercato internazionale e senza costi aggiuntivi.
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Tra il 1994 ed il 1996 vengono inoltre promosse diverse iniziative nel
campo macroeconomico, tra cui la riduzione della spesa pubblica (il deficit di
bilancio e’ stato ridotto dal 33,5% del PIL nel 1993 al 3,5% nel 2003),
l’incremento dei sussidi alle imprese ed una decisa riduzione nell’offerta di
moneta.
Va peraltro rilevato che – rispetto ad altri Paesi socialisti come Cina e
Vietnam – le riforme economiche cubane sono state piú timide ed esitanti,
subendo inoltre un certo ridimensionamento negli ultimi tempi.
Dopo il lungo periodo di ripresa economica iniziato nel 1993 (con un
tasso medio di crescita annua del 4,7%), a partire dal 2001 l’economia
cubana comincia pero’ a soffrire di un rallentamento, con un tasso di crescita
che si riduce, nel 2002 all’1,1% ed al 2,6% nel 2003. Il livello del P.I.L. nel
2001 è ancora inferiore del 13% rispetto al 1989 ed il reddito reale procapite
dell’isola e’ ancora inferiore di circa il 30% a quello che era nel 1989 .
Nel settore della produzione, solo il petrolio, il nickel e il tabacco
hanno registrato valori in crescita rispetto al 1989.
1. Attuale quadro generale
Il 2004 si è rivelato un altro anno particolarmente duro per l’economia
cubana, colpita da calamitá naturali, dalle difficoltá del sistema elettrico,
dall’aumento del prezzo internazionale del petrolio e dalle nuove misure
restrittive del Governo americano.
Si sono infatti nuovamente abbattuti sull’isola due uragani che hanno
distrutto migliaia di abitazioni, causando inoltre gravi danni alle infrastrutture
ed alle coltivazioni, mentre le province orientali sono state colpite dalla
peggiore siccitá degli ultimi decenni.
Nella seconda metá del 2004, il Governo cubano ha dovuto
fronteggiare le enormi difficoltá in cui versava il sistema di generazione di
elettricitá, che hanno causato tagli giornalieri alla distribuzione elettrica e
costretto le autoritá alla chiusura per tutto il mese di ottobre di numerose
fabbriche e strutture alberghiere in tutto il Paese.
Ciononostante, fonti ufficiali hanno dichiarato una crescita del PIL per
il 2004 pari al 5% . Tale figura sarebbe stata ottenuta con una formula tutta
cubana che consiste nel calcolare e tenere in conto i prezzi praticati nelle
economie di mercato per i servizi sociali che a Cuba sono completamente
gratuiti. Va segnalato comunque che l’ultimo rapporto del CEPAL
(Commissione Economica per l’America Latina ed i Carabi delle Nazioni
Unite), attribuisce a Cuba per il 2004 una crescita del PIL pari al 3%.
Non esistono altri dati internazionali ai quali fare riferimento in quanto,
come noto, Cuba non aderisce al Fondo Monetario Internazionale o ad alcuna
delle Istituzioni Finanziarie Internazionali, per l’opposizione americana.
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Non sono disponibili dati recenti sugli investimenti esteri, che
comunque gli economisti locali stimano essersi ridotti moltissimo negli ultimi
anni, né del debito estero, le cui ultime stime del CEPAL per il 2003
riportano essere di circa 11 miliardi di dollari.
Stando alle dichiarazioni delle autoritá cubane, anche nel 2005 il Paese
sarebbe in condizioni di crescere allo stesso ritmo dell’anno passato e di
continuare quindi a svilupparsi sia socialmente che economicamente. Per
ottenere tali risultati sará comunque necessario continuare la
ricentralizzazione l’economia, ristringendo sempre più il potere decisionale a
un limitato gruppo di istanze e persone ed accentuando dunque il controllo
sulle attività.
2. Rimesse
Le rimesse dall’estero (per lo piú provenienti da cittadini cubani
emigrati negli Stati Uniti), ammonterebbero per il 2003 a circa un miliardo
di dollari (fonte CEPAL). Dopo aver annunciato, nel febbraio 2004 una
revisione della sua politica nei confronti delle rimesse inviate dai cubani
americani ai loro parenti nell’isola (fissate ad un massimo di 3.000 dollari
l’anno), il 6 maggio scorso gli Sati Uniti hanno annunziato una serie di
misure volte a limitare la quantita’ di rimesse verso Cuba (che sono entrate in
vigore il 30 giugno 2004).
In particolare, i beneficiari delle rimesse potranno d’ora in poi essere
solo parenti stretti (nonni, nipoti, genitori, fratelli, coniugi e figli) e sara’
proibito ai cubani residenti negli Stati Uniti di inviare denaro a parenti che
siano funzionari del governo o membri del Partito Comunista.
2. Andamento dei prezzi
L’inflazione nel corso del 2004 ha registrato un aumento stimato
intorno al 4%, dovuto principalment al rialzo dei prezzi al dettaglio ed a una
minore offerta di prodotti alimentari, la cui produzione è stata danneggiata
dagli uragani e dalla siccitá.
A seguito delle misure di emergenza adottate dal governo di Fidel
Castro come reazione alle decisioni di Washington del 6 maggio 2004 1 ,
all’indomani della riapertura dei negozi in valuta (la cui vendita di prodotti
1 Oltre a limitare l’invio di rimesse da parte dei cubani residenti negli Stati Uniti le misure, tra l’altro, hanno
previsto la riduzione delle visite di questi ultimi ai propri parenti a Cuba ad una volta ogni tre anni ed hanno
fissato ad un massimo di 50 dollari al giorno la quantita’ massima di valuta che i cubani residenti negli Stati
Uniti possono introdurre a Cuba nei loro viaggi nell’isola.
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era stata sospesa, ad eccezione dei generi alimentari e degli articoli di pulizia
ed igiene personale), i prezzi al consumo sono aumentati in media del 15,4%,
e gli aumenti sono stati tra il 10 % (alimentari, prodotti per l’igiene
personale, mobili, elettrodomestici, ecc.) ed il 20% con punte del 50%.
In tale contesto pare opportuno rammentare che il salario medio e’
attuamente di 245 pesos mensili, pari a 9 dollari (al cambio di 27 pesos per
un dollaro). Il che significa, ad esempio, che una famiglia che non ha alcun
accesso a dollari – si tratta del 40% della popolazione – deve spendere il 22%
del salario mensile per comprare un litro di olio di semi (due dollari circa).
Un ulteriore motivo di preoccupazione per la popolazione e’ costituito
dalla scarsita’ dei prodotti della famosa “libreta” - la tessera annonaria
distribuita a tutti i cittadini a prezzi sussidiati – certamente non sufficienti a
coprire i fabbisogni minimi delle persone.
3. Disoccupazione
Positivo il dato sulla disoccupazione, che sarebbe scesa al 3,5 % nel
2003 (fonte Commissione Europea), come risultato dell’occupazione creata
nell’agricoltura urbana e nei servizi pubblici. Il dato non tiene conto, pero’,
dell’alto grado di disoccupazione e sottoccupazione sommersa. La CEPAL
stima infatti che un terzo della forza lavoro a Cuba e’ disoccupato o
sottoccupato.
4. Principali settori produttivi
La produzione agricola non saccarifera ha registrato in genere
diminuzioni, ad eccezione di alcune coltivazioni secondarie.
L’industria saccarifera, che giá dal 2002 é in via di ristrutturazione e
riconversione, ha registrato un aumento del 14,4%, mentre le prospettive per
la produzione del 2005 sono al ribasso.
Il restante del settore industriale registra una crescita in 10 dei 22 rami
che lo compongono, i migliori risultati sono stati quelli dell’industria
elettronica (4%) e della produzione mineraria e metallurgica non ferrosa
(10,7%); in particolare, la produzione di nikel, di cui Cuba è il quinto
produttore mondiale, è cresciuta del 7,5%.
Il settore energetico, pur essendo altamente prioritario, ha registrato
una scadente performance; infatti, per la prima volta in un decennio, la
produzione del crudo nazionale è diminuita, ed ha registrato, sommata alla
produzione di gas, 3,9 milioni di tonnellate, contro i 4,3 milioni nel 2003. Di
conseguenza la percentuale di utilizzo del crudo nazionale nella generazione
di elettricitá è diminuita all’81,7 % contro il quasi 90% del 2003.
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Gli altri settori produttivi che hanno registrato un incremento
sono stati quelli delle costruzione (11,2% ), delle comunicazioni (12,5%) ed
il turismo. In quest’ultimo si sono raggiunti i 2,05 milioni di turisti (le
previsione indicavano 2,3 milioni), con un aumento delle presenze del 7,6%
e delle entrate del 15%. . Il Paese dal quale provengono il maggior numero di
visitatori rimane il Canada, seguono, l’Italia, la Gran Bretagna, la Spagna, la
Germania e la Francia. Sono attualmente in costruzione numerosi alberghi
tutti realizzati con standard americani.
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B) POLITICA ECONOMICA: PRINCIPALI RIFORME
Il crollo dell'Unione Sovietica e dei regimi satelliti e la conseguente
fine del Comecon indusse le Autorità cubane ad avviare una serie di riforme
con l'obiettivo di salvare il regime socialista dal collasso.
Di fronte ad una bilancia dei pagamenti in sofferenza ed una
diminuzione notevole del PIL, a partire dal 1993, il regime ha, tra le altre
misure, legalizzato l'uso del Dollaro (poi revocato nel novembre 2004), ha
tentato di sviluppare rapidamente il settore turistico ed ha tentato di attrarre il
più possibile gli Investimenti Diretti Esteri (IDE).
1. Riforme Istituzionali
In primo luogo, lo Stato si è impegnato nel tentativo di creare un
settore privato al fine di sviluppare i settori più arretrati dell'economia, di
ridurre la disoccupazione, di incrementare la produttività dell'economia.
In tale ottica, nel 1997 fu introdotto un piano di "perfectionamento
impresarial", che avrebbe dovuto accrescere l'autonomia delle imprese
attraverso i meccanismi del mercato, rendendo cosi’ possibile la riduzione dei
sussidi statali. In realtà il piano non ha avuto il successo sperato, ed al 2003
solamente il 20% delle imprese cubane risulta essere stato coinvolte. Questo
insuccesso, probabilmente, può essere spiegato con una serie di fattori
negativi, tra cui le deficienze concettuali, l'eccessiva burocrazia, la mancanza
di un iniziativa imprenditoriale locale e la mancanza degli investimenti e del
management stranieri.
A partire dal 1995, inoltre, sono state introdotte alcune misure per
attirare gli Investimenti Diretti Esteri, molte delle quali miravano a ridurre gli
ostacoli legati alla burocrazia. In realtà anche in questo settore i risultati
ottenuti non sono stati quelli sperati, probabilmente a causa di un mercato del
lavoro monopolistico, di sistemi fiscali e bancari obsoleti e della volontà del
regime di mantenere uno stretto controllo dei progetti imprenditoriali.
2. Riforme macroeconomiche
Le riforme hanno coinvolto, in primo luogo, il sistema delle entrate e
delle spese. Dal lato della spesa pubblica, il regime ha cercato di contenere un
deficit ormai insostenibile attraverso drastici tagli in settori giudicati poco
strategici e procedendo, allo stesso tempo, ad un incremento di risore a favore
di pochi settori giudicati essenziali. Dal lato delle entrate, invece, dal 1994, è
stato introdotto un sistema fiscale che ha l'obiettivo principale di tassare le
entrate in dollari ed i profitti delle imprese miste. Tuttavia, anche questa
riforma ha proceduto molto lentamente come dimostra il fatto che ancora
oggi solo il 5% della forza lavoro paga le tasse.
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Contemporaneamente è stata creata una nuova Banca Centrale (Banco
Central de Cuba) alla quale sono state affidate la politica monetaria, di
credito, di controllo dei tassi di cambio ed il controllo e la regolamentazione
del sistema bancario. Quest'ultimo ha visto la nascita di numerose banche
locali che sono state affiancate da banche estere autorizzate ad aprire propri
uffici a Cuba e da diverse società finanziarie. Ciononostante l'impatto di
queste riforme è stato notevolemente attenuato dall'introduzione di una
normativa che mirava a creare uno stretto controllo da parte dello Stato, il
quale di fatto ha continuato a mantenere un ruolo strategico nella
pianificazione delle politiche economiche.
3. Riforme del mercato e dei prezzi
Nel 1993 il Governo ha autorizzato la circolazione del dollaro, seguita
dall'introduzione del peso convertibile e dalla creazione di un circuito di
uffici di cambio, con l’obiettivo di attirare nel Paese una maggiore quantitá di
moneta pregiata.
La creazione di una nuova Banca Centrale avrebbe dovuto rendere la
politica monetaria piu’ autonoma, ma nella realtá il Governo ha continuato ad
esercitare una grande influenza. Nel luglio 2003, l'introduzione delle misure
restrittive sull'utilizzazione del dollaro, seguite dalle altre misure nel marzo
2004 che vietano le transazioni in dollari per operazioni che non riguardino il
core business delle imprese, ha fatto parlare di de-dollarizzazione
dell'economia cubana, che è poi culminata con l’entrata in vigore l’8
novembre 2004 della giá citata “Resolución 80/2004” della Banca Centrale
cubana, che vieta la circolazione fisica della moneta statunitense sul territorio
nazionale sostituendola con il peso convertibile.
Liberalizzazione dei prezzi
La rigida regolamentazione del mercato interno non permette una
allocazione razionale ed efficiente delle risorse, sebbene siano state adottate
diverse misure volte ad incoraggiare una maggiore elasticitá dell'offerta,
soprattutto, con riferimento ai beni venduti in dollari (ora pesos convertibili).
Tuttavia, è ancora remota la prospettiva di una progressiva liberalizzazione
dei prezzi.
Liberalizzazione del commercio
Dal 1992 al 2003 molti sforzi sono stati fatti nel tentativo di
liberalizzare il commercio con l'estero. Sono state semplificate molte
procedure burocratiche, eliminate barriere e molte imprese cubane sono state
autorizzate a svolgere autonomamente attivitá di import/export, potendo
utilizzare dollari per i propri traffici. La creazione delle 4 Zone Franche
aveva proprio l'obiettivo di incrementare le attivitá rivolte all'esportazione.
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Tuttavia, dal 2003 lo Stato ha introdotto nuovamente delle misure per
intensificare il proprio controllo e si parla sempre piá insistentemente di una
possibile prossima chiusura delle Zone Franche.
Liberalizzazione del mercato del lavoro
Nonostante l’adozione di alcune misure, concepite allo scopo di
realizzare un incremento dei salari, questo è uno dei settori in cui i progressi
sono piú lenti, tanto da far apparire ancora molto lontano il momento in cui
sará possibile assistere ad un'inversione della piramide sociale.
Iniziativa privata
Nel settembre 1993 il governo ha autorizzato una serie di iniziative
autonome in alcuni settori dell’economia. Tuttavia, negli anni successivi
l'imprenditorialitá privata (“cuentapropismo”) è stata piu’ volte penalizzata
dall'introduzione di tasse proibitive con la conseguenza immediata di una
caduta delle licenze registrate. Secondo le ultime cifre ufficiali, i lavoratori
autonomi sarebbero circa 150.000, pari al 2,1% della forza lavoro, contro le
208.000 unitá registrate nel 1996.
Basti pensare che nel 2002 le tasse sull'affitto di stanze nelle case
private sono state incrementate fra il 100 ed il 150%.
Nel 2004 è stata varata inoltre una nuova normativa che riduce
ulteriormente il numero delle attivitá aperte ai “cuentapropistas”.
Probabilmente queste misure restrittive sono da ricondurre alla volontá
del governo di ridurre le differenze sempre maggiori che stavano emergendo
fra la popolazione.
4. Riforme di settore
Industria
Il programma di modernizzazione dell'industria, con una
ristrutturazione e razionalizzazione del processo manageriale, ha spesso
subito dei ritardi a causa della mancanza di investimenti. È stata attribuita una
priorità ai settori orientati all'esportazione.
Settore dello zucchero
Trasformate le industrie di Stato in cooperative, nel giugno 2002, il
governo ha deciso di chiudere quasi la metà dei 156 stabilimenti produttivi, a
causa del crollo del prezzo mondiale dello zucchero e della inefficienza
produttiva registrata nel settore. Tale decisione ha creato forti difficoltà
sociali poiche’ nel settore trovano impiego circa 400.000 cubani e l'indotto
garantisce un’occupazione a più di 2.000.000 di persone.
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Il 40% delle terre utilizzate per la coltivazione della canna da zucchero
e’ stato convertito ad altre colture, ma tale misura probabilmente non
produrrá risultati apprezzabili, sia perché i lavoratori specializzati
nell'industria dello zucchero potranno difficilmente inserirsi in altri settori,
sia perché le nuove produzioni sono state affidate a quelle cooperative che
erano maggiormente inefficienti.
Produzione agricola non saccarifera
Nel settembre 1993 è stata creata una nuova forma di impresa agricola,
le "Unidades Bàsicas de Producciòn Cooperativa", che ha iniziato a
sostituire le imprese agricole di Stato. Si è trattato di una prima forma
parziale di apertura dell'agricoltura all'iniziativa privata. Sebbene sia rimasto
un sistema di quote e di prezzi fissi, gli agricoltori sono autorizzati a vendere
le quantità eccedenti gli obiettivi fissati dal governo sul mercato libero.
Ciononostante il settore agricolo rimane sottosviluppato e la
produzione insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione. Fra le
cause principali di questa situazione vi è una pianificazione centralizzata
degli obiettivi, non più adeguati alla nuova situazione produttiva ed una
presenza ancora eccessiva dello Stato: basti pensare che, nonostante le
riforme avviate, ancora l'80% delle terre appartiene allo Stato.
Turismo
E’ sicuramente il settore che ha prodotto i risultati più importanti. Da
attività marginale il turismo è diventato il settore più dinamico dell'economia
cubana, attirando nel paese più moneta forte di quanto siano stati capaci i
settori tradizionali dello zucchero e del nickel. Il turismo sta creando nuova
occupazione e svolge un ruolo fondamentale di spill-over in molti altri settori
(telecomunicazioni, trasporti, agricoltura, banche).
Settore energetico
Il Governo ha provveduto a rivedere la legislazione del settore
energetico ed in particolare di quello elettrico al fine di aumentarne la
produttività e di trasformare l'Istituzione Centrale dell'Elettricità in un
sistema di imprese indipendenti, operanti con un sistema di tariffe.
Ciononostante i tempi per questa riforma sono molto lunghi e gli investimenti
necessari per rimodernare e riconvertire la vecchia tecnologia sovietica sono
sicuramente ingenti.
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C) RELAZIONI ECONOMICHE INTERNAZIONALI
1. Struttura degli scambi commerciali
Il commercio estero è in piena fase di ristrutturazione, soprattutto per
mezzo della riduzione del numero delle societá autorizzate all’importazione
e della ulteriore centralizzazione degli acquisti. Questo processo, che
dovrebbe perfezionarsi e concludersi nel 2005 consentirebbe una migliore
gestione delle importazioni con conseguente risparmio di valuta pregiata.
Nel 2004, secondo dati preliminari, le esportazioni sarebbero cresciute
del 32,5% - soprattutto grazie all’aumento delle esportazioni di nikel - e le
importazioni del 14% , principalmente a causa degli alti prezzi del petrolio ed
all’aumento delle importazione di alimenti. Ció dovrebbe portare le
esportazioni a circa 2,2 miliardi di dollari (1,6 miliardi nel 2003) e le
importazioni a 5,3 miliardi (4,6 miliardi nel 2003).
Attualmente Cuba intrattiene relazioni commerciali con 170 Paesi in
tutto il mondo.
L’Europa rappresenta il continente di maggiore partecipazione con il
41% del totale dell’interscambio, seguita dalle Americhe con il 39%,
dall’Asia con il 18% , mentre l’Africa e l’Oceania rappresentano un 2%.
I principali partner commerciali sono: il Venezuela, la Spagna, la
Cina, il Canada, l’Olanda, la Francia, il Messico, l’Italia ed il Brasile.
I principali paesi esportatori sono: il Venezuela (principalmente
prodotti petroliferi, con soddisfa il 45% del bisogno petrolifero dell'isola), la
Spagna, la Cina, il Canada, l’Italia ed il Messico.
I principali paesi importatori sono: l’Olanda (principalmente nichel e
agrumi che riesporta al resto dell’Europa), il Canada, il Venezuela, la Russia
e la Spagna (principale importatore di tabacco, prodotti della pesca e rum).
Va ricordato che Cuba è altamente dipendente dai prodotti importati e
che soffre di un endemico deficit commerciale al quale, negli ultimi anni, le
autorità cubane hanno tentato di porre un freno, indirizzando la produzione
locale verso quelle merci che possono essere prodotte a costi competitivi e
verso quei segmenti di mercato specialistici e maggiormente redditizi, come i
prodotti biologici.
I principali prodotti dell’esportazione sono il nickel, lo zucchero e suoi
derivati, il tabacco (in foglia, semilavorato e sigari), gli agrumi, le conserve
alimentari, le bevande alcoliche, ed i prodotti medicinali e farmaceutici.
Le importazioni sono costituite soprattutto dal petrolio, derrate
alimentari e prodotti chimici.
Vale la pena segnalare che Cuba importa derrate alimentari dagli Stati
Uniti, grazie ad una deroga all'embargo concessa nel 2000, a condizione che i
pagamenti avvengano anticipatamente ed in contanti.
17

Se si considera l'interscambio con l'Unione Europea, si puó registrare
che l'Unione Europea assorbe circa un terzo delle esportazioni di Cuba
mentre provvede a circa la metà delle sue importazioni. Nel 2003 fra i Paesi
dell'Unione Europea i principali importatori sono stati i Paesi Bassi (58%) e
la Spagna (23%) mentre i principali esportatori la Spagna (22%), l'Italia
(22%), la Francia (12,5%) e la Germania (9.5%).
Cuba beneficia del Sistema di Preferenze Generalizzato per i propri
prodotti ma non del protocollo sullo zucchero fra l'UE ed i Paesi ACP.
Ciononostante l'Unione Europea garantisce l'acquisto di una quota predefinita
di zucchero all'anno. Si deve, infine sottolineare che, nonostante l'incremento
del commercio con l'Unione Europea degli ultimi anni, Cuba non usufruisce
di tutte le potenzialità esistenti, ma le relazioni continuano ad essere
concentrate solo con pochi partners.
2. Investimenti Diretti Esteri (IDE)
Gli ultimi dati disponibili riguardo al totale degli investimenti esteri
diretti risalgono al 2002, anno nel quale e’ stata raggiunta quota 100 milioni
di USD, in notevole ascesa rispetto al 2001. Nei dieci anni tra il 1992 e il
2002, il capitale estero investito a Cuba e’ stato di 5.900 milioni di USD.
L’Italia è il terzo paese investitore nell’isola, superato solo da Spagna e
Canada.
Secondo fonti MINVEC, gli investimenti stranieri abbracciano 32
actividades e il 52 % delle imprese coinvolte sono europee. A fine 2003 le
joint ventures attive erano 342 contro le 403 a fine 2002, con una
diminuzione del 15%. Attualmente la Spagna è partner in 98 societá miste
(105 nel 2002), il Canada in 52 (70 nel 2002), l’Italia 51 (57 nel 2002);
seguono la Francia con 15, il Messico con 11, la Cina con 10, la Gran
Bretagna e la Germania con 9 e Panama con 8.
Le joint venture di nuova istituzione nel 2003 sono state sette contro le
24 del 2002.
3. Impegno multilaterale
Al fine di incrementare le proprie possibilità di commercio con l'estero
e di instaurare relazioni economiche più proficue, Cuba, negli ultimi anni, ha
aderito a numerose organizzazioni ed ha firmato numerosi accordi
multilaterali.
Infatti, Cuba è membro del WTO, dell'Associazione degli Stati
Caraibici, dell'Associazione per l'Integrazione dell'America Latina, del
Sistema Economico dell'America Latina, nonché degli organismi economici
18

più importanti delle Nazioni Unite. In qualità di membro del WTO, Cuba ha
partecipato a tutte le negoziazioni più importanti, erigendosi a difensore delle
posizioni dei Paesi in Via di Sviluppo.
Cuba è una ardente oppositore del Nafta, mentre cerca sempre più di
avvicinarsi e di trovare accordi economici con il Mercosur, il Caricom e la
Comunità Andina.
19

CAP. 3: LA NORMATIVA SUGLI INVESTIMENTI ESTERI
A) LEGGE N. 77/1995
All’indomani della scomparsa dell’Unione Sovietica e quindi del
COMECON, il Governo cubano si vide costretto ad identificare e percorrere
rapidamente nuove strade che consentissero la stabilità economica del Paese.
Il Governo cubano si vide pertanto praticamente forzato, nel quadro di
una situazione economica interna rapidamente e progressivamente
deterioratasi, ad adottare alcune riforme strutturali non più derogabili, come
la modifica della Costituzione del 1992, la legalizzazione del possesso e
dell’utilizzo del dollaro americano da parte della popolazione, l’apertura al
turismo internazionale, la ristrutturazione del sistema bancario e finanziario
con la creazione del Banco Central de Cuba ed infine, nel 1995, con
l’emanazione di una nuova legge sugli Investimenti Stranieri e la
Collaborazione Economica creando anche un Ministero ad hoc (MINVEC).
Un paio di anni prima, nel 1993, per la prima volta in assoluto Cuba
aveva anche firmato con l’Italia un Accordo per la protezione reciproca degli
Investimenti fatti nei due Paesi.
L’esigenza di attrarre capitali ed investimenti stranieri nell’isola per
risollevare le sorti di un’economia che nel frattempo aveva visto crollare di
oltre il 50% il proprio Prodotto Interno Lordo, spinse le Autorità cubane a
predisporre una sistema giuridico che desse tranquillità all’investitore
straniero; la firma dell’accordo del 93 con l’Italia, poi seguita da altre decine
di Paesi, va proprio in questa direzione.
La legge sugli investimenti n. 77/95, integra e perfeziona una
precedente normativa cubana, e finalmente apre le porte ad una presenza
reale e concreta di aziende straniere nel sistema economico cubano, creando
strumenti e condizioni normative affinché investitori stranieri possano
realmente investire e trarre legittimo profitto dalla propria attività.
Gli elementi piú importanti della legge, che sono spesso fonte delle
prime domande degli imprenditori interessati ad operare a Cuba, possono
essere riassunti nei seguenti punti:
• gli utili conseguiti potranno essere liberamente trasferiti dal Paese in
qualsiasi momento e senza limitazioni di sorta;
• è ammessa la possibilità di acquisire partecipazioni di maggioranza nelle
joint ventures con società cubane (fatto comunque raro) e la costituzione
di società di capitale interamente straniero (anche queste peró rarissime);
• la tassazione sugli utili conseguiti dalle joint ventures è circa del 30%;
• tutti i settori dell’economia sono ammessi all’investimento straniero, salvo
tre considerati strategici: educazione, salute e difesa.
20

B) PRINCIPI GENERALI APPLICABILI ALL’INVESTIMENTO
STRANIERO
1. Settori aperti al capitale straniero e principio dell’autorizzazione
La legge 77 prevede che gli investimenti stranieri possano effettuarsi in
tutti i settori della economia, ad eccezione di tre casi ben identificati: Sanità,
Istruzione e Forze Armate (ad eccezione delle attivitá imprenditoriali che ad
esse fanno capo).
Sulla base di tale principio generale, la legge evidentemente indentifica
alcune regole di carattere amministrativo tese a consentire allo Stato cubano
di regolare l’afflusso di capitale straniero ai settori della propria economia,
secondo le esigenze di politica economica del momento.Tale regolazione
avviene per effetto di un principio generale per il quale l’investimento di
capitale estero nel territorio cubano è soggetto ad un’autorizzazione
preventiva delle autorità competenti.
L’autorizzazione è rilasciata dal Comitato Esecutivo del Consiglio dei
Ministri o da una Commissione Governativa da esso designata, a seguito di
richiesta presentata al Ministero per gli Investimenti Stranieri e la
Collaborazione Economica (MINVEC), chiamato a formare un appostito
fascicolo nel quale confluisce un’attività istruttoria condotta con la
collaborazione di altre amministrazioni statali competenti per materia e/o per
territorio.
In taluni casi, elencati dalla legge, il Comitato Esecutivo ha una
competenza esclusiva sul rilascio dell’autorizzazione, come ad esempio nel
caso di creazione di Imprese Miste. La Commissione Governativa invece, ha
una competenza di natura residuale.
Vi sono tre condizioni preliminari e fondamentali che qualunque
proposta di investimento e/o di collaborazione economica con imprese
cubane, deve includere:
- apporto di capitale.
- apporto di know-how e tecnologia, ritenuti utili.
- apporto di mercato esterno.
Ultimamente queste tre condizioni vengono ulteriormente valorizzate quando
l’investimento prospettato comporta la produzione di beni sul suolo cubano
con la conseguente riduzione delle importazioni dall’estero, con un ulteriore e
conseguente beneficio per la bilancia dei pagamenti del Paese.
2. Cessazione o trasferimento dell’impresa. Procedimento di
liquidazione.
21

L’autorizzazione contiene un termine finale allo scadere del quale, in
mancanza di rinnovo, si darà inizio al procedimento di liquidazione
dell’impresa attraverso il quale verrà liquidata e restituita, in moneta
convertibile, la quota spettante all’investitore straniero. La legge 77 inoltre,
assicura all’investitore straniero la possibilità di vendere o trasferire allo
Stato, in ogni momento, la propria partecipazione nell’impresa creata
secondo le regole di cui sopra.
L’acquirente potrà anche essere un terzo ma, in questo caso, è
necessaria una previa autorizzazione governativa.
Per entrambi questi casi, scadenza del termine e trasferimento
dell’impresa, la legge descrive quale debba essere il procedimento di
valutazione della somma spettante all’investitore straniero. Come nel caso
dell’esproprio, viene privilegiato l’accordo tra le parti interessate e, solo in
subordine, è contemplato il ricorso ad una organizzazione di riconosciuto
prestigio internazionale, autorizzata dal Ministero delle Finanze e dei Prezzi.
Nel caso d’impresa a capitale interamente straniero tuttavia, la somma è
liquidata a seguito di un accordo diretto tra l’investitore ed il MINVEC.
Nel caso italiano, tali disposizioni vanno integrate con quanto previsto
dall’accordo bilaterale di protezione degli investimenti il quale prevede, per
tutte le controversie tra lo Stato cubano ed un investitore italiano, relative ad
investimenti di capitale, la facoltà dell’investitore di scegliere il ricorso al
Tribunale cubano competente ovvero ad una Commissione Arbitrale.
La Legge 77 infine, impegna lo Stato cubano a garantire il
trasferimento all’estero, senza pagamento d’imposte o altra esazione relativi
al trasferimento stesso, delle somme liquidate a seguito di esproprio, di
cessazione e/o liquidazione dell’impresa e di vendita della stessa. Stessa
garanzia e’ assicurata al trasferimento degli utili netti o dei dividendi
realizzati.
C) LE FORME GIURIDICHE DELL’INVESTIMENTO STRANIERO
La legge 77 contempla da un lato, imprese a capitale interamente
straniero e dall’altro, Associazioni Economiche Internazionali (AEI), ovvero
unioni tra uno o più investitori stranieri ed uno o più investitori nazionali.
Queste ultime, a loro volta, possono rientrare in due distinte categorie:
l’impresa mista e l’associazione economica contrattuale. Più di recente, con l’
“Acuerdo No. 3827” del Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri
(CECM), sono formalizzate in un quadro legale alcune forme di partenariato
già esistenti nella prassi, che si sono tradotte in due nuove figure contrattuali:
il contratto di cooperazione per la produzione di beni o la fornitura di servizi
ed il contratto per l’amministrazione della produzione o dei servizi,
22

particolarmente utilizzato, quest’ultimo, nella settore alberghiero (di fatto si
tratta di un contratto di management di una installazione turistica che peraltro
nella pratica deve sempre essere correlato da un finanziamento ad opera della
parte straniera).
1. Impresa con capitale interamente straniero
L’impresa a capitale interamente straniero pur essendo prevista dalla
Legge 77, è rimasta a tutt’oggi una vera rarità.
La fattispecie tratteggiata dalla legge prevede che sia la parte straniera
ad amministrare l’impresa, essendo a tutti gli effetti unico titolare ed
amministratore dell’impresa autorizzata dal Comitato Esecutivo del Consiglio
dei Ministri.
La procedura per avviare un’attività economica rispondente a questa
forma giuridica è la seguente:
a) approvazione dell’ente competente: a questo scopo, è necessario
presentare la proposta d’investimento al MINVEC, il quale
indicherà all’investitore straniero l’organismo cubano competente,
responsabile del settore o dell’attività economica. Con tale entità, la
parte straniera dovrà negoziare il progetto che intende realizzare in
Cuba; l’accordo dovrà ovviamente avere forma scritta.
b) autorizzazione del Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri:
raggiunto l’accordo, l’investitore deve richiedere assieme al partner
cubano, l’autorizzazione specifica depositando domanda presso il
MINVEC unitamente alla seguente documentazione:
- approvazione scritta rilasciata dalla massima autorità del settore
economico nel quale s’intende realizzare l’investimento; in sostanza
si tratta del approvazione del Ministro competente.
- Statuto e atto costitutivo della società;
- Studio di fattibilità economica e studio di mercato.
- Identificazione fisica e giuridica dell’investitore (certificato vigente
della Camera di Commercio della società con indicazione del legale
rappresentante e dei poteri conferitigli)
- Lettera di referenze bancarie, rilasciata dalla banca dell’investitore;
Tale documentazione deve essere previamente tradotta
ufficialmente in spagnolo e legalizzata presso la Procura della
Repubblica dove ha sede la società richiedente e quindi presso il
Consolato di Cuba in Italia.
Il MINVEC esaminerà previamente tutta la documentazione
presentata nonché la fattibilità economica e strategica del progetto
d’investimento. In caso di approvazione, la pratica sarà trasmessa al
23

Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri, che si dovrà
pronunciare entro 60 giorni dalla presentazione della richiesta.
L’esperienza insegna che la valutazione del MINVEC, per quanto
non vincolante per il Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri,
riveste comunque un ruolo decisivo nell’iter di approvazione di un
progetto di investimento a Cuba. Per questo è sempre consigliabile
trovare la forma di coinvolgere fin dalle battute preliminari questo
Ministero nella valutazione della proposta economica.
c) Qualora il Consiglio dei Ministri approvi la proposta, emanerà una
risoluzione che, fra le altre cose, darà disposizione al Ministero del
Commercio Estero e quindi alla Camera di Commercio di Cuba di
procedere alla registrazione della società straniera nei propri
registri. L’investitore straniero, persona giuridica o fisica, potrà
agire in territorio cubano direttamente o tramite una filiale locale, la
quale dovrà assumere la forma di una “società anonima per azioni
nominative”.
2. Impresa mista
L’impresa mista è una forma di partnership fra imprese cubane e
l’investitore straniero. Comporta, a seguito dell’iscrizione nel registro presso
la Camera di Commercio della Repubblica di Cuba, la nascita di una persona
giuridica distinta da quella delle parti, la quale assumera’ la forma di societa’
anonima per azioni nominative soggetta alla legislazione cubana in vigore. La
creazione di una impresa mista presuppone generalmente la realizzazione di
un investimento rilevante (con approssimazione si potrebbe identificare il
limite minimo in 3-4 milioni di USD) economicamente e strategicamente per
Cuba. La durata è normalmente stabilita in 25 anni prorogabili per un eguale
periodo qualora vi siano le condizioni.
La procedura prevista per la costituzione di un’impresa mista ricalca
quello sopra esposto nel caso delle società a capitale interamente straniero ed
a quello si rimanda.
L’unica differenza rilevante riguarda la necessità di identificare la società
cubana idonea con cui si intende realizzare l’investimento.
Con tale società l’investitore straniero dovrà giungere, dopo in genere
alcuni mesi di negoziati, alla redazione e firma di un accordo di associazione
economica che dovrà comprendere tutti gli aspetti della vita e del
24

funzionamento dell’impresa che si intende creare come per esempio la
suddivisione delle quote di capitale, gli obiettivi, i criteri di amministrazione,
la distribuzione degli utili, lo statuto ecc. Le quote di capitale vengono
identificate in base ai rispettivi apporti, come in qualunque parte del mondo,
il cui valore verrà determinato di comune accordo tra le parti. Per quanto rari,
si riscontrano casi di Imprese Miste con maggioranza di capitale straniero.
L’impresa mista potrà operare tramite uffici, rappresentanze, succursali
e filiali aperte nel territorio cubano o all’estero; potrà inoltre, acquisire
partecipazioni in società estere.
La sostituzione dei soci è subordinata all’accordo delle parti e
all’approvazione dell’Autorità che ha concesso l’autorizzazione, quindi il
Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri. Vi sono stati in questi anni
svariati casi di cambio di partner straniero in una Impresa Mista. Oggi, si
deve segnalare un irrigidimento da parte delle Autorità cubane nel consentire
cambio di partner straniero.
3. Associazione economica contrattuale
Caratteristica di questa forma di associazione economica
internazionale, rispetto all’impresa mista, è che non implica la creazione di
una persona giuridica nuova, distinta dalle parti contraenti.
Le conseguenze di ciò sono evidenti nelle norme che governano questa forma
di associazione:
- ogni parte continua ad essere proprietaria dei beni con i quali
contribuisce all’attività dell’associazione;
- è possibile, tuttavia, creare un fondo comune in comproprietà’;
- ogni parte che agisca per conto dell’associazione risponde per
l’intero nei confronti dei terzi, con diritto di rivalersi sulla
controparte nella misura prevista dal contratto.
Questa formula d’associazione è specialmente utilizzata per gli
investimenti di capitale meno rilevanti della Impresa Mista che normalmente
prevedono una durata inferiore. La direzione dell’associazione risponde, di
solito, ad un criterio di eguaglianza, con una presidenza a rotazione, con turni
normalmente di 2 anni, criterio peraltro utilizzato anche nelle Imprese Miste.
La procedura da seguire per costituire un’associazione economica
contrattuale è del tutto simile a quella necessaria per l’impresa mista e ad essa
si fa rinvio.
25

4. Contratto di cooperazione per la produzione di servizi e la
fornitura di beni (o c.d. produzione cooperata)
Il contratto di cooperazione tra un’impresa o un ente statale cubano ed
una persona giuridica straniera prevede che la parte straniera s’impegni a
fornire e/o finanziare l’acquisto di materie prime, prodotti semilavorati e
tecnologia oltre che fornire assistenza tecnica.
In buona sostanza la parte straniera si impegna a fornire materia prima
(anche semilavorato) tecnologia e finanziamento per produrre un determinato
articolo, mentre la parte cubana mette la mano d’opera, i locali ed il mercato
interno. Il prodotti realizzati vengono così commercializzati dalla società
cubana che ne incassa il prezzo. Come sempre si privilegiano rapporti che
prevedano l’esportazione del prodotti realizzato.
Questa forma di collaborazione non comporta la nascita di una nuova
persona giuridica, né la creazione di un fondo comune. Le parti non
condividono il rischio dell’attività né si ripartiscono gli utili, cioè non si crea
di fatto una nuova società.
L’impresa straniera guadagna con le forniture (beni, semilavorati e
finanziamento) ed attraverso un eventuale contratto di assistenza tecnica.
Inoltre può divenire acquirente privilegiato del prodotto realizzato per
l’esportazione.
Uno dei vantaggi principali di questo schema operativo risiede nel fatto che il
costo della mano d’opera viene considerato in pesos cubani e non in USD
come nel caso dell’impresa mista. Questo consente di contenere
notevolmente il costo di produzione e quindi di ottenere un prezzo finale del
prodotto più concorrenziale.
L’impresa straniera, inoltre, non puo’ realizzare, in forma
indipendente, alcuna attività d’importazione a Cuba ma deve come sempre
affidarsi a società di importazione cubane.
5. Contratto per l’amministrazione della produzione o dei servizi.
L’accordo tra l’impresa cubana e l’investitore straniero, in questo caso
ha come oggetto l’assunzione dell’obbligo di amministrare una o più linee di
produzione ovvero un impianto di produzione di beni o servizi, nel loro
complesso o per una parte della loro attività, per un periodo determinato, in
cambio di un importo il cui ammontare viene concordato tra le parti.
Vi è inoltre la possibilità che l’accordo, oltre all’oggetto principale,
preveda anche ulteriori campi di cooperazione, tra cui l’assistenza tecnica,
finanziamenti ecc.
Il contratto è approvato dal MINVEC, il quale continua a monitorarne
anche l’esecuzione.
26

D) I RAPPORTI DI LAVORO
1. Le modalita’ di assunzione dei lavoratori
La legge 77/1995 ed il successivo Decreto del 17 marzo 1996 del
Ministero del Lavoro disegnano il quadro dei rapporti giuridici tra le imprese
con partecipazione di capitale estero ed i propri dipendenti. Ad essi, in linea
generale, si applica la vigente legislazione cubana in materia di contratto di
lavoro e di sicurezza sociale, integrata dalle disposizioni contenute nella
legge e nel decreto citati. L’intera normativa in materia, tuttavia, può essere
modificata in senso più favorevole, in casi particolari, dal provvedimento di
approvazione del progetto d’investimento straniero (art. 35 legge 77/1995).
In linea di principio, i lavoratori delle imprese con partecipazione
straniera, devono essere in possesso della residenza permanente e/o temporale
a Cuba (l’equivalente praticamente del nostro permesso di soggiorno, che
prevede peró anche la richiesta di un “permesso di uscita”, ogni volta che lo
straniero deve viaggiare fuori dell’Isola).
L’assunzione diretta dei lavoratori cubani non è permessa; l’impresa
deve servirsi, obbligatoriamente, dell’intermediazione di un ente cubano
autorizzato dal Ministro del Lavoro e della Sicurezza Sociale, sia per la
ricerca, che per l’assunzione dei lavoratori, di fatto si tratta di una sorta di
ufficio di collocamento. L’impresa straniera ha la facoltà di segnalare a tale
ufficio di collocamento uno o più nominativi di lavoratori di cui intende
avvalersi; l’ente cubano tuttavia mantiene la facoltà di accettare o rifiutare la
segnalazione indicando delle alternative.
L’ente e l’impresa stipulano successivamente un contratto di “fornitura
di forza lavoro”, che deve accompagnarsi ad un contratto collettivo tra
l’impresa e la rappresentanza sindacale, volto a regolare gli aspetti di
dettaglio del rapporto di lavoro.
Questi principi generali, tuttavia, sono soggetti ad importanti eccezioni.
Innanzitutto, gli organi direttivi dell’impresa possono affidare incarichi
di direzione “superiore” o mansioni tecniche altamente specializzate a tecnici
e/o professionisti stranieri. E’ tra le loro facolta’, inoltre, quella di scegliere
quale ordinamento giuridico applicare ai rapporti di lavoro cosi’ instaurati.
Una seconda eccezione deriva dal riconoscimento all’impresa del
diritto di scegliere ed assumere direttamente i membri dell’organo direttivo,
collocato al vertice dell’ amministrazione. La legge 77/1995, infatti, prevede
che queste categorie di dipendenti siano designati, rispettivamente, nel caso
dell’impresa mista, dalla assemblea generale degli azionisti, e, nel caso
dell’impresa a capitale totalmente straniero, dagli organi competenti della
stessa.
27

2. Retribuzioni
L’impresa deve corrispondere all’ente d’intermediazione una
determinata somma, in dollari americani, per ciascun lavoratore. Da tale
somma, l’ente cubano attinge per la corresponsione del salario al lavoratore,
dei contributi per la pensione e delle indennità di fine rapporto, che lo stesso
ente cubano erogherà ai dipendenti in moneta nazionale.
Il salario realmente percepito dal lavoratore cubano rappresenta
normalmente una percentuale molto bassa rispetto a quanto corrisposto
dall’impresa all’ente.
Tale salario inoltre, tanto quello realmente corrisposto al lavoratore in
moneta nazionale quanto quello versato dall’impresa all’ente di
collocamento, varia in funzione delle mansioni e del livello del dipendente.
3. Fondo di stimolo economico
Le imprese con capitale straniero, dietro specifica autorizzazione,
possono creare un fondo destinato a premiare i dipendenti per il
raggiungimento di un determinato obiettivo aziendale. A questo fondo,
affluiscono una parte degli utili dell’impresa, secondo una proporzione che
deve essere previamente concordata con il MINVEC (art.32). Il premio
spettante ai singoli lavoratori invece, è calcolato in percentuale sulla somma
in dollari che l’impresa ha versato, per ciascun dipendente, a titolo di salari e
contributi all’ente d’intermediazione. Determinato in questa guisa, il premio
diviene decisamente più sostanzioso del salario, in moneta nazionale,
effettivamente percepito e finisce per costituire un importante ed essenziale
incentivo per il lavoratore.
4. Periodo di prova e sostituzione dei lavoratori in possesso della
residenza permanente.
Il periodo di prova va dai 30 ai 180 giorni, a seconda del settore
d’attività e dalle funzioni esercitate.
Al termine di questo periodo, l’impresa puo’ richiedere all’ente
d’intermediazione la sostituzione di un lavoratore che si riveli non idoneo per
le mansioni che è stato chiamato a svolgere.
In caso di licenziamento, il lavoratore ha diritto ad un’indennità che lo
stesso ente cubano si cura di corrispondere rivalendosi, successivamente,
sull’impresa. Quest’ultima deve versare una somma, in dollari, equivalente
ad un’indennità calcolata sull’intera vita lavorativa del dipendente licenziato
e non solamente sull’anzianità maturata all’interno dell’impresa. Le tariffe
28

sono quelle approvate dal Ministero del Lavoro ma, nel caso di comprovate
necessità di mercato, possono divenire oggetto di negoziazione.
E) REGIME FISCALE SPECIALE
La legge 77 del 1995 ha introdotto un regime impositivo speciale,
prevedendo un trattamento privilegiato rispetto a quello ordinario, allo scopo
d’incentivare ed incrementare le entrate in valuta. Questo regime speciale,
tuttavia, non si applica alle imprese con capitale interamente straniero.
Godono del seguente trattamento privilegiato, invece, le imprese miste e le
associazioni economiche internazionali:
a) imposta sull’utile netto: rappresenta il 30 % dell’imponibile
anziché il 35% ordinario, fatta salva la possibilità di esentare
dall’imposta gli utili reinvestiti nel paese per concessione del
Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri (CECM). Nel
caso di sfruttamento di risorse naturali, rinnovabili o meno,
l’imposta può invece raggiungere il 50%;
b) imposta sull’utilizzazione del lavoro: costituisce l’11% del
salario e delle altre entrate percepite dal lavoratore, ad
eccezione di quanto ricevuto a titolo di stimolo economico
alla produttività;
c) contributi e sicurezza sociale: ammontano al 14% del salario e
delle altre entrate percepite dal lavoratore, ad eccezione di
quanto ricevuto a titolo di stimolo economico alla
produttività;
d) tariffe doganali: sono quelle applicabili di norma alla merce in
relazione al paese di provenienza. Per il caso singolo, tuttavia,
è prevista l’eventuale concessione di speciali facilitazioni
fino addirittura ad arrivare alla totale esenzione per un periodo
determinato di tempo.
e) tasse sui mezzi di trasporto;
f) tasse sul rilascio di documenti ufficiali;
Non si applica, invece, alcuna imposta sul reddito della persona fisica.
Il trattamento fiscale descritto, peraltro, può, in casi specifici, divenire
ancora più favorevole per decisione del Ministero delle Finanze e dei Prezzi,
che ha facoltà, sentite altre Amministrazioni dello Stato, di concedere
esenzioni fiscali, totali o parziali, alle imprese che agiscono nei settori
considerati prioritari per l’economia nazionale. Questa facoltà è stata
esercitata piuttosto di frequente.
29

F) LA RISERVA PER GLI IMPREVISTI E L’ASSICURAZIONE
OBBLIGATORIA
La legge 77/1995 prevede la costituzione di una riserva a cui
affluiscono fondi obbligatori e volontari, destinata a fronteggiare gli
imprevisti sorti nell’attività compiuta da un’impresa con capitale straniero.
La parte obbligatoria della riserva è costituita con somme provenienti dagli
utili, secondo le indicazioni fornite dal Ministero delle Finanze e dei Prezzi.
Tutte le imprese con capitale straniero, inoltre, devono stipulare con
società autorizzate dal Ministero delle Finanze e Prezzi un contratto di
assicurazione con ad oggetto, proprietà e operazioni rischiose. Il premio e le
altre clausole contrattuali sono stabilite sulla base delle normali condizioni
del mercato internazionale.
G) GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI
La modifica alla Costituzione del 1992, con la quale è stata introdotta
nell’ordinamento giuridico cubano il riconoscimento del diritto di proprieta’
delle imprese miste, ha aperto le porte agli investimenti stranieri anche nel
settore immobiliare. Sulla scia di questa prima importante apertura, la legge
77 ha stabilito, con maggiore precisione, entro quali limiti e a quali
condizioni alle imprese con partecipazione straniera è consentito investire in
immobili. Le poche norme che la legge dedica all’argomento, tuttavia, hanno
lasciato alla prassi il compito di completare il quadro normativo. In epoca più
recente tuttavia, un nuovo provvedimento restrittivo del MINVEC ha di fatto
temporaneamente congelato la possibilità di investire nel settore immobiliare,
allontanando gli investitori stranieri.
Il provvedimento infatti ha bloccato la possibilità di vendere gli
appartamenti realizzati dalle imprese miste, nate negli anni precedenti, con
motivazioni di varia natura. Tale misura è ancora oggi in vigore, anche se
alcune vendite possono essere effettuate con un’autorizzazione concessa caso
per caso.
Ai sensi della legge 77, l’investimento in beni immobili può essere
diretto alla costruzione o ristrutturazione di edifici ed abitazioni e all’acquisto
della proprietà o di altri diritti reali. Gli immobili oggetto dell’investimento,
però, non possono essere alienati o acquistati da persone fisiche con la
residenza permanente nel paese - in buona sostanza gli stessi cittadini cubani.
I Cubani infatti, sono obbligati a trasferire i diritti reali sugli immobili di cui
sono titolari allo Stato, il quale gode ex lege, di un diritto di prelazione. Di
fatto, il mercato interno si limita ad operazioni di permuta.
30

L’impresa immobiliare con capitale misto può investire esclusivamente
in appartamenti o edifici che sono utilizzati per i seguenti fini:
- alloggi, a titolo di residenza (non permanente) o a fini turistici, per
persone fisiche senza la residenza permanente in Cuba;
- sedi od uffici di persone giuridiche straniere;
- immobili destinati al turismo.
Per ciò che concerne i modi di acquisto e di trasferimento dei diritti su
questi immobili la legge, oltre a richiamare la legislazione vigente, fa rinvio
a quanto specificato in ogni singolo atto di autorizzazione dell’investimento
straniero.
La prassi intervenuta negli anni successivi, ha chiarito quale fossero i
diritti reali su immobili di cui un’impresa con partecipazione straniera
potesse divenire titolare. Di fatto si tratta di un diritto reale non assoluto,
perché il terreno resta sempre di proprietà dello Stato ed inoltre la durata
dell’impresa mista, a cui viene concesso per decreto la proprietà dell’area su
cui verrà realizzato l’investimento immobiliare, non potrà eccedere i 50 anni.
Al termine del periodo, l’impresa verrà liquidata e la proprietà tornerà ad
essere interamente cubana. Si tratta quindi a ben vedere di una fattispecie più
assimilabile ad un diritto di superficie più che ad un diritto di proprietà vero e
proprio.
Differente il caso del diritto dell’acquirente dell’immobile realizzato
dall’impresa mista. In questo caso si tratterà sempre di un diritto di superficie
però esclusivo e senza limitazioni di tempo; il suolo infatti rimarrà sempre di
proprietà dello Stato Cubano.
Questa prassi, come gia’ accennato, è stata bruscamente interrotta nel
2000 allorché, per motivi di varia natura, le Autorità cubane hanno bloccato
la libera commercializzazione degli immobili residenziali destinati agli
stranieri, imponendo al socio straniero dell’impresa mista di vendere la
propria partecipazione al socio cubano. Questo provvedimento non ha
coinvolto le costruzioni destinate al settore alberghiero.
31

H) CONCLUSIONE: UNO SGUARDO ALLA REALTA’ ODIERNA
Secondo i dati forniti dal MINVEC, nel corso dell’anno passato le
Associazioni Economiche Internazionali hanno segnato un calo di circa il
15%, riducendosi dalle 403 attive alla fine del 2002 alle 342 del 2003 2 .
Più precisamente, le imprese con partecipazione di capitale spagnolo
sono diminuite, in un anno, da 105 a 98, quelle con capitale canadese da 70 a
52, quelle con capitale italiano da 57 a 51. Le nuove joint-ventures costituite
nel 2003 invece, sono state solamente 7, a fronte delle 24 dell’anno
precedente.
I contratti di cooperazione e di amministrazione per beni e servizi,
invece, seguono un trend di crescita, passando dai 270 in vigore del 2002 ai
313 del 2003.
Secondo un’indagine del 2002, le più importanti doglianze degli
investitori europei a Cuba sono state: ritardi nelle concessioni delle
autorizzazioni per le joint ventures; ostacoli frapposti dalle autorità doganali
che impediscono la consegna tempestiva della merce; eccessi burocratici
nella concessione e prolungamento dei visti; il monopolio statale sul mercato
del lavoro (in particolare, la necessità di assumere lavoratori tramite agenzie
di Stato, vedi par. D); regime fiscale non adatto alle esigenze di un’impresa
che opera in un’economia di mercato; carenza di finanziamenti del settore
bancario nazionale a favore delle joint venture.
Attualmente, i settori considerati prioritari dalle Autorità cubane e nei
quali si tende ad aprire al capitale straniero sono: biotecnologia, prodotti
derivati della canna da zucchero, turismo, energia e information technology.
Il MINVEC, attraverso il Centro di Promozione degli Investimenti(CPI),
realizza annualmente una pubblicazione anche in formato elettronico,
contenente tutte le informazioni aggiornate sulle opportunità di investimenti
stranieri a Cuba; tale pubblicazione può essere richiesta direttamente al CPI,
oppure all’ufficio economico e commerciale dell’Ambasciata Cubana a Roma
nonché può essere consultato per via internet al seguente indirizzo web:
www.cpi-minvec.cu .
2 Circa 80 delle joint ventures attualmente attive operano fuori del territorio cubano e includono due hotel
nelle località balneari di Cozumel e Cancun in Messico, una fabbrica di camicie “guayabera” in Namibia,
una fabbrica di gelati in Malesia, l’apertura in franchising della “Bodeguita del Medio” (famoso ristorante
de L’Avana) a Parigi, Varsavia e Dubai, ristoranti a Milano e Londra, nonché la realizzazione di un hotel a
cinque stelle a Shangai.
32

CAP. 4: LE REGOLE DEL COMMERCIO PER L’IMPRESA
STRANIERA
A) IL MONOPOLIO STATALE
Il mercato cubano è retto, ancora oggi, dai principi fondamentali
peculiari di un’economia socialista centralizzata. In particolare, rimangono
attuali due caratteristiche sostanziali, tra loro intimamente connesse. La prima
è che l’unico acquirente cubano nei mercati internazionali è lo Stato, nelle
sue diverse articolazioni. La seconda, conseguenza della prima, è che le
imprese estere non hanno accesso diretto al mercato interno. Lo Stato, in
definitiva, costituisce un diaframma tra i mercati internazionali ed il mercato
interno cubano.
Oltre all’importazione di beni e servizi, anche la distribuzione,
all’ingrosso e al dettaglio, è sottoposta di fatto al monopolio statale, al quale
non sfugge nemmeno la rete di negozi che vendono in valuta. L’unica
eccezione è rappresentata dai piccoli mercati, a prezzo libero, nei quali privati
cittadini, in possesso di specifica licenza, possono vendere prodotti agricoli o
artigianali ma non i prodotti importati.
B) LE VIE AL COMMERCIO
L’impresa straniera che voglia entrare nel mercato cubano, deve
stabilire necessariamente un rapporto commerciale con un ente
d’intermediazione cubano, appartenente al Ministero del Commercio Estero
(ne esistono piu’ di 40), ovvero con imprese cubane - tra cui quelle con
partecipazione di capitale straniero - che abbiano ottenuto l’autorizzazione ad
importare determinati prodotti.
Di norma, l’ente cubano “importatore”, prima di instaurare rapporti
commerciali con l’estero, verifica che determinati bisogni non possano essere
soddisfatti dalla produzione interna, alla quale e’ attribuita priorita’ sul
prodotto straniero. Cosi’, dopo aver identificato i bisogni insoddisfatti, l’ente
raccoglie e valuta diverse offerte concorrenti (in teoria, almeno tre) prima di
decidere con chi concludere l’affare. Nel corso degli ultimi anni, l’acquirente
cubano ha attribuito particolare importanza, oltre che alla qualita’ ed al
prezzo dei beni, anche alle condizioni di consegna della merce, privilegiando
la vendita Fob nell’interesse delle compagnie d’assicurazione e delle
compagnie marittime cubane.
In ogni caso, la portata della trattativa risulta spesso limitata
dall’esistenza di uno schema tipo di contratto, annesso alla risoluzione n.
217/97 del Ministero del Commercio Estero (MINCEX), al quale l’ente
importatore e’ chiamato ad ispirarsi.
33

C) SUCCURSALI ED AGENTI
Per promuovere i propri interessi nel territorio cubano, l’impresa estera
si può servire di una succursale o di un agente. Le due figure sono ben
distinte: la prima è una rappresentanza commerciale della stessa impresa
straniera, autorizzata a compiere determinate operazioni. Il secondo caso
invece identifica una società cubana, espressamente autorizzata dal Ministero
del Commercio Estero (MINCEX), a svolgere un’attività di promozione in
nome e per conto dell’impresa straniera a seguito della sottoscrizione di un
regolare contratto di agenzia. In questo caso la società agente può mettere a
disposizione del cliente straniero anche un ufficio con servizio di segreteria
presso la propria sede e può assumere ufficialmente dei venditori individuati
dal cliente affinché si incarichino della gestione dei propri affari.
Di fatto questa è l’unica possibilità che ha una società straniera di poter
immediatamente aprire un ufficio in Cuba senza dover attendere i tre anni di
lavoro con imprese cubane, conditio sine qua non per ottenere l’iscrizione in
Camera di Commercio e quindi poter aprire un ufficio direttamente.
La materia è regolata dal Decreto 206 del 10 aprile 1996 sulla
Registrazione delle società straniere.
La succursale: condizione per aprire una rappresentanza nell’isola è
l’aver mantenuto rapporti commerciali con un cliente cubano da almeno tre
anni, per un valore complessivo superiore a 500.000 dollari americani.
L’impresa estera, inoltre, deve possedere un capitale sociale equivalente ad
almeno 50.000 dollari americani. Il possesso di questi requisiti può, tuttavia,
essere soggetto a deroga sulla base di una valutazione del Ministro
competente che ravvisi la particolare importanza, per l’economia cubana,
dell’attività della società commerciale straniera.
Le succursali sono obbligate ad iscriversi al Registro nazionale delle
succursali ed agenti di società commerciali straniere. A questo scopo, devono
produrre un’istanza, completa della documentazione richiesta dal Decreto
206/97, all’Incaricato del Registro. Con l’istanza, devono essere presentati:
- una lettera dettagliata sulle ragioni dell’iscrizione, sottoscritta da un
rappresentante la cui firma deve essere legalizzata presso la Camera di
Commercio o da un notaio;
- copia dell’atto di costituzione e dello statuto della società;
- una procura con la quale si designa la persona che agirà come
rappresentante dell’impresa straniera, qualora sia diversa dal titolare;
- la lista dei prodotti o servizi offerti dalla società o dall’imprenditore,
che si ha intenzione di commercializzare a Cuba;
- lettera di referenze bancarie previamente trasmessa ad una banca del
sistema bancario nazionale cubano e risalente a non più di 3 mesi
prima della presentazione dell’istanza;
- Ultimi tre bilanci approvati e certificati.
34

- curriculum vitae del rappresentante;
- informazioni generali sull’attivita’ realizzata dall’impresa negli ultimi
5 anni;
- lista delle società e/o degli organismi nazionali con cui si sono
intrattenute relazioni economiche, nella quale deve essere indicato il
volume degli affari effettuati negli ultimi 3 anni, certificato dalle stesse
società cubane.
Tutti i documenti redatti in italiano devono essere accompagnati dalla
traduzione in spagnolo e legalizzati.
Una volta che l’Incaricato del Registro ha ammesso l’istanza, questa è
trasmessa al MINCEX che è competente ad autorizzare o a negare
l’iscrizione, il quale a sua volta deve dare una risposta entro e non oltre 60
giorni dal deposito dell’istanza presso l’Incaricato del Registro. L’interessato,
in caso di esito positivo, deve formalizzare l’iscrizione alla Camera di
Commercio nel termine perentorio di 90 giorni successivi all’autorizzazione
del MINCEX, adempiendo alle formalità richieste ed al pagamento dei diritti.
L’iscrizione comporta la concessione di una Licenza nella quale sono
descritte le attività autorizzate nonché la tipologia di prodotti che il
richiedente è stato autorizzato a trattare. La Licenza ha una durata di 5 anni,
rinnovabile per altri 3 ad istanza dell’interessato; richiede un pagamento di
una quota d’iscrizione al Registro entro scadenze determinate, pena la revoca
della stessa e la cancellazione dal Registro stesso.
Una succursale non può in ogni caso importare od esportare
direttamente beni o servizi, né realizzare attività di vendita diretta,
all’ingrosso o al dettaglio, né di trasporto di merce nel territorio cubano.Per
tutte queste attività deve servirsi di operatori specializzati cubani. Può,
viceversa, offrire servizi di assistenza al cliente post vendita. L’attività
principale di una succursale, dunque, rimane quella di promozione,
rappresentanza ed intermediazione commerciale.
L’agente: Diversa, come accennato, è la natura dell’agente, ufficio che
è istituito a seguito di un contratto di agenzia tra un’impresa straniera ed una
controparte cubana. Anche l’Agente deve essere iscritto al Registro e ottiene
una Licenza a seguito d’apposita istanza, con la quale deve essere prodotto il
contratto di agenzia.
Per ciò che riguarda le attività non consentite, vale quanto detto per la
succursale.
Possono svolgere la funzione di Agente esclusivamente gli enti cubani
che, nel proprio oggetto sociale, contemplino attività d’intermediazione in
operazioni di commercio con l’estero e che dimostrino di disporre dei mezzi
richiesti per il compimento di tale attività. Non possono divenire agenti,
invece, gli enti cubani autorizzati ad importare merci dall’estero, né quelli
che gestiscono le catene di negozi che vendono in valuta.
35

CAP. 5: POLITICA COMMERCIALE E SISTEMA FINANZIARIO
A) NORMATIVA SUI DAZI
Una delle prime importanti riforme realizzate dal Governo cubano
dopo il crollo del blocco socialista è stata la decentralizzazione del
commercio estero. Sono state create imprese cubane importatrici-esportatrici
operanti in modo indipendente (pur essendo di proprietá statale), mentre il
ruolo del Ministero del Commercio Estero è stato limitato a funzioni di
indirizzo politico e di regolamentazione. Tali riforme hanno subito un'
accelerazione nel 1992, anno in cui sono state introdotte alcune modifiche
costituzionali che hanno eliminato il monopolio del commercio con l'estero
da parte dello Stato. Ultimamente lo sforzo é stato nel senso di ottimizzare e
rendere più agili le relazioni commerciali del Paese.
1. Normativa generale
La nuova regolamentazione del settore del commercio con l'estero ha
reso necessaria una riforma del sistema dei dazi.
Attualmente la normativa fondamentale in materia è il Decreto Legge
N. 124, entrato in vigore nel 1990. Tale Decreto, così come integrato dalle
risoluzioni congiunte N. 4 - 1997 e N. 16 - 2002, dei Ministeri dei Prezzi e
delle Finanze e del Commercio Estero, stabilisce alcuni principi
fondamentali:
• tutti i dazi sono ad valorem, vengono cioè determinati quali
percentuali sul valore dei beni importati,
• viene seguita la Nomenclatura dello Standardized Codification and
Products System, applicato a livello internazionale dal gennaio 1988
dall’ex Consiglio di Cooperazione Doganale;
• vi sono solo due categorie di tariffe: quella generale e quella della
"nazione più favorita", che si applica ai Paesi membri
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio ed ai Paesi con i quali
Cuba ha stipulato contratti bilaterali.
In base alla normativa cubana, le importazioni vengono classificate in:
- importazioni a carattere commerciale, destinate alle necessità della
popolazione o allo sviluppo del Paese;
36

- importazioni saltuarie, senza carattere commerciale, destinate a
persone fisiche o giuridiche.
I beni capitali, grazie agli incentivi che il governo vuole offrire agli
investitori stranieri, sono generalmente oggetto di esenzione totale dai dazi.
Le materie prime o i beni intermedi necessari per la produzione in loco,
possono essere oggetto di esenzioni totali o parziali, a seconda della natura e
dell'uso a cui è destinato il bene.
La normativa che regola l’applicazione dei dazi doganali a Cuba é il
Decreto Legge N. 162, promulgato il 3 aprile del 1996, denominato "Delle
Dogane", integrato dalla risoluzione N.300-2003 del Ministero delle Finanze
e dei Prezzi.
I dazi relativi a merci di carattere commerciale sono regolati dal
Decreto Legge 22 del 15.08.1990.
Cuba ha anche istituito un’imposta doganale per le importazioni non
commerciali, introdotta dal Decreto Legge N. 22 del 16 aprile 1979,
successivamente modificato.
Nel febbraio del 1998 é stata pubblicata la Risoluzione N. 4/1998 che
ha approvato il regolamento per i regimi di "Ammissione Temporanea per
Perfezionamento Attivo", "Reintegrazione di Diritti" e "Restituzione per
Franchigia".
Per un approfondimento sulla normativa vigente è possibile consultare
il sito del Ministero delle Finanze e dei Prezzi alla voce Legislaciòn
Arancelaria: www.mfp.cu
2. Trattamenti preferenziali
Trattamenti preferenziali sono in vigore con i paesi membri
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e con i paesi con i quali Cuba
ha stipulato contratti bilaterali, ai quali si applica la clausola della "nazione
più favorita". Inoltre, Cuba prevede un regime preferenziale con i membri
dell’Associazione Latino-americana di Integrazione (ALADI), i membri del
MERCOSUR e del MCCA. Per l’applicazione delle tariffe preferenziali é
necessario giustificare l’origine dei prodotti secondo quanto stipulato negli
accordi. L’Italia gode della clausola della nazione più favorita.
3. Sdoganamento e documenti di importazione
Lo sdoganamento, necessario per introdurre a Cuba qualsiasi prodotto,
si effettua dietro presentazione dei seguenti documenti:
37

Fattura commerciale, che deve contenere:
• Destinatario
• Data di emissione e numero progressivo
• Data dell’ordine
• Descrizione della merce e voce doganale
• Valore della merce (CIF, FOB, C&F, etc.)
• Numero dei colli, peso lordo
• Peso netto o numero pezzi
• Porto di destinazione
• Ammontare delle spese di trasporto
• Ammontare delle spese di assicurazione
• Condizioni di pagamento
• Dichiarazione redatta dall’esportatore: "El que suscribe, vendedor
de las mercancias que se describen en esta facutra comercial, por
la presente declara que son ciertos y exactos todos los datos que en
ella consta que los precios de dicha mercancias no han sido
alterados por medio de descuentos supuestos, que con motivo de
este embarque no se han facilidado ní facilitará a persona aluna
otra factura, cuenta, recibo u otro documento por un valor mayor
que el aqui consignado; y que las referida mercancias son
productos del suelo o de la industria de...(nome del Paese).
La fattura, esente da visti, è richiesta in 7 copie e va redatta in lingua
spagnola o italiana.
• Certificazioni attestanti l’origine
• Certificato sanitario per prodotti alimentari, materie prime e additivi
per alimenti
• Certificato fitosanitario per prodotti di origine vegetale
• Certificato di analisi emesso da laboratori ufficiali attestanti le
specifiche fisico-chimiche, microbiologiche e tossicologiche
(contenuto di metalli radioattivi, ormoni, residui di pesticidi, etc.)
• Polizza di carico per trasporto via mare
• Air Way Bill per trasporto via aerea
B) LE ZONE FRANCHE
Le autorità cubane nel giugno 1996 hanno approvato il Decreto legge
n. 165, che regola l’attività delle 4 Zone Franche e dei Parchi Industriali nella
Repubblica di Cuba. La legislazione cubana definisce le Zone Franche come
"grandi spazi all’interno del territorio nazionale, debitamente delimitati,
senza popolazione residente, per la libera importazione di beni, senza vincoli
38

con la dogana, nelle quali si realizzano attività industriali, agro-industriali,
tecnologiche e di servizi, con l’applicazione di un regime speciale".
Sono due entità le cubane che gestiscono le zone sopra menzionate:
Havana in Bond S.A. nella località Berroa (Provincia de L’Avana) e
Almacenes Universales S.A. che gestisce le zone site al Wajai (prov.
L’Avana), Mariel e Cienfuegos. Delle quattro zone la piu’ sviluppata a
livello di infrastrutture è quella de Havana in Bond S.A. in quanto già sede di
magazzini e la più attrezzata a livello di infrastrutture, coprendo un’area di
244 ettari, di cui 45 urbanizzati.
Attualmente la normativa delle Zone Franche è in fase di profonda e
completa revisione, unitamente alla struttura organizzativa interna, che
dovrebbe essere completata entro la metá del 2005, e giá da tempo non
vengono rilasciate autorizzazioni per l’insediamento di nuovi Operatori. Il
MINVEC, Ministero responsabile delle ZF, sta ormai da mesi lavorando ad
un progetto di ristrutturazione interna e di riqualificazione della presenza
straniera, assumendo anche decisi provvedimenti di revoca della licenza di
operatore per quelle aziende che non hanno ripetutamente rispettato i
parametri minimi necessari per la presenza nella ZF. Obiettivamente molte
società straniere avevano utilizzato le ZF come un escamotage per garantirsi
rapidamente una presenza stabile nel Paese, senza dover rispettare i requisiti
più rigorosi previsti per l’iscrizione in Camera di Commercio.
C) SISTEMA BANCARIO E CREDITIZIO
Nel 1994 è stata avviata una riforma del sistema finanziario al fine di
modernizzarlo e rendere possibile una sua maggiore integrazione con il
sistema finanziario internazionale.
Nel quadro di tale riforma nel 1997, le attività tipiche di una Banca
Centrale sono state trasferite al neocostituito Banco Central de Cuba (BCC),
mentre al Banco Nacional de Cuba (BNC) sono rimaste le attribuzioni e le
competenze tipiche di un istituto di credito ordinario.
E’ stata creata quindi una catena molto diffusa nel Paese di Casse di
Cambio, Casas de Cambio (CADECA), con la specifica funzione di fornire il
servizio al cambio peso cubano/dollaro, secondo il tasso di cambio di
mercato.
La modernizzazione del sistema bancario non è andata disgiunta da una
intenso programma di informatizzazione: sono stati introdotti sistemi di
pagamento elettronico, è stato organizzato un sistema di compensazione e
sono stati installati sistemi di sportelli automatici per carte di credito
internazionali e locali. Tutto ciò ha fatto sì che nel breve periodo aumentasse
39

la fiducia sia delle Istituzioni Finanziarie Internazionali che degli stessi
cittadini cubani.
In particolare, i cittadini cubani possono ora aprire dei conti correnti
bancari nelle banche nazionali tanto in pesos (la moneta nazionale) come in
dollari. Alcune banche impongono dei depositi minimi per l'apertura di un
conto che può variare a seconda della valuta scelta. Le banche generalmente
utilizzano sia pesos che valuta straniera.
A questo proposito è importante ricordare che nelle transazioni
bancarie internazionali da e per Cuba non deve essere utilizzato il dollaro
americano; essendo infatti sempre in vigore l’embargo USA contro Cuba,
qualunque trasferimento in dollari da e per l’isola ovvero che abbia ad
oggetto Cuba, viene automaticamente bloccato e sequestrato dal Governo
americano.
I pagamenti fra imprese possono essere realizzati in diversi modo:
trasferimenti bancari, assegni e apertura di lettere di credito.
Uno dei problemi principali delle imprese estere che vogliono
commerciare con Cuba è rappresentato da tempi di pagamento molto lunghi;
non c’è dubbio che per entrare nel mercato cubano, oggi, occorre avere una
capacità finanziaria importante per poter reggere dilazioni di pagamento “non
tradizionali”.
Ovviamente la dilazione di pagamento non può andare disgiunta dalle
garanzie che possono essere offerte per la certezza del pagamento alla
scadenza prestabilita.
L’apertura di lettere di credito irrevocabili e confermate è solitamente
piuttosto difficile, a causa della immobilizzazione finanziaria che ne deriva
alla società cubana che intende avvalersi di questa possibilità.
Oggi viene sempre più utilizzato il modello del contratto di
“consignacion” (una specie del nostro contratto di deposito in conto vendita)
affiancato da un contratto di fideicomiso (una sorta di escrow account o
contratto fiduciario) stipulato con una banca o con una società autorizzata. In
questo caso l’effettiva restituzione dei ricavi della merce venduta dalla
società cubana, è garantita dal contratto fiduciario stipulato.
In ogni caso, come sempre, la migliore garanzia del pagamento risiede
in una accurata analisi preventiva del proprio partner-cliente cubano e della
sua solvibilità finanziaria.
In seguito alla risoluzione della Banca Centrale n. 65 del luglio 2003,
che stabilisce che il peso convertibili è l’unico mezzo di pagamento per
denominare ed eseguire qualsiasi transazione tra entitá cubane,
precedentemente eseguite in dollari o altre valute estere, le stesse hanno
l'obbligo di vendere al Banca Centrale tutti i proventi in valuta provenienti
dell'estero e dovranno, di volta in volta, comprare dalla stessa Banca Centrale
la valuta necessaria per i pagamenti degli impegni finanziari nei confronti
dell'estero, a seguito di apposita autorizzazione.
40

Sono escluse da tali obblighi le imprese miste costituite in base alla
legge 77/95 alle quali è consentito operare direttamente in dollari. Viene
inoltre fatta salva la possibilità di utilizzo del dollaro da parte della
popolazione che dispone di tale moneta che può operare conti in dollari.
Si rammenta che, successivamente all’8 novembre 2004, come stabilito
dalla risoluzione della Banca Centrale 80/2004 che vieta la circolazione del
dollaro sul territorio cubano, sui conti bancari in dollari appartenenti sia ai
cittadini cubani che a stranieri non potranno piú essere depositati dollari in
contanti, ma si potranno invece effettuare prelievi di dollari contanti.
Le banche che operano a Cuba sono le seguenti:
• BNC (Banco Nacional de Cuba), ottiene e concede crediti in
moneta nazionale e in moneta convertibile, è autorizzato dal Banco
Central ad effettuare operazioni con le entità straniere ufficiali di
assicurazione del credito.
• BANDEC (Banco de Credito y Commercio), creato nel 1997
come banca commerciale universale, conta su una rete di più di 220
succursali distribuite su tutto il territorio nazionale;
• BPA (Banco Popular de Ahorro), opera dal 1983 ma solo dal
1997 è autorizzato a realizzare ogni tipo di operazione, sia in
moneta nazionale che in valuta.
• BFI (Banco Financiero Internacional S.A.), creato nel 1984,
conta su una rete di 31 succursali, la sua attività principale è quella
di realizzare transazioni in moneta liberamente convertibile.
• BICSA (Banco Internacional de Comercio S.A.), creato nel 1993,
svolge la funzione di "banca delle imprese", grazie al suo alto grado
di automatizzazione.
• Banco Metropolitano S.A., creato nel 1996, è membro del Grupo
Nueva Banca S.A., la sua funzione principale è quella di rendere
servizi alle ambasciate e agli istituti stranieri ubicati in Cuba.
• Banco de Inversiones S.A., anch’esso creato nel 1996 e membro
del Grupo Nueva S.A, è specializzato nel finanziamento di progetti
di investimento e di imprese miste dei principali settori
dell’economia.
• Banco Exterior de Cuba (BEC), creato nel 1999 è la banca più
giovane del sistema cubano ed ha l’autorizzazione a svolgere le
funzioni di banca commerciale. Di fatto, la sua attività principale è
costituita del finanziamento al commercio estero.
Con il Decreto Legge del 28 maggio 1997 n. 173 la Banca Centrale di
Cuba ha creato la possibilità di costituire delle istituzioni finanziarie non
41

ancarie, aventi tra l’altro un ruolo di appoggio al processo di recupero
dell’economia cubana. Fra tali organismi i principali sono:
Financiera Nacional, S.A. (FINSA), compie operazioni di leasing,
factoring e sconti di crediti documentari;
Casas de Cambio, S.A. (CADECA), offrono servizi principalmente al
settore turistico. Stabiliscono il prezzo di acquisto e di vendita di dollari
contro moneta nazionale secondo un meccanismo di domanda e offerta;
Banco Metropolitano, S.A.: offre servizi specializzati (apertura c/c,
bonifici ecc.) al corpo diplomatico ed ai residenti stranieri.
Compania Fiduciaria, S.A., è autorizzata a sviluppare le operazioni di
intermediazione finanziaria attraverso la gestione dei crediti come agente
mandatario o procuratore. Svolge servizi di amministrazione contabile di
società ed imprese miste ed effettua studi statistici e di fattibilità.
Fondamentalmente esercita attività di fiduciaria per clienti nazionali e
stranieri. E’ membro effettivo del Comitato Latinoamericano del
Fideicomiso.
Nel quadro del processo di ristrutturazione del sistema bancario, è stata
anche consentita l'apertura di uffici di rappresentanza di istituzioni finanziarie
bancarie e non bancarie straniere. Ad oggi le banche straniere che hanno
aperto una sede a Cuba sono:
Société Générale, Banco Bilbao Viscaya, ARGENTARIA, Banco
Sadabell, FRANSABANK SAL, Banco Nacional de Commercio Exterior
SNC, BNP Paribas, Probanca Servicios Financieros, CAJA MADRID,
National Bank of Canada, Republic Bank, Netherlands Caribbean Bank NV,
ING Barings, Fincomex Ltd, Carribean Finance Investments Ltd.
Non esistono al momento uffici di rappresentanza di banche italiane a
Cuba.
E` possibile ottenere ulteriori informazioni sulle banche operanti a
Cuba consultando il sito della Camera di Commercio di Cuba:
www.camaracuba.cu
La Banca Europea per gli Investimenti
L’Unione Europea, per favorire e promuovere la cooperazione e lo
sviluppo dei PVS, si avvale della sua Istituzione Finanziaria: la Banca
42

Europea per gli Investimenti, BEI. La BEI svolge la sua attività in base ad
accordi di cooperazione internazionale nei PVS e nell’Est europeo.
La BEI utilizza due modalità di intervento principali: i Prestiti
individuali ed i Prestiti golobali.
I primi sono destinati ai progetti di grandi dimensioni, (superiori ai 25
milioni di ECU) e sono concessi solo ai Governi nazionali. I secondi, invece,
sono destinati ai progetti di piccola e media dimensione (inferiori ai 25
milioni di ECU). I soggetti privati potranno richiedere il finanziamento alle
banche intermediarie locali beneficiarie delle linee di credito BEI..
E' possibile ottenere informazioni consultando il sito internet
www.eib.eu.int o scrivendo all'indirizzo e-mail: info@eib.org .
43

CAP. 6: RAPPORTI ECONOMICI CON L’ITALIA
A) ANDAMENTO DEGLI SCAMBI E POLITICA
COMMERCIALE
L’interscambio commerciale con il nostro Paese rimane piuttosto esiguo,
evidenziando saldi nettamente favorevoli all’Italia.
Secondo i dati forniti dall’ICE (fonte ISTAT), nel corso dell’anno 2003
l’interscambio tra Italia e Cuba ha raggiunto il valore totale di 247,3 milioni di
Euro, alimentato principalmente dalle esportazioni italiane, che sono state per il
2003 pari a 233, 6 milioni di Euro. Per quanto riguarda le nostre importazioni,
invece, il dato del 2003 e’ pari a 13, 7 milioni di Euro.
Da un rapido confronto con i valori dell’anno precedente (vedi tabella),
risulta evidente che il valore dell’interscambio totale italo-cubano ha subito una
leggera flessione rispetto al 2002, confermando il trend degli ultimi due anni,
caratterizzato da un decremento a fronte di un incremento costante registrato
fino al 2001.
ANNI 1999
Var%
ESPORTAZ
IONI
ITALIANE
197,3
+14,5
IMPORTA
ZIONI
ITALIANE
12
+0,8
TOTALE
INTERSCA
MBIO
209,3
+13,6
SALDO
184,9
+15,3
INTERSCAMBIO ITALIA-CUBA 1999-2004
2000
Var%
269,6
+36,6
VALORI IN MILIONI DI EURO
28,4
+136,7
298
+42,4
241,2
+ 30,4
2001
Var%
280,2
+ 3,9
15,6
-45,7
295,8
-0,7
264,6
+9,7
2002
Var%
248,9
-11,2
15,7
+0,9
264,6
– 11,7
233,2
-13,4
2003
Var%
233,7
-6,12
13,7
– 12,97
247,3
– 6,54
220
-5,66
2004
Var%
180,7
-22,3
13,2
– 3
193,9
167,5
Volendo dettagliare l’analisi sui comparti piu’ rilevanti dell’export
italiano verso Cuba, nel 2004 essi sono stati:
44

– Macchine per impieghi speciali
– Articoli in materie plastiche
– Apparecchiature per la distribuzione ed il controllo dell’elettricitá
– Prodotti della macinazione, amidi e fecole
– Altre macchine per uso generale
– Carni e prodotti a base di carne
– Mobili
– Prodotti in metallo
Per quanto riguarda, invece, le nostre importazioni nel 2004 i
principali prodotti sono stati:
– Metalli di base non ferrosi
– Bevande
– Cuoio
– Prodotti della siderurgia
Con riferimento alla posizione relativa tra i fornitori di Cuba, l’Italia si e’
collocata, nel 2002 (ultimi dati disponibili da fonte statistica cubana), al quinto
posto, dopo il Venezuela, la Spagna, la Cina e il Canada. Tra i Paesi importatori,
invece, l’Italia non figura nemmeno tra i primi tredici piu’ importanti mercati di
sbocco dell’export cubano.
In una situazione di stagnazione dell’economia cubana, acuitasi nel
corso del corrente anno, risulta particolarmente complesso individuare delle
aree o dei settori che offrano concrete opportunita’ per il made in Italy; in
linea di principio si si puo’ affermare che i comparti relativi alla meccanica
strumentale ed alla subfornitura industriale rappresentano sempre aree di
tradizionale interesse per il mondo imprenditoriale italiano, soprattutto
qualora trattasi di forniture di beni di non particolarmente elevato valore
aggiunto tecnologico o di macchinari dismessi e riattivati con operazioni di
revamping. Il degrado dell’industria cubana imporrebbe infatti un deciso
miglioramento degli standards produttivi con effetti immediati per quanto
attiene all’ottimizzazione dei tempi e soprattutto dei costi dei processi
produttivi.
Purtroppo l’attuale situazione economica dell’isola rende opportuna
una nota di cautela nell’attivare relazioni commerciali con partners che
potrebbero non trovarsi in grado di far fronte agli impegni di spesa derivanti
dall’acquisto dei beni sopra indicati.
Analogamente il comparto dei beni di consumo di fascia media-bassa
potrebbe fornire interessanti opportunita’ stante la generalizzata penuria di
prodotti di tal genere sul mercato locale, ma anche in questo caso si
riscontrano notevoli difficolta’ di garantire i pagamenti ai fornitori esteri.
45

Esistono tuttavia alcune nicchie di particolare interesse, soprattutto
qualora l’imprenditore dovesse rivolgere la propria attenzione ai processi di
investimento nell’isola; ci si riferisce ai campi della biotecnologia,
apparecchiature ed attrezzature mediche, al settore del recupero e restauro
architettonico del patrimonio urbanistico dell’isola ed al tradizionale settore
del turismo inteso soprattutto come servizi e forniture.
Attenzione puo’ essere posta verso l’importazione di materie prime
quali marmi, legnami, e prodotti residuali della lavorazione della canna da
zucchero che hanno una molteplice destinazione d’uso a scopi industriali.
In prospettiva futura i settori che necessiteranno maggiori interventi
strutturali sono quelli relativi a trasporti urbani ed extraurbani,
telecomunicazioni, rete infrastrutturale e finanziario-assicurativo.
B) INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI ITALIANI E IMPRESE
ITALIANE OPERANTI IN LOCO.
Nel campo degli investimenti l’Italia risulta il terzo investitore dopo
Canada e Spagna. Secondo fonti cubane il totale degli investimenti stranieri
dal 1992 al 2002 è stato di circa 5900 milioni di dollari (di cui solo una parte
erogati) e l’Italia avrebbe contribuito per circa 1.660 milioni di dollari.
I maggiori settori d’intervento dei nostri investimenti sono: le
telecomunicazioni, il turismo, i trasporti, l’industria alimentare, l’industria
meccanica, l’informatica, le costruzioni e l’agricoltura.
Va segnalato comunque che sempre piú frequentemente le forniture
effettuate ai clienti cubani da parte delle nostre aziende sono soggette a
lunghi ritardi nei pagamenti. Attualmente le aziende italiane in attesa di
pagamento sono diverse decine con crediti che ammontano ad alcuni milioni
di Euro e per alcune di esse, soprattutto quelle di piccole dimensioni che
operano esclusivamente sul mercato cubano, il ritardo nella riscossione dei
crediti mette in serio pericolo la loro stessa sopravvivenza aziendale.
Volendo effettuare una valutazione degli investimenti diretti da e verso
l’Italia, si puó senza dubbio asserire che le nostre imprese, nonostante le
gravi difficoltá causate dalla crisi economica cubana, con i suoi problemi di
credito, mancati pagamenti, nonché l’assenza di copertura assicurativa
SACE, continuano ad essere molto presenti a Cuba, dove occupano una
posizione di notevole rilievo.
Tuttavia, se confrontata con quella degli altri Paesi investitori, la
presenza italiana a Cuba, in termini di IDE, risulta complessivamente
piuttosto modesta, se si eccettuano le operazioni condotte da tre aziende
leader nei settori delle telecomunicazione, dei trasporti marittimi e
dell’industria alimentare, le restanti operazioni riguardano per lo piú
iniziative di medio e piccolo cabotaggio, finalizzate principalmente allo
46

stabilimento in loco di punti di commercializzazione di beni di consumo o
forniture industriali.
Nello schema concepito infatti dalle autorita’ cubane, l’investitore
estero deve apportare capitale, know- how e mercato, riservando invece alla
controparte locale l’apporto della manodopera (di norma ampiamente
qualificata), l’utilizzo di eventuali strutture (generalmente ipervalutate) ed
eventuali vantaggi comparativi derivanti dalla stategicita’ della posizione
geografica dell’isola. Tale situazione, unita ai sopra descritti abitudinali
ritardi nei pagamenti, al frequente arbitrio nell’applicazione della norma, non
consente ad una piccola e media impresa di operare agevolmente su questo
mercato.
Occorre segnalare infine che, per settori di particolare interesse per le
imprese italiane quali quelli relativi alla ristrutturazione infrastrutturale
dell’isola, il Governo Cubano sembra attendere possibili modificazioni nello
scenario politico internazionale.
47

Gli strumenti di sostegno finanziario ed assicurativo pubblico SIMEST
e SACE.
Come piu’ volte ricordato, il sistema imprenditoriale italiano, benche’
relativamente presente ed attivo in a Cuba, sconta i ritardi che caratterizzano
il sistema di finanziamento -sia esso pubblico che privato- per le azioni
condotte dalle PMI sui mercati esteri. Cio’ nonostante alcuni strumenti
SIMEST, quali quelli offerti dalla legge 100 e dalla legge 394, vengono
positivamente attivati nel paese.
Come noto la SIMEST, istituita nel 1990, ha “finalità di promozione e
sostegno finanziario, tecnico, economico ed organizzativo di specifiche
iniziative di investimento e di collaborazione commerciale ed industriale
all’estero da parte di imprese italiane, con preferenza per quelle di medie e
piccole dimensioni, anche in forma cooperativa, comprese quelle
commerciali, artigiane e turistiche ”( art.1, 1° comma L.100 del 24/04/90).
Il decreto legislativo 143/98 ha razionalizzato la normativa in materia di
commercio estero apportando così modifiche sostanziali all’attività della
SIMEST e concentrando presso di essa tutte le agevolazioni per le attività
delle imprese italiane all’estero con un ampliamento degli strumenti di
intervento (Per informazioni:SIMEST Area Promozione e Sviluppo- Corso
Vittorio Emanuele II, 323 00186 ROMA Tel: 0668635309Fax: 0668635404
e-mail: info@simest.it http://www.simest.it).
La SACE S.p.A., che dal 1° gennaio 2004 succede all’Istituto per i Servizi
Assicurativi del Commercio Esteri, assume in assicurazione e riassicurazione
i rischi di carattere politico, economico e commerciale a cui sono esposti gli
operatori italiani nelle loro transazioni internazionali, fornendo sostegno
all’internazionalizzazione dell’economia italiana.
Le durate massime dei crediti sono regolamentate da accordi internazionali.
Per i crediti sino a 24 mesi vengono seguite le regole dell’Unione di Berna,
che tengono conto della natura dei beni da esportare. Per i crediti oltre i 24
mesi devono essere osservate le regole di una normativa internazionale, nota
come Consensus sui crediti all’esportazione.
Le categorie SACE vanno da 1 a 7 in ordine crescente di rischio. Cuba viene
considerata un Paese a rischio 7 ed è attualmente “in sospensiva”, per cui
tutte le operazioni con pagamento a breve e medio-lungo termine sono
escluse dalla copertura assicurativa, salvo alcuni tipi di operazioni che
vengono presi in esame caso per caso. (Per informazioni: SACE S.p.A. -
Divisione Marketing Tel. 06.6736329, e-mail
div.marketing@sace.it sito internet http://www.isace.it).
48

Altri strumenti di sostegno all’internazionalizzazione
Il Ministero delle Attività Produttive, per favorire un insediamento sempre
più stabile sui mercati esteri delle imprese italiane, ha previsto la revisione
degli strumenti finanziari ed assicurativi in favore dell’export e
dell’Internazionalizzazione del nostro sistema produttivo attraverso
investimenti diretti ed una vasta gamma di accordi di cooperazione tra
imprese.
Gli strumenti di cui si avvale per implementare accordi di collaborazione
industriale e commerciale sono:
1) la L.1083/54, “Concessioni e contributi per lo sviluppo delle esportazioni
italiane”, attraverso la quale il Ministero è autorizzato a concedere contributi
ad enti ed associazioni per l’organizzazione di mostre all’estero, per la
partecipazione a fiere, mostre ed esposizioni estere, per l’incremento delle
esportazioni dei prodotti dell’artigianato, dei traffici dei rapporti commerciali
con l’estero nonché per la redazione e la stampa di pubblicazioni per la
propaganda di prodotti italiani all’estero.
2) la L. 83/89 attraverso la quale il Ministero concede un contributo annuale
sulle spese sostenute per l’esportazione di beni e servizi prodotti dalle
imprese associate ai Consorzi Export.
Per informazioni:
Ministero delle Attivita’ Produttive
(gia’ Ministero per il Commercio Estero) – Viale Americhe 341 00144 Roma
tel. 06.59931 www.mincomes.it
PRINCIPALI ACCORDI BILATERALI
- Accordo sulla promozione e protezione degli investimenti, con
protocollo e scambi di lettere del 7 maggio 1993. Ratifica 10.8.1995 e
8.3.1994 (GU 39/95) in vigore dal 23.8.1995;
- Accordo in materia di cooperazione turistica, firmato all’Avana il
23 dicembre 1997 ed entrato in vigore il 25 maggio 1998;
- Convenzione per evitare le doppie imposizioni in materia di
imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni
fiscali, firmata a Roma il 17 gennaio del 2000 (ancora non in vigore).
-
49

INDIRIZZI UTILI
In Italia
Ambasciata di Cuba e Ufficio Commerciale
Via Licinia 7
Roma
Tel: 06 -5755984/7
Telex: 610677
Fax: 06-5745445
Consolato Generale
Via Podgora, 135
20099 Sesto S. Giovanni (MI)
Tel: (02) 22470853
Fax: (02) 22471029
A Cuba
Ambasciata d’ Italia
5 Avenida n.402 - esq. Calle 4
Miramar – Playa
La Habana
Tel: (+537) 2045615
Fax: (+537) 2045659; 2045661
E.mail: ambasciata.avana@esteri.it
commerciale.ambavana@esteri.it (Ufficio Commerciale)
ICE - Istituto Italiano per Il Commercio Estero
Ufficio di Citta' del Messico competente per Cuba e Centroamerica
Campos Eliseos 345
7 piso Edificio OMEGA
11560 Mexico D.F.
Tel. (0052-55) 52808425,52813957,52813950,
Fax (0052-55) 5280 2324
E mail messico@messico.ice.it
Siti web www.ice.it - www.italtrade.com
Organismi dell´Amministrazione Centrale dello Stato cubano
50

Ministerio de Comercio Exterior (MINCEX)
Tel: 54-32-37/ 33-58-30
Fax: 55-03-76
Indirizzo: Infanta No. 16, e/ 23 y Humbolt, Vedado, Plaza de la Revolución
Ministerio de Comercio Interior
Tel: 867000/: 8627641
Fax: 33-80-16
Indirizzo: Habana No. 258, e/Juan de Dios y Empedrado, Habana Vieja.
Ministerio de la Construcción
Tel: 33-52-44 / 55-53-01 / 55-53-00 / 55-52-99/ 88-14-745/ 88-18-583
Fax: 33.52.44
Indirizzo: Ave. Carlos Manuel de Céspedes y 35, Plaza de la Revolución
Ministerio Economia y Planificación
Tel: 55-53-89/ 55-53-71/ 55-53-73
Fax: 33-52-87
Indirizzo: 20 de Mayo y Ayesterán, Plaza de la Revolución
Ministerio de Finanzas y Precios
Tel: 86-71-800
Fax: 33-80-50
Indirizzo: Obispo No.211 esq. a Cuba, Habana Vieja
Ministerio de la Industria Alimenticia
Tel: 20-36-801/ 20-36-809/ 23-46-71 / 23-62-47 / 24-17-02
Fax: 24-05-17
Indirizzo: Ave. 41, No. 4455 e7 48 y 50, Playa
Ministerio de la Industria Básica
Tel: 87-36-142
Fax: 87-35-825
Indirizzo: Ave. Salvador Allende No. 666 e/ Oquendo y Soledad, Centro
Habana
Ministerio de la Industria Ligera
Tel: 86-70-380, 81,82,85
Fax: 86-70-300
Indirizzo: Empedrado No. 302, Esq. a Aguiar, Habana Vieja
Ministerio de la Industria Sideromecánica y Electrónica
Tel: 45-33-32/ 26-75-856
51

Fax: 26-70-501
Indirizzo: Ave. Indipendenzia y Calle 100, Boyeros
Ministerio de Relaciones Exteriores (MINREX)
Tel: 55-32-60
Fax: 33-30-85
Indirizzo: Ave.Calzada, 360, Vedado
Ministerio de Trabajo y Seguridad Social
Tel: 33-52-54 / 55-00-55/ 55-00-71/55-00-76
Fax: 87-35-816
Indirizzo: Calle 23, Esq. Calle P, Vedado
Ministerio de Turismo
Tel: 33-52-83
Fax: 33-05-46
Indirizzo: Paseo y 19 N.710, Vedado
Ministerio para la Inversión Extranjera
y la Colaboración Económica (MINVEC)
Tel: 20-92-828/ 204-31-00
Fax: 204-34-96
Indirizzo: Calle 1ra. Y 18, No.1803, Miramar, Playa
Centro de Promociones des Inversiones (CPI)
del Ministerio para la Inversión Extranjera y la Colaboración Económica
(MINVEC)
Calle 30 n. 502 e/ 5a y 7 Miramar
Tel. (537) 2023873
Fax 2042105
E mail cpinv@minvec.cu
Banco Central De Cuba
Tel: 33-80-03 / 862-76-01 / 862-85-55
Fax: 66-66-01
Indirizzo: Calle Cuba No. 402, Aguiar 411, Habana Vieja
Camara de Comercio de La República de Cuba
Tel: 830-44-36
Fax: 33-30-42
Indirizzo: Calle 21 No. 661 esq. a A, Vedado
Sito web www.camaracuba.com
E mail bic@camara.com.cu
52

Zona Franca De La Habana (Berroa)
Tel.: 95-95-14
Fax: 95-91-40
Indirizzo: Autopista de Berroa, Km.1, Habana Del Este
Zona Franca Mariel e Wajay
Tel.: 55-86-58
Fax.:66-97-34
Indirizzo: Autopista Wajay Km.1/2, esq. con Mulgar De Autopista de
Aerocaribbean
Aduana General de la República de Cuba
Tel: 88-14-144
Fax: 83-35-777
Indirizzo: Calle 39, Esq.6, Nuevo Vadero
Aeropuerto Internacional Jose Marti
Tel: 33-577,9
Informacion: 33-5753/33-5666
Fax: 33-5723
Indirizzo: Ave. Van Troi Y Final Gnral. Peraza Boyeros
Centro Nacional de Envases Y Embalajes (Cnee)
Tel: 88-10-197/33-3150
Fax: 33-3150
Ave.del Bosque No. 121 e (Ave. Zoologico Y Calle 36, Nuevo Vedado)
Oficina Cubana de La Propriedad Industrial
Tel: 33-56-10/ 86-24-379
Fax: (537) 33-5610
Picota No. 15 E/Luz Y Acosta, Habana Vieja
FONTI
• Oficina Nacional de Estadística, Anuario Estadístico de Cuba 2002,
2003
• Commissione Europea, Overview of the Cuban Economy, aprile 2004
• The Economist Intelligence Unit, Country Report - Cuba at a glance:
2004-2005
• I.C.E., Cuba – Guida Paese, ottobre 2001
53

• Calendario Atlante de Agostini, 2004
• Fonti interne del Ministero degli Affari Esteri italiano
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia l’Avvocato Nicola Cecchi per la preziosa consulenza prestata.
54