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L’Assunzione ci invita<br />

vigorosamente a confidare in Dio<br />

Il brano del Vangelo di San Luca<br />

che leggiamo nella liturgia di questa<br />

Solennità ci fa vedere il cammino<br />

che la Vergine di Nazaret ha percorso<br />

per essere nella gloria di Dio. E’ il<br />

racconto <strong>della</strong> visita di Maria ad Elisabetta<br />

(cfr. Lc 1,39-56), in cui la Madonna<br />

è proclamata benedetta fra<br />

tutte le donne e beata perché ha creduto<br />

al compimento delle parole che<br />

le sono state dette dal Signore. E nel<br />

canto del Magnificat che eleva con<br />

gioia a Dio traspare la sua fede profonda.<br />

Ella si colloca tra i “poveri” e<br />

O<br />

Integrazione armoniosa<br />

tra contemplazione e attività<br />

8 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />

gli “umili”, che non fanno affidamento<br />

sulle proprie forze, ma che si fidano<br />

di Dio, che fanno spazio alla sua<br />

azione capace di operare cose grandi<br />

proprio nella debolezza.<br />

Se l’Assunzione ci apre al futuro<br />

luminoso che ci aspetta, ci invita<br />

anche con forza ad affidarci di più a<br />

Dio, a seguire la sua Parola, a ricercare<br />

e compiere la sua volontà ogni<br />

giorno: è questa la via che ci rende<br />

“beati” nel nostro pellegrinaggio<br />

terreno e ci apre le porte del Cielo.<br />

Cari fratelli e sorelle, il Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II afferma:<br />

“Maria assunta in cielo, con la sua<br />

molteplice intercessione continua<br />

a ottenerci le grazie <strong>della</strong> salvezza<br />

eterna. Con la sua materna carità<br />

si prende cura dei fratelli del Figlio<br />

ancora peregrinanti e posti in mezzo<br />

a pericoli e affanni, fino a che non<br />

siano condotti nella patria beata”<br />

(Lumen gentium, 62). Invochiamo la<br />

Vergine Santa, sia la stella che guida<br />

i nostri passi all’incontro con il suo<br />

Figlio nel nostro cammino per giungere<br />

alla gloria del Cielo, alla gioia<br />

eterna.<br />

(Estratto dell’Angelus nella<br />

Solennità dell’Assunzione, 15/8/2012)<br />

Durante la giornata, nessuno si mostrava più socievole di San Domenico ma, la notte,<br />

nessuno era più assiduo di lui nella veglia <strong>della</strong> preghiera.<br />

ggi la Chiesa celebra la memoria<br />

di San Domenico di Guzmán,<br />

Sacerdote e Fondatore dell’Ordine<br />

dei Predicatori, detti Domenicani. In<br />

una precedente Catechesi, ho già illustrato<br />

questa insigne figura e il fondamentale<br />

contributo che ha apportato<br />

al rinnovamento <strong>della</strong> Chiesa del suo<br />

tempo. Oggi, vorrei metterne in luce<br />

un aspetto essenziale <strong>della</strong> sua spiritualità:<br />

la sua vita di preghiera.<br />

“Parlava sempre di<br />

Dio, o con Dio”<br />

San Domenico fu un uomo di<br />

preghiera. Innamorato di Dio, non<br />

ebbe altra aspirazione che la salvezza<br />

delle anime, in particolare di<br />

quelle cadute nelle reti delle eresie<br />

del suo tempo; imitatore di Cristo,<br />

incarnò radicalmente i tre consigli<br />

evangelici unendo alla proclamazione<br />

<strong>della</strong> Parola una testimonianza di<br />

una vita povera; sotto la guida dello<br />

Spirito Santo, progredì sulla via <strong>della</strong><br />

perfezione cristiana. In ogni momento,<br />

la preghiera fu la forza che<br />

rinnovò e rese sempre più feconde<br />

le sue opere apostoliche.<br />

Il Beato Giordano di Sassonia,<br />

morto nel 1237, suo successore alla<br />

guida dell’Ordine, scrive così: “Durante<br />

il giorno, nessuno più di lui si<br />

mostrava socievole... Viceversa di<br />

notte, nessuno era più di lui assiduo<br />

nel vegliare in preghiera. Il giorno<br />

lo dedicava al prossimo, ma la notte<br />

la dava a Dio” (P. Filippini, San Domenico<br />

visto dai suoi contemporanei,<br />

Bologna 1982, p. 133). In San Domenico<br />

possiamo vedere un esempio<br />

di integrazione armoniosa tra<br />

contemplazione dei misteri divini e<br />

attività apostolica.<br />

Secondo le testimonianze delle<br />

persone a lui più vicine, “egli parlava<br />

sempre con Dio o di Dio”. Tale<br />

osservazione indica la sua comunione<br />

profonda con il Signore e, allo<br />

stesso tempo, il costante impegno di<br />

condurre gli altri a questa comunione<br />

con Dio.<br />

I nove modi di pregare<br />

Non ha lasciato scritti sulla preghiera,<br />

ma la tradizione domenicana<br />

ha raccolto e tramandato la sua esperienza<br />

viva in un’opera dal titolo: Le<br />

nove maniere di pregare di San Domenico.<br />

Questo libro è stato composto<br />

tra il 1260 e il 1288 da un frate domenicano;<br />

esso ci aiuta a capire qualcosa<br />

<strong>della</strong> vita interiore del Santo e aiu-

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