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02.06.2013 Views

di un’anima focosa come la sua, che aveva presenziato le proficue predicazioni a Gerusalemme, con moltitudini intere che si convertivano alla Legge Evangelica. Possiamo ben supporre che il demonio dello sconforto abbia bussato alle porte del suo cuore... Fiducia e preghiera erano le uniche armi alla sua portata in questa difficile situazione, e si dispose a usarle. Inattesa e incoraggiante visita della Vergine Maria Nella notte tra l’1 e il 2 gennaio dell’anno 40, l’Apostolo San Giacomo uscì dalle cinta murarie di Cæsaraugusta per andare a pregare sulla riva del fiume Ebro i salmi del Dio vero, pratica giudaica ancora in vigore presso i primi cristiani. Pensava, certamente, al disdegno con cui gli abitanti di quella città, immersi nel paganesimo e nel vizio, disprezzavano l’invito alla vera vita. Era giunto il momento scelto dalla Provvidenza per segnare per i secoli una nazione intera. All’improvviso, un’intensa luce avvolse l’ambiente e la grande moltitudine della milizia celeste diventò visibile, ma quella favolosa visione, contrastante con la dura prova per la quale passava l’Apostolo, non era che una specie di cornice per quanto subito dopo sarebbe accaduto. Maria Santissima, la Madre di Gesù, che era ancora viva e abitava a Gerusalemme, arrivava portata su una nuvola da mani angeliche fino al luogo dove San Giacomo si trovava. Vicino a Lei, altri spiriti celesti portavano una colonna di diaspro, dell’altezza di un uomo e di un palmo di diametro. La adagiarono per terra e la Vergine vi si posò, salutando con affetto l’intrepido Apostolo, che contemplava estasiato l’incredibile spettacolo. Per un singolare privilegio, San Giacomo avrebbe ricevuto direttamente dalle labbra della Madonna 34 Madonna di Fatima · Ottobre 2012 la consolazione e il coraggio di cui necessitava per continuare con determinazione la sua lotta, certo che le difficoltà del momento costituivano solo una prova il cui superamento avrebbe portato abbondanti frutti spirituali. Come pegno di questo celeste messaggio, Maria Santissima volle lasciare al Figlio di Zebedeo il piedistallo sul quale aveva pronunciato parole simili a queste: “Guarda questa colonna sulla quale Mi colloco. Tu sai che mio Figlio l’ha inviata dal cielo per mano di Angeli. In questo luogo la virtù dell’Altissimo opererà prodigi e meravigliosi miracoli per mia intercessione e reverenza, in favore di coloro che implorano il mio aiuto nelle loro necessità; la colonna rimarrà in questo luogo fino alla fine del mondo e non mancheranno mai in questa città fedeli adoratori di Cristo”. 2 Conclusa la celeste e inattesa visita, San Giacomo si trovò nuovamente da solo con i suoi discepoli. Possiamo concepire la gioia che s’impossessò di quel ridotto gruppo di cristiani: la Madre di Dio era venuta a consolarli nella tribolazione, lasciando un peculiare simbolo di quello che, come frutto del loro apostolato, avrebbe dovuto essere la Fede incrollabile di quel popolo. Primordi dell’attuale Santuario Poche sono le notizie di cui disponiamo su quanto accadde a partire da questo momento, se non che, per la conservazione del prezioso Pilar – con questo nome si conobbe, più tardi, la celeste colonna –, San Giacomo e i suoi eressero una minuscola edicola, che fu conservata tale e quale fino alla riforma della Basilica, realizzata alla metà del XVIII secolo. Costruita in laterizi, in senso parallelo alle mura della città, era di quasi quattro metri e mezzo di lunghezza per poco più di due di larghezza. 3 È da supporre anche che, sebbene il culto delle immagini an- cora non fosse stato stabilito nella Chiesa, essi abbiano posto sopra la colonna un’effigie di Maria, poiché, in caso contrario, anime appena uscite dalle tenebre del paganesimo facilmente avrebbero potuto renderla oggetto di un culto feticista, come non era raro accadesse in quell’epoca con oggetti simili. Altri, tuttavia, credono che a San Giacomo sia stata consegnata dalla Madonna anche una statua, forse la stessa che ancor oggi è venerata nel luogo. I frutti della predicazione dell’Apostolo e del suo piccolo gruppo di seguaci non si fecero attendere i frutti. A partire da quel momento la Fede cominciò ad attecchire con forza tanto a Saragozza quanto nel resto della Penisola Iberica. Già San Paolo ci parla dell’esistenza di una Chiesa in Spagna (cfr. Rm 15, 24) e sono costanti i riferimenti ad essa nel corso della Storia. E quando nel IV secolo iniziò la persecuzione di Diocleziano, Santa Engrazia e i suoi compagni scrissero col loro sangue in quella città il bellissimo episodio degli “innumerevoli martiri”, narrato dal poeta Prudenzio nella sua opera Peristéfanon. Il Pilar, incrollabile durante duemila anni Fondata dagli iberi nel terzo secolo dell’Era Antica, Saragozza sperimentò nel corso della sua multisecolare storia l’influsso di diverse razze e culture, che modellarono a poco a poco il carattere delle sue genti. Circa 15 anni prima della nascita di Cristo, si trasformò in una città romana prendendo, in onore dell’Imperatore, il nome di Cæsaraugusta. Fu più tardi abitata da visigoti, conquistata da musulmani, riconquistata dai cristiani e, in tempi più recenti, dominata dai francesi durante l’invasione napoleonica. Tuttavia, in tutte queste vicissitudini, qualcosa si mantenne inal

Di fronte ai marosi della Storia, spinti spesso da un odio anticristiano, la Colonna e il culto alla Santissima Vergine rimasero inalterati terato a dispetto di tanta disgrazia. Dal I secolo dell’Era Cristiana fino ai nostri giorni, palpita nel cuore degli abitanti di Saragozza la fede cattolica professata sotto il manto della Madonna del Pilar, devozione che nemmeno le furibonde persecuzioni romane, né la dominazione visigotica, né l’orgoglio dell’eresia ariana, né l’invasione saracena, né le baionette dell’esercito di Napoleone, cariche di odio rivoluzionario contro la religione, riuscirono a distruggere. Di fronte ai marosi della Storia, spinti spesso da un odio anticristiano, il Pilar e il culto alla Santissima Vergine rimasero inalterati, grazie alla speciale protezione profetizzata dalla Vergine Santissima al momento della sua apparizione. L’intolleranza degli almoravidi Lasciamo per un’altra occasione gli interessanti eventi capitati durante le dominazioni germaniche, e situiamoci nella seconda decade dell’VIII secolo, quando, approfittando della decadenza della dinastia visigota, i guerrieri dell’Islam conquistarono la quasi totalità della Penisola Iberica. A seconda delle circostanze concrete con cui si trovarono in ogni luogo, i nuovi signori del- le Spagne imposero condizioni molto diverse alla pratica della Religione Cattolica, le quali variavano dalla persecuzione dichiarata a una tolleranza benevola. Nella città di Saragozza, il culto fu autorizzato, sebbene con pesanti restrizioni, tra cui la proibizione di fare qualsiasi riparazione nei templi, con grave danno allo stato di questi edifici, a mano a mano che i decenni e i secoli facevano sentire su di loro i propri effetti... Erano quasi quattro secoli che la città di Saragozza era sotto il dominio saraceno, quando nel 1118, un re giovane e intraprendente– Alfonso I, il Battagliero – intraprese la riconquista della città. Il Vescovo Mons. Bernardo, da poco espulso dalla sede cæsaraugustana per la crescente intolleranza degli almoravidi, alla fine era morto e, per sostituirlo, il monarca propose al Papa dell’epoca, Gelasio II, la nomina di un virtuoso chierico francese di nome Pietro Librano. Lo stesso Sommo Pontefice, che si trovava allora nel sud della Francia, gli conferì l’ordinazione episcopale e cumulò di benefici spirituali coloro che avessero fatto elemosine per la riparazione della città e della sua chiesa. 4 Eric Salas La Colonna consegnata dalla Madonna all’Apostolo San Giacomo può essere intravista dai fedeli attraverso un’apertura nella parte posteriore della cappella (foto in alto). Nel camerino la Sacra Colonna appare rivestita d’argento, ornata con un mantello e sormontata dall’antichissima statua della Vergine (foto a sinistra) Riconquistata alla fine la città, il nuovo Vescovo si mise in campo per rendere effettivo il desiderio, manifestato dal Santo Padre, di promuovere il restauro del vetusto tempio. Tra gli altri provvedimenti, inviò una lettera a tutti i fedeli cristiani, nella quale menziona quella “chiesa della gloriosa Vergine Maria” come “prevalente e antecedente su tutte per la sua antica e beata reputazione di santità e dignità”. 5 Altri documenti dell’epoca inoltre certificano che la cattedrale di questa diocesi era dedicata alla Beata Vergine Maria. 6 Nel XII secolo questo tempio era noto in tutta Europa, come attesta la naturalezza con cui Mons. Pietro Librana ne parla nella sua lettera, quindi non si può negare la sua esistenza prima dell’invasione saracena. Infatti, se in questo periodo di quattro secoli, come abbiamo visto, a nessuno fu permesso di fare qualsiasi ristrutturazione nei templi cristiani, a fortiori era proibito edificarne uno nuovo. A partire da questo momento, la storia della Chiesa di Santa Maria di Saragozza, come allora era conosciuta, può esser seguita attraverso i documenti che attestano i fatti più importanti ivi avvenuti. Fra que- Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 35

Di fronte ai marosi<br />

<strong>della</strong> Storia, spinti<br />

spesso da un odio<br />

anticristiano, la<br />

Colonna e il culto<br />

alla Santissima<br />

Vergine rimasero<br />

inalterati<br />

terato a dispetto di tanta disgrazia.<br />

Dal I secolo dell’Era Cristiana fino<br />

ai nostri giorni, palpita nel cuore degli<br />

abitanti di Saragozza la fede cattolica<br />

professata sotto il manto <strong>della</strong><br />

Madonna del Pilar, devozione che<br />

nemmeno le furibonde persecuzioni<br />

romane, né la dominazione visigotica,<br />

né l’orgoglio dell’eresia ariana,<br />

né l’invasione saracena, né le baionette<br />

dell’esercito di Napoleone,<br />

cariche di odio rivoluzionario contro<br />

la religione, riuscirono a distruggere.<br />

Di fronte ai marosi <strong>della</strong> Storia,<br />

spinti spesso da un odio anticristiano,<br />

il Pilar e il culto alla Santissima<br />

Vergine rimasero inalterati, grazie<br />

alla speciale protezione profetizzata<br />

dalla Vergine Santissima al momento<br />

<strong>della</strong> sua apparizione.<br />

L’intolleranza degli almoravidi<br />

Lasciamo per un’altra occasione<br />

gli interessanti eventi capitati durante<br />

le dominazioni germaniche, e situiamoci<br />

nella seconda decade dell’VIII<br />

secolo, quando, approfittando<br />

<strong>della</strong> decadenza <strong>della</strong> dinastia visigota,<br />

i guerrieri dell’Islam conquistarono<br />

la quasi totalità <strong>della</strong> Penisola<br />

Iberica. A seconda delle circostanze<br />

concrete con cui si trovarono<br />

in ogni luogo, i nuovi signori del-<br />

le Spagne imposero condizioni molto<br />

diverse alla pratica <strong>della</strong> Religione<br />

Cattolica, le quali variavano dalla<br />

persecuzione dichiarata a una tolleranza<br />

benevola.<br />

Nella città di Saragozza, il culto<br />

fu autorizzato, sebbene con pesanti<br />

restrizioni, tra cui la proibizione di<br />

fare qualsiasi riparazione nei templi,<br />

con grave danno allo stato di questi<br />

edifici, a mano a mano che i decenni<br />

e i secoli facevano sentire su di loro i<br />

propri effetti...<br />

Erano quasi quattro secoli che<br />

la città di Saragozza era sotto il dominio<br />

saraceno, quando nel 1118,<br />

un re giovane e intraprendente–<br />

Alfonso I, il Battagliero – intraprese<br />

la riconquista <strong>della</strong> città. Il Vescovo<br />

Mons. Bernardo, da poco<br />

espulso dalla sede cæsaraugustana<br />

per la crescente intolleranza degli<br />

almoravidi, alla fine era morto e,<br />

per sostituirlo, il monarca propose<br />

al Papa dell’epoca, Gelasio II,<br />

la nomina di un virtuoso chierico<br />

francese di nome Pietro Librano.<br />

Lo stesso Sommo Pontefice, che si<br />

trovava allora nel sud <strong>della</strong> Francia,<br />

gli conferì l’ordinazione episcopale<br />

e cumulò di benefici spirituali<br />

coloro che avessero fatto elemosine<br />

per la riparazione <strong>della</strong> città<br />

e <strong>della</strong> sua chiesa. 4<br />

Eric Salas<br />

La Colonna consegnata<br />

dalla Madonna all’Apostolo<br />

San Giacomo può essere<br />

intravista dai fedeli attraverso<br />

un’apertura nella parte<br />

posteriore <strong>della</strong> cappella<br />

(foto in alto). Nel camerino<br />

la Sacra Colonna appare<br />

rivestita d’argento, ornata<br />

con un mantello e sormontata<br />

dall’antichissima statua <strong>della</strong><br />

Vergine (foto a sinistra)<br />

Riconquistata alla fine la città,<br />

il nuovo Vescovo si mise in campo<br />

per rendere effettivo il desiderio,<br />

manifestato dal Santo Padre, di<br />

promuovere il restauro del vetusto<br />

tempio. Tra gli altri provvedimenti,<br />

inviò una lettera a tutti i fedeli cristiani,<br />

nella quale menziona quella<br />

“chiesa <strong>della</strong> gloriosa Vergine Maria”<br />

come “prevalente e antecedente<br />

su tutte per la sua antica e beata<br />

reputazione di santità e dignità”. 5<br />

Altri documenti dell’epoca inoltre<br />

certificano che la cattedrale di questa<br />

diocesi era dedicata alla Beata<br />

Vergine Maria. 6<br />

Nel XII secolo questo tempio era<br />

noto in tutta Europa, come attesta<br />

la naturalezza con cui Mons. Pietro<br />

Librana ne parla nella sua lettera,<br />

quindi non si può negare la sua<br />

esistenza prima dell’invasione saracena.<br />

Infatti, se in questo periodo di<br />

quattro secoli, come abbiamo visto,<br />

a nessuno fu permesso di fare qualsiasi<br />

ristrutturazione nei templi cristiani,<br />

a fortiori era proibito edificarne<br />

uno nuovo.<br />

A partire da questo momento,<br />

la storia <strong>della</strong> Chiesa di Santa Maria<br />

di Saragozza, come allora era conosciuta,<br />

può esser seguita attraverso<br />

i documenti che attestano i fatti<br />

più importanti ivi avvenuti. Fra que-<br />

Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 35

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