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Da tutta l’eternità Dio Padre ha scelto il posto di ognuno secondo il sapienziale piano che ha tracciato Ben conosceva il nostro Salvatore quanto Egli avrebbe dovuto patire, per questo menziona il calice e il battesimo di sangue, entrambi simboli della sofferenza. 9 E nell’Orto degli Ulivi arriverà a chiedere: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14, 36). Così, Egli chiede a San Giacomo e a San Giovanni se sono preparati a bere il calice che la prima lettura descrive come del dolore, della sofferenza, del dramma. E il battesimo di sangue corrisponderebbe alla Passione dell’Agnello: “Gesù parla dell’immersione come se Egli dovesse esser sprofondato in un abisso di tormenti”. 10 Cecità di fronte alla prospettiva del dolore 39a “Gli risposero: ‘Lo possiamo’”. I due fratelli supponevano, senza dubbio, che il calice e il battesimo cui Nostro Signore alludeva, rappresentassero le difficoltà da superare per raggiungere la gloria temporale immaginata da loro, e che, pertanto, valeva la pena affrontare... probabilmente ritenevano nel loro ottimismo anche che questo battesimo fosse un onore e un prestigio. Ora, questo equivoco è conseguenza dell’incomprensione dell’ammonimento di Nostro Signore riguardo alla sua Passione e Morte, che Egli aveva già menzionato tre volte, dando anche dettagli dei tormenti che avrebbe patito (cfr. Mc 8, 31-32; 9, 31; 10, 33-34). Allo stesso tempo, diventavano sempre più chiare le minacce che questo avrebbe provocato (cfr. Gv 10, 31-40; 11, 49-54). Succede che gli Apostoli, nella loro cieca speranza di felicità mondana, si ostinassero all’idea del Messia temporale. Davano a queste previsioni del Divino Maestro il valore di un linguaggio simbolico, forse credendo che, alla fi- 14 Madonna di Fatima · Ottobre 2012 “Apparizione di Cristo agli Apostoli” – Cattedrale di Notre Dame, Parigi ne, Egli avrebbe dato un colpo qualsiasi e sarebbe stato proclamato Re d’Israele, in qualità di discendente di Davide. Per questo, Giacomo e Giovanni rispondono con animo alla domanda di Nostro Signore: “Possiamo”. I piani di Dio sono inalterabili 39b “E Gesù disse: ‘Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato’”. Alla domanda formulata su un piano meramente naturale e secondo un criterio errato, Nostro Signore replica a partire da una prospettiva soprannaturale: da tutta l’eternità Dio Padre ha scelto il posto di ognuno secondo il Suo piano sapienziale. Pertanto, sebbene fosse legittimo il desiderio dei figli di Zebedeo, era necessario prima di tutto fare la volontà del Padre. Infatti, le parole del Maestro sui due fratelli furono confermate: la Storia ci narra che San Giacomo fu il primo Apostolo a bere il calice del martirio, a Gerusalemme, verso l’anno 44 (cfr. At 12, 1-2). Quanto a San Giovanni, consta sia morto di morte naturale, molto vecchio, intorno all’anno 104. Il discepolo amato non evitò di “bere dal calice”, poiché fu l’unico Apostolo a seguire da vicino la Passione del Signore e a soffrire vicino a Lui; e, secondo un’antichissima tradizione, sarebbe stato gettato più tardi in una vasca di olio bollente, uscendone miracolosamente illeso. 11 Pertanto, in entrambi si realizzò la predizione di Gesù: essi bevvero il calice e passarono per il battesimo di sangue. Gustavo Kralj

Le dispute nel Collegio Apostolico prima di Pentecoste 41 “All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni”. A una certa distanza, gli altri Apostoli seguivano con attenzione il dialog, e s’indignarono udendo la richiesta dei due fratelli. Certamente, non per vero zelo riguardo a Gesù, ma, forse, perché ognuno si riteneva più degno di ricevere l’anelato tributo d’onore. In fin dei conti, desideravano anche loro partecipare alla disputa. Questo rende evidente quanto queste dodici magnifiche colonne sulle quali si sarebbe costruito il sacro edificio della Chiesa avessero, prima della discesa dello Spirito Santo, una visione umana e politico-sociale di Gesù Cristo e stavano con gli occhi puntati sulla conquista del potere temporale. 42 “Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: ‘Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere’”. Con questo riferimento ai governanti dell’epoca, Cristo ammoniva i suoi Apostoli che chi desidera la gloria mondana e assume il potere per amor proprio, finisce per essere un tiranno. Infatti, senza l’aiuto della grazia e la pratica della virtù, la tendenza del potente è di opprimere i sottoposti. Ed essendo stati i giudei schiavizzati diverse volte, essi portavano le cicatrici di amare esperienze... Il criterio di precedenza tra i buoni 43 “Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore; 44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti”. Tra i buoni, quale deve essere il criterio di precedenza? Nostro Signore insisterà per due volte che è quello della sottomissione: esser servo ed esser schiavo. Entro l’istituzione che Egli sta fondando, si deve imparare a servire: chi più serve, più grande sarà; e chi meno serve, minore sarà. Quello che qualifica per il Regno di Dio è la disposizione a servire. Nostro Signore non condanna, dunque, il desiderio di essere il primo nella linea del bene, quanto il mezzo errato di arrivare a questa posi- zione. “Egli non Si stupisce della preoccupazione dei discepoli, e non contesta il principio della gerarchia, ma insinua lo spirito nuovo che deve animare i capi”. 12 Il cammino, questo sì, è quello il cui esempio è stato dato da Lui stesso: servizio e schiavitù. L’esempio del Figlio dell’Uomo 45 “Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Già durante l’infanzia, Gesù Si posò nella più piena soggezione e a servizio di Maria Santissima e di San Giuseppe, pur essendo Dio e il Creatore di entrambi. Più ancora, Si pose in sottomissione di tutti quanti avevano bisogno di Lui, per non dire di tutto il genere umano che Egli avrebbe redento sulla Croce. Questa è la via attraverso cui Egli riscatta e ordina tutta la creazione. Infatti, insegna l’Apostolo che “quasi tutte le cose sono purificate col sangue, e senza spargimento di sangue non esiste il perdono” (Eb 9, 22). Cristo è venuto per perdonarci e salvarci, per servirci e sacrificare la vita per noi. E il Cielo, per stare nella nostra natura più vicino al trono del Padre, è sempre disposto ad aiutarci. “La Sacra Famiglia” – Vetrata della Parrocchia di Saint-Laurent-sur-Sèvre (Francia) Gustavo Kralj Nel Regno di Cristo, chi più serve, più grande sarà; e chi meno serve, minore sarà Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 15

Da tutta<br />

l’eternità<br />

Dio Padre ha<br />

scelto il posto<br />

di ognuno<br />

secondo il<br />

sapienziale<br />

piano che ha<br />

tracciato<br />

Ben conosceva il nostro Salvatore quanto Egli<br />

avrebbe dovuto patire, per questo menziona il<br />

calice e il battesimo di sangue, entrambi simboli<br />

<strong>della</strong> sofferenza. 9 E nell’Orto degli Ulivi arriverà<br />

a chiedere: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te,<br />

allontana da me questo calice! Però non ciò che<br />

io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14, 36). Così,<br />

Egli chiede a San Giacomo e a San Giovanni<br />

se sono preparati a bere il calice che la prima lettura<br />

descrive come del dolore, <strong>della</strong> sofferenza,<br />

del dramma. E il battesimo di sangue corrisponderebbe<br />

alla Passione dell’Agnello: “Gesù parla<br />

dell’immersione come se Egli dovesse esser sprofondato<br />

in un abisso di tormenti”. 10<br />

Cecità di fronte alla prospettiva del dolore<br />

39a “Gli risposero: ‘Lo possiamo’”.<br />

I due fratelli supponevano, senza dubbio, che il<br />

calice e il battesimo cui Nostro Signore alludeva,<br />

rappresentassero le difficoltà da superare per raggiungere<br />

la gloria temporale immaginata da loro,<br />

e che, pertanto, valeva la pena affrontare... probabilmente<br />

ritenevano nel loro ottimismo anche che<br />

questo battesimo fosse un onore e un prestigio.<br />

Ora, questo equivoco è conseguenza dell’incomprensione<br />

dell’ammonimento di Nostro Signore<br />

riguardo alla sua Passione e Morte, che Egli<br />

aveva già menzionato tre volte, dando anche dettagli<br />

dei tormenti che avrebbe patito (cfr. Mc 8,<br />

31-32; 9, 31; 10, 33-34). Allo stesso tempo, diventavano<br />

sempre più chiare le minacce che questo<br />

avrebbe provocato (cfr. Gv 10, 31-40; 11, 49-54).<br />

Succede che gli Apostoli, nella loro cieca<br />

speranza di felicità mondana, si ostinassero<br />

all’idea del Messia temporale. Davano a queste<br />

previsioni del Divino Maestro il valore di un linguaggio<br />

simbolico, forse credendo che, alla fi-<br />

14 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />

“Apparizione di Cristo agli Apostoli” – Cattedrale di Notre Dame, Parigi<br />

ne, Egli avrebbe dato un colpo qualsiasi e sarebbe<br />

stato proclamato Re d’Israele, in qualità di<br />

discendente di Davide. Per questo, Giacomo e<br />

Giovanni rispondono con animo alla domanda<br />

di Nostro Signore: “Possiamo”.<br />

I piani di Dio sono inalterabili<br />

39b “E Gesù disse: ‘Il calice che io bevo<br />

anche voi lo berrete, e il battesimo che<br />

io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma<br />

sedere alla mia destra o alla mia sinistra<br />

non sta a me concederlo; è per coloro<br />

per i quali è stato preparato’”.<br />

Alla domanda formulata su un piano meramente<br />

naturale e secondo un criterio errato,<br />

Nostro Signore replica a partire da una prospettiva<br />

soprannaturale: da tutta l’eternità Dio Padre<br />

ha scelto il posto di ognuno secondo il Suo<br />

piano sapienziale. Pertanto, sebbene fosse legittimo<br />

il desiderio dei figli di Zebedeo, era necessario<br />

prima di tutto fare la volontà del Padre.<br />

Infatti, le parole del Maestro sui due fratelli<br />

furono confermate: la Storia ci narra che San<br />

Giacomo fu il primo Apostolo a bere il calice<br />

del martirio, a Gerusalemme, verso l’anno 44<br />

(cfr. At 12, 1-2). Quanto a San Giovanni, consta<br />

sia morto di morte naturale, molto vecchio, intorno<br />

all’anno 104. Il discepolo amato non evitò<br />

di “bere dal calice”, poiché fu l’unico Apostolo<br />

a seguire da vicino la Passione del Signore e<br />

a soffrire vicino a Lui; e, secondo un’antichissima<br />

tradizione, sarebbe stato gettato più tardi in<br />

una vasca di olio bollente, uscendone miracolosamente<br />

illeso. 11 Pertanto, in entrambi si realizzò<br />

la predizione di Gesù: essi bevvero il calice e<br />

passarono per il battesimo di sangue.<br />

Gustavo Kralj

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