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Gustavo Kralj “In quel tempo, 35 Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, si avvicinarono a Gesù e Gli dissero: ‘Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo’. 36 Egli chiese: ‘Cosa volete che io faccia per voi?’. 37 Essi risposero: ‘Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra!’. 38 Gesù disse loro: ‘Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?’. 39 Gli risposero: ‘Lo possiamo’. E Gesù disse: ‘Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o al- 10 Madonna di Fatima · Ottobre 2012 a Vangelo A “Nostro Padre Gesù della Salute” – Parrocchia della Candelaria, Siviglia (Spagna) la mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato. 41 All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: ‘Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43 Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore; 44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45 Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 35-45).

commento aL vangeLo – XXIX domenIca deL temPo ordInarIo C’è vita senza sofferenza? È possibile vivere senza sofferenza? Non sarebbe questa la vita ideale cui aspirare? Per raggiungere quest’obiettivo, non sarebbe meglio fuggire sempre dalla croce e cercare di soddisfare in tutto il nostro egoismo? La vita senza dolore è utopia, pura illusione. E la peggior sofferenza per l’uomo è quella di non soffrire ordinatamente, in ragione di una finalità che giustifichi la sua vita. I – La TeoLogIa deLLa Sofferenza È frequente incontrare, nelle persone che cominciano ad aprire gli occhi allo studio della Religione, manifestazioni di un’indignata reazione analoga a quella di Clodoves, re dei Franchi, udendo il racconto della morte del Signore Gesù: “Ah! Perché non c’ero io là con i miei franchi?”. 1 Costa immaginare come ha potuto il Divino Salvatore, la Somma Bontà, esser ucciso in maniera così ingiusta e crudele, senza che nessuno, nemmeno uno dei numerosi beneficiati dai suoi miracoli, si presentasse a difenderLo. La risposta a questa difficoltà, la troveremo nella liturgia di questa domenica, la quale tratta di quello che si potrebbe denominare la “teologia della sofferenza”. Tramite la sofferenza, si giunge alla “scienza perfetta” Nella prima lettura, il profeta Isaia mostra che Nostro Signore ha patito quanto era possibile, Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP per redimere il genere umano: 2 “Ma al Signore è piaciuto macerarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità” (Is 53, 10-11). Nei divini arcani, piacque al Padre permettere che il Figlio, il Servo di Yahweh, fosse “macerato con dolori”. Espressione categorica che significa macinare il grano o pestare l’uva nella pigiatrico. Come passò Lui per questa “macerazione”? Sereno, tranquillo, sopportando tutto come un agnello, senza nessuna lamentela, con totale pazienza e sottomissione ai disegni del Padre. Con questo, insegna San Tommaso, “ha meritato la gloria dell’esaltazione per l’abbattimento della Passione”. 3 Per la via della sofferenza, spiega il profeta, Gesù “otterrà luce e una scienza perfetta”. Ora, che cosa avrebbe potuto Nostro Signore riceve- Nessuno, nemmeno uno dei numerosi beneficiati dai suoi miracoli, si presentò per difendere Gesù Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 11

commento aL vangeLo – XXIX domenIca deL temPo ordInarIo<br />

C’è vita senza<br />

sofferenza?<br />

È possibile vivere senza sofferenza? Non sarebbe questa<br />

la vita ideale cui aspirare? Per raggiungere quest’obiettivo,<br />

non sarebbe meglio fuggire sempre dalla croce e cercare<br />

di soddisfare in tutto il nostro egoismo? La vita senza<br />

dolore è utopia, pura illusione. E la peggior sofferenza per<br />

l’uomo è quella di non soffrire ordinatamente, in ragione di<br />

una finalità che giustifichi la sua vita.<br />

I – La TeoLogIa deLLa Sofferenza<br />

È frequente incontrare, nelle persone che cominciano<br />

ad aprire gli occhi allo studio <strong>della</strong><br />

Religione, manifestazioni di un’indignata reazione<br />

analoga a quella di Clodoves, re dei Franchi,<br />

udendo il racconto <strong>della</strong> morte del Signore<br />

Gesù: “Ah! Perché non c’ero io là con i miei<br />

franchi?”. 1 Costa immaginare come ha potuto il<br />

Divino Salvatore, la Somma Bontà, esser ucciso<br />

in maniera così ingiusta e crudele, senza che<br />

nessuno, nemmeno uno dei numerosi beneficiati<br />

dai suoi miracoli, si presentasse a difenderLo.<br />

La risposta a questa difficoltà, la troveremo<br />

nella liturgia di questa domenica, la quale tratta<br />

di quello che si potrebbe denominare la “teologia<br />

<strong>della</strong> sofferenza”.<br />

Tramite la sofferenza, si giunge<br />

alla “scienza perfetta”<br />

Nella prima lettura, il profeta Isaia mostra che<br />

Nostro Signore ha patito quanto era possibile,<br />

Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP<br />

per redimere il genere umano: 2 “Ma al Signore è<br />

piaciuto macerarlo con dolori. Quando offrirà se<br />

stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà<br />

a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà<br />

del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà<br />

la luce e si sazierà <strong>della</strong> sua conoscenza; il giusto<br />

mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la<br />

loro iniquità” (Is 53, 10-11).<br />

Nei divini arcani, piacque al Padre permettere<br />

che il Figlio, il Servo di Yahweh, fosse “macerato<br />

con dolori”. Espressione categorica che significa<br />

macinare il grano o pestare l’uva nella pigiatrico.<br />

Come passò Lui per questa “macerazione”? Sereno,<br />

tranquillo, sopportando tutto come un agnello,<br />

senza nessuna lamentela, con totale pazienza e sottomissione<br />

ai disegni del Padre. Con questo, insegna<br />

San Tommaso, “ha meritato la gloria dell’esaltazione<br />

per l’abbattimento <strong>della</strong> Passione”. 3<br />

Per la via <strong>della</strong> sofferenza, spiega il profeta,<br />

Gesù “otterrà luce e una scienza perfetta”. Ora,<br />

che cosa avrebbe potuto Nostro Signore riceve-<br />

Nessuno,<br />

nemmeno uno<br />

dei numerosi<br />

beneficiati<br />

dai suoi<br />

miracoli, si<br />

presentò per<br />

difendere<br />

Gesù<br />

Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 11

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