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Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - NE/PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione Numero 114 Ottobre 2012 Centro di spiritualità Associazione Madonna di Fatima
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Poste <strong>It</strong>aliane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - NE/PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Numero 114<br />
Ottobre 2012<br />
Centro di<br />
spiritualità<br />
Associazione Madonna di Fatima
Lancio<br />
internazionale<br />
in quattro lingue<br />
L’inedito sui<br />
Vangeli<br />
Una collezione che le permetterà di accompagnare<br />
Il Signore Gesù lungo tutte le domeniche dell’Anno<br />
Liturgico insieme al fondatore degli Araldi del Vangelo<br />
L<br />
a collezione “L’inedito sui Vangeli” offre al lettore un<br />
vero tesoro: i commenti di Mons. João Scognamiglio<br />
Clá Dias, EP, ai Vangeli di tutte le domeniche e solennità<br />
del ciclo liturgico. Tra breve saranno disponibili:<br />
Vol. V: Domeniche d’Avvento, Natale, Quaresima,<br />
Pasqua e Solennità del Signore che decorrono nel<br />
Tempo Ordinario (Anno C)<br />
Vol. VI: Domeniche del Tempo Ordinario (Anno C)<br />
Riservi subito i suoi volumi!<br />
Richieste per telefono 041-560-0891 o per<br />
fax 041-560-8828, oppure scrivendo alla redazione,<br />
Via San Marco 2A - 30034 Mira - VE<br />
“Troviamo<br />
caratterizzata<br />
con frequenza<br />
in queste pagine<br />
la soluzione ai<br />
problemi spirituali<br />
dell’uomo del XXI<br />
secolo” (Cardinale<br />
Franc Rodé, CM)
Periodico dell’Associazione<br />
Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />
<strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Anno XIV, numero 114, Ottobre 2012<br />
Direttore responsabile:<br />
Zuccato Alberto<br />
Consiglio di redazione:<br />
Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane<br />
Vasconcelos A. Campos, EP,<br />
Luis Alberto Blanco Cortés, Madre<br />
Mariana Morazzani Arráiz, EP,<br />
Severiano Antonio de Oliveira<br />
Amministrazione:<br />
Via San Marco, 2A<br />
30034 Mira (VE)<br />
CCP 13805353<br />
Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12<br />
Poste italiane, s.p.a – Spedizione<br />
in Abbonamento Postale - D.L.<br />
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)<br />
art. 1, comma 1, NE PD<br />
Contiene I.R.<br />
www.araldi.org<br />
www.salvamiregina.it<br />
Con la collaborazione<br />
dell’Associazione<br />
Privata Internazionale di Fedeli<br />
di Diritto Pontificio<br />
ArAldi del VAngelo<br />
Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />
00165 Roma<br />
Tel. sede operativa<br />
a Mira (VE): 041 560 08 91<br />
Montaggio:<br />
Equipe di arti grafiche<br />
degli Araldi del Vangelo<br />
Stampa e rilegatura:<br />
MODERNA s.r.l.<br />
VIA ANTONIO DE CURTIS, 12/a<br />
35020 DUE CARRARE (PD)<br />
Gli articoli di questa <strong>rivista</strong> potranno essere<br />
riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />
firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.<br />
SommariO<br />
Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />
Regina dell’universo<br />
e dei cuori (Editoriale) ..................5<br />
La voce del Papa –<br />
Regina dell’Universo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />
Commento al Vangelo –<br />
C’è vita senza sofferenza?<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />
Centro di spiritualità<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />
Santa Teresa di Gesù -<br />
Grande dama, grande suora,<br />
grande santa<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />
Araldi nel mondo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />
Madonna del Pilar di Saragozza<br />
- Coraggio e ispirazione<br />
per le generazioni<br />
successive<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32<br />
Unire la propria sofferenza<br />
alla Croce di Cristo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40<br />
È accaduto nella<br />
Chiesa e nel mondo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42<br />
Storia per bambini... –<br />
Il miracolo del pozzo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46<br />
I Santi di ogni giorno<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />
Splendore fugace <strong>della</strong><br />
luce celeste<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50
Scrivono i lettori<br />
Da autorità religiose<br />
Dello sri lanka<br />
Vorrei informarvi che mi ha molto<br />
rallegrato ricevere alcune copie<br />
<strong>della</strong> <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo, dal<br />
contenuto molto interessante. Continuate<br />
a svolgere quest’ottimo lavoro<br />
per la diffusione del Vangelo.<br />
Mons. Nicholas M. F.<br />
Arcivescovo Emerito di Colombo<br />
Tewatte – Ragama<br />
Vi ringrazio per l’invio <strong>della</strong> <strong>rivista</strong><br />
Araldi del Vangelo del giugno scorso.<br />
Vorrei poterla ricevere mensilmente,<br />
per cui vi chiedo di informarmi del<br />
costo dell’abbonamento annuale.<br />
Mons. Anthony R. P.<br />
Vescovo Emerito di<br />
Kurunegala – Wayamba<br />
Scriviamo questa lettera per accusare<br />
ricevuta e ringraziare per l’invio<br />
<strong>della</strong> vostra Rivista mensile presso la<br />
nostra Facoltà. Questa pubblicazione<br />
spirituale ci è giunta con regolarità, e<br />
ve ne siamo molto grati. Che Dio benedica<br />
i vostri sforzi e iniziative!<br />
Don Anton S. H.<br />
Decano <strong>della</strong> Facoltà di Teologia<br />
Aquinas College of Higher<br />
Studies – Colombo<br />
Sono realmente grato per la gentilezza<br />
di inviarmi la <strong>rivista</strong> Araldi<br />
del Vangelo. Cosa bisogna dire: è di<br />
grande utilità per il mio ministero.<br />
Don Indra R. F.<br />
Direttore dell’Apostolato Arcidiocesano<br />
per la Catechesi – Colombo<br />
luce spirituale e<br />
alimento Dell’anima<br />
Prima di tutto, voglio congratularmi<br />
con voi per la vostra meravigliosa<br />
<strong>rivista</strong>. Lavoro eccellente,<br />
perfetto, dalla forma al contenuto.<br />
Ogni numero è una vera fonte di<br />
luce spirituale, per la competenza,<br />
4 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
sensibilità e elevatezza con cui sono<br />
trattati i diversi temi. Come delegato<br />
di polizia, funzione che esercito<br />
da più di 22 anni, ho bisogno –<br />
come tutti, è chiaro, ma in modo più<br />
incisivo – di una controparte, un sostegno,<br />
un appoggio spirituale. E gli<br />
insegnamenti forniti dalla Rivista mi<br />
portano, in modo speciale, questo<br />
delicato alimento dell’anima. Vi sono<br />
molto riconoscente di darlo a me<br />
e alla mia famiglia!<br />
Alexandre M. P.<br />
Cotia – Brasile<br />
una granDe beneDizione Di Dio<br />
La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo è stata<br />
per me una grande benedizione di<br />
Dio, poiché mi aiuta a crescere spiritualmente<br />
e arricchisce la mia anima<br />
con profondi temi intellettuali<br />
e spirituali. Tutti i giorni, al levar<br />
del sole, in uno dei Misteri del Rosario,<br />
che recito, prego la nostra Madre<br />
del Cielo per il vostro apostolato<br />
nel mondo intero, affinché continuiate<br />
a seminare la Buona Novella<br />
dappertutto. Che Dio versi molte<br />
benedizioni nei vostri cuori.<br />
José M. de la P.<br />
Guayaquil – Ecuador<br />
essenziale per la nostra<br />
formazione religiosa<br />
Questa <strong>rivista</strong> è essenziale per la<br />
nostra formazione religiosa, come<br />
cattolici, poiché ci fa conoscere la<br />
nostra Chiesa e amiamo solo quello<br />
che conosciamo. Ogni pagina letta<br />
mi fa volgere l’anima a Dio, in preghiera,<br />
ripensare atteggiamenti, e<br />
a come vivere con più amore verso<br />
i fratelli, avendo più pietà, essendo<br />
salda nella fede, forte e obbediente<br />
alla Chiesa, ai suoi superiori. Come<br />
è bello leggerla e impartire ai figli<br />
gli insegnamenti che vi abbiamo<br />
appreso!<br />
Maria do S. dos A. B.<br />
Osasco – Brasile<br />
molto utile nell’apostolato<br />
La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo mi<br />
sembra fantastica! La sua presentazione<br />
è gradevole, i temi sono molto<br />
interessanti e la fotografia, eccellente.<br />
Quello che preferisco è l’analisi<br />
del Vangelo fatta da Mons. João<br />
Scognamiglio Clá Dias, molto chiara<br />
e facile da capire per la forma in cui<br />
è presentata. Partecipo alle attività<br />
<strong>della</strong> comunità <strong>della</strong> mia Parrocchia<br />
Sant’Isidoro di Siviglia e la Rivista<br />
mi è stata molto utile nell’apostolato,<br />
specialmente per la presentazione<br />
grafica. I miei complimenti<br />
per questa così bella pubblicazione.<br />
Ruth M. M. H.<br />
Bogotà – Colombia<br />
riempie un vuoto Di<br />
informazioni<br />
È una gioia a casa mia l’arrivo<br />
di ogni nuovo numero <strong>della</strong> <strong>rivista</strong><br />
Araldi del Vangelo. Il suo contenuto<br />
formativo e le sue belle illustrazioni<br />
riempiono un vuoto di informazioni<br />
esistente nella nostra stampa religiosa.<br />
Mi piacciono molto le foto e<br />
i temi degli articoli, entrambi molto<br />
ben scelti. Saluti e complimenti!<br />
Yara S. P.<br />
Via e-mail – Brasile<br />
ci avvicina al papa<br />
La Rivista nel suo insieme è splendida,<br />
poiché ci fa sentire la grandezza<br />
<strong>della</strong> Chiesa Cattolica, Apostolica,<br />
Romana. Nei suoi articoli e commenti<br />
ci avvicina al Papa e ci fa capire<br />
in modo esplicito la nostra Religione.<br />
Così, chiediamo alla Vergine<br />
Santissima che questo strumento<br />
di diffusione del Regno di Nostro Signore<br />
Gesù Cristo possa arrivare fino<br />
agli angoli più remoti di tutta la Terra,<br />
in questo modo saremo più vicini<br />
al trionfo del Cuore Immacolato di<br />
Maria, promesso a Fatima.<br />
Wagner M. C.<br />
Cuiabá – Brasile
Poste <strong>It</strong>aliane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - NE/PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Numero 114<br />
Ottobre 2012<br />
Centro di<br />
spiritualità<br />
Associazione Madonna di Fatima<br />
Casa Generalizia<br />
<strong>della</strong> Società di Vita<br />
Apostolica Regina<br />
Virginum a<br />
Caieras, Brasile<br />
(Foto: Héctor Mattos)<br />
E ditoriale<br />
Regina dell’univeRso<br />
e dei cuoRi<br />
Quando Pilato chiese a Gesù: “Tu sei il Re dei Giudei?” (Gv 18, 33), nella risposta<br />
il Divino Redentore conferma, ma aggiunge che il suo regno non è di<br />
questo mondo (cfr. Gv 18, 36). Il popolo giudeo desiderava intensamente la<br />
venuta di un Messia terreno col potere e la missione di liberarlo dal dominio romano,<br />
ma innumerevoli volte Gesù aveva ammonito che non era venuto per questo.<br />
I re terreni si caratterizzano per il potere delle truppe, per la ricchezza materiale<br />
e la grandezza del loro palazzo. Ora, piacque alla Divina Provvidenza che il<br />
Redentore dell’Umanità, il Re dei re, nascesse povero in una fredda grotta di Betlemme,<br />
fosse accolto in una semplice mangiatoia e riscaldato dal calore di un bue<br />
e un asinello... Contrasto maggiore, impossibile. Il suo regno è spirituale, nell’intimo<br />
delle anime, per l’azione <strong>della</strong> grazia divina. Come conseguenza, da questo<br />
impero sui cuori, con il tempo si sarebbe formata tutta una civiltà basata sul Vangelo,<br />
con la finalità di trasformare la Terra in un’autentica prefigurazione del Cielo.<br />
Quando questo si sarà concretizzato, l’umanità riconoscerà e glorificherà di<br />
fatto Cristo come vero Re dell’universo.<br />
Pertanto, come Madre del Redentore, con tutta proprietà “Maria è Regina<br />
perché fu associata in modo unico a suo Figlio, tanto nel cammino terreno quanto<br />
nella gloria del Cielo”, ha spiegato il Santo Padre Benedetto XVI nell’Udienza<br />
Generale del 22 agosto. Contrariamente ai criteri mondani, è proprio alla regalità<br />
di entrambi l’umiltà, il servizio e l’amore per gli uomini. E “come esercita Maria<br />
questa regalità di servizio e amore?”, ha chiesto il Papa, rispondendo in seguito:<br />
“Vegliando su di noi, suoi figli”. Pertanto, ha egli concluso, “Regina è titolo di<br />
fiducia, gioia e amore”.<br />
Perché la Madonna regni in un crescente numero di famiglie, gli Araldi del<br />
Vangelo stanno promovendo nei Paesi dove operano la disseminazione più ampia<br />
possibile dell’Apostolato dell’Icona Maria Regina dei Cuori.<br />
Nel momento in cui si verifica una preoccupante diminuzione <strong>della</strong> pratica religiosa<br />
in Occidente, il pellegrinaggio dell’Icona di casa in casa ha contribuito in<br />
modo efficace, come il lievito nella pasta, al riscatto di innumerevoli fedeli le cui<br />
famiglie diventano di fatto Chiese domestiche, nelle quali regnano Gesù e Maria.<br />
Sono centinaia di migliaia le persone che ritornano alla vita ecclesiale, frequentando<br />
regolarmente i Sacramenti e diventando membri attivi <strong>della</strong> loro comunità.<br />
Con questo infervoramento spirituale sorgono parrocchiani sempre più disposti a<br />
lavorare, come ausiliari dei loro parroci, nella conquista di anime a Dio.<br />
L’apostolato così realizzato dai diversi tipi di oratori e cappelle che vanno in<br />
pellegrinaggio in innumerevoli case nel mondo intero ha costituito un prezioso<br />
e molto utile strumento utilizzato dalla Provvidenza nei nostri giorni affinché si<br />
concretizzi nei cuori la regalità universale di Cristo e di Maria. ²<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 5
Regina dell’Universo<br />
Ricorre oggi la memoria<br />
liturgica <strong>della</strong> Beata<br />
Vergine Maria invocata<br />
con il titolo: “Regina”.<br />
E’ una festa di istituzione recente,<br />
anche se antica ne è l’origine e la<br />
devozione. [...]<br />
Ma adesso ci domandiamo: che<br />
cosa vuol dire Maria Regina? E’ solo<br />
un titolo unito ad altri, la corona,<br />
un ornamento con altri? Che cosa<br />
vuol dire? Che cosa è questa rega-<br />
L’Osservatore Romano<br />
6 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
La voce deL PaPa<br />
Come esercita Maria la sua regalità di servizio e amore? Vegliando su di noi,<br />
suoi figli: i figli che si rivolgono a Lei nella preghiera, per chiederLe la sua tutela<br />
materna e il suo celeste aiuto.<br />
lità? Come già indicato, è una conseguenza<br />
del suo essere unita al Figlio,<br />
del suo essere in Cielo, cioè in<br />
comunione con Dio; Ella partecipa<br />
alla responsabilità di Dio per il mondo<br />
e all’amore di Dio per il mondo.<br />
Gesù è stato proclamato<br />
Re sulla Croce<br />
C’è un’idea volgare, comune, di<br />
re o regina: sarebbe una persona<br />
con potere, ricchezza. Ma questo<br />
Maria “è regina proprio amandoci, aiutandoci in ogni nostro bisogno”<br />
Benedetto XVI durante l’Udienza Generale a Castel Gandolfo, 8/8/2012<br />
non è il tipo di regalità di Gesù e di<br />
Maria. Pensiamo al Signore: la regalità<br />
e l’essere re di Cristo è intessuto<br />
di umiltà, di servizio, di amore: è soprattutto<br />
servire, aiutare, amare.<br />
Ricordiamoci che Gesù è stato<br />
proclamato re sulla croce con questa<br />
iscrizione scritta da Pilato: “re dei<br />
Giudei” (cfr. Mc 15,26). In quel momento<br />
sulla croce si mostra che Egli<br />
è re; e come è re? soffrendo con noi,<br />
per noi, amando fino in fondo, e così<br />
governa e crea verità, amore, giustizia.<br />
O pensiamo anche all’altro momento:<br />
nell’Ultima Cena si china a<br />
lavare i piedi dei suoi. Quindi la regalità<br />
di Gesù non ha nulla a che vedere<br />
con quella dei potenti <strong>della</strong> terra.<br />
E’ un re che serve i suoi servitori;<br />
così ha dimostrato in tutta la sua vita.<br />
Lo stesso vale per Maria: è regina<br />
nel servizio a Dio all’umanità, è<br />
regina dell’amore che vive il dono di<br />
sé a Dio per entrare nel disegno <strong>della</strong><br />
salvezza dell’uomo. All’Angelo risponde:<br />
Eccomi sono la serva del Signore<br />
(cfr. Lc 1,38) e nel Magnificat<br />
canta: Dio ha guardato all’umiltà<br />
<strong>della</strong> sua serva (cfr. Lc 1,48). Ci aiuta.<br />
E’ regina proprio amandoci, aiutandoci<br />
in ogni nostro bisogno; è la<br />
nostra sorella, serva umile.<br />
Affidiamoci alla Regina Celeste<br />
E così siamo già arrivati al punto:<br />
come esercita Maria questa re-
galità di servizio e amore? Vegliando<br />
su di noi, suoi figli: i figli che si<br />
rivolgono a Lei nella preghiera, per<br />
ringraziarla o per chiedere la sua<br />
materna protezione e il suo celeste<br />
aiuto, dopo forse aver smarrito<br />
la strada, oppressi dal dolore o<br />
dall’angoscia per le tristi e travagliate<br />
vicissitudini <strong>della</strong> vita. Nella<br />
serenità o nel buio dell’esistenza,<br />
noi ci rivolgiamo a Maria affidandoci<br />
alla sua continua intercessione,<br />
perché dal Figlio ci possa ottenere<br />
ogni grazia e misericordia necessarie<br />
per il nostro pellegrinare<br />
lungo le strade del mondo.<br />
A Colui che regge il mondo e ha<br />
in mano i destini dell’universo noi<br />
ci rivolgiamo fiduciosi, per mezzo<br />
<strong>della</strong> Vergine Maria. Ella, da se-<br />
G<br />
coli, è invocata quale celeste Regina<br />
dei cieli; otto volte, dopo la preghiera<br />
del santo Rosario, è implorata<br />
nelle litanie lauretane come<br />
Regina degli Angeli, dei Patriarchi,<br />
dei Profeti, degli Apostoli, dei Martiri,<br />
dei Confessori, delle Vergini, di<br />
tutti i Santi e delle Famiglie. Il ritmo<br />
di queste antiche invocazioni, e<br />
preghiere quotidiane come la Salve<br />
Regina, ci aiutano a comprendere<br />
che la Vergine Santa, quale Madre<br />
nostra accanto al Figlio Gesù nella<br />
gloria del Cielo, è con noi sempre,<br />
nello svolgersi quotidiano <strong>della</strong> nostra<br />
vita.<br />
Il titolo di regina è quindi titolo<br />
di fiducia, di gioia, di amore. E sappiamo<br />
che quella che ha in mano in<br />
parte le sorti del mondo è buona, ci<br />
Glorificata in anima<br />
e corpo nel Cielo<br />
ama e ci aiuta nelle nostre difficoltà.<br />
Cari amici, la devozione alla Madonna<br />
è un elemento importante<br />
<strong>della</strong> vita spirituale. Nella nostra<br />
preghiera non manchiamo di rivolgerci<br />
fiduciosi a Lei. Maria non<br />
mancherà di intercedere per noi<br />
presso il suo Figlio. Guardando a<br />
Lei, imitiamone la fede, la disponibilità<br />
piena al progetto d’amore di<br />
Dio, la generosa accoglienza di Gesù.<br />
Impariamo a vivere da Maria.<br />
Maria è la Regina del cielo vicina a<br />
Dio, ma è anche la madre vicina ad<br />
ognuno di noi, che ci ama e ascolta<br />
la nostra voce.<br />
(Passi dell’Udienza Generale a<br />
Castel Gandolfo, 22/8/2012)<br />
L’Assunzione di Maria al Cielo costituisce il mistero <strong>della</strong> Pasqua di Cristo, pienamente<br />
realizzato in Maria. Ella è intimamente unita a suo Figlio risorto, vincitore del peccato e<br />
<strong>della</strong> morte, pienamente conformata con Lui.<br />
ià dalla fine del IV secolo e<br />
l’inizio del V, abbiamo testimonianze<br />
di vari autori che affermano<br />
come Maria sia nella gloria<br />
di Dio con tutta se stessa, anima<br />
e corpo, ma è nel VI secolo che a<br />
Gerusalemme, la festa <strong>della</strong> Madre<br />
di Dio, la Theotòkos, consolidatasi<br />
con il Concilio di Efeso del<br />
431, cambiò volto e divenne la festa<br />
<strong>della</strong> dormizione, del passaggio,<br />
del transito, dell’assunzione<br />
di Maria, divenne cioè la celebrazione<br />
del momento in cui Maria<br />
uscì dalla scena di questo mon-<br />
do glorificata in anima e corpo in<br />
Cielo, in Dio.<br />
Maria è intimamente<br />
unita a suo Figlio<br />
Per capire l’Assunzione dobbiamo<br />
guardare alla Pasqua, il grande<br />
Mistero <strong>della</strong> nostra Salvezza, che<br />
segna il passaggio di Gesù alla gloria<br />
del Padre attraverso la passione,<br />
la morte e la risurrezione. Maria,<br />
che ha generato il Figlio di Dio nella<br />
carne, è la creatura più inserita in<br />
questo mistero, redenta fin dal primo<br />
istante <strong>della</strong> sua vita, e associa-<br />
ta in modo del tutto particolare alla<br />
Passione e alla gloria del suo Figlio.<br />
L’Assunzione al Cielo di Maria è<br />
pertanto il mistero <strong>della</strong> Pasqua di<br />
Cristo pienamente realizzato in Lei.<br />
Ella è intimamente unita al suo Figlio<br />
risorto, vincitore del peccato e<br />
<strong>della</strong> morte, pienamente conformata<br />
a Lui. Ma l’Assunzione è una realtà<br />
che tocca anche noi, perché ci indica<br />
in modo luminoso il nostro destino,<br />
quello dell’umanità e <strong>della</strong> storia. In<br />
Maria, infatti, contempliamo quella<br />
realtà di gloria a cui è chiamato ciascuno<br />
di noi e tutta la Chiesa.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 7
L’Assunzione ci invita<br />
vigorosamente a confidare in Dio<br />
Il brano del Vangelo di San Luca<br />
che leggiamo nella liturgia di questa<br />
Solennità ci fa vedere il cammino<br />
che la Vergine di Nazaret ha percorso<br />
per essere nella gloria di Dio. E’ il<br />
racconto <strong>della</strong> visita di Maria ad Elisabetta<br />
(cfr. Lc 1,39-56), in cui la Madonna<br />
è proclamata benedetta fra<br />
tutte le donne e beata perché ha creduto<br />
al compimento delle parole che<br />
le sono state dette dal Signore. E nel<br />
canto del Magnificat che eleva con<br />
gioia a Dio traspare la sua fede profonda.<br />
Ella si colloca tra i “poveri” e<br />
O<br />
Integrazione armoniosa<br />
tra contemplazione e attività<br />
8 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
gli “umili”, che non fanno affidamento<br />
sulle proprie forze, ma che si fidano<br />
di Dio, che fanno spazio alla sua<br />
azione capace di operare cose grandi<br />
proprio nella debolezza.<br />
Se l’Assunzione ci apre al futuro<br />
luminoso che ci aspetta, ci invita<br />
anche con forza ad affidarci di più a<br />
Dio, a seguire la sua Parola, a ricercare<br />
e compiere la sua volontà ogni<br />
giorno: è questa la via che ci rende<br />
“beati” nel nostro pellegrinaggio<br />
terreno e ci apre le porte del Cielo.<br />
Cari fratelli e sorelle, il Concilio<br />
Ecumenico Vaticano II afferma:<br />
“Maria assunta in cielo, con la sua<br />
molteplice intercessione continua<br />
a ottenerci le grazie <strong>della</strong> salvezza<br />
eterna. Con la sua materna carità<br />
si prende cura dei fratelli del Figlio<br />
ancora peregrinanti e posti in mezzo<br />
a pericoli e affanni, fino a che non<br />
siano condotti nella patria beata”<br />
(Lumen gentium, 62). Invochiamo la<br />
Vergine Santa, sia la stella che guida<br />
i nostri passi all’incontro con il suo<br />
Figlio nel nostro cammino per giungere<br />
alla gloria del Cielo, alla gioia<br />
eterna.<br />
(Estratto dell’Angelus nella<br />
Solennità dell’Assunzione, 15/8/2012)<br />
Durante la giornata, nessuno si mostrava più socievole di San Domenico ma, la notte,<br />
nessuno era più assiduo di lui nella veglia <strong>della</strong> preghiera.<br />
ggi la Chiesa celebra la memoria<br />
di San Domenico di Guzmán,<br />
Sacerdote e Fondatore dell’Ordine<br />
dei Predicatori, detti Domenicani. In<br />
una precedente Catechesi, ho già illustrato<br />
questa insigne figura e il fondamentale<br />
contributo che ha apportato<br />
al rinnovamento <strong>della</strong> Chiesa del suo<br />
tempo. Oggi, vorrei metterne in luce<br />
un aspetto essenziale <strong>della</strong> sua spiritualità:<br />
la sua vita di preghiera.<br />
“Parlava sempre di<br />
Dio, o con Dio”<br />
San Domenico fu un uomo di<br />
preghiera. Innamorato di Dio, non<br />
ebbe altra aspirazione che la salvezza<br />
delle anime, in particolare di<br />
quelle cadute nelle reti delle eresie<br />
del suo tempo; imitatore di Cristo,<br />
incarnò radicalmente i tre consigli<br />
evangelici unendo alla proclamazione<br />
<strong>della</strong> Parola una testimonianza di<br />
una vita povera; sotto la guida dello<br />
Spirito Santo, progredì sulla via <strong>della</strong><br />
perfezione cristiana. In ogni momento,<br />
la preghiera fu la forza che<br />
rinnovò e rese sempre più feconde<br />
le sue opere apostoliche.<br />
Il Beato Giordano di Sassonia,<br />
morto nel 1237, suo successore alla<br />
guida dell’Ordine, scrive così: “Durante<br />
il giorno, nessuno più di lui si<br />
mostrava socievole... Viceversa di<br />
notte, nessuno era più di lui assiduo<br />
nel vegliare in preghiera. Il giorno<br />
lo dedicava al prossimo, ma la notte<br />
la dava a Dio” (P. Filippini, San Domenico<br />
visto dai suoi contemporanei,<br />
Bologna 1982, p. 133). In San Domenico<br />
possiamo vedere un esempio<br />
di integrazione armoniosa tra<br />
contemplazione dei misteri divini e<br />
attività apostolica.<br />
Secondo le testimonianze delle<br />
persone a lui più vicine, “egli parlava<br />
sempre con Dio o di Dio”. Tale<br />
osservazione indica la sua comunione<br />
profonda con il Signore e, allo<br />
stesso tempo, il costante impegno di<br />
condurre gli altri a questa comunione<br />
con Dio.<br />
I nove modi di pregare<br />
Non ha lasciato scritti sulla preghiera,<br />
ma la tradizione domenicana<br />
ha raccolto e tramandato la sua esperienza<br />
viva in un’opera dal titolo: Le<br />
nove maniere di pregare di San Domenico.<br />
Questo libro è stato composto<br />
tra il 1260 e il 1288 da un frate domenicano;<br />
esso ci aiuta a capire qualcosa<br />
<strong>della</strong> vita interiore del Santo e aiu-
ta anche noi, con tutte le differenze, a<br />
imparare qualcosa su come pregare.<br />
Sono quindi nove le maniere di<br />
pregare secondo San Domenico e ciascuna<br />
di queste che realizzava sempre<br />
davanti a Gesù Crocifisso, esprime<br />
un atteggiamento corporale e uno<br />
spirituale che, intimamente compenetrati,<br />
favoriscono il raccoglimento<br />
e il fervore. I primi sette modi seguono<br />
una linea ascendente, come passi<br />
di un cammino, verso la comunione<br />
con Dio, con la Trinità: San Domenico<br />
prega in piedi inchinato per esprimere<br />
l’umiltà, steso a terra per chiedere<br />
perdono dei propri peccati, in ginocchio<br />
facendo penitenza per partecipare<br />
alle sofferenze del Signore, con<br />
le braccia aperte fissando il Crocifisso<br />
per contemplare il Sommo Amore,<br />
con lo sguardo verso il cielo sentendosi<br />
attirato nel mondo di Dio. Quindi<br />
sono tre forme: in piedi, in ginocchio,<br />
steso a terra; ma sempre con lo sguardo<br />
rivolto verso il Signore Crocifisso.<br />
Gli ultimi due modi, invece, su cui<br />
vorrei soffermarmi brevemente, corrispondono<br />
a due pratiche di pietà abitualmente<br />
vissute dal Santo.<br />
Meditazione personale e azione<br />
di grazie per la Creazione<br />
Innanzitutto la meditazione personale,<br />
dove la preghiera acquista<br />
una dimensione ancora più intima,<br />
fervorosa e rasserenante. Al termine<br />
<strong>della</strong> recita <strong>della</strong> Liturgia delle<br />
Ore, e dopo la celebrazione <strong>della</strong><br />
Messa, San Domenico prolungava il<br />
colloquio con Dio, senza porsi limiti<br />
di tempo. Seduto tranquillamente,<br />
si raccoglieva in se stesso in atteggiamento<br />
di ascolto, leggendo un libro<br />
o fissando il Crocifisso. Viveva<br />
così intensamente questi momenti<br />
di rapporto con Dio che anche esteriormente<br />
si potevano cogliere le sue<br />
reazioni di gioia o di pianto. Quindi<br />
“All’origine <strong>della</strong> testimonianza <strong>della</strong> fede che ogni cristiano deve dare,<br />
sta la preghiera, il contatto personale con Dio”<br />
ha assimilato a sé, meditando, le realtà<br />
<strong>della</strong> fede. I testimoni raccontano<br />
che, a volte, entrava in una sorta<br />
di estasi con il volto trasfigurato, ma<br />
subito dopo riprendeva umilmente le<br />
sue attività quotidiane ricaricato dalla<br />
forza che viene dall’Alto.<br />
Poi la preghiera durante i viaggi<br />
tra un convento e l’altro; recitava<br />
le Lodi, l’Ora Media, il Vespro con<br />
i compagni, e, attraversando le valli<br />
o le colline, contemplava la bellezza<br />
<strong>della</strong> creazione. Allora dal suo cuore<br />
sgorgava un canto di lode e di ringraziamento<br />
a Dio per tanti doni, soprattutto<br />
per la più grande meraviglia:<br />
la redenzione operata da Cristo.<br />
Necessità di trovare momenti<br />
per pregare<br />
Udienza Generale a Castel Gandolfo, 22/8/2012<br />
Cari amici, San Domenico ci ricorda<br />
che all’origine <strong>della</strong> testimonianza<br />
<strong>della</strong> fede, che ogni cristiano<br />
deve dare in famiglia, nel lavoro,<br />
nell’impegno sociale, e anche<br />
nei momenti di distensione, sta la<br />
preghiera, il contatto personale con<br />
Dio; solo questo rapporto reale con<br />
Dio ci da la forza per vivere intensamente<br />
ogni avvenimento, specie i<br />
momenti più sofferti.<br />
Questo Santo ci ricorda anche l’importanza<br />
degli atteggiamenti esteriori<br />
nella nostra preghiera. L’inginocchiarsi,<br />
lo stare in piedi davanti al Signore,<br />
il fissare lo sguardo sul Crocifisso, il<br />
fermarsi e raccogliersi in silenzio, non<br />
sono secondari, ma ci aiutano a porci<br />
interiormente, con tutta la persona, in<br />
relazione con Dio.<br />
Vorrei richiamare ancora una volta<br />
la necessità per la nostra vita spirituale<br />
di trovare quotidianamente<br />
momenti per pregare con tranquillità;<br />
dobbiamo prenderci questo tempo<br />
specie nelle vacanze, avere un po’<br />
di tempo per parlare con Dio. Sarà un<br />
modo anche per aiutare chi ci sta vicino<br />
ad entrare nel raggio luminoso <strong>della</strong><br />
presenza di Dio, che porta la pace e<br />
l’amore di cui abbiamo tutti bisogno.<br />
Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.<br />
La <strong>versione</strong> integrale di questi documenti può essere trovata in www.vatican.va<br />
(Udienza Generale a Castel<br />
Gandolfo, 8/8/2012)<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 9<br />
L’Osservatore Romano
Gustavo Kralj<br />
“In quel tempo, 35 Giacomo e Giovanni, figli<br />
di Zebedeo, si avvicinarono a Gesù e Gli dissero:<br />
‘Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia<br />
quello che ti chiederemo’. 36 Egli chiese: ‘Cosa<br />
volete che io faccia per voi?’. 37 Essi risposero:<br />
‘Concedici di sedere nella tua gloria uno<br />
alla tua destra e uno alla tua sinistra!’.<br />
38 Gesù disse loro: ‘Voi non sapete ciò che domandate.<br />
Potete bere il calice che io bevo, o<br />
ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?’.<br />
39 Gli risposero: ‘Lo possiamo’. E Gesù<br />
disse: ‘Il calice che io bevo anche voi lo berrete,<br />
e il battesimo che io ricevo anche voi lo<br />
riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o al-<br />
10 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
a Vangelo A<br />
“Nostro Padre Gesù <strong>della</strong> Salute” –<br />
Parrocchia <strong>della</strong> Candelaria,<br />
Siviglia (Spagna)<br />
la mia sinistra non sta a me concederlo; è per<br />
coloro per i quali è stato preparato.<br />
41 All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono<br />
con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù,<br />
chiamatili a sé, disse loro: ‘Voi sapete che coloro<br />
che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano,<br />
e i loro grandi esercitano su di esse<br />
il potere. 43 Fra voi però non è così; ma chi<br />
vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore;<br />
44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà<br />
il servo di tutti. 45 Il Figlio dell’uomo infatti<br />
non è venuto per essere servito, ma per servire<br />
e dare la propria vita in riscatto per molti”<br />
(Mc 10, 35-45).
commento aL vangeLo – XXIX domenIca deL temPo ordInarIo<br />
C’è vita senza<br />
sofferenza?<br />
È possibile vivere senza sofferenza? Non sarebbe questa<br />
la vita ideale cui aspirare? Per raggiungere quest’obiettivo,<br />
non sarebbe meglio fuggire sempre dalla croce e cercare<br />
di soddisfare in tutto il nostro egoismo? La vita senza<br />
dolore è utopia, pura illusione. E la peggior sofferenza per<br />
l’uomo è quella di non soffrire ordinatamente, in ragione di<br />
una finalità che giustifichi la sua vita.<br />
I – La TeoLogIa deLLa Sofferenza<br />
È frequente incontrare, nelle persone che cominciano<br />
ad aprire gli occhi allo studio <strong>della</strong><br />
Religione, manifestazioni di un’indignata reazione<br />
analoga a quella di Clodoves, re dei Franchi,<br />
udendo il racconto <strong>della</strong> morte del Signore<br />
Gesù: “Ah! Perché non c’ero io là con i miei<br />
franchi?”. 1 Costa immaginare come ha potuto il<br />
Divino Salvatore, la Somma Bontà, esser ucciso<br />
in maniera così ingiusta e crudele, senza che<br />
nessuno, nemmeno uno dei numerosi beneficiati<br />
dai suoi miracoli, si presentasse a difenderLo.<br />
La risposta a questa difficoltà, la troveremo<br />
nella liturgia di questa domenica, la quale tratta<br />
di quello che si potrebbe denominare la “teologia<br />
<strong>della</strong> sofferenza”.<br />
Tramite la sofferenza, si giunge<br />
alla “scienza perfetta”<br />
Nella prima lettura, il profeta Isaia mostra che<br />
Nostro Signore ha patito quanto era possibile,<br />
Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP<br />
per redimere il genere umano: 2 “Ma al Signore è<br />
piaciuto macerarlo con dolori. Quando offrirà se<br />
stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà<br />
a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà<br />
del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà<br />
la luce e si sazierà <strong>della</strong> sua conoscenza; il giusto<br />
mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la<br />
loro iniquità” (Is 53, 10-11).<br />
Nei divini arcani, piacque al Padre permettere<br />
che il Figlio, il Servo di Yahweh, fosse “macerato<br />
con dolori”. Espressione categorica che significa<br />
macinare il grano o pestare l’uva nella pigiatrico.<br />
Come passò Lui per questa “macerazione”? Sereno,<br />
tranquillo, sopportando tutto come un agnello,<br />
senza nessuna lamentela, con totale pazienza e sottomissione<br />
ai disegni del Padre. Con questo, insegna<br />
San Tommaso, “ha meritato la gloria dell’esaltazione<br />
per l’abbattimento <strong>della</strong> Passione”. 3<br />
Per la via <strong>della</strong> sofferenza, spiega il profeta,<br />
Gesù “otterrà luce e una scienza perfetta”. Ora,<br />
che cosa avrebbe potuto Nostro Signore riceve-<br />
Nessuno,<br />
nemmeno uno<br />
dei numerosi<br />
beneficiati<br />
dai suoi<br />
miracoli, si<br />
presentò per<br />
difendere<br />
Gesù<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 11
Gli Apostoli<br />
immaginavano<br />
un Messia<br />
secondo la loro<br />
intelligenza<br />
speculativa,<br />
con una perfezione<br />
secondo<br />
i loro criteri<br />
umani, che<br />
avrebbe dovuto<br />
assumere<br />
il governo<br />
politico <strong>della</strong><br />
nazione<br />
Sergio Hollmann<br />
re che ancora non avesse? Egli è Dio, pertanto,<br />
la Conoscenza e la Verità in sostanza! A quale<br />
scienza perfetta fa riferimento Isaia?<br />
In Gesù Cristo possiamo distinguere quattro<br />
conoscenze: quella divina, poiché Egli è<br />
Dio; quella beatifica, decorrente dal fatto che la<br />
sua anima è stata creata nella visione beatifica;<br />
la scienza infusa, ricevuta nell’istante <strong>della</strong> sua<br />
concezione umana; e quella sperimentale, nella<br />
sua umanità, l’unica passibile di aumento, poiché<br />
“si esercitava nelle condizioni storiche <strong>della</strong><br />
sua esistenza nello spazio e nel tempo”, 4 nella<br />
misura in cui Egli veniva a contatto con le cose.<br />
Nella sua vita terrena, per meritare la propria<br />
conoscenza e, ancor più, acquistare la conoscenza<br />
per gli altri, Gesù doveva patire. Egli confermava<br />
con la conoscenza sperimentale quello che<br />
già sapeva con le altre tre, raggiungendo così la<br />
scienza perfetta a partire dalla vita del dolore.<br />
Per la via <strong>della</strong> sofferenza, si<br />
giunge alla perfezione<br />
In questo modo, Isaia ci mostra quanto è per la<br />
via <strong>della</strong> sofferenza che, a imitazione del Messia,<br />
si giunge alla perfezione. Si vede, di conseguenza,<br />
che il dolore ben accetto è l’unica maniera di<br />
attrarre le benedizioni divine per la perpetuità di<br />
un’opera soprannaturale. Non c’è altra via! Gesù<br />
ci ha indicato soltanto un cammino per seguirLo:<br />
“prendere la croce” (cfr. Mc 8, 34), attraverso la<br />
quale compiamo la volontà del Signore.<br />
“Cristo con la Veronica”, del Maestro Oeillet di Baden – Museo di Belle Arti, Digione (Francia)<br />
12 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
Ora, la nostra natura è contraria alla croce,<br />
ha un vero panico <strong>della</strong> sofferenza e l’istinto<br />
di conservazione ci porta a fuggire dal dolore.<br />
Questa situazione, così comune alla condizione<br />
umana, ci è presentata dal Vangelo <strong>della</strong><br />
29a Domenica del Tempo Ordinario, analizzato<br />
nella sua profondità.<br />
II – L’uLTIma SaLITa a geruSaLemme<br />
Il Divino Redentore sta salendo a Gerusalemme<br />
per l’ultima volta. Gli Apostoli hanno tentato<br />
di dissuaderLo, nella convinzione che stia mettendo<br />
a rischio la sua vita (cfr. Gv 11, 7-8), a seguito<br />
del tremendo odio delle autorità religiose<br />
contro di Lui. Tuttavia il Maestro è deciso. Essi<br />
rimangono, allora, tra l’insicurezza dell’istinto<br />
di conservazione – poiché s’interessavano certamente<br />
di Gesù, ma anche temevano per la propria<br />
vita – e la fiducia in quel potere misterioso<br />
manifestato da Lui in tante circostanze.<br />
Infatti, gli Apostoli avevano difficoltà a intendere<br />
la possibilità <strong>della</strong> morte di Gesù. Immaginavano<br />
un Messia in accordo con l’intelligenza<br />
speculativa loro, con una perfezione secondo i<br />
loro criteri umani, che avrebbe dovuto assumere<br />
il governo politico <strong>della</strong> nazione. Ritenevano che<br />
Nostro Signore non sarebbe potuto morire, poiché,<br />
mediante gli straordinari poteri con cui guariva<br />
e resuscitava, aveva mezzi per vivere indefinitamente,<br />
e in questo modo organizzare un regno<br />
terreno senza uguali.<br />
Tuttavia, i pensieri e le<br />
vie del Salvatore erano ben<br />
altei, e andavano in direzione<br />
opposta. Lungo il<br />
percorso, rivelò loro con<br />
tutta chiarezza quello che<br />
sarebbe accaduto: “Ecco,<br />
noi saliamo a Gerusalemme<br />
e il Figlio dell’uomo sarà<br />
consegnato ai sommi sacerdoti<br />
e agli scribi: lo condanneranno<br />
a morte, lo<br />
consegneranno ai pagani,<br />
lo scherniranno, gli sputeranno<br />
addosso, lo flagelleranno<br />
e lo uccideranno;<br />
ma dopo tre giorni risusciterà”<br />
(Mc 10, 33-34). Più<br />
esplicito di così, realmente,<br />
Egli non poteva essere!
Subito dopo questa rivelazione, sembrando<br />
far astrazione completa da quanto avevano appena<br />
ascoltato, i fratelli Giacomo e Giovanni formulano<br />
a Gesù una richiesta di un’arditezza sorprendente.<br />
Osserva, a questo proposito, Lagrange:<br />
“Pare, infatti, che la lezione sulle sofferenze<br />
non abbia ancora causato una seria impressione<br />
sui discepoli; non sospettano quale sia la loro finalità<br />
nell’opera messianica. Forse credono anche<br />
che il Maestro Si lasci erroneamente impressionare.<br />
In qualsiasi modo, però, Egli stesso ha<br />
parlato di resurrezione. Tutto il resto non è altro<br />
che un episodio sul quale il loro pensiero scivola<br />
per fermarsi in questa gloria”. 5<br />
Una richiesta spropositata accolta con bontà<br />
“In quel tempo, 35 Giacomo e Giovanni,<br />
figli di Zebedeo, si avvicinarono a Gesù<br />
e Gli dissero: ‘Maestro, noi vogliamo<br />
che tu ci faccia quello che ti chiederemo’”.<br />
Essi espongono questa richiesta a Nostro Signore<br />
con ogni fiducia e intimità, davanti agli altri.<br />
Si direbbe sia una richiesta spropositata, fatta<br />
in modo poco educato e del tutto inadeguato.<br />
Pertanto, riunirebbe le condizioni per non essere<br />
esaudita. Sorprendente, invece, sarà la reazione<br />
del Divino Maestro.<br />
36 “Egli chiese: ‘Cosa volete che io faccia<br />
per voi?’”.<br />
Sebbene conoscesse molto bene la loro intenzione,<br />
il Signore li accoglie con bontà, mostrandoSi<br />
disposto a esaudirli. Ossia, persino delle richieste<br />
apparentemente assurde, Dio le considera<br />
con benevolenza. Perché? Perché è tale il suo desiderio<br />
di facilitarci le vie <strong>della</strong> salvezza che, anche<br />
quando ci comportiamo in maniera sconveniente,<br />
Egli ci riceve come un Padre insuperabile.<br />
Chiedono una gloria umana,<br />
ricevono la felicità eterna<br />
37 “Essi risposero: ‘Concedici di sedere<br />
nella tua gloria uno alla tua destra e<br />
uno alla tua sinistra!’”.<br />
A leggere questo versetto oggi, quasi a duemila<br />
anni di distanza dal fatto, rimaniamo stupiti: come<br />
sono arrivati a procedere in questo modo San Giacomo<br />
e San Giovanni? Si resta sconcertati. Si capi-<br />
sce che entrambi stavano supponendo una gloria<br />
terrena, con Nostro Signore divenuto re di Israele,<br />
ossia, la gloria di un Messia umano che conquista<br />
il potere politico, sociale e finanziario <strong>della</strong> nazione<br />
eletta. Avevano l’impressione che questo non<br />
fosse lungi dall’accadere, e calcolavano di poter<br />
ottenere buoni posti, a giudicare dalle prerogative<br />
con le quali il Maestro già prima li aveva distinti.<br />
Ora, la cosa più impressionante è che Gesù,<br />
in un certo senso, Si dispone a esaudirli, concedendo<br />
non quello che pretendevano, ma molto<br />
di più: la felicità eterna nel Cielo. Nostro Signore<br />
trasferirà la loro richiesta dalla Terra alla gloria<br />
celeste, dandogli “il regalo di questa enorme<br />
grazia che è l’amore <strong>della</strong> Croce”. 6<br />
Nostro Signore vuole sempre darci il meglio<br />
38a “Gesù disse loro: ‘Voi non sapete ciò<br />
che domandate”.<br />
Alcuni ritengono che in questo versetto sia<br />
condannato qualsiasi desiderio di preminenza,<br />
ma non c’è nella risposta di Nostro Signore la<br />
base per questa interpretazione. Egli fa capire<br />
che i due fratelli stanno chiedendo poca cosa.<br />
La loro natura umana è avida di glorie mondane,<br />
passeggere, mentre il Maestro li vuole invitare<br />
a quelle celesti, eterne. Per questo, non nega<br />
la richiesta, la cui vera dimensione essi ignorano.<br />
Essi non sapevano quello che stavano<br />
chiedendo perché equivocavano quanto al genere<br />
di onore desiderato.<br />
Questo mostra che è legittimo aspirare a una<br />
proporzionata grandezza terrena – purché essa<br />
sia utile alla santificazione di chi chiede e degli<br />
altri –, poiché, insegna San Tommaso che, per<br />
quanto riguarda i beni temporali, “il Signore<br />
non ha proibito la sollecitudine necessaria, ma<br />
la sollecitudine disordinata”. 7<br />
Il calice del dolore<br />
38b “Potete bere il calice che io bevo, o<br />
ricevere il battesimo con cui io sono<br />
battezzato?”.<br />
La risposta del Redentore denota che i figli<br />
di Zebedeo ignoravano il cammino per arrivare<br />
a questa gloria che ambivano, ma Nostro Signore<br />
voleva darla sul piano soprannaturale: “Invece<br />
di censurare fin dall’inizio l’ambizione dei<br />
due fratelli, Gesù Si impegna a correggere l’idea<br />
falsa che essi hanno <strong>della</strong> sua missione”. 8<br />
E’ tale il desiderio<br />
di Dio<br />
di salvarci che<br />
Egli considera<br />
con benevolenza<br />
persino<br />
le richieste<br />
apparentemente<br />
assurde<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 13
Da tutta<br />
l’eternità<br />
Dio Padre ha<br />
scelto il posto<br />
di ognuno<br />
secondo il<br />
sapienziale<br />
piano che ha<br />
tracciato<br />
Ben conosceva il nostro Salvatore quanto Egli<br />
avrebbe dovuto patire, per questo menziona il<br />
calice e il battesimo di sangue, entrambi simboli<br />
<strong>della</strong> sofferenza. 9 E nell’Orto degli Ulivi arriverà<br />
a chiedere: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te,<br />
allontana da me questo calice! Però non ciò che<br />
io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14, 36). Così,<br />
Egli chiede a San Giacomo e a San Giovanni<br />
se sono preparati a bere il calice che la prima lettura<br />
descrive come del dolore, <strong>della</strong> sofferenza,<br />
del dramma. E il battesimo di sangue corrisponderebbe<br />
alla Passione dell’Agnello: “Gesù parla<br />
dell’immersione come se Egli dovesse esser sprofondato<br />
in un abisso di tormenti”. 10<br />
Cecità di fronte alla prospettiva del dolore<br />
39a “Gli risposero: ‘Lo possiamo’”.<br />
I due fratelli supponevano, senza dubbio, che il<br />
calice e il battesimo cui Nostro Signore alludeva,<br />
rappresentassero le difficoltà da superare per raggiungere<br />
la gloria temporale immaginata da loro,<br />
e che, pertanto, valeva la pena affrontare... probabilmente<br />
ritenevano nel loro ottimismo anche che<br />
questo battesimo fosse un onore e un prestigio.<br />
Ora, questo equivoco è conseguenza dell’incomprensione<br />
dell’ammonimento di Nostro Signore<br />
riguardo alla sua Passione e Morte, che Egli<br />
aveva già menzionato tre volte, dando anche dettagli<br />
dei tormenti che avrebbe patito (cfr. Mc 8,<br />
31-32; 9, 31; 10, 33-34). Allo stesso tempo, diventavano<br />
sempre più chiare le minacce che questo<br />
avrebbe provocato (cfr. Gv 10, 31-40; 11, 49-54).<br />
Succede che gli Apostoli, nella loro cieca<br />
speranza di felicità mondana, si ostinassero<br />
all’idea del Messia temporale. Davano a queste<br />
previsioni del Divino Maestro il valore di un linguaggio<br />
simbolico, forse credendo che, alla fi-<br />
14 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
“Apparizione di Cristo agli Apostoli” – Cattedrale di Notre Dame, Parigi<br />
ne, Egli avrebbe dato un colpo qualsiasi e sarebbe<br />
stato proclamato Re d’Israele, in qualità di<br />
discendente di Davide. Per questo, Giacomo e<br />
Giovanni rispondono con animo alla domanda<br />
di Nostro Signore: “Possiamo”.<br />
I piani di Dio sono inalterabili<br />
39b “E Gesù disse: ‘Il calice che io bevo<br />
anche voi lo berrete, e il battesimo che<br />
io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma<br />
sedere alla mia destra o alla mia sinistra<br />
non sta a me concederlo; è per coloro<br />
per i quali è stato preparato’”.<br />
Alla domanda formulata su un piano meramente<br />
naturale e secondo un criterio errato,<br />
Nostro Signore replica a partire da una prospettiva<br />
soprannaturale: da tutta l’eternità Dio Padre<br />
ha scelto il posto di ognuno secondo il Suo<br />
piano sapienziale. Pertanto, sebbene fosse legittimo<br />
il desiderio dei figli di Zebedeo, era necessario<br />
prima di tutto fare la volontà del Padre.<br />
Infatti, le parole del Maestro sui due fratelli<br />
furono confermate: la Storia ci narra che San<br />
Giacomo fu il primo Apostolo a bere il calice<br />
del martirio, a Gerusalemme, verso l’anno 44<br />
(cfr. At 12, 1-2). Quanto a San Giovanni, consta<br />
sia morto di morte naturale, molto vecchio, intorno<br />
all’anno 104. Il discepolo amato non evitò<br />
di “bere dal calice”, poiché fu l’unico Apostolo<br />
a seguire da vicino la Passione del Signore e<br />
a soffrire vicino a Lui; e, secondo un’antichissima<br />
tradizione, sarebbe stato gettato più tardi in<br />
una vasca di olio bollente, uscendone miracolosamente<br />
illeso. 11 Pertanto, in entrambi si realizzò<br />
la predizione di Gesù: essi bevvero il calice e<br />
passarono per il battesimo di sangue.<br />
Gustavo Kralj
Le dispute nel Collegio Apostolico<br />
prima di Pentecoste<br />
41 “All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono<br />
con Giacomo e Giovanni”.<br />
A una certa distanza, gli altri Apostoli seguivano<br />
con attenzione il dialog, e s’indignarono<br />
udendo la richiesta dei due fratelli. Certamente,<br />
non per vero zelo riguardo a Gesù, ma, forse,<br />
perché ognuno si riteneva più degno di ricevere<br />
l’anelato tributo d’onore. In fin dei conti,<br />
desideravano anche loro partecipare alla disputa.<br />
Questo rende evidente quanto queste dodici<br />
magnifiche colonne sulle quali si sarebbe costruito<br />
il sacro edificio <strong>della</strong> Chiesa avessero,<br />
prima <strong>della</strong> discesa dello Spirito Santo, una visione<br />
umana e politico-sociale di Gesù Cristo e<br />
stavano con gli occhi puntati sulla conquista del<br />
potere temporale.<br />
42 “Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro:<br />
‘Voi sapete che coloro che sono ritenuti<br />
capi delle nazioni le dominano, e i loro<br />
grandi esercitano su di esse il potere’”.<br />
Con questo riferimento ai governanti dell’epoca,<br />
Cristo ammoniva i suoi Apostoli che chi<br />
desidera la gloria mondana e assume il potere<br />
per amor proprio, finisce per essere un tiranno.<br />
Infatti, senza l’aiuto <strong>della</strong> grazia e la pratica <strong>della</strong><br />
virtù, la tendenza del potente è di opprimere i<br />
sottoposti. Ed essendo stati i giudei schiavizzati<br />
diverse volte, essi portavano le cicatrici di amare<br />
esperienze...<br />
Il criterio di precedenza tra i buoni<br />
43 “Fra voi però non è così; ma chi vuol<br />
essere grande tra voi si farà vostro servitore;<br />
44 e chi vuol essere il primo tra voi<br />
sarà il servo di tutti”.<br />
Tra i buoni, quale deve essere il criterio di<br />
precedenza? Nostro Signore insisterà per due<br />
volte che è quello <strong>della</strong> sottomissione: esser servo<br />
ed esser schiavo. Entro l’istituzione che Egli<br />
sta fondando, si deve imparare a servire: chi più<br />
serve, più grande sarà; e chi meno serve, minore<br />
sarà. Quello che qualifica per il Regno di Dio è<br />
la disposizione a servire.<br />
Nostro Signore non condanna, dunque, il desiderio<br />
di essere il primo nella linea del bene,<br />
quanto il mezzo errato di arrivare a questa posi-<br />
zione. “Egli non Si stupisce <strong>della</strong> preoccupazione<br />
dei discepoli, e non contesta il principio <strong>della</strong><br />
gerarchia, ma insinua lo spirito nuovo che deve<br />
animare i capi”. 12 Il cammino, questo sì, è quello<br />
il cui esempio è stato dato da Lui stesso: servizio<br />
e schiavitù.<br />
L’esempio del Figlio dell’Uomo<br />
45 “Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto<br />
per essere servito, ma per servire e<br />
dare la propria vita in riscatto per molti”.<br />
Già durante l’infanzia, Gesù Si posò nella più<br />
piena soggezione e a servizio di Maria Santissima<br />
e di San Giuseppe, pur essendo Dio e il Creatore<br />
di entrambi. Più ancora, Si pose in sottomissione<br />
di tutti quanti avevano bisogno di Lui,<br />
per non dire di tutto il genere umano che Egli<br />
avrebbe redento sulla Croce.<br />
Questa è la via attraverso cui Egli riscatta e<br />
ordina tutta la creazione. Infatti, insegna l’Apostolo<br />
che “quasi tutte le cose sono purificate col<br />
sangue, e senza spargimento di sangue non esiste<br />
il perdono” (Eb 9, 22). Cristo è venuto per<br />
perdonarci e salvarci, per servirci e sacrificare la<br />
vita per noi. E il Cielo, per stare nella nostra natura<br />
più vicino al trono del Padre, è sempre disposto<br />
ad aiutarci.<br />
“La Sacra Famiglia” – Vetrata <strong>della</strong> Parrocchia di<br />
Saint-Laurent-sur-Sèvre (Francia)<br />
Gustavo Kralj<br />
Nel Regno<br />
di Cristo, chi<br />
più serve,<br />
più grande<br />
sarà; e chi<br />
meno serve,<br />
minore sarà<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 15
E’ possibile<br />
che nella<br />
nostra anima<br />
si trovino<br />
rudimenti<br />
<strong>della</strong><br />
mentalità<br />
farisaica, che<br />
ci spingono ad<br />
agire in tutto<br />
per egoismo<br />
Serigo Hollmann<br />
III – La neceSSITà deLLo<br />
SpIrITo SanTo neLLa chIeSa<br />
Prima di Pentecoste, possiamo distinguere<br />
due conversioni negli Apostoli.<br />
La prima è avvenuta quando, chiamati da Gesù,<br />
si disposero a seguirLo. Tuttavia, avevano ancora<br />
l’idea di un Messia temporale, comune a tutti<br />
i giudei in quel tempo, soprattutto quelli formatisi<br />
nella scuola dei farisei. Gli Apostoli, sebbene vari<br />
di loro fossero stati orientati e preparati da San<br />
Giovanni Battista, conservavano una concezione<br />
riguardo al Regno di Dio interamente terrena,<br />
secondo i principi farisaici. Ritenevano di aver incontrato<br />
il Liberatore di Israele, che servivano in<br />
modo non interamente disinteressato. 13<br />
La seconda con<strong>versione</strong> si operò quando, riconosciuta<br />
la propria miseria per aver abbandonato<br />
il Divino Maestro nell’ora <strong>della</strong> Passione, ricevettero<br />
una speciale grazia di pentimento e cominciarono<br />
a considerarLo nel mistero ineffabile <strong>della</strong><br />
Croce. 14 Tuttavia continuavano a considerare da<br />
una prospettiva umana il Messia, al punto che non<br />
credettero, in un primo momento, alla sua Resurrezione<br />
(cfr. Lc 24, 9-12). Nell’ora dell’Ascensione<br />
del Signore manifestarono ancora il loro desiderio<br />
di veder restaurato il Regno di Israele, secondo<br />
questo concetto sbagliato (cfr. At 1, 6-9).<br />
L’assurdo di voler adattare Dio<br />
alla nostra mentalità<br />
Siccome gli Apostoli cercavano costantemente<br />
di conformare alla loro mentalità precedente le rivelazioni<br />
straordinarie fatte da Nostro Signore, ri-<br />
“Pentecoste” – Vetrata <strong>della</strong> Cattedrale di Leòn (Spagna)<br />
16 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
masero con una visione distorta <strong>della</strong> Buona Novella<br />
fino al giorno <strong>della</strong> discesa del Paraclito, nel<br />
Cenacolo. Lì lo stesso Spirito Santo assunse le virtù<br />
che erano state infuse nelle loro anime, e fece in<br />
modo che i doni, che erano passivi come un lampadario<br />
spento, si accendessero con tutte le energie<br />
possibili. Solamente con l’azione di questi doni<br />
le virtù infuse trovano le condizioni giuste pei raggiungere<br />
il loro pieno e perfetto sviluppo. 15 Possiamo,<br />
così, apprezzare l’incommensurabile portata,<br />
per la vita <strong>della</strong> Chiesa, dell’operare dello Spirito<br />
Santo, che San Cirillo di Gerusalemme denomina<br />
“il guardiano e santificatore <strong>della</strong> Chiesa, il direttore<br />
delle anime, il pilota delle navi nella tempesta,<br />
Colui che illumina coloro che si sbagliano,<br />
premia i combattenti e incorona i vincitori”. 16<br />
Insomma, con l’effusione delle grazie di Pentecoste,<br />
morì nell’anima degli Apostoli questa visione<br />
umana riguardo Nostro Signore. Tuttavia, sotto<br />
apparenze diverse, essa continua lungo la Storia ed<br />
è possibile anche che nella nostra anima si trovino<br />
rudimenti di essa, come un verme che ci corrode<br />
dentro, muovendoci ad agire in tutto per egoismo,<br />
per puro interesse personale, considerando la Religione<br />
in una prospettiva sociale e politica.<br />
Necessità <strong>della</strong> sofferenza per<br />
raggiungere la gloria<br />
Analizzando la Liturgia di oggi, vediamo<br />
che, per i buoni, il vero e unico trionfo si trova<br />
nell’amore <strong>della</strong> croce e nell’accettazione <strong>della</strong><br />
sofferenza. Ci insegna San Paolo, nella seconda<br />
lettura: abbiamo un Sommo Sacerdote eterno,<br />
“provato in tutto”, che intercede per noi e<br />
al quale, pertanto, dobbiamo approssimarci con<br />
totale fede e fiducia (cfr. Eb 4, 14-16).<br />
Non è facile questa via indicata da Nostro Signore,<br />
ma ricordiamoci del famoso verso di Corneille:<br />
“À vaincre sans péril, on triomphe sans gloire”.<br />
17 Quando si vince senza passare per pericoli<br />
e rischi, non c’è gloria. Afferma Sant’Agostino:<br />
“Nessuno si conosce prima di esser messo alla<br />
prova, né può esser incoronato se non vince, né<br />
può vincere senza aver combattuto, né gli è possibile<br />
lottare se non ha un nemico e tentazioni”. 18<br />
Ora, questa vittoria è riservata solamente alle<br />
anime unite a Dio, che ripongono la loro fiducia<br />
in Lui e riescono così ad affrontare tutti i rischi.<br />
Per la nostra natura, per il nostro ottimismo<br />
nei confronti <strong>della</strong> vita e orrore verso la sofferenza,<br />
abbiamo l’illusione che trionfare significhi<br />
non soffrire mai né passare per sventura al-
João Scognamiglio Clá Dias<br />
cuna. Non è quello che ci mostra la dura esistenza<br />
terrena. Per questo, afferma il Prof. Plinio<br />
Corrêa de Oliveira: “La vita <strong>della</strong> Chiesa e la vita<br />
spirituale di ogni fedele sono una lotta incessante.<br />
Dio dà a volte alla sua Sposa giorni di una<br />
grandezza splendida, visibile, palpabile. Egli dà<br />
alle anime momenti di consolazione interiore o<br />
esteriore mirabili, Ma la vera gloria <strong>della</strong> Chiesa<br />
e del fedele risulta dalla sofferenza e dalla lotta.<br />
Lotta arida, senza bellezza sensibile, né poesia<br />
definibile. Lotta in cui si avanza a volte nella<br />
notte dell’anonimato, nel fango del disinteresse o<br />
dell’incomprensione, sotto la tempesta e il bombardamento<br />
scatenato dalle forze congiunte del<br />
1 FREDEGAIRE, apud KURTH,<br />
Godefroid. Clovis. Paris: Jules<br />
Taillandier, 1978, p.297.<br />
2 Cfr. SAN TOMMASO D’AQUI-<br />
NO. Somma Teologica. III, q.46,<br />
a.5. a.6.<br />
3 Idem, a.1.<br />
4 CCE 472.<br />
5 LAGRANGE, OP, Marie-Joseph.<br />
Évangile selon Saint Marc. 5.ed.<br />
Paris: J. Gabalda et Fils, 1929,<br />
p.277-278.<br />
6 GARRIGOU-LAGRANGE, OP,<br />
Réginald. El Salvador y su amor<br />
por nosotros. Madrid: Rialp,<br />
1977, p.494.<br />
7 SAN TOMMASO D’AQUINO,<br />
op. cit., I-II, q.108, a.3, ad 5.<br />
8 LAGRANGE, op.cit., p.278.<br />
9 Cfr. FILLION, Louis-Claude. La<br />
Sainte Bible Commentée. Paris:<br />
Letouzey et Ané, 1912, tomo<br />
VII, p. 251.<br />
10 LAGRANGE, op. cit., p.278.<br />
11 Cfr. RICCIOTTI, Giuseppe. Vita<br />
di Gesù Cristo. 14.ed. Roma:<br />
Poliglotta Vaticana, 1941, p.164-<br />
165, nota.<br />
12 LAGRANGE, op. cit. p.244-245.<br />
13 Cfr. GARRIGOU-LAGRANGE,<br />
OP, Réginald. Las con<strong>versione</strong>s<br />
del alma. Madrid: Palabra, 1981,<br />
p.60-61.<br />
14 Cfr. Idem, p.61-64.<br />
“La vera gloria <strong>della</strong> Chiesa e<br />
del fedele risulta dalla<br />
sofferenza e dalla lotta. Lotta<br />
arida, senza bellezza sensibile,<br />
[...] Ma lotta che riempie di<br />
ammirazione gli Angeli del Cielo<br />
e attira le benedizioni di Dio”<br />
Prof. Plinio Corrêa de Oliveira, nel 1966<br />
demonio, del mondo e <strong>della</strong> carne. Ma lotta che<br />
riempie di ammirazione gli Angeli del Cielo e attira<br />
le benedizioni di Dio”. 19<br />
Così come il carbone, per trasformarsi in diamante,<br />
deve esser sottoposto alle altissime temperature<br />
e pressioni incontrate nelle viscere <strong>della</strong><br />
Terra, le nostre anime hanno bisogno <strong>della</strong><br />
sofferenza, in questa valle di lacrime, per meritare<br />
la gloria celeste. E per ben sopportare i<br />
patimenti che ci aspettano, facciamo, per intercessione<br />
<strong>della</strong> Beata Vergine Maria, la richiesta<br />
contenuta nel salmo di oggi: “Su di noi venga,<br />
Signore, la tua grazia, poiché in Te speriamo”<br />
(Sal 32, 22). ²<br />
15 Cfr. ROYO MARIN, OP, Antonio.<br />
Somos hijos de Dios. Madrid:<br />
BAC, 1977, p.34-37.<br />
16 SAN CIRILLO DI GERUSA-<br />
LEMME. Catechesis ad illuminandos,<br />
17,13. In: Catequesis.<br />
Madrid: Ciudad Nueva, 2006,<br />
p.400-401.<br />
17 CORNEILLE. Le Cid, Acte II,<br />
Scène II. In: Œuvres Complètes.<br />
Paris: Du Seuil, 1963, p.226.<br />
18 SANT’AGOSTINO. Enarratio in<br />
psalmum 60, 3. In: Comentário<br />
aos Salmos (51-100). São Paulo:<br />
Paulus, 1997, vol.II, p.225.<br />
19 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio.<br />
A verdadeira glória só nasce<br />
da dor. In: Catolicismo. São Paulo.<br />
Ano VII. N.78 (Giugno 1957).<br />
Le nostre<br />
anime hanno<br />
bisogno <strong>della</strong><br />
sofferenza, in<br />
questa valle<br />
di lacrime, per<br />
meritare la<br />
gloria celeste<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 17
Incorniciata dall’intenso e<br />
piacevole verde <strong>della</strong> Serra<br />
da Cantareira, si erge nel<br />
municipio di Caieiras, nella<br />
Grande San Paolo, la Casa Generalizia<br />
<strong>della</strong> Società di Vita Apostolica<br />
Regina Virginum, nata dal ramo femminile<br />
degli Araldi del Vangelo.<br />
Il prossimo 2 ottobre, memoria<br />
liturgica dei Santi Angeli Custodi,<br />
le suore di questa Società commemoreranno<br />
l’anniversario dell’inizio<br />
<strong>della</strong> vita comunitaria nel luogo,<br />
sotto il benefico influsso di armonia,<br />
pace e raccoglimento che vi si sperimenta,<br />
molto propizio allo sviluppo<br />
del carisma dell’Istituzione. Si commemorerà<br />
anche l’inizio delle attività<br />
missionarie in quest’area rurale<br />
così bisognosa dell’amore di Cristo e<br />
di ricevere la Buona Novella, poiché<br />
fin dai primordi di Regina Virginum<br />
esse hanno consacrato il meglio dei<br />
loro sforzi per andare incontro con<br />
meritato affetto ai bisogni del popolo<br />
di Dio <strong>della</strong> regione.<br />
A servizio dell’evangelizzazione<br />
La costruzione dell’edificio risale<br />
all’anno 2007, quando sotto gli auspici<br />
e l’orientamento del Dott. Fábio<br />
18 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
Centro di spiritualità<br />
Ideata per ospitare una spaziosa chiesa,<br />
un’abitazione e un collegio, la Casa<br />
Generalizia <strong>della</strong> Società di Vita Apostolica<br />
Regina Virginum è oggi totalmente dedicata<br />
all’evangelizzazione del popolo di Dio.<br />
de Salles Meirelles, presidente <strong>della</strong><br />
Federazione dell’Agricoltura e Allevamento<br />
dello Stato di San Paolo<br />
(FAESP-SENAR/SP), sono iniziati i<br />
lavori. Ideato per ospitare una spaziosa<br />
chiesa, un’abitazione e un collegio,<br />
oggi l’edificio è in pieno funzionamento,<br />
totalmente dedicato al servizio<br />
dell’evangelizzazione.<br />
In regime d’intensa e disciplinata<br />
vita comunitaria, le suore coniugano<br />
le ore di studio e preghiera con diverse<br />
attività, i cui frutti sono sempre più<br />
numerosi. L’assistenza religiosa viene<br />
dispensata alla popolazione locale<br />
nella chiesa di Nostra Signora del<br />
Carmine, dove vengono celebrate le<br />
Messe domenicali e sono distribuiti i<br />
Sacramenti. Cresce, anche, il servizio<br />
di catechesi, preparazione per il Sacramento<br />
del Matrimonio, formazione<br />
liturgica per chierichetti e aiuto ai<br />
nuclei più bisognosi <strong>della</strong> regione.<br />
Il collegio conta duecento alunne<br />
interne, e sono già stati promossi<br />
sei congressi internazionali di carattere<br />
formativo e culturale. A partire<br />
dall’impulso dato dalla Casa Generalizia,<br />
la Società di Vita Apostolica si<br />
è espansa e possiede attualmente 28<br />
case all’interno del Brasile e fuori.<br />
Madre Mariana Morazzani Arráiz, EP<br />
Sostegno delle autorità<br />
civili e religiose<br />
Numerose autorità civili hanno<br />
partecipato alle cerimonie solenni<br />
<strong>della</strong> chiesa <strong>della</strong> Madonna<br />
del Carmine, stimolando con la loro<br />
presenza e le loro parole il progresso<br />
delle attività. L’attuale governatore<br />
dello Stato di San Paolo,<br />
Dott. Geraldo Alckmin, l’ha visitata<br />
il 6 giugno 2010, e il 30 gennaio<br />
2011 ha partecipato a una Messa<br />
in azione di grazie per la sua elezione<br />
alla carica che oggi esercita. Anche<br />
il Dott. Fábio de Salles Meirelles<br />
ha voluto celebrare il suo più recente<br />
compleanno insieme alla Madonna<br />
del Carmine, alla quale tributa<br />
una speciale devozione, il 10<br />
luglio scorso.<br />
La Casa Generalizia ha ricevuto<br />
visite anche di illustri esponenti<br />
<strong>della</strong> Gerarchia ecclesiastica, desiderosi<br />
di conoscere meglio la spiritualità<br />
e potenza del carisma nelle<br />
sue origini. Il Cardinale Franc Rodé,<br />
CM, quando ancora Prefetto <strong>della</strong><br />
Congregazione per gli Istituti di<br />
Vita Consacrata e le Società di Vita<br />
Apostolica, ha inaugurato la Chiesa,<br />
con una solenne Messa celebrata il
Evangelizzazione – La Chiesa <strong>della</strong> Madonna del Carmine è aperta per le Messe domenicali e le diverse attività<br />
pastorali, come gli incontri delle “martinhas”, bambine che aiutano nella Liturgia.<br />
Vita comunitaria – La vita quotidiana delle religiose trascorre sotto il benefico influsso dell’armonia,<br />
pace e raccoglimento.<br />
Formazione di giovani – Nei locali dell’edificio funziona un collegio che ospita duecento alunne e promuove<br />
congressi di carattere formativo e culturale.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 19
14 agosto 2009, presenti il Cardinale<br />
Raymundo Damasceno Assis, Arcivescovo<br />
di Aparecida e Presidente<br />
<strong>della</strong> CNBB; il Cardinale Francesco<br />
Coccopalmerio, Presidente del<br />
Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi;<br />
Mons. Jean-Louis Bruguès,<br />
OP, Archivista e Bibliotecario <strong>della</strong><br />
Santa Chiesa Romana; Mons. Enrico<br />
dal Covolo, SDB, Rettore <strong>della</strong><br />
Pontificia Università Lateranense<br />
di Roma; Don Mariusz Kuciński, Direttore<br />
del Centro di Studi Ratzin-<br />
20 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
4<br />
1<br />
ger-Benedetto XVI, <strong>della</strong> Polonia,<br />
e altri.<br />
Aiuto e appoggio al popolo di Dio<br />
A somiglianza <strong>della</strong> macchia d’olio,<br />
che con soavità e vigore si diffonde<br />
su una superficie e la trasforma,<br />
anche il ramo femminile degli<br />
Araldi del Vangelo e la Società di<br />
Vita Apostolica Regina Virginum<br />
si sono espansi a partire dalla loro<br />
Casa Generalizia, conquistando<br />
sempre più anime alla Santa Chie-<br />
3<br />
Autorità civili e religiose –<br />
La Casa Generalizia riceve con<br />
frequenza visite di autorità civili e<br />
religiose. Nelle foto, il Governatore<br />
di San Paolo, Dott. Geraldo Alckmin,<br />
e sua moglie (1), il Dott. Fábio de<br />
Salles Meirelles (2), Cardinale Franc<br />
Rodé (3), Cardinale Francesco<br />
Coccopalmerio (4), Mons. Jean-<br />
Louis Bruguès (5), Cardinale<br />
Raymundo Damasceno Assis (6)<br />
5<br />
sa e attraendole verso l’ideale <strong>della</strong><br />
santità.<br />
Così, le suore cercano di realizzare<br />
l’elevato obiettivo, espresso dal Beato<br />
Giovanni Paolo II: “La funzione<br />
di aiuto e appoggio esercitata dalla<br />
vita consacrata alla Chiesa non si restringe<br />
ai tempi passati, ma continua<br />
a essere un dono prezioso e necessario<br />
anche nel presente e nel futuro del<br />
popolo di Dio, perché appartiene intimamente<br />
alla sua vita, santità e missione”<br />
(Vita consacrata, n.3). ²<br />
2<br />
6
Grande dama,<br />
grande suora,<br />
Ai primi raggi del sole,<br />
un bello spettacolo<br />
si contempla dall’alto<br />
<strong>della</strong> Serra da Cantareira,<br />
a pochi chilometri dalla città<br />
di San Paolo. Le tenebre cedono<br />
spazio al diafano azzurro <strong>della</strong> volta<br />
celeste e le nuvole, che invano tentano<br />
di coprirla, gradualmente diventano<br />
color fuoco. In pochi istanti il<br />
rosso si trasforma in dorato e, all’orizzonte,<br />
lento e maestoso spunta il<br />
Sole, dipingendo con toni vivi la natura.<br />
Di fronte a un così grandioso<br />
panorama, quasi per istinto lo spettatore<br />
si sente preso da ammirazione<br />
e spinto a pensare alla magnificenza<br />
del suo Autore.<br />
Ora, se lo splendore di qualcosa<br />
di materiale è capace di riportare<br />
in tal forma al Creatore, quanto<br />
più un’anima divinizzata dalla grazia,<br />
più preziosa di ogni bene naturale<br />
di tutto l’Universo! 1 In verità, ci<br />
Santa tereSa dI geSù<br />
grande santa<br />
Dotata di grande personalità, sublimata dalle più alte azioni <strong>della</strong><br />
grazia, la matriarca dell’Ordine Carmelitano è tra le anime così unite<br />
a Dio che, per così dire, personificano la grandezza.<br />
sono persone così unite a Dio che,<br />
per così dire, personificano la grandezza,<br />
poiché in loro risplende la luce<br />
<strong>della</strong> vita divina presente in alto<br />
grado nel loro intimo.<br />
Una di queste anime si è distinta<br />
nel XVI secolo. “Possedeva un’intelligenza<br />
vasta e privilegiata, allo stesso<br />
tempo sfumata e forte, adatta per<br />
alti voli. Inoltre, [era] dotata di una<br />
volontà ferma e una sensibilità controllata<br />
per intero. [...] Era, in ultima<br />
analisi, la grandezza <strong>della</strong> personalità<br />
umana in uno dei suoi esemplari<br />
più privilegiati nell’ordine <strong>della</strong> natura,<br />
che rifulgeva di grazia in un grado<br />
sublime, dando un’idea completa di<br />
quello che sarebbe stato il tipo perfetto<br />
<strong>della</strong> religiosa matriarca”. 2<br />
Ella ha realizzato i piani tracciati<br />
da Dio per lei con una tale perfezione<br />
e fedeltà, che la grandezza si è incorporata<br />
al suo nome: Santa Teresa,<br />
la Grande.<br />
Suor Maria Teresa Ribeiro Matos, EP<br />
Infermità e invito alla<br />
contemplazione<br />
Teresa de Cepeda y Ahumada nacque<br />
il 28 marzo 1515, a Gotarrendura,<br />
provincia di Avila, in seno a una numerosa<br />
famiglia <strong>della</strong> piccola nobiltà castigliana.<br />
Da bambina s’interessava a storie<br />
<strong>della</strong> vita dei santi, e quando seppe<br />
dei fatti dei primi martiri, pensò che<br />
fosse questa via una linea retta per il<br />
Cielo. Decise, allora, di fuggire col fratellino<br />
Rodrigo per il paese dei mori, al<br />
fine di consegnare lì le loro vite in difesa<br />
<strong>della</strong> Fede. Erano già molto lontani<br />
dalle mura <strong>della</strong> città quando uno zio<br />
riuscì a localizzarli e li riportò a casa.<br />
Avendo perduto la madre a soli<br />
14 anni, Teresa si consegnò nelle<br />
mani <strong>della</strong> Madonna, assumendo-<br />
La come unica Madre. A vent’anni,<br />
entrò nel Monastero Carmelitano<br />
dell’Incarnazione, di Avila – all’inizio<br />
contro la volontà del padre –, dove<br />
emise i voti un anno dopo.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 21<br />
“Santa Teresa di Gesù”, di Zurbarán / Foto: Sergio Hollmann
Lì vivevano quasi 200 religiose sotto<br />
la regola mitigata del Monte Carmelo.<br />
3 Suor Teresa ricevette una spaziosa<br />
cella, assieme alla libertà di ricevere<br />
visite a qualsiasi ora e andare in<br />
città per qualsiasi motivo. Era costume<br />
che le suore passassero ore conversando<br />
nel locutorio, convertito in una<br />
specie di centro di riunioni sociali.<br />
Senza dubbio, la croce, elemento<br />
essenziale <strong>della</strong> grandezza, non tardò<br />
a presentarsi a quell’anima scelta.<br />
Poco dopo la professione religiosa,<br />
la sua salute si era debilitata<br />
in modo tale che il padre, Alonso<br />
de Cepeda, ottenne il permesso<br />
di portarla nel villaggio di Becedas,<br />
dove abitava una signora le cui cure<br />
mediche possedevano fama di efficacia.<br />
Nel viaggio, Teresa conobbe<br />
la preghiera mentale attraverso il libro<br />
Terzo Alfabeto Spirituale, di padre<br />
Francesco de Osuna, sentendosi<br />
invitata alla vita di contemplazione.<br />
I trattamenti, tuttavia, non produssero<br />
il risultato sperato: “Alla fine<br />
di due mesi, a forza di medicine,<br />
ero quasi in fin di vita”. 4 Di ritorno<br />
alla casa paterna, una contrazione<br />
muscolare fortissima la lasciò priva<br />
di sensi per quasi quattro giorni.<br />
L’avrebbero sepolta se il padre non<br />
si fosse opposto. Risvegliatasi, il suo<br />
stato era penoso: “rimanevo tutta<br />
rannicchiata, come raggomitolata.<br />
Sembravo morta, incapace di muovere<br />
braccia, piedi, mani e testa”. 5<br />
Anche in queste condizioni, Teresa<br />
desiderava ritornare subito al<br />
convento. La sua anima, come quella<br />
di Giosuè (cfr. 2, 10), si trovava in<br />
eccellenti disposizioni: “Ero molto<br />
rassegnata alla volontà di Dio, anche<br />
se mi avesse lasciata per sempre<br />
in quello stato. Se desideravo guarire,<br />
era unicamente per stare sola in<br />
orazione, come avevo imparato”. 6<br />
Dopo tre anni di paralisi, le sue orazioni<br />
a San Giuseppe le ottennero la<br />
guarigione e, a partire da quel momento,<br />
la devozione al Santo Patriarca divenne<br />
fondamentale nella sua vita.<br />
22 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
Gustavo Kralj<br />
A partire da quel momento,<br />
la devozione al Santo Patriarca<br />
è diventata fondamentale<br />
nella sua vita<br />
“San Giuseppe con Gesù Bambino” –<br />
Facciata del Convento di<br />
San Giuseppe, Avila<br />
Luce interiore e pace dell’anima<br />
Con la salute un po’ debole, Teresa<br />
riprese la vita comunitaria, nell’Incarnazione.<br />
Tuttavia, lì era sprecata,<br />
trascurando l’orazione interiore nella<br />
quale tanto era progredita durante la<br />
sua infermità. Quel monastero aveva<br />
perduto il primo fervore <strong>della</strong> vocazione<br />
e si era allontanato dallo spirito<br />
carmelitano. Nel locutorio, aperto<br />
alle signore <strong>della</strong> società, si conversava<br />
con frequenza su frivolezze e vanità<br />
mondane, e tutto ciò finì per avere<br />
un’influenza negativa sulla vita spirituale<br />
<strong>della</strong> Santa.<br />
Trascorso un certo tempo, su consiglio<br />
di Fra’ Vicente Varrón, sacerdote<br />
domenicano, riprese l’abitudine<br />
di pregare mentalmente, nonostante<br />
questo significasse per lei,<br />
all’inizio, un ingaggiare una vera lotta<br />
contro se stessa: “in verità, per<br />
non andare a pregare, era così insopportabile<br />
la violenza che il demonio<br />
mi faceva – o le mie perverse<br />
abitudini – e tanta la tristezza di cui<br />
mi sentivo inondare appena entravo<br />
nell’oratorio, che per vincermi avevo<br />
bisogno di fare appello a tutte le<br />
mie energie, che, dicono, non sono<br />
poche. Infatti, si è visto che Dio mi<br />
ha dato un coraggio più che di donna,<br />
ma poi l’ho impiegato assai male.<br />
Infine, il Signore mi aiutava”. 7<br />
Un giorno, pregando nel suo oratorio,<br />
capendo come le sue conversazioni<br />
futili avessero aumentato i<br />
dolori di Cristo, sentì così vivamente<br />
il rammarico per le sue colpe, che si<br />
gettò ai piedi di una statua di Nostro<br />
Signore piagato promettendo di non<br />
alzarsi da lì finché Egli non la fortificasse<br />
in modo da non offenderLo<br />
più. “Porfié y valióme 8 – Ho insistito<br />
ed Egli mi ha aiutato”, avrebbe detto<br />
più tardi, raccontando l’episodio.<br />
“La mia anima” – racconta nel<br />
Libro <strong>della</strong> Vita, sua autobiografia –<br />
“ha ricevuto grandi forze dalla divina<br />
Maestà, che deve aver sentito le<br />
mie grida, e ha avuto compassione<br />
di tante lacrime. Cominciò a crescere<br />
in me il gusto di stare più tempo<br />
con il Signore”. 9 E aggiunge: “Quando<br />
interiormente mi figuravo di essere<br />
vicina a Cristo, [...] mi sopraggiungeva<br />
all’improvviso un tale sentimento<br />
<strong>della</strong> presenza di Dio, che<br />
in nessun modo potevo dubitare<br />
che il Signore fosse in me, e io, tutta<br />
sprofondata in Lui”. 10<br />
Dio la fa passare per il<br />
crogiolo delle sofferenze<br />
La Santa carmelitana cresceva<br />
nell’intimità con Dio per mezzo di<br />
questa pratica dell’orazione, quando<br />
le tentazioni cominciarono ad apparire.<br />
L’Altissimo voleva farla passare<br />
per il crogiolo delle sofferenze, ma se<br />
l’assalto delle onde increspate ingrandisce<br />
con i suoi colpi lo scoglio che si<br />
eleva altero sulla riva del mare, anche<br />
le ondate <strong>della</strong> sofferenza, quando affrontate<br />
con fiducia e fierezza, fanno<br />
crescere ancor più le grandi anime.<br />
“Siccome in quell’epoca, si erano<br />
scoperte delle donne che il demonio<br />
aveva ingannato con grandi illusioni,
Gustavo Kralj<br />
ho cominciato a temere, specialmente<br />
per le molte soavità e delizie che<br />
provavo e alle quali spesso non potevo<br />
sottrarmi”. 11 Le parlarono, allora,<br />
di padre Gaspar Daza – che più tardi<br />
molto l’aiutò e appoggiò nella riforma<br />
carmelitana – come l’uomo che avrebbe<br />
potuto aiutarla a discernere l’origine<br />
di questa gioia. Era un teologo di<br />
fama, “specchio di virtù per tutta la<br />
città, come persona inviata da Dio per<br />
la salvezza e il profitto di molte anime”.<br />
12 Lo conobbe tramite Francesco<br />
Salcedo, un nobiluomo santo e virtuoso,<br />
mezzo imparentato con lei.<br />
Il teologo analizzò il suo caso e le<br />
mandò a dire che il convivio che diceva<br />
di avere con Dio nell’orazione<br />
mentale non era che immaginazione<br />
e opera del maligno. Inoltre, la fama<br />
<strong>della</strong> religiosa carmelitana si era sparsa<br />
per la città e, in poco tempo, molti<br />
furono dell’opinione che la beata<br />
dell’Incarnazione era indemoniata.<br />
Teresa manteneva in fondo all’anima<br />
“la convinzione che [quello] era opera<br />
di Dio, soprattutto quando era in<br />
preghiera”, poiché in queste occasioni<br />
sempre si sentiva “migliore e più forte”.<br />
13 Nonostante ciò, il suo cuore s’in-<br />
quietava: “Grande è, non c’è dubbio,<br />
l’afflizione che si passa. È necessario<br />
agire con prudenza, specialmente<br />
trattandosi di donne. È grande la loro<br />
debolezza, e potrebbe causargli gran<br />
male dire loro, apertamente, che sono<br />
vittime dell’azione del demonio”. 14<br />
Consigliata dallo stesso padre<br />
Daza, cercò appoggio nei gesuiti,<br />
che prese come confessori, poiché<br />
comprendevano bene il linguaggio<br />
<strong>della</strong> via spirituale che gli era stato<br />
tracciato dalla Provvidenza. La incoraggiarono<br />
in questo terribile periodo<br />
i consigli di San Francesco di<br />
Borgia e, più avanti, del francescano<br />
San Pietro di Alcantara.<br />
Cristo sembrava essere<br />
sempre al suo fianco<br />
“Non voglio più che conversi con<br />
gli uomini, ma soltanto con gli Angeli”,<br />
15 furono le parole udite da Teresa<br />
nella prima estasi che le concesse<br />
la grazia divina. “Da quel giorno, mi<br />
sentii fermamente disposta a qualunque<br />
sacrificio per amore di quel Dio,<br />
che in un momento – che non più di<br />
un momento mi pare che quella grazia<br />
durasse – aveva voluto trasforma-<br />
Accanto alle prove, ora Cristo continuava a parlarle con frequenza e<br />
sembrava procedere sempre al suo fianco<br />
“Apparizione di Nostro Signore a Santa Teresa” – Convento di Santa Teresa, Avila<br />
re la sua serva”. 16 Accanto alle sofferenze,<br />
ora Cristo continuava a parlarle<br />
con frequenza e sembrava essere<br />
sempre al suo fianco: “Non c’era occasione<br />
in cui mi raccogliessi un poco,<br />
se non ero molto distratta, senza<br />
che non Lo sentissi accanto a me”. 17<br />
Non era raro, in queste intimità<br />
con Gesù, sentire nell’anima il fuoco<br />
dell’amore divino. Più di una volta arrivò<br />
ad avere il suo cuore riverberato<br />
da un Angelo, che le lasciava i segni fisici<br />
di una perforazione: “Piacque al<br />
Signore di favorirmi a più riprese con<br />
questa visione. Vedevo un Angelo vicino<br />
a me […]. Vedevo nelle sue mani<br />
un lungo dardo d’oro. Nella punta<br />
di ferro ho creduto ci fosse un po’ di<br />
fuoco. Sembrava che lo configgesse a<br />
più riprese nel mio cuore, cacciandomelo<br />
dentro fino alle viscere. Quando<br />
lo estraeva, io avevo l’impressione che<br />
le strappasse via con sé, lasciandomi<br />
tutta ardente di grande amore di Dio.<br />
Era talmente intenso il dolore, che mi<br />
faceva produrre i gemiti di cui ho parlato.<br />
Questo immenso dolore causa<br />
pure tanta dolcezza da impedire di desiderarne<br />
la fine, né l’anima si accontenta<br />
di meno che con Dio”. 18<br />
Non è tempo di trattare con Dio<br />
questioni di poca importanza...<br />
Dopo una visione dell’inferno, intorno<br />
al 1560, si svelò nella sua anima<br />
la grande missione che le era riservata.<br />
Avendo conosciuto gli sbalorditivi<br />
tormenti dei dannati, sentì un’immensa<br />
compassione nel vedere il<br />
gran numero di anime che si condannavano.<br />
La rattristava oltremodo la<br />
situazione <strong>della</strong> Santa Chiesa, poiché<br />
le arrivavano notizie dei danni causati<br />
in quell’epoca dalle sette che cominciavano<br />
a disseminarsi per l’Europa.<br />
Vedeva con amarezza quanta<br />
gente si allontanava da Dio e quanto<br />
pochi erano i suoi amici.<br />
Cominciò a chiedersi, allora, quello<br />
che avrebbe potuto fare per essere<br />
utile alla Chiesa in questo terribile<br />
bivio: “Mi sono convinta che la pri-<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 23
Sergio Hollmann<br />
ma cosa era seguire quello che Sua<br />
Maestà aveva in mente quando mi<br />
ha chiamato alla vita religiosa, e osservare<br />
la mia Regola con la maggior<br />
perfezione possibile”. 19 E consigliava<br />
alle sue sorelle di vocazione: “Dedite<br />
tutte in orazioni per i difensori <strong>della</strong><br />
Chiesa, per i predicatori e i letterati<br />
che la sostengono, aiuteremo, come<br />
meglio potremo, questo mio Signore,<br />
così perseguitato da coloro cui ha fatto<br />
tanto bene”. 20<br />
A partire da questa risoluzione,<br />
la sua vita fu segnata da un crescente<br />
amore per il suo Ordine Religioso,<br />
non pensando al suo profitto spirituale,<br />
ma a servire il Corpo Mistico<br />
di Cristo, per la cui causa il suo<br />
cuore si consumava di zelo. “Guarda,<br />
Dio mio, ai miei desideri e alle<br />
lacrime con cui Ti rivolgo questa<br />
1 Cfr. SAN TOMMASO D’A-<br />
QUINO. Somma Teologica.<br />
I-II, q.113, a.9, ad 2.<br />
2 Cfr. CORRÊA DE OLIVEI-<br />
RA, Plinio. Santa Teresa.<br />
Alma de rara grandeza. In:<br />
Dr. Plinio. São Paulo. Ano<br />
IX. N.103 (Ott., 2006); p.24.<br />
24 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
supplica! [...] Abbi pietà di tante anime<br />
che si perdono e soccorri la tua<br />
Chiesa! Non permettere danni simili<br />
nella Cristianità, o Signore!”. 21<br />
Vedeva, soprattutto, la necessità<br />
di riformare il Carmelo e sentiva<br />
l’appello <strong>della</strong> Provvidenza a realizzare<br />
questa missione. Desiderava<br />
delle comunità che non fossero semplicemente<br />
rifugi di anime contemplative,<br />
preoccupate di fruire e godere<br />
del convivio divino, ma vere fiaccole<br />
d’amore occupate a riparare<br />
il male che era fatto alla Chiesa. “Il<br />
mondo è in fiamme; vogliono nuovamente<br />
condannare Cristo, come si<br />
dice, raccogliendo contro di lui mille<br />
testimonianze; vogliono denigrare la<br />
sua Chiesa. [...] No, sorelle mie, non<br />
è il momento di trattare con Dio d’interessi<br />
di poca importanza!”. 22<br />
Quando, nel 1582, Santa Teresa entrò nell’eternità lasciò fondati più di<br />
20 monasteri del ramo riformato, femminili e maschili<br />
“Santa Teresa con San Giovanni <strong>della</strong> Croce” – Monastero di Santa Teresa, Avila<br />
3 La regola carmelitana era<br />
stata mitigata dalla Bolla di<br />
Mitigazione promulgata da<br />
Eugenio IV, nel 1432 (Cfr.<br />
SANTA TERESA DI GE-<br />
SÙ. Livro da vida. São Paulo:<br />
Paulinas, 1983, p.267,<br />
nota 2).<br />
4 SANTA TERESA DI GESÙ.<br />
Libro <strong>della</strong> vita. Cap.V, n.7.<br />
5 Idem, cap.VI, n.1.<br />
6 Idem, n.2.<br />
7 Idem, cap.VIII, n.7.<br />
8 EFRÉN DE LA MADRE<br />
DE DIOS, OCD; STEG-<br />
GINK, OCarm, Otger.<br />
Tiempo y vita de Santa Teresa.<br />
Madrid: BAC, 1968,<br />
p.99.<br />
Fondazione di San Giuseppe e<br />
inizio <strong>della</strong> Riforma del Carmelo<br />
Questo desiderio di fondare case<br />
religiose di stretta osservanza alla Regola<br />
carmelitana primitiva fu presto<br />
confermato e incoraggiato da Nostro<br />
Signore. “Un giorno, dopo la comunione,<br />
Sua Maestà mi ordinò con decisione<br />
di fare quanto era possibile per attuare<br />
tale intento, promettendomi che<br />
il monastero si sarebbe certo fondato, e<br />
che in esso egli avrebbe trovato motivo<br />
di compiacimento. Mi disse che doveva<br />
esser dedicato a San Giuseppe. Questo<br />
glorioso Santo sarebbe stato di guardia<br />
a una porta, la Madonna avrebbe<br />
vegliato all’altra, e Cristo sarebbe stato<br />
con noi. La nuova casa avrebbe brillato<br />
come una stella da cui s’irradia un<br />
vivo splendore. [...] Mi disse anche che<br />
riflettessi su ciò che sarebbe del mondo<br />
se non ci fossero religiosi”. 23<br />
Non ricevette, tuttavia, lo stesso<br />
appoggio da parte dei suoi superiori,<br />
dalle sue sorelle d’abito e dalla società<br />
di Avila... Fu solo con molta prudenza<br />
e l’appoggio di vari uomini di Dio<br />
– tra cui San Pietro de Alcantara, San<br />
Luigi Beltran, il Vescovo di Avila, padre<br />
Gaspar Daza, tra gli altri – che poté<br />
superare le opposizioni sorte e portare<br />
a termine le riforme necessarie.<br />
Aiutata da alcuni amici acquistò,<br />
nella stessa città di Avila, una minuscola<br />
casa in precarie condizioni destinata<br />
a essere il nuovo monastero.<br />
Abbracciata l’impresa, cominciarono<br />
le prove: una parete in via di rifacimento<br />
cadde sopra il suo piccolo nipotino;<br />
suo cognato, che dirigeva i lavori,<br />
si ammalò; la bolla papale che<br />
9 SANTA TERESA DI GESÙ.<br />
Libro <strong>della</strong> vita. Cap.IX, n.9.<br />
10 Idem, cap. X, n.1.<br />
11 Idem, cap. XXIII, n.2.<br />
12 Idem, cap. XXXII, n.18.<br />
13 Idem, c. XXIII, n.2.<br />
14 Idem, n.13.<br />
15 Idem, cap. XXIV, n.6.
approvava quella fondazione giunse<br />
incompleta da Roma... E quando,<br />
nel momento decisivo, cedette<br />
un’altra parete <strong>della</strong> casa, costruita<br />
con gli ultimi ducati che suor Teresa<br />
aveva ottenuto, la tentazione di scoraggiamento<br />
minacciò tutti. Lei, però,<br />
guardando le macerie, disse: “Se<br />
è caduta, la rialziamo di nuovo”. 24<br />
Infine, con le autorizzazioni necessarie,<br />
il 24 agosto 1562, venne celebrata<br />
la prima Messa nel Monastero<br />
di San Giuseppe, di Avila, il primogenito<br />
tra i Carmeli riformati. Nella<br />
più stretta povertà e clausura, Teresa<br />
si mise a formare le sue monache, mostrando<br />
loro la forza <strong>della</strong> vita comunitaria<br />
ben condotta, nell’obbedienza<br />
e nella gioia. Ricordava loro sempre il<br />
principale motivo per il quale avevano<br />
consacrato le loro vite: “Se in questo<br />
possiamo qualcosa presso Dio, pur<br />
stando in clausura, combattiamo per<br />
Lui. Riterrò molto ben impiegate tutte<br />
le sofferenze per le quali sono passata<br />
per fondare questo piccolo ritiro,<br />
dove desidererei che si osservasse con<br />
la perfezione primitiva la Regola <strong>della</strong><br />
nostra Imperatrice e Signora”. 25<br />
La grande Teresa, ieri e oggi<br />
Questo modo radicale di vivere subito<br />
attrasse molte nuove vocazioni.<br />
Quando Santa Teresa entrò nell’eternità,<br />
nel 1582, lasciò fondati più di 20<br />
monasteri del ramo riformato, femminili<br />
e maschili. Intanto, come sempre<br />
accade a quelli di grande vocazione,<br />
l’albero da lei piantato continuò, dopo<br />
la sua morte, dando inestimabili frutti<br />
alla Chiesa nei cinque continenti.<br />
16 Idem, n.7.<br />
17 Idem, cap. XXVII, n.2.<br />
18 Idem, cap. XXIX, n.13.<br />
19 Idem, cap. XXXII, n.9.<br />
20 SANTA TERESA DI GE-<br />
SÙ. Cammino di Perfezione.<br />
Cap. I, n.2.<br />
21 Idem, cap. III, n.9.<br />
22 Idem, cap. I, n.5.<br />
23 SANTA TERESA DI GE-<br />
SÙ. Libro <strong>della</strong> vita. Cap.<br />
XXXII, n.11.<br />
24 EFRÉN; STEGGINK, op.<br />
cit., pag.147.<br />
25 SANTA TERESA DI GE-<br />
SÙ. Cammino di Perfezione.<br />
Cap. III, n.5.<br />
“Il Signore le diede sapienza e prudenza in abbondanza,<br />
e la grandezza del cuore come la sabbia delle spiagge del mare”<br />
“Santa Teresa è premiata in Cielo dalla Madonna e San Giuseppe” –<br />
Convento di Santa Teresa, Avila<br />
Passati 450 anni dalla fondazione<br />
del primo di questi monasteri, Papa<br />
Benedetto XVI ha ritenuto conveniente<br />
ricordare il momento storico<br />
nel quale visse la Santa mistica e<br />
quanto quella situazione ci sembra familiare.<br />
Per il Santo Padre, la riflessione<br />
<strong>della</strong> santa carmelitana permane<br />
attualissima, luminosa e interpellante.<br />
“Anche oggi, come nel XVI secolo,<br />
tra rapide trasformazioni, è necessario<br />
che la preghiera fiduciosa sia l’anima<br />
dell’apostolato, affinché risuoni,<br />
con grande chiarezza e vigoroso dinamismo,<br />
il messaggio redentore di Gesù<br />
Cristo. È urgente che la Parola di vita<br />
vibri nelle anime in modo armonioso,<br />
con note squillanti e attraenti. [...]<br />
Seguendo le orme di Teresa di Gesù,<br />
26 BENEDETTO XVI. Messaggio<br />
al Vescovo di Avila in<br />
occasione <strong>della</strong> celebrazione<br />
del 450º anniversario di fondazione<br />
del Monastero Carmelitano<br />
di Avila e <strong>della</strong> Riforma<br />
<strong>della</strong> Regola carmelitana,<br />
del 16/7/2012, n.3-5.<br />
27 CORRÊA DE OLIVEIRA,<br />
op. cit., p.24.<br />
permettetemi di dire a quanti hanno il<br />
futuro dinanzi a sé: aspirate anche voi<br />
a essere totalmente di Gesù, solo di<br />
Gesù e sempre di Gesù. Non temete<br />
di dire a Nostro Signore, come fece lei:<br />
“Vostra sono, per voi sono nata, che<br />
cosa volete fare di me?’ (Poesia 2)”. 26<br />
Rispondendo all’appello divino,<br />
Santa Teresa ha saputo identificare<br />
con gagliardia gli obiettivi <strong>della</strong> sua<br />
vita con quelli di Dio, passando alla<br />
Storia come “una grande dama, una<br />
grande donna, una grande monaca e<br />
una grande santa”. 27 Per questo, canta<br />
con proprietà l’introito <strong>della</strong> Messa<br />
in sua lode: “Le ha dato il Signore<br />
sapienza e prudenza in abbondanza,<br />
e la grandezza del cuore come le sabbie<br />
delle spiagge del mare”. 28 ²<br />
28 MISSÆ VOTIVÆ FE-<br />
STA DE S. TERESIA DE<br />
ÁVILA. Ant. ad introitum.<br />
In: PROPRIUM MISSA-<br />
RUM Fratrum Discalceatorum<br />
Ordinis B. Mae Mariæ<br />
Virginis de Monte Carmelo.<br />
Editio Typica. Roma:<br />
Curiam Generalem OCD,<br />
1973, p.52.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 25<br />
Sergio Hollmann
IV Pellegrinaggio Nazionale<br />
L’<br />
11 agosto, circa 10 mila partecipanti<br />
all’Apostolato dell’Icona si<br />
sono riuniti ad Aparecida per il<br />
loro IV Pellegrinaggio al Santuario Nazionale.<br />
Provenienti da 80 città di nove<br />
Stati del Brasile, essi sono accorsi con<br />
gioia a venerare la Madre di Dio, ringraziandoLa<br />
per i favori ricevuti durante<br />
l’anno e presentandoLe le loro richieste.<br />
Rosario e affettuosa<br />
Benedizione Apostolica<br />
Le attività hanno avuto inizio alle otto del<br />
mattino, con la recita del Santo Rosario nel piazzale<br />
Giovanni Paolo II. L’atto liturgico è stato presieduto da<br />
Don Ricardo José Basso, EP, che ha arricchito ogni decina<br />
con una piccola meditazione.<br />
In seguito, tutti si sono diretti all’interno <strong>della</strong> Basilica<br />
per la Celebrazione Eucaristica, dove è stato letto il testo<br />
<strong>della</strong> Benedizione Apostolica inviata da Papa Benedetto<br />
XVI ai partecipanti di questo pellegrinaggio. In esso Sua<br />
Santità saluta tutti “con affetto” e li affida alla Madonna,<br />
“sotto il cui manto si sono raccolti, affinché siano sempre<br />
membri vivi del corpo mistico di Cristo e ardenti costruttori<br />
del suo regno”<br />
Eucaristia presieduta dal Cardinale Damasceno<br />
La Messa è stata presieduta dall’Arcivescovo di Aparecida<br />
e Presidente <strong>della</strong> CNBB, Cardinale Raymundo Da-<br />
26 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
ad Aparecida<br />
masceno Assis. Hanno concelebrato Mons.<br />
Benedetto Beni dos Santos, Vescovo di Lorena,<br />
e Mons. Gioacchino Giustino Carreira,<br />
Vescovo di Guarulhos, oltre a 30 sacerdoti<br />
che accompagnavano i pellegrini.<br />
Nella sua omelia, il Cardinale ha insistito<br />
sulla necessità di essere coerenti con<br />
la Fede Cattolica nella nostra vita quotidiana<br />
e ha invitato le famiglie presenti a<br />
ricorrere sempre alla Madre di Dio, poiché<br />
da Lei ci vengono le forze per superare qualunque<br />
difficoltà, per quanto grande sia.<br />
La Liturgia si è chiusa con alcune parole di<br />
ringraziamento rivolte dall’Assistente Spirituale<br />
dell’Apostolato dell’Icona, Don Antonio Guerra, EP, al<br />
Cardinale Damasceno, ai vescovi concelebranti e a tutti i<br />
partecipanti al pellegrinaggio.<br />
Due milioni di partecipanti in tutto il Brasile<br />
Circa 480 mila famiglie, l’equivalente a quasi due milioni<br />
di persone, partecipano attualmente all’Apostolato<br />
dell’Icona Maria Regina dei Cuori, in tutto il Brasile.<br />
Mostrando l’efficacia di questa iniziativa per rafforzare<br />
il vincolo familiare intorno alla fede, una signora<br />
presente all’incontro ha testimoniato: “Noi<br />
siamo venuti qui con devozione e amore, perché da<br />
quando facciamo parte dell’Apostolato dell’Icona la<br />
mia vita e quella <strong>della</strong> mia famiglia si sono trasformate<br />
completamente”.
Celebrazione Eucaristica – Alla fine <strong>della</strong> Messa presieduta dal Cardinale Raymundo Damasceno Assis (al<br />
centro), Don Antônio Guerra, EP, ha rivolto alcune parole di ringraziamento a tutti i presenti (sopra a sinistra).<br />
Subito dopo, una copia <strong>della</strong> Statua <strong>della</strong> Madonna Aparecida è stata condotta in corteo da membri del settore<br />
femminile degli Araldi (in basso a destra). Quasi 10 mila fedeli hanno affollato la spaziosa Basilica.<br />
Rosario Meditato – Dopo l’entrata solenne <strong>della</strong> statua <strong>della</strong> Madonna Aparecida, ha avuto inizio la recita del<br />
Santo Rosario nel piazzale Giovanni Paolo II. Circa 10 mila persone provenienti da 80 città del Brasile hanno<br />
partecipato all’evento. Sotto, a destra, membri dell’Apostolato dell’Icona provenienti da Cuiabá.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 27
San Paolo – Il 24 agosto, l’Orchestra degli Araldi del Vangelo ha partecipato alla cerimonia di consegna delle<br />
borse di studio nella sezione San Paolo dell’Ordine degli Avvocati del Brasile, eseguendo l’Inno Nazionale<br />
Brasiliano durante l’apertura <strong>della</strong> sessione e solennizzando altri momenti dell’evento.<br />
Campos – Il coro degli Araldi ha partecipato alla 360ª festa del patrono <strong>della</strong> città, il Santissimo Salvatore,<br />
presieduta dal Vescovo diocesano, Mons. Roberto Francesco Ferrería Paz (foto a sinistra). Tanto la processione<br />
quanto la solenne Eucaristia, celebrata nella Cattedrale, hanno riunito migliaia di fedeli.<br />
Nova Friburgo – Cinque sacerdoti <strong>della</strong> III Forania <strong>della</strong> Diocesi di Nova Friburgo hanno visitato, l’8 agosto, la<br />
casa degli Araldi. Dopo aver concelebrato l’Eucaristia insieme con Don Lorenzo Ferronatto, EP, è stata loro offerta<br />
una cena e un’animata rappresentazione musicale.<br />
28 Madonna di Fatima · Ottobre 2012
Caieiras – La Parrocchia Madonna delle Grazie ha organizzato, a Mairiporã, un incontro dei chierichetti delle<br />
diverse cappelle e a Caieiras una giornata di formazione per “martinhas”, bambine che aiutano nel servizio liturgico.<br />
Nei due incontri si sono avuti l’Eucaristia, conferenze e prove di cerimoniale.<br />
Maringá – All’inizio di agosto, un gruppo di giovani aspiranti del settore femminile ha visitato l’ospizio Casa dei<br />
Vecchietti, coordinato dalla Congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione. Le Giovani hanno realizzato<br />
un’esibizione musicale, oltre a conversare con gli ospiti e distribuire tra loro oggetti religiosi.<br />
Recife – Il 29 luglio, Don Celio Casale, EP, ha celebrato la Santa Messa nella comunità religiosa delle Figlie di<br />
Sant’Anna nel Reale Ospedale Portoghese di Beneficienza (sinistra). Mentre il giorno 7 agosto, è stato realizzato il<br />
Progetto Futuro & Vita nel Collegio di Insegnamento Multiplo per gli alunni del periodo mattutino e serale (destra).<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 29
Colombia – Durante il mese di luglio, giovani missionari araldi hanno portato la Statua Pellegrina del Cuore<br />
Immacolato di Maria a diverse case per anziani, tra le quali alla casa di riposo Santa Teresa Jornet, a Bogotà<br />
(sinistra) e San Pietro Claver, nella città di Valledupar (destra).<br />
Stati Uniti – Il 15 agosto, la Statua<br />
Pellegrina ha visitato la Parrocchia di San<br />
Giustino Martire, a Houston.<br />
El Salvador – Giovani aspiranti del settore femminile di El Salvador hanno offerto un concerto musicale per<br />
diverse famiglie che accompagnano le attività del fine settimana nella casa di formazione degli Araldi. Sono state<br />
interpretate musiche di diversi Paesi, accompagnate dall’organo e altri strumenti.<br />
30 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
Paraguay – Invitati dall’Arcivescovo di Asunción, gli Araldi hanno<br />
partecipato alla tradizionale processione <strong>della</strong> patrona <strong>della</strong> città,<br />
realizzata il 15 agosto.
Portogallo – Dodici giovani aspiranti portoghesi che hanno visitato il Brasile in occasione delle vacanze scolastiche,<br />
hanno ricevuto l’abito degli Araldi del Vangelo dalle mani del Superiore Generale dell’istituzione, Mons. João Scognamiglio<br />
Clá Dias. La cerimonia ha avuto luogo nella Basilica <strong>della</strong> Madonna del Rosario, a Caieiras, il 22 agosto scorso.<br />
Haiti – Araldi hanno accompagnato il Vicario Castrense<br />
dell’Ecuador nella sua visita al XVI Contingente<br />
“Minustah”, che opera ad Haiti dal 2004.<br />
Spagna – Araldi hanno partecipato alle commemorazioni<br />
<strong>della</strong> Madonna del Carmine nella Parrocchia Santiago de<br />
Lampón, a Escarabote.<br />
Ecuador – Su richiesta del parroco, Don Juan Carlos Flores, gli Araldi del Vangelo hanno partecipato alle<br />
celebrazioni <strong>della</strong> Madonna del Carmine, nella Parrocchia San Giovanni de Ilumán, Diocesi di Ibarra, presiedute dal<br />
nuovo Vescovo diocesano, Mons. Valter Dario Maggi e organizzate dall’Associazione di Autisti Professionisti.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 31
32 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
Coraggio e ispirazione<br />
Marinho<br />
Cattedrale-Basilica <strong>della</strong> Madonna del Pilar,<br />
vista dalla riva sinistra del fiume Ebro con il<br />
ponte romano in primo piano Rosane
per le generazioni successive<br />
Q uando il Signore Gesù,<br />
prima di tornare al Padre,<br />
diede ai suoi Apostoli<br />
e discepoli le ultime<br />
istruzioni riguardanti la missione<br />
che affidava loro su questa Terra,<br />
disse: “Andate dunque e ammaestrate<br />
tutte le nazioni, battezzandole nel nome<br />
del Padre e del Figlio e dello Spirito<br />
Santo” (Mt 28, 19). In questo modo<br />
indicava loro che l’annuncio <strong>della</strong><br />
Buona Novella non doveva restare ristretto<br />
al Popolo Eletto ma, al contrario,<br />
comprendere tutti gli uomini.<br />
Misteriose sono state le vie scelte<br />
dal Signore per rendere effettivo questo<br />
mandato. Le prime predicazioni<br />
degli apostoli, subito dopo Pentecoste,<br />
hanno avuto luogo a Gerusalemme<br />
(cfr. At 2, 41ss). Esse hanno provocato<br />
una valanga di conversioni, facendo<br />
esplodere l’odio del Sinedrio contro<br />
chi abbracciava la Fede in Cristo.<br />
Iniziarono, allora, violente persecuzioni,<br />
che si sono acuite nel periodo<br />
in cui, con l’uscita di Pilato dal governo<br />
<strong>della</strong> Giudea, si creò un vuo-<br />
madonna deL PILar dI Saragozza<br />
Se quella Colonna sulla quale la Madonna si posò presenziò imperterrita<br />
tante vicissitudini nel corso di due millenni, abbiamo ragioni per<br />
confidare nella promessa fatta da Maria al Figlio del Tuono.<br />
to di potere e il Sinedrio restò di fatto<br />
col comando nelle sue mani. Molti<br />
cristiani si videro costretti a fuggire in<br />
altre terre, portando con sé la testimonianza<br />
di una Fede purificata dalle<br />
difficoltà. Essi erano il lievito che<br />
cominciava a penetrare nella pasta<br />
del mondo pagano per trasformarlo,<br />
dall’interno, completamente.<br />
È stato, senza dubbio, in questo<br />
momento storico che vari Apostoli<br />
sono partiti per terre di missione. E’<br />
toccato a uno di loro, come il Maestro<br />
aveva profetizzato, viaggiare fino<br />
ai “confini <strong>della</strong> terra” (At 1, 8)<br />
allora conosciuta, fino al finis terræ<br />
delimitato dalle mitologiche colonne<br />
d’Ercole: l’Hispania, una delle più<br />
prospere colonie dell’Impero, ricca<br />
di risorse minerarie e le cui genti si<br />
erano integrate nella struttura amministrativa<br />
e culturale di Roma.<br />
Difficile missione per<br />
il Figlio del Tuono<br />
Secondo una veneranda tradizione,<br />
questo incarico toccò a Giacomo<br />
Don Ignacio Montojo Magro, EP<br />
Maggiore, figlio di Zebedeo. Egli<br />
deve esser giunto nella Penisola Iberica<br />
a bordo di una barca noleggiata<br />
da giudei <strong>della</strong> diaspora, poiché numerosi<br />
scritti dell’antichità cristiana<br />
menzionano, a partire dal secolo<br />
III, tracce <strong>della</strong> sua presenza in questa<br />
regione.<br />
Molto poco si conosce, tuttavia,<br />
<strong>della</strong> sua predicazione. Per quanto<br />
riguarda il luogo in cui l’Apostolo<br />
approdò e il percorso da lui seguito,<br />
i dati disponibili permettono appena<br />
di avanzare ipotesi. Si può, però,<br />
dare per certo che nell’anno 40<br />
egli si trovava nella città di Cæsaraugusta,<br />
attuale Saragozza, dove, dopo<br />
infauste fatiche missionarie, aveva<br />
ottenuto frutti molto modesti. Secondo<br />
quanto risulta, in tutta la nazione<br />
appena sette famiglie avevano<br />
abbracciato la Fede in Cristo. Queste<br />
lo seguivano nelle sue lotte per<br />
l’espansione del Regno. 1<br />
Grande deve esser stato il dolore<br />
del Figlio del Tuono nel costatare<br />
risultati così al di sotto dei desideri<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 33
di un’anima focosa come la sua, che<br />
aveva presenziato le proficue predicazioni<br />
a Gerusalemme, con moltitudini<br />
intere che si convertivano alla<br />
Legge Evangelica. Possiamo ben<br />
supporre che il demonio dello sconforto<br />
abbia bussato alle porte del<br />
suo cuore... Fiducia e preghiera erano<br />
le uniche armi alla sua portata in<br />
questa difficile situazione, e si dispose<br />
a usarle.<br />
Inattesa e incoraggiante<br />
visita <strong>della</strong> Vergine Maria<br />
Nella notte tra l’1 e il 2 gennaio<br />
dell’anno 40, l’Apostolo San Giacomo<br />
uscì dalle cinta murarie di Cæsaraugusta<br />
per andare a pregare sulla<br />
riva del fiume Ebro i salmi del Dio<br />
vero, pratica giudaica ancora in vigore<br />
presso i primi cristiani. Pensava,<br />
certamente, al disdegno con cui<br />
gli abitanti di quella città, immersi<br />
nel paganesimo e nel vizio, disprezzavano<br />
l’invito alla vera vita. Era<br />
giunto il momento scelto dalla Provvidenza<br />
per segnare per i secoli una<br />
nazione intera.<br />
All’improvviso, un’intensa luce<br />
avvolse l’ambiente e la grande moltitudine<br />
<strong>della</strong> milizia celeste diventò<br />
visibile, ma quella favolosa visione,<br />
contrastante con la dura prova<br />
per la quale passava l’Apostolo, non<br />
era che una specie di cornice per<br />
quanto subito dopo sarebbe accaduto.<br />
Maria Santissima, la Madre di<br />
Gesù, che era ancora viva e abitava<br />
a Gerusalemme, arrivava portata su<br />
una nuvola da mani angeliche fino<br />
al luogo dove San Giacomo si trovava.<br />
Vicino a Lei, altri spiriti celesti<br />
portavano una colonna di diaspro,<br />
dell’altezza di un uomo e di un palmo<br />
di diametro. La adagiarono per<br />
terra e la Vergine vi si posò, salutando<br />
con affetto l’intrepido Apostolo,<br />
che contemplava estasiato l’incredibile<br />
spettacolo.<br />
Per un singolare privilegio, San<br />
Giacomo avrebbe ricevuto direttamente<br />
dalle labbra <strong>della</strong> Madonna<br />
34 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
la consolazione e il coraggio di cui<br />
necessitava per continuare con determinazione<br />
la sua lotta, certo che<br />
le difficoltà del momento costituivano<br />
solo una prova il cui superamento<br />
avrebbe portato abbondanti<br />
frutti spirituali. Come pegno di questo<br />
celeste messaggio, Maria Santissima<br />
volle lasciare al Figlio di Zebedeo<br />
il piedistallo sul quale aveva<br />
pronunciato parole simili a queste:<br />
“Guarda questa colonna sulla quale<br />
Mi colloco. Tu sai che mio Figlio l’ha<br />
inviata dal cielo per mano di Angeli.<br />
In questo luogo la virtù dell’Altissimo<br />
opererà prodigi e meravigliosi<br />
miracoli per mia intercessione e reverenza,<br />
in favore di coloro che implorano<br />
il mio aiuto nelle loro necessità;<br />
la colonna rimarrà in questo<br />
luogo fino alla fine del mondo e non<br />
mancheranno mai in questa città fedeli<br />
adoratori di Cristo”. 2<br />
Conclusa la celeste e inattesa visita,<br />
San Giacomo si trovò nuovamente<br />
da solo con i suoi discepoli.<br />
Possiamo concepire la gioia che<br />
s’impossessò di quel ridotto gruppo<br />
di cristiani: la Madre di Dio era venuta<br />
a consolarli nella tribolazione,<br />
lasciando un peculiare simbolo di<br />
quello che, come frutto del loro apostolato,<br />
avrebbe dovuto essere la Fede<br />
incrollabile di quel popolo.<br />
Primordi dell’attuale Santuario<br />
Poche sono le notizie di cui disponiamo<br />
su quanto accadde a partire<br />
da questo momento, se non che, per<br />
la conservazione del prezioso Pilar –<br />
con questo nome si conobbe, più tardi,<br />
la celeste colonna –, San Giacomo<br />
e i suoi eressero una minuscola edicola,<br />
che fu conservata tale e quale fino<br />
alla riforma <strong>della</strong> Basilica, realizzata<br />
alla metà del XVIII secolo. Costruita<br />
in laterizi, in senso parallelo<br />
alle mura <strong>della</strong> città, era di quasi<br />
quattro metri e mezzo di lunghezza<br />
per poco più di due di larghezza. 3<br />
È da supporre anche che, sebbene<br />
il culto delle immagini an-<br />
cora non fosse stato stabilito nella<br />
Chiesa, essi abbiano posto sopra<br />
la colonna un’effigie di Maria, poiché,<br />
in caso contrario, anime appena<br />
uscite dalle tenebre del paganesimo<br />
facilmente avrebbero potuto<br />
renderla oggetto di un culto feticista,<br />
come non era raro accadesse<br />
in quell’epoca con oggetti simili.<br />
Altri, tuttavia, credono che a San<br />
Giacomo sia stata consegnata dalla<br />
Madonna anche una statua, forse<br />
la stessa che ancor oggi è venerata<br />
nel luogo.<br />
I frutti <strong>della</strong> predicazione dell’Apostolo<br />
e del suo piccolo gruppo<br />
di seguaci non si fecero attendere i<br />
frutti. A partire da quel momento<br />
la Fede cominciò ad attecchire con<br />
forza tanto a Saragozza quanto nel<br />
resto <strong>della</strong> Penisola Iberica. Già San<br />
Paolo ci parla dell’esistenza di una<br />
Chiesa in Spagna (cfr. Rm 15, 24)<br />
e sono costanti i riferimenti ad essa<br />
nel corso <strong>della</strong> Storia. E quando nel<br />
IV secolo iniziò la persecuzione di<br />
Diocleziano, Santa Engrazia e i suoi<br />
compagni scrissero col loro sangue<br />
in quella città il bellissimo episodio<br />
degli “innumerevoli martiri”, narrato<br />
dal poeta Prudenzio nella sua<br />
opera Peristéfanon.<br />
Il Pilar, incrollabile<br />
durante duemila anni<br />
Fondata dagli iberi nel terzo secolo<br />
dell’Era Antica, Saragozza sperimentò<br />
nel corso <strong>della</strong> sua multisecolare<br />
storia l’influsso di diverse razze<br />
e culture, che mo<strong>della</strong>rono a poco<br />
a poco il carattere delle sue genti.<br />
Circa 15 anni prima <strong>della</strong> nascita<br />
di Cristo, si trasformò in una città<br />
romana prendendo, in onore<br />
dell’Imperatore, il nome di Cæsaraugusta.<br />
Fu più tardi abitata da visigoti,<br />
conquistata da musulmani, riconquistata<br />
dai cristiani e, in tempi<br />
più recenti, dominata dai francesi<br />
durante l’invasione napoleonica.<br />
Tuttavia, in tutte queste vicissitudini,<br />
qualcosa si mantenne inal
Di fronte ai marosi<br />
<strong>della</strong> Storia, spinti<br />
spesso da un odio<br />
anticristiano, la<br />
Colonna e il culto<br />
alla Santissima<br />
Vergine rimasero<br />
inalterati<br />
terato a dispetto di tanta disgrazia.<br />
Dal I secolo dell’Era Cristiana fino<br />
ai nostri giorni, palpita nel cuore degli<br />
abitanti di Saragozza la fede cattolica<br />
professata sotto il manto <strong>della</strong><br />
Madonna del Pilar, devozione che<br />
nemmeno le furibonde persecuzioni<br />
romane, né la dominazione visigotica,<br />
né l’orgoglio dell’eresia ariana,<br />
né l’invasione saracena, né le baionette<br />
dell’esercito di Napoleone,<br />
cariche di odio rivoluzionario contro<br />
la religione, riuscirono a distruggere.<br />
Di fronte ai marosi <strong>della</strong> Storia,<br />
spinti spesso da un odio anticristiano,<br />
il Pilar e il culto alla Santissima<br />
Vergine rimasero inalterati, grazie<br />
alla speciale protezione profetizzata<br />
dalla Vergine Santissima al momento<br />
<strong>della</strong> sua apparizione.<br />
L’intolleranza degli almoravidi<br />
Lasciamo per un’altra occasione<br />
gli interessanti eventi capitati durante<br />
le dominazioni germaniche, e situiamoci<br />
nella seconda decade dell’VIII<br />
secolo, quando, approfittando<br />
<strong>della</strong> decadenza <strong>della</strong> dinastia visigota,<br />
i guerrieri dell’Islam conquistarono<br />
la quasi totalità <strong>della</strong> Penisola<br />
Iberica. A seconda delle circostanze<br />
concrete con cui si trovarono<br />
in ogni luogo, i nuovi signori del-<br />
le Spagne imposero condizioni molto<br />
diverse alla pratica <strong>della</strong> Religione<br />
Cattolica, le quali variavano dalla<br />
persecuzione dichiarata a una tolleranza<br />
benevola.<br />
Nella città di Saragozza, il culto<br />
fu autorizzato, sebbene con pesanti<br />
restrizioni, tra cui la proibizione di<br />
fare qualsiasi riparazione nei templi,<br />
con grave danno allo stato di questi<br />
edifici, a mano a mano che i decenni<br />
e i secoli facevano sentire su di loro i<br />
propri effetti...<br />
Erano quasi quattro secoli che<br />
la città di Saragozza era sotto il dominio<br />
saraceno, quando nel 1118,<br />
un re giovane e intraprendente–<br />
Alfonso I, il Battagliero – intraprese<br />
la riconquista <strong>della</strong> città. Il Vescovo<br />
Mons. Bernardo, da poco<br />
espulso dalla sede cæsaraugustana<br />
per la crescente intolleranza degli<br />
almoravidi, alla fine era morto e,<br />
per sostituirlo, il monarca propose<br />
al Papa dell’epoca, Gelasio II,<br />
la nomina di un virtuoso chierico<br />
francese di nome Pietro Librano.<br />
Lo stesso Sommo Pontefice, che si<br />
trovava allora nel sud <strong>della</strong> Francia,<br />
gli conferì l’ordinazione episcopale<br />
e cumulò di benefici spirituali<br />
coloro che avessero fatto elemosine<br />
per la riparazione <strong>della</strong> città<br />
e <strong>della</strong> sua chiesa. 4<br />
Eric Salas<br />
La Colonna consegnata<br />
dalla Madonna all’Apostolo<br />
San Giacomo può essere<br />
intravista dai fedeli attraverso<br />
un’apertura nella parte<br />
posteriore <strong>della</strong> cappella<br />
(foto in alto). Nel camerino<br />
la Sacra Colonna appare<br />
rivestita d’argento, ornata<br />
con un mantello e sormontata<br />
dall’antichissima statua <strong>della</strong><br />
Vergine (foto a sinistra)<br />
Riconquistata alla fine la città,<br />
il nuovo Vescovo si mise in campo<br />
per rendere effettivo il desiderio,<br />
manifestato dal Santo Padre, di<br />
promuovere il restauro del vetusto<br />
tempio. Tra gli altri provvedimenti,<br />
inviò una lettera a tutti i fedeli cristiani,<br />
nella quale menziona quella<br />
“chiesa <strong>della</strong> gloriosa Vergine Maria”<br />
come “prevalente e antecedente<br />
su tutte per la sua antica e beata<br />
reputazione di santità e dignità”. 5<br />
Altri documenti dell’epoca inoltre<br />
certificano che la cattedrale di questa<br />
diocesi era dedicata alla Beata<br />
Vergine Maria. 6<br />
Nel XII secolo questo tempio era<br />
noto in tutta Europa, come attesta<br />
la naturalezza con cui Mons. Pietro<br />
Librana ne parla nella sua lettera,<br />
quindi non si può negare la sua<br />
esistenza prima dell’invasione saracena.<br />
Infatti, se in questo periodo di<br />
quattro secoli, come abbiamo visto,<br />
a nessuno fu permesso di fare qualsiasi<br />
ristrutturazione nei templi cristiani,<br />
a fortiori era proibito edificarne<br />
uno nuovo.<br />
A partire da questo momento,<br />
la storia <strong>della</strong> Chiesa di Santa Maria<br />
di Saragozza, come allora era conosciuta,<br />
può esser seguita attraverso<br />
i documenti che attestano i fatti<br />
più importanti ivi avvenuti. Fra que-<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 35
sti, ne evidenzieremo soltanto due<br />
che confermano la profezia fatta<br />
dalla Madonna nella sua apparizione<br />
all’Apostolo San Giacomo: “La<br />
colonna rimarrà in questo luogo fino<br />
alla fine del mondo”.<br />
L’invasione napoleonica<br />
Una delle fasi più drammatiche<br />
<strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Spagna si verificò<br />
all’inizio del XIX secolo, quando le<br />
truppe di Napoleone, intrise dello<br />
spirito anticristiano che dominò la<br />
Francia nel passaggio del secolo anteriore,<br />
occuparono la nazione spagnola.<br />
Saragozza fu una delle città più<br />
colpite dall’invasione. Due volte assediata<br />
dall’esercito francese, oppose<br />
un’eroica resistenza al primo assedio<br />
e soffrì inenarrabili tormenti durante<br />
il secondo, nel quale le truppe<br />
napoleoniche usarono uno spropositato<br />
arsenale di mezzi bellici, al fine<br />
di assoggettare quel popolo indomito<br />
che, come avrebbe detto il maresciallo<br />
francese Suchet, “lottava quotidianamente<br />
passo a passo, corpo a corpo,<br />
di casa in casa, da un muro all’altro,<br />
contro la perizia, la perseveranza<br />
e il valore incessantemente rinascente<br />
dei nostri soldati”. 7<br />
Saragozza fu una<br />
delle città più colpite<br />
dall’invasione delle<br />
truppe di Napoleone,<br />
imbevute dello spirito<br />
anticristiano che<br />
dominò la Francia<br />
nel passaggio del<br />
secolo precedente Rovine del Reale Monastero di Santa Engrazia, distrutto dalle truppe francesi il<br />
14/8/1808 - Litografia di James Duffield Harding che riproduce un acquerello<br />
di Edward Hawke Locker (1777-1849)<br />
36 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
Per sostenere questa impari lotta,<br />
gli aragonesi ottenevano la necessaria<br />
energia ai piedi <strong>della</strong> Vergine<br />
del Pilar, come hanno testimoniato<br />
gli stessi invasori. Così si espresse<br />
un ufficiale scervellato, descrivendo<br />
una situazione nella quale la resistenza<br />
dei saragozzani sembrava insostenibile:<br />
“Sapevamo che l’agitazione<br />
in città cresceva ad ogni momento,<br />
che il clero continuava a sostenere<br />
la fede nei miracoli e che la<br />
statua <strong>della</strong> Vergine non era ancora<br />
scesa dalla sua colonna. Il popolo<br />
aveva una fede così viva e riponeva<br />
una tale fiducia in quella sacra<br />
Statua che non potevamo aspettare<br />
di soggiogarlo senza prima aver distrutto<br />
il suo venerato Tempio”. 8<br />
Infatti, l’ostinata resistenza di<br />
quel popolo fu vinta solo quando lo<br />
sfinimento, la fame e le epidemie ormai<br />
non permettevano ai pochi sopravvissuti<br />
<strong>della</strong> città in rovina neppure<br />
di prendere le armi. Salito a<br />
quarantamila il numero dei morti,<br />
fu firmata la capitolazione. Ancora<br />
una volta, e in forma provvidenziale,<br />
la statua <strong>della</strong> Vergine Santissima<br />
e la già allora Basilica non subirono<br />
altro danno che la vergognosa spoliazione<br />
di tutti gli oggetti e gioielli<br />
di valore. La colonna rimase in piedi<br />
come simbolo dell’indistruttibile fede<br />
del popolo aragonese. 9<br />
Bombe che non esplosero<br />
Nel XX secolo un altro fatto mostrò<br />
la straordinaria protezione celeste<br />
sulla Basilica. Pochi giorni dopo<br />
l’inizio <strong>della</strong> Guerra Civile Spagnola,<br />
all’alba del 3 agosto 1936, un<br />
aereo carico di quattro bombe partì<br />
da Barcellona in direzione di Saragozza.<br />
Consapevole dell’immenso effetto<br />
psicologico che avrebbe prodotto<br />
sui cattolici la distruzione del simbolico<br />
Santuario, il pilota lo sorvolò<br />
a bassa quota e vi sganciò sopra il<br />
suo carico distruttivo. Due di queste<br />
bombe perforarono il tetto e caddero<br />
in luoghi molto vicini, una terza<br />
colpì il selciato esterno, a pochi metri<br />
dalla facciata principale. Nessuna<br />
di queste esplose. Caddero soltanto<br />
con grande strepito al suolo...<br />
Come non vedere in questo tentativo<br />
fallito la mano <strong>della</strong> Provvidenza,<br />
che ha voluto preservare il<br />
luogo dove Dio aveva promesso di<br />
operare “prodigi e miracoli mirabili”<br />
per intercessione di Maria Santissima?<br />
Ecelan
Fotos: Timothy Ring / Eric Salas<br />
Il Miracolo di Calanda<br />
Calanda è un municipio agricolo<br />
situato a cento chilometri a sudest di<br />
Saragozza, nella vicina provincia di<br />
Teruel. Qui si producono ottime olive<br />
e un genere particolare di pesche<br />
– grandi, aromatiche e di notevole<br />
dolcezza – molto apprezzate in tutto<br />
il paese. Ciò che, però, gli ha dato<br />
fama internazionale non sono gli eccellenti<br />
prodotti agricoli, né gli episodi<br />
<strong>della</strong> sua antica storia, ma il fatto<br />
che vi si è verificato, per intercessione<br />
<strong>della</strong> Madonna del Pilar, uno<br />
dei più impressionanti miracoli <strong>della</strong><br />
storia del Cristianesimo.<br />
Il protagonista di questo prodigio<br />
è Miguel Juan Pellicer Blasco, figlio<br />
di poveri contadini nato in quel<br />
villaggio nella seconda decade del<br />
XVII secolo. 10 Giunto all’età di lavorare,<br />
si trasferì a casa di uno zio<br />
a Castellon de la Plana. E, lì, stando<br />
un giorno vicino a un carro molto<br />
carico, spinto da due mule, scivolò,<br />
cadde per terra e una delle ruote<br />
passò sopra la sua gamba destra,<br />
fratturandogli la tibia.<br />
Siccome le cure applicate non<br />
sortirono effetto, Miguel fece un penoso<br />
viaggio a Saragozza, dove c’era<br />
un ospedale più attrezzato per<br />
trattare il suo caso. Giunto in città,<br />
la prima cosa che fece fu una visita<br />
alla Madonna del Pilar, ai cui piedi<br />
si confessò e comunicò. Solo dopo<br />
aver fatto questo, entrò nel Reale<br />
Ospedale <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Grazia,<br />
dove i medici, costatando lo stato<br />
<strong>della</strong> gamba, decisero di amputarla.<br />
In accordo con le pratiche vigenti<br />
in quell’istituzione, l’arto reciso fu<br />
interrato nel cimitero dell’ospedale,<br />
come consta nei suoi archivi.<br />
Vita di elemosina<br />
Condannato a vivere come storpio<br />
il resto dei suoi giorni, e incapace<br />
di mantenersi con il proprio lavoro,<br />
Miguel cominciò a vivere delle<br />
elemosine che otteneva alla porta<br />
<strong>della</strong> Basilica <strong>della</strong> sua cara Vergine<br />
del Pilar. La figura del mendicante<br />
storpio in poco tempo divenne<br />
familiare ai fedeli che frequentavano<br />
quel tempio dove anche lui,<br />
molto devoto, ascoltava Messa tutti<br />
i giorni.<br />
Trascorsi due anni, si accentuò in<br />
Miguel il desiderio di ritornare alla<br />
terra natale; sebbene non volesse<br />
essere un carico per i suoi genitori,<br />
decise di intraprendere il cam-<br />
A sinistra, le due bombe che raggiunsero l’interno <strong>della</strong> Basilica. A destra, da<br />
una fotografia dell’epoca, la bomba che cadde all’esterno e il segno lasciato sul<br />
pavimento.<br />
mino di ritorno. Si accomiatò devotamente<br />
dalla Madonna e, come era<br />
diventata sua abitudine, unse con<br />
l’olio del lume dell’altare l’estremità<br />
<strong>della</strong> gamba amputata. Dopo un penoso<br />
tragitto di vari giorni, ricorrendo<br />
alla carità dei pastori, giunse alla<br />
casa paterna, dove fu ricevuto con<br />
ogni affetto e bontà.<br />
Cosciente del peso che costava ad<br />
una famiglia così povera il mantenimento<br />
di un figlio invalido, Miguel<br />
chiedeva l’elemosina nei dintorni e<br />
contribuiva, per quanto poteva, nelle<br />
faccende domestiche. Così trascorse<br />
la sua vita fino alla notte del<br />
29 marzo 1640.<br />
Tornato a casa dopo una giornata<br />
molto dura, s’imbatté su due<br />
compagnie di soldati di cavalleria<br />
di passaggio nel villaggio. Distribuite<br />
le case per il pernottamento,<br />
toccò alla famiglia Pellicer ospitare<br />
uno di questi militari al quale,<br />
per ospitalità, cedettero il letto di<br />
Miguel Juan. Il giovane si dispose<br />
a passare la notte su una semplice<br />
stuoia, ai piedi del letto dei suoi<br />
genitori. Si raccomandò col suo solito<br />
fervore alla Madonna del Pilar<br />
e andò a dormire presto, perché<br />
aveva la gamba malata molto<br />
Due bombe perforarono<br />
il tetto <strong>della</strong><br />
Basilica e una terza<br />
cadde a pochi metri<br />
dalla facciata; nessuna<br />
di esse esplose<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 37
Sergio Hollmann<br />
dolente per lo sforzo fatto durante<br />
la giornata.<br />
Sognava di stare nella<br />
Santa Cappella<br />
Prima di ritirarsi, la madre, sempre<br />
premurosa verso suo figlio invalido,<br />
andò a verificare alla luce<br />
del lume se egli fosse ben sistemato<br />
nell’improvvisato letto, e grande<br />
fu la sua sorpresa sentendo un raro<br />
e soave profumo e vedendo spuntare<br />
da sotto le coperte due piedi accavallati.<br />
Stupiti, i genitori subito svegliarono<br />
Miguel, che dormiva in un placido<br />
e profondo sonno. Osservando<br />
le due gambe, egli non sapeva spiegare<br />
come fosse accaduto. Raccontò<br />
solo che “sognava di stare nella Santa<br />
Cappella <strong>della</strong> Madonna del Pilar<br />
di Saragozza, ungendo la gamba inferma<br />
con l’olio di un lume, com’era<br />
solito fare quando abitava in questa<br />
città”, e per questo “era certo che la<br />
Vergine del Pilar glielo avesse portato<br />
e collocato”. 11<br />
La notizia subito si sparse nel vicinato,<br />
producendo un grande subbuglio.<br />
Con grandissimo stupore<br />
delle persone, si constatò sulla gam-<br />
38 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
ba riposta per intercessione <strong>della</strong><br />
Madonna la presenza di varie cicatrici<br />
esistenti già prima dell’amputazione,<br />
rendendo evidente che si trattava<br />
proprio dell’arto amputato di<br />
Miguel. E quando, più tardi, si fece<br />
una verifica nel cimitero dell’ospedale,<br />
dove era stato interrato, non si<br />
trovò niente. Eloquente prefigurazione<br />
<strong>della</strong> resurrezione <strong>della</strong> carne<br />
che avverrà negli ultimi giorni...<br />
Miracolo confermato da<br />
numerose persone<br />
Cinque giorni dopo il miracolo, si<br />
redasse, con il concorso di numerose<br />
testimonianze, un atto notarile il<br />
cui originale si conserva nell’Archivio<br />
<strong>della</strong> Prefettura di Saragozza. La<br />
famiglia Pellicer partì per Saragozza<br />
al fine di render grazie alla Celeste<br />
Principessa. Lì, l’impatto causato<br />
dal miracolo fu ancora maggiore,<br />
poiché l’antico mendicante del Pilar<br />
era noto in quasi tutta la città. L’avvenimento<br />
finì per ripercuotersi nella<br />
corte spagnola, e il re Filippo IV<br />
volle conoscere personalmente il favorito<br />
dalla Madonna, davanti al<br />
quale si inchinò per baciare la gamba<br />
miracolata.<br />
Svegliatosi, Miguel<br />
raccontò che aveva<br />
sognato di essere<br />
nella Santa Cappella<br />
<strong>della</strong> Madonna del<br />
Pilar, a Saragozza<br />
“Il miracolo di Calanda” – Basilica <strong>della</strong><br />
Madonna del Pilar<br />
Su istanza <strong>della</strong> Prefettura, l’Arcivescovado<br />
instaurò un rigoroso processo<br />
al fine di, dopo aver ascoltato<br />
tutte le testimonianze possibili e studiato<br />
in profondità le circostanze del<br />
caso, emettere una sentenza. Com’è<br />
ovvio, di fronte all’evidenza dei fatti,<br />
questa fu positiva. La meticolosa formalità<br />
del procedimento giuridico rese<br />
questo miracolo uno dei più documentati<br />
di tutta la Storia <strong>della</strong> Chiesa,<br />
costituendo una vera sfida, col suo<br />
rigore storico e scientifico, per tutti<br />
quanti cercano di esaminare sotto<br />
una prospettiva materialista e atea i<br />
fenomeni soprannaturali.<br />
Punto di partenza per Dio<br />
“Non mancheranno mai in questa<br />
città adoratori di Cristo”. Ancora<br />
ai nostri giorni segnati dal relativismo<br />
e dall’indifferenza religiosa, la devozione<br />
alla Madonna permane viva nei<br />
cuori dei saragozzani, confermata dalle<br />
centinaia di migliaia di fedeli che accorrono<br />
ogni anno a prestarLe omaggio<br />
nel giorno <strong>della</strong> sua festa, frequentano<br />
quotidianamente la Santa Cappella,<br />
sempre piena di devoti, o declinano<br />
le loro colpe in uno dei confessionali<br />
distribuiti in tutta la Basilica.
È con gli occhi rivolti<br />
a questa storia<br />
bimillenaria di Fede<br />
che dobbiamo considerare<br />
il futuro <strong>della</strong><br />
Spagna e del mondo<br />
Cappella <strong>della</strong> Madonna – Basilica <strong>della</strong><br />
Madonna del Pilar<br />
Sarà presso questa colonna sacra,<br />
simbolo dell’indefettibile aiuto<br />
di Maria, dove troveremo la soluzione<br />
per una nazione che, come<br />
tutto il continente europeo, va<br />
poco a poco abbandonando la Fede?<br />
La risposta è, senza dubbio,<br />
sì! Se quella colonna sulla quale<br />
Si posò la Madonna presenziò<br />
imperterrita tante catastrofi, abbiamo<br />
ragioni per confidare nella<br />
promessa: “la colonna rimarrà<br />
1 Sulle testimonianze storiche<br />
<strong>della</strong> presenza di San Giacomo<br />
in Spagna vedere, tra<br />
gli altri: LASAGABÁSTER<br />
ARRATÍBEL, Daniel. Historia<br />
de la Santa Capilla<br />
del Pilar. Zaragoza: Fundación<br />
Santa Maria, 1999,<br />
p.11-16; GUTIÉRREZ LA-<br />
SANTA, Francisco. Historia<br />
de la Virgen del Pilar. Zaragoza:<br />
s.n., 1978, tomo I,<br />
pagg.54-75; LLORCA, Bernardino;<br />
GARCIA-VILLO-<br />
SLADA, Ricardo; LABOA,<br />
Juan Maria. Historia de la<br />
Iglesia Catolica. Edad Antigua.<br />
Madrid: BAC, 2001,<br />
vol.I, p.132-146.<br />
2 Parole come queste furono<br />
trasmesse, con alcune varia-<br />
in questo luogo fino alla fine del<br />
mondo”.<br />
È con gli occhi riposti su questa<br />
storia bimillenaria di Fede che dobbiamo<br />
considerare il futuro <strong>della</strong><br />
Spagna e del mondo. Come ha fatto<br />
da quasi duemila anni il Figlio del<br />
Tuono, volgiamoci con fiducia alla<br />
nostra Celeste Intercessore e presentiamo<br />
a Lei le nostre difficoltà<br />
presenti. A questo ci sollecita il Beato<br />
Giovanni Paolo II, il “primo Papa<br />
zioni, di padre in figlio nel<br />
corso dei secoli. Trascriviamo<br />
qui la <strong>versione</strong> raccolta<br />
in: CABILDO DEL PI-<br />
LAR. Qualiter ædificata fuit<br />
Basilica, apud LASAGABÁ-<br />
STER ARRATÍBEL, op.<br />
cit., p.18.<br />
3 Cfr. Idem, ibidem.<br />
4 Cfr. GELASIO II. Ad exercitum<br />
Christianorum civitatem<br />
Cæsaraugustana obsidentem:<br />
ML 163, 508.<br />
5 PEDRO DE LIBRANA.<br />
Carta circular: ML 163, 508.<br />
6 Cfr. LASAGABÁSTER AR-<br />
RATÍBEL, op. cit., p.35.<br />
7 SUCHET, apud ALCAIDE<br />
IBIECA, Agustin. Historia<br />
de los sitios que pusieron a<br />
Zaragoza en los años de 1808<br />
y 1809 las tropas de Napoleon.<br />
Madrid: M.D. de Burgos,<br />
1831, tomo II, p.342.<br />
8 GUTIÉRREZ LASANTA,<br />
Francisco. Historia de la Virgen<br />
del Pilar. España y la Virgen<br />
del Pilar. Zaragoza: s.n.,<br />
1978, tomo VII, p.389.<br />
9 Si noti che l’esercito invasore<br />
aveva già dimostrato il<br />
suo odio anticristiano facendo<br />
esplodere il Reale Monastero<br />
di Santa Engrazia,<br />
la notte del giorno 14 agosto<br />
1808. Dell’edificio eretto<br />
nel XV secolo da Fernando<br />
il Cattolico, si salvarono soltanto<br />
la facciata plateresca<br />
pellegrino” che ha visitato la Basilica<br />
del Pilar: “Questa eredità di fede<br />
mariana di tante generazioni, ha da<br />
convertirsi non solo in ricordo di un<br />
passato, ma in punto di partenza per<br />
Dio. [...] Perché in questa continuità<br />
religiosa, la virtù genera nuova virtù.<br />
La grazia attrae grazia, e la secolare<br />
presenza di Santa Maria, va radicandosi<br />
attraverso i secoli, ispirando<br />
e incoraggiando le generazioni successive”.<br />
12 ²<br />
di alabastro, incorporata alla<br />
basilica attuale, e i tumuli<br />
dei martiri, sotterrati sotto<br />
le rovine.<br />
10 Sul racconto qui trascritto,<br />
si veda il documentatissimo<br />
studio di DOMINGO<br />
PÉREZ, Tomás. El milagro<br />
de Calanda y sus fuentes<br />
historicas. Zaragoza: Caja<br />
Inmaculada, 2006, p.577.<br />
11 Idem, p.97.<br />
12 BEATO GIOVANNI PAO-<br />
LO II. Celebrazione <strong>della</strong> Parola<br />
e atto mariano di Consacrazione<br />
<strong>della</strong> Spagna alla<br />
Madonna. Omelia a Saragozza,<br />
6/11/1982.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 39<br />
Davas27
IntervISta con don Johann Bauer, Parroco dI mIndeLStetten<br />
Unire la propria sofferenza<br />
alla Croce di Cristo<br />
In una società per la quale ogni tipo di dolore sembra<br />
senza senso, l’esempio <strong>della</strong> Beata Anna Schäffer –<br />
che sarà canonizzata giorno 16 di questo mese – ci<br />
fortifica e aiuta a portare la Croce.<br />
Quali sono le speranze e lo<br />
stato d’animo nella Diocesi<br />
di Ratisbona, specialmente<br />
a Mindelstetten, alla vigilia<br />
<strong>della</strong> canonizzazione<br />
di Anna Schäffer?<br />
L’ultima canonizzazione di un<br />
santo nella Diocesi di Ratisbona –<br />
quella del suo più noto Vescovo, San<br />
Wolfango – avvenne nel 1052, quasi<br />
mille anni fa. E’ chiaro che i parrocchiani<br />
di Mindelstetten gioiscono<br />
per la canonizzazione di Anna<br />
Schäffer. Ella è parte <strong>della</strong> comunità,<br />
una figlia del villaggio. Tutti sentono<br />
che questo è l’evento del secolo.<br />
Per noi significa avere una santa<br />
nostra nella nostra chiesa parrocchiale.<br />
Senza dubbio, il numero dei<br />
pellegrini aumenterà.<br />
Può descriverci i principali<br />
aspetti <strong>della</strong> vita di<br />
questa nuova Santa?<br />
Anna Schäffer nacque nel piccolo<br />
villaggio di Mindelstetten il 18 febbraio<br />
del 1882. Il giorno <strong>della</strong> sua<br />
Prima Comunione, ricevuta a 11 anni,<br />
scrisse una lettera a Gesù, offren-<br />
40 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
dosi affinché facesse di lei quello<br />
che desiderava. Egli deve averla accettata<br />
come vittima espiatoria.<br />
Il 4 febbraio 1901, subì un serio<br />
incidente nella casa dove lavorava:<br />
mentre tentava di riparare un tubo<br />
di riscaldamento che penzolava<br />
sopra la vasca metallica dove bolliva<br />
acqua con detersivo per sbiancare<br />
gli indumenti, scivolò e cadde, rimanendo<br />
alcuni momenti con le due<br />
gambe immerse nel liquido in ebollizione.<br />
Le ferite non guarirono mai.<br />
Si vide definitivamente costretta a<br />
rimanere a letto.<br />
L’incontro con<br />
la vita di Anna<br />
Schäffer ci suscita<br />
un interrogativo<br />
sulla finalità e,<br />
soprattutto, sul valore<br />
<strong>della</strong> sofferenza<br />
César Castro Escobar<br />
Soffriva di dolori continui, oltre<br />
che d’insonnia, ma accettò tutto questo<br />
con rassegnazione. Cercò di unire<br />
la sua sofferenza alla Croce di Cristo<br />
e soffrire come Lui: con umiltà,<br />
amore e desiderio di offerta. Il suo<br />
stato si aggravò ancor più nel 1923: le<br />
due gambe rimasero completamente<br />
paralizzate a causa di una malattia<br />
al midollo spinale; sentiva crampi<br />
dolorosi. Le fu inoltre diagnosticato<br />
un cancro al colon. Come aggravante,<br />
una caduta dal letto le causò una<br />
contusione cerebrale che compromise<br />
la sua capacità di parlare, in modo<br />
che lei comunicava con difficoltà.<br />
Ricevette per l’ultima volta la Sacra<br />
Comunione la mattina del 5 ottobre<br />
1925 e morì all’imbrunire.<br />
Ebbe dei doni mistici particolari?<br />
Dal punto di vista esteriore, la vita<br />
di Anna trascorse completamente<br />
inosservata, e lei si mantenne sempre<br />
silenziosa riguardo ai suoi doni<br />
mistici. Tuttavia, qualcosa si ricava<br />
dalle sue lettere.<br />
Alla sua Prima Comunione, ebbe<br />
una profonda esperienza di Gesù.
Senza entrare nei particolari, narrò<br />
una gioia soprannaturale che l’inondò<br />
in quell’occasione. A 16 anni, Gesù<br />
le apparve per annunciarle i suoi<br />
lunghi e terribili patimenti. Posteriormente,<br />
ebbe visioni in forma di sogni.<br />
Aveva, in questa forma, frequenti<br />
contatti con diversi santi che le “facevano<br />
visita”: la Santissima Vergine<br />
Maria, Teresa di Lisieux, Gemma<br />
Galgani e altri. Vedeva spesso anche<br />
il suo Angelo Custode.<br />
L’evento soprannaturale più evidente,<br />
descritto da lei stessa, fu la<br />
sua stigmatizzazione il 4 ottobre<br />
1910, festa di San Francesco. Quando<br />
quella mattina ricevette la Sacra<br />
Comunione, le apparve Gesù e<br />
dei raggi luminosi le perforarono le<br />
mani, i piedi e il costato. Quando<br />
si svegliò dall’estasi, notò che aveva<br />
le stigmate. Cercò di nasconderle.<br />
Chiese a Gesù che le rendesse invisibili,<br />
dicendo che, se fosse stato necessario,<br />
Egli avrebbe potuto intensificare<br />
i suoi dolori. La sua preghiera<br />
fu esaudita.<br />
Quale fu la sua vocazione?<br />
All’inizio, Anna Schäffer aveva<br />
intenzione di entrare in un Ordine<br />
religioso missionario. La sua vocazione<br />
era sicuramente la missione.<br />
Giacendo in un letto, non poteva<br />
più realizzare questo piano. Tuttavia,<br />
senza per questo estinguersi, la<br />
sua vocazione prese un’altra direzione.<br />
Nel suo ambiente sociale, gli uomini<br />
capirono subito che lei era non<br />
solo una paziente degna di commiserazione,<br />
ma una ragazza con una<br />
vita spirituale definita.<br />
La gente accorreva da lei, non per<br />
consolarla, ma per essere consolata.<br />
Le hanno presentato richieste di preghiera,<br />
scritte in semplici lettere o biglietti.<br />
Anna era intercessore e un<br />
aiuto in tutte le difficoltà <strong>della</strong> vita.<br />
Sapeva che questa era la sua missione,<br />
e che sarebbe continuata dopo la<br />
morte. Alla fine <strong>della</strong> sua vita, disse a<br />
una vicina: “Visiti la mia tomba, io la<br />
comprenderò e la aiuterò”.<br />
Quale può essere il suo<br />
messaggio per l’uomo moderno?<br />
L’incontro con la vita di Anna<br />
Schäffer ci suscita un interrogativo<br />
sulla finalità e, soprattutto, sul valore<br />
<strong>della</strong> sofferenza. Ella ha assunto e<br />
ha vissuto quello che leggiamo nella<br />
Lettera ai Colossesi: “Ora sono lieto<br />
delle sofferenze che sopporto per<br />
voi e completo nella mia carne quello<br />
che manca ai patimenti di Cristo,<br />
a favore del suo corpo che è la Chiesa”<br />
(Col 1, 24). Ella ha riconosciuto<br />
la chiamata di Dio, a pregare e soffrire<br />
con Cristo per gli uomini, e gli<br />
è stata fedele fino alla morte.<br />
Di fronte alle indicibili sofferenze<br />
che Anna ha dovuto sopporta-<br />
La gente accorreva<br />
da lei, non per consolarla,<br />
ma per<br />
essere consolata<br />
Beata Anna Schäffer, nel letto in<br />
cui era costretta a causa <strong>della</strong><br />
malattia<br />
re, e sopportare in unione con Cristo,<br />
non possiamo che rivolgere a lei<br />
uno sguardo di ammirazione e inchinarci<br />
in silenzio, ma possiamo anche<br />
beneficiare <strong>della</strong> ricchezza proveniente<br />
dalle sofferenze di quest’anima<br />
eletta. In lei si compie quello<br />
che il Salmista riassume con parole<br />
consolatrici: “Mio Dio, in Te confido.<br />
Chiunque spera in te non resti<br />
deluso” (Sal 25, 2-3).<br />
Si deve sottolineare un altro<br />
aspetto <strong>della</strong> sua vocazione. Voleva<br />
approssimare gli uomini alla Chiesa<br />
attraverso una testimonianza di vita<br />
in Gesù Cristo. Oggigiorno, questo<br />
si chiamerebbe Nuova Evangelizzazione.<br />
Anna non voleva semplicemente<br />
il bene corporale delle persone,<br />
ma il loro fine ultimo, la salvezza<br />
eterna. È questo che voleva.<br />
In una società per la quale<br />
ogni tipo di dolore pare senza<br />
senso, che cosa cercano le<br />
persone a Mindelstetten?<br />
La maggior part delle persone<br />
che vanno in pellegrinaggio alla<br />
tomba di Anna Schäffer hanno richieste<br />
personali, con qualche preoccupazione,<br />
con qualche croce corporale<br />
o spirituale. Non tutti sono<br />
esauditi nel modo che vorrebbero.<br />
Ognuno, però, riceve forza per portare<br />
la sua croce. E anche questo è<br />
un aiuto. ²<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 41
Messe settimanali<br />
all’Aeroporto di Miami<br />
Dal 18 agosto, funzionari e passeggeri<br />
dell’Aeroporto Internazionale<br />
di Miami, uno dei più movimentati<br />
del paese, potranno compiere<br />
il precetto domenicale partecipando<br />
alla Santa Messa celebrata<br />
ogni sabato alle ore 19 nel terminale<br />
Nord D.<br />
L’iniziativa è partita dall’arcidiocesi<br />
di Miami in occasione dell’Anno<br />
<strong>della</strong> Fede e ha contato sull’appoggio<br />
del Dipartimento di Aviazione,<br />
al cui direttore l’Arcivescovo<br />
Metropolitano, Mons. Thomas<br />
Wenski, ha scritto una lettera di ringraziamento.<br />
In essa il prelato ha<br />
messo in risalto che “negli aeroporti,<br />
molti uomini e donne lavorano in<br />
un ambiente caratterizzato da una<br />
continua mobilità e costante sviluppo<br />
tecnico, che tendono a oscurare<br />
la centralità <strong>della</strong> persona umana”.<br />
L’idea di creare cappellanie negli<br />
aeroporti è sorta a Boston, all’inizio<br />
degli anni ’50 del secolo scorso.<br />
Circa dieci anni dopo, i lavoratori<br />
cattolici dell’aeroporto di Chicago<br />
hanno chiesto a un sacerdote di celebrare<br />
la Messa settimanalmente<br />
poiché gli obblighi lavorativi impedivano<br />
loro molte volte di frequentare<br />
la parrocchia la domenica. Iniziative<br />
simili sono andate aumentando<br />
fino ad avere attualmente negli<br />
Stati Uniti 22 aeroporti che contano<br />
su rappresentanti <strong>della</strong> Conferenza<br />
Nazionale di Cappellani Cattolici<br />
di Aeroporti.<br />
42 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
www.regioni-italiane.com<br />
La Diocesi di Praga<br />
organizza corsi per lettori<br />
In certe occasioni, la proclamazione<br />
<strong>della</strong> Parola di Dio durante la<br />
Santa Messa e altri atti liturgici è fatta<br />
in forma superficiale. Per sanare<br />
questa situazione, il Centro Pastorale<br />
dell’Arcidiocesi di Praga, nella Repubblica<br />
Ceca, sta promovendo corsi<br />
per rendere in grado i lettori di proclamare<br />
convenientemente i testi sacri.<br />
A questi possono partecipare tutti<br />
i fedeli che esercitano qualche funzione<br />
nella Celebrazione dell’Eucaristia<br />
o leggono passi delle Scritture o testi<br />
liturgici durante le attività pastorali.<br />
I professori, Don Michael Nemecek<br />
e Marie Fišerová, si occupano di<br />
perfezionare la pronuncia, il tono di<br />
voce, la cadenza <strong>della</strong> lettura, la postura<br />
del lettore, in modo da trasmettere<br />
alla comunità con chiarezza e<br />
bellezza il senso di ogni frase. Soprattutto,<br />
si impegnano a dar consapevolezza<br />
ai lettori del fatto che stanno<br />
trasmettendo un messaggio divino.<br />
Rimini accoglie il XXXIII Incontro<br />
dell’Amicizia tra i Popoli<br />
Sotto il tema La natura dell’uomo<br />
è relazione con l’infinito, il Movimento<br />
Comunione e Liberazione ha organizzato<br />
a Rimini, dal 19 al 25 agosto,<br />
il XXXIII Meeting per l’Amicizia<br />
tra i Popoli, al quale hanno assistito<br />
circa 800mila visitatori provenienti<br />
da 40 Paesi. Sono stati sette<br />
giorni di esposizioni, incontri e spettacoli,<br />
che hanno riguardato temi di<br />
attualità internazionale, <strong>della</strong> scienza<br />
e dell’arte, oltre a testimonianze<br />
personali.<br />
Nel messaggio inviato in occasione<br />
dell’incontro al Vescovo di questa diocesi,<br />
Mons. Francisco Lambiasi, Papa<br />
Benedetto XVI ha ricordato che, “anche<br />
quando si rifiuta o si nega a Dio,<br />
non scompare la sete d’infinito che<br />
abita nell’uomo. Al contrario, comincia<br />
una ricerca affannosa e sterile di<br />
‘falsi infiniti’ che passano a soddisfarlo<br />
almeno per un momento”.<br />
Così, ha proseguito il Santo Padre,<br />
riconoscere che siamo stati fatti per<br />
l’infinito significa percorrere un cammino<br />
di con<strong>versione</strong> del cuore e <strong>della</strong><br />
mente. “È necessario sradicare tutte<br />
le false promesse di infinito che seducono<br />
l’uomo e lo schiavizzano. Per<br />
trovare veramente se stessi e la propria<br />
identità, per vivere all’altezza del<br />
proprio essere, l’uomo deve tornare<br />
a riconoscersi creatura, dipendente<br />
da Dio” – ha affermato.<br />
Per l’accoglienza degli 800 mila<br />
visitatori e altri servizi organizzativi,<br />
il Meeting di Rimini 2012 ha contato<br />
sulla collaborazione di quasi 4 mila<br />
volontari.<br />
Medaglie olimpiche<br />
per la Madonna<br />
In un gesto di gratitudine per le<br />
vittorie ottenute nelle ultime olimpiadi,<br />
la giovane atleta spagnola Mireia<br />
Belmonte ha offerto alla Madonna<br />
di Montserrat le due medaglie<br />
d’argento da lei conquistate. La<br />
stessa atleta, originaria <strong>della</strong> Catalogna<br />
e devota di La Morenita, come<br />
è popolarmente nota la statua <strong>della</strong><br />
Patrona di questa regione, ha divulgato<br />
la notizia nella sua pagina Twitter,<br />
insieme ad una sua fotografia ai<br />
piedi <strong>della</strong> statua.<br />
Non è stata questa, comunque,<br />
l’unica manifestazione di fede dei<br />
partecipanti ai giochi olimpici di<br />
Londra. L’atleta nordamericana Katie<br />
Ledecky, che ha vinto la spagnola<br />
nella prova degli 800 metri liberi,<br />
si dichiara cattolica e dice di pregare<br />
un’Ave Maria prima di iniziare ogni<br />
competizione.
Rio de Janeiro sarà<br />
sede del II simposio<br />
sul pensiero di<br />
Joseph Ratzinger<br />
L<br />
a Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – BenedettoXVI,<br />
insieme con la Pontificia Università<br />
Cattolica di Rio de Janeiro, promuoverà nei giorni<br />
8 e 9 novembre 2012, nel Campus di questa Università,<br />
il II Simposio sul pensiero di Joseph Ratzinger.<br />
Partendo dall’indagine su “ciò che fa dell’essere<br />
umano, un essere umano”, l’evento svilupperà il tema<br />
Umanizzazione e senso <strong>della</strong> vita. I lavori seguiranno<br />
la stessa metodologia del simposio precedente,<br />
realizzato nella Scuola di Studi Superiori di Cujávia-<br />
Pomerânia, a Bydgoszcz, in Polonia, nei giorni 27 e<br />
28 ottobre 2011.<br />
Tra le personalità che hanno già confermato la loro<br />
presenza al simposio, si segnala la partecipazione<br />
del Cardinale Claudio Hummes, che terrà la confe-<br />
Le Udienze Generali del<br />
Papa disponibili in iTunes<br />
Per intermediazione <strong>della</strong> Libreria<br />
Editrice Vaticana (LEV), la Santa<br />
Sede ha stipulato un accordo con<br />
l’impresa nordamericana Apple, per<br />
rendere disponibili in iTunes le parole<br />
pronunciate da Papa Benedetto XVI<br />
nelle Udienze Generali del mercoledì<br />
– ha annunciato Mons. Guiseppe<br />
Costa, direttore <strong>della</strong> LEV, in dichiarazioni<br />
riportate dall’agenzia Catholic<br />
News Service, l’8 settembre.<br />
Attualmente si possono già scaricare<br />
da questa pagina web testi in inglese<br />
e spagnolo di cui è autore Benedetto<br />
XVI, che abbracciano temi come<br />
l’Eucaristia, la famiglia e la speranza<br />
cristiana. Sono disponibili anche l’audiolibro<br />
Gesù di Nazaret e l’album Alma<br />
Mater, che intercala musica sacra<br />
alle parole del Santo Padre.<br />
Le Udienze saranno divulgate come<br />
tracce audio e anche in forma-<br />
thecatholicspirit.com<br />
to di libro elettronico. In questo caso,<br />
il testo sarà accompagnato da riproduzioni<br />
di opere d’arte <strong>della</strong> collezione<br />
del Vaticano che avranno il<br />
grande pregio, spiega Monsignor<br />
Costa, di facilitare la meditazione.<br />
130º Incontro Annuale dei<br />
Cavalieri di Colombo<br />
Sotto il motto Proclamate la libertà<br />
su tutta la Terra, i Cavalieri di Colombo<br />
hanno realizzato ad Anaheim,<br />
in California, tra il 7 e il 9 agosto, il<br />
loro 130º Incontro Annuale, al quale<br />
hanno partecipato 2.000 membri<br />
renza di apertura; dell’Arcivescovo di Rio de Janeiro,<br />
Mons. Orani João Tempesta, OCist; e di Mons.<br />
Giuseppe Scotti, presidente <strong>della</strong> Libreria Editrice<br />
Vaticana e <strong>della</strong> Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger<br />
– Benedetto XVI.<br />
dell’istituzione, accompagnati dalle<br />
loro rispettive famiglie, oltre a numerosi<br />
Arcivescovi e Vescovi nordamericani,<br />
tra i quali i presidenti delle<br />
Conferenze Episcopali degli Stati<br />
Uniti d’America, Cardinale Timothy<br />
Dolan, e del Canada, Mons. Richard<br />
Smith, Arcivescovo di Edmonton.<br />
Tramite il Segretario di Stato <strong>della</strong><br />
Santa Sede, Cardinale Tarcisio Bertone,<br />
il Santo Padre Benedetto XVI<br />
ha inviato un messaggio speciale per<br />
l’evento nel quale segnala: “In questo<br />
tempo in cui si fanno sforzi concertati<br />
per ridefinire e restringere l’esercizio<br />
del diritto alla libertà religiosa, i Cavalieri<br />
di Colombo hanno lavorato instancabilmente<br />
per aiutare la comunità<br />
cattolica a riconoscere e rispondere<br />
alla gravità senza precedenti di<br />
queste nuove minacce alla libertà <strong>della</strong><br />
Chiesa e alla morale pubblica”.<br />
Il discorso di chiusura è stato proferito<br />
dal Cavaliere Supremo Carl<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 43
www.calisia.pl<br />
Albert Anderson, che ha affermato:<br />
“Siamo orgogliosi di essere molto vicini<br />
ai nostri pastori locali e crediamo<br />
che in questo risiede la vibrante<br />
realtà <strong>della</strong> quotidianità nella Chiesa<br />
Cattolica, cioè, nel fatto di essere<br />
una forza a servizio <strong>della</strong> carità, un<br />
gruppo di cattolici fedeli, uniti ai loro<br />
parroci per aiutarli nelle loro necessità<br />
pastorali”.<br />
I Cavalieri di Colombo, sono stati<br />
fondati nel 1882 da Don Michael<br />
McGivney, parroco a New Haven,<br />
Connecticu, e oggi contano su 1,8<br />
milioni di membri in tutto il mondo.<br />
Polonia: 300 chilometri a piedi<br />
per venerare la “Vergine Nera”<br />
Circa tremila fedeli <strong>della</strong> diocesi<br />
di Kalisz, in Polonia, hanno percorso<br />
a piedi gli oltre 300 chilometri<br />
che separano la città del Santuario<br />
di Jasna Gora (Montagna Luminosa),<br />
dove si venera la Vergine Nera<br />
di Czestochowa.<br />
Il percorso, che è fatto in gruppi,<br />
inizia il 13 agosto con una Messa nel-<br />
44 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
la rispettiva parrocchia e dura quattro<br />
giorni in media. L’arrivo al Santuario<br />
avviene al suono di bei canti mariani.<br />
Considerato il più antico <strong>della</strong> Polonia,<br />
questo pellegrinaggio si realizza<br />
ininterrottamente dal 1637, conindizi<br />
storici <strong>della</strong> sua esistenza già nel<br />
1607. Quest’anno, esso ha avuto come<br />
motto La Chiesa è la nostra casa,<br />
manifestando l’intenzione dei pellegrini,<br />
di accorrere al Santuario come<br />
un figlio va a far visita a casa di sua<br />
madre, ha spiegato l’organizzatore,<br />
Don Roberto Lewandowski.<br />
“Cappella on-line”<br />
di Adorazione Perpetua<br />
La città di Sorocaba, Brasile, si è<br />
convertita in pioniera di una nuova<br />
forma di pastorale, inaugurando una<br />
“cappella on-line” di Adorazione<br />
Perpetua al Santissimo Sacramento.<br />
L’idea è partita da Don Flavio Miguel<br />
Júnior, Rettore del Santuario Arcidiocesano<br />
San Giuda Taddeo. Preoccupato<br />
di facilitare alcuni momenti<br />
di preghiera ai suoi parrocchiani<br />
che non hanno occasione di andare in<br />
chiesa, ha deciso di trasmettere dal vivo,<br />
attraverso internet, le immagini<br />
<strong>della</strong> cappella del Santissimo Sacramento<br />
di questo Santuario, nel quale<br />
i fedeli si avvicendano 24 ore al giorno<br />
in adorazione di Gesù Sacramentato.<br />
In un’intervista all’agenzia Zenit,<br />
Don Miguel ha spiegato: “La Chie-<br />
La statua <strong>della</strong> Madonna di<br />
Fatima può visitare la sua<br />
parrocchia!<br />
Per informazioni o interessamenti:<br />
salvamiregina@salvamiregina.it<br />
www.salvamiregina.it<br />
oppure<br />
Tel: (0039) 041 560 0891<br />
Fax: 041 560 8828<br />
sa ci insegna che tanto la Santa Messa<br />
come l’Adorazione Eucaristica<br />
deve esser fatta dal fedele dentro il<br />
tempio”, ma non proibisce che l’una<br />
e l’altra siano trasmesse da internet<br />
o televisione, aggiungendo che questa<br />
trasmissione può essere “di grande<br />
edificazione” per le persone che si<br />
trovano in luoghi distanti dalla chiesa<br />
o sono impossibilitate a muoversi.<br />
La “cappella on-line” può esser<br />
visitata 24 ore al giorno nel sito del<br />
Santuario (http://www.saojudastadeu.org.br/).<br />
Neil Armstrong e il suo primo<br />
passo... a Gerusalemme<br />
Sabato, 25 agosto, è morto a 82<br />
anni di età Neil Armstrong, il primo<br />
essere umano a camminare sulla<br />
luna. Uscendo dalla nave spaziale<br />
Apollo XI, il 21 luglio 1969, egli<br />
ha pronunciato la famosa frase: “Un<br />
piccolo passo per un uomo, un grande<br />
salto per l’umanità”.<br />
Meno noto è il suo commento quando<br />
ha avuto occasione di visitare la Terra<br />
Santa, nel 1988. In quell’occasione,<br />
chiese all’Archeologo Meir Ben-Dov<br />
che lo portasse in un luogo dove aveva<br />
camminato il Signore Gesù. Giunto alla<br />
scalinata del Tempio di Erode, si raccolse<br />
in una breve preghiera e affermò<br />
emozionato: “Per me, è più significativo<br />
aver calpestato questi gradini che<br />
aver camminato sulla luna”.
D<br />
Il Messale non può esser<br />
sostituito dall’ iPad<br />
on Antonio Spadaro, SJ, consultore dei Pontifici<br />
Consigli <strong>della</strong> Cultura e delle Comunicazioni<br />
Sociali, ha spiegato in un articolo postato il 2 agosto<br />
nel suo blog Cyber Teologia (www.cyberteologia.<br />
it) i motivi per i quali smartphones, lettori di libri digitali,<br />
iPad e altri tablet non<br />
devono essere usati durante<br />
le Celebrazioni Eucaristiche<br />
e altri atti liturgici,<br />
in sostituzione del Messale<br />
Romano.<br />
Il tema è stato portato<br />
alla luce da una circolare<br />
inviata nell’aprile<br />
scorso dalla Conferenza<br />
Episcopale<br />
<strong>della</strong> Nuova Zelanda,<br />
nella quale i Vescovi proibiscono<br />
ai sacerdoti delle loro dio-<br />
Gli Argentini commemorano<br />
la festa di San Gaetano<br />
La devozione a San Gaetano, alla<br />
cui intercessione ricorrono gli argentini<br />
per ottenere da Dio “pane e lavoro”,<br />
è una delle più radicate nella devozione<br />
popolare di questo Paese. La<br />
celebrazione <strong>della</strong> sua festa, il 7 agosto,<br />
raduna ogni anno centinaia di migliaia<br />
di fedeli nelle cinquanta parrocchie<br />
o cappelle erette in suo onore a<br />
Buenos Aires, Corrientes, Catamarca,<br />
Salta, Rio Gallegos, Concordia o Santiago<br />
del Estero, e molte altre città.<br />
Il Santuario di Liniers, di fronte al<br />
quale attendevano migliaia di fedeli,<br />
ha aperto le porte a mezzanotte. Alle<br />
ore 22, per prima cosa, si sono avuti<br />
musica e fuochi d’artificio. A partire<br />
dalle 4 del mattino fino alle 11, veniva<br />
celebrata un’Eucaristia con cadenza<br />
orari; dalle ore 13 alle 23, una ad<br />
ogni ora dispari. La Messa principale<br />
è stata presieduta dall’Arcivescovo,<br />
Cardinale Giorgio Mario Bergoglio.<br />
La fila per venerare il santo, fargli<br />
le richieste o ringraziare per favori<br />
ricevuti è arrivata ad misurare quattro<br />
isolati di lunghezza.<br />
A Mar del Plata, migliaia di fedeli<br />
hanno realizzato la tradizionale processione,<br />
nonostante la pioggia. Questa<br />
è stata presieduta dal Vescovo Diocesano,<br />
Mons. Antonio Marino, che ha<br />
chiesto che questa magnifica manifestazione<br />
di fede non fosse un’espressione<br />
isolata nella vita di ognuno, ma servisse<br />
per ravvivare in tutto il desiderio<br />
di condurre una vera vita cristiana.<br />
Mezzo milione di pellegrini<br />
al Santuario di Muxima<br />
Più di 500 mila fedeli sono affluiti<br />
nei giorni 4 e 5 agosto al Santuario<br />
cesi l’uso di questi apparecchi durante la Messa. “Il<br />
Messale – spiegano – ha una funzione esclusivamente<br />
liturgica, mentre gli iPad e altri dispositivi elettronici<br />
possono esser usati per eseguire giochi, navigare<br />
in internet, assistere a film o ricevere e-mail. Già<br />
questo rende sconveniente la loro utilizzazione nella<br />
Liturgia”.<br />
In questi apparecchi, spiega Don Spadaro nel<br />
menzionato articolo, il testo rompe definitivamente<br />
il suo solido vincolo con la realtà materiale <strong>della</strong> pagina<br />
per diventare “un oggetto ‘fluido’: esattamente<br />
l’opposto delle Tavole <strong>della</strong> Legge, o del detto scripta<br />
manent. E non solo questo. Esso può facilmente<br />
scomparire dallo schermo, aprendo il passo a un video,<br />
un messaggio di posta elettronica, o una pagina<br />
web”. Per questo, aggiunge il teologo gesuita, “risulta<br />
inimmaginabile portare in processione un iPad<br />
o un laptop, o incensare solennemente e baciare un<br />
monitor durante un atto liturgico”.<br />
<strong>della</strong> Patrona dell’Angola, chiamata<br />
affettuosamente Mama Muxima,<br />
che significa “Madre del mio Cuore”,<br />
nell’idioma kimbundu. L’apertura del<br />
pellegrinaggio è stata presieduta dal<br />
Nunzio Apostolico, Mons. Novatus<br />
Rugambw, e la Messa di chiusura è<br />
stata celebrata dal Vescovo <strong>della</strong> diocesi<br />
di Cabinda e vice-presidente <strong>della</strong><br />
Conferenza Episcopale dell’Angola<br />
e San Tomè, D. Filomeno Vieira Dias.<br />
Situato in pieno Parco Nazionale<br />
<strong>della</strong> Kissama, a 150 chilometri da<br />
Luanda, il Santuario di Muxima riceve<br />
annualmente centinaia di migliaia<br />
di pellegrini provenienti, anche<br />
da paesi vicini, valendogli il titolo<br />
di Lourdes africana.iI numero<br />
“sta crescendo ogni anno”, secondo<br />
dichiarazioni del Vescovo di Viana,<br />
Mons. Joaquim Ferreira Lopes, riportate<br />
dalla Radio Vaticana.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 45
L<br />
Il miracolo del pozzo<br />
46 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
StorIa Per BamBInI... o aduLtI PIenI dI fede?<br />
Davanti alle parole del bambino, tutti si guardarono<br />
fra loro, poiché sapevano che il pozzo non aveva più<br />
nemmeno un goccio d’acqua! Ma, egli aveva parlato con<br />
tanta convinzione che la fila si formò...<br />
a Parrocchia <strong>della</strong> Madonna<br />
delle Vittorie era semplice,<br />
ma piena di vita. Il<br />
padre Maurizio, promuoveva<br />
sempre differenti attività e incoraggiava<br />
la celebrazione delle feste<br />
dei santi del calendario liturgico, contando<br />
sull’appoggio massiccio dei fedeli,<br />
che oltre a partecipare<br />
con pietà agli atti religiosi,<br />
addobbavano il tempio<br />
con fiori silvestri e nastri colorati.<br />
Nella catechesi, i bambini<br />
si preparavano alla Prima<br />
Comunione o alla Confermazione,<br />
in gruppi animati<br />
e dinamici. La frequenza<br />
ai Sacramenti era intensa<br />
e il villaggio era uno dei più<br />
tranquilli <strong>della</strong> regione, poiché<br />
i suoi abitanti avevano<br />
come motto il comandamento<br />
lasciato dal Signore Gesù:<br />
“amatevi gli uni gli altri come<br />
io vi amo” (Gv 15, 12).<br />
Ciò nonostante, un forte<br />
desiderio alimentava il cuore<br />
del buon parroco e degli<br />
abitanti del luogo: costruire<br />
una grande e bella chiesa in<br />
onore <strong>della</strong> Patrona, giacché<br />
l’edificio esistente era molto<br />
piccolo e si stava deterio-<br />
rando col tempo. Non c’erano, però,<br />
mezzi economici per costruirla...<br />
Quella era una regione un po’<br />
agreste e, in estate, la siccità castigava<br />
il popolo. Era necessario salire<br />
fino in cima a un monte vicino<br />
per ottenere un po’ d’acqua nell’unico<br />
pozzo che riforniva le famiglie<br />
“Io ho una proposta da fare per risolvere il<br />
problema dell’acqua”<br />
Fernanda Cordeiro da Fonseca<br />
in quell’epoca. Era un pozzo antico,<br />
ma non si era mai prosciugato.<br />
Nell’estate di quell’anno, però,<br />
anche in questo la provvista d’acqua<br />
sembrava scarseggiare. Ci furono<br />
volte in cui non salì neppure una<br />
goccia d’acqua nel vecchio secchio<br />
di legno... Era grave il pericolo che<br />
correvano perché, se il pozzo<br />
si fosse prosciugato sarebbero<br />
finiti sul lastrico.<br />
Un sabato mattina, i<br />
bambini arrivarono agitati<br />
al catechismo, commentando<br />
la mancanza d’acqua<br />
nelle loro case e i problemi<br />
che questo comportava. Paolino,<br />
che sempre era stato<br />
un leader tra tutti, prese la<br />
parola e disse:<br />
– Io ho una proposta da<br />
fare per risolvere il problema<br />
dell’acqua del nostro<br />
villaggio.<br />
Gli occhietti curiosi dei<br />
bambini si rivolsero verso<br />
il bambino. Anche don<br />
Maurizio voleva conoscere<br />
il suggerimento:<br />
– Allora di’, Paolino,<br />
qual è la tua idea?<br />
– Perché non facciamo<br />
una promessa alla Vergine
delle Vittorie, che è nostra Patrona?<br />
Chiediamo a Lei di non lasciar prosciugare<br />
il pozzo e promettiamo di<br />
iniziare la costruzione di una Chiesa<br />
in suo onore, in cima al monte.<br />
I bambini applaudirono l’idea<br />
del compagno e il sacerdote sorrise<br />
compiaciuto per la fede di quell’anima<br />
innocente. Tuttavia, pensava, come<br />
avrebbero ottenuto i mezzi per<br />
questo?<br />
E il bambino continuò:<br />
– Facciamo la promessa e, sicuri<br />
del soccorso <strong>della</strong> Madonna, cominciamo<br />
una vasta campagna nel villaggio<br />
e per tutta la regione, a beneficio<br />
<strong>della</strong> costruzione. Sono sicuro<br />
che Lei ci esaudirà e tra poco avremo<br />
la nostra bella chiesa parrocchiale.<br />
Che dite?<br />
Adriana, di soli sette anni, applaudiva<br />
con foga, dicendo:<br />
– Proprio così! Non si è mai sentito<br />
dire che uno abbia chiesto qualcosa<br />
alla Madonna e non sia stato<br />
esaudito... Lei ci darà la vittoria!<br />
Il pietoso parroco si emozionò,<br />
pensando: “Infatti, Dio ha nascosto<br />
grandi cose ai saggi e le ha rivelate ai<br />
piccoli”... Alzandosi, disse animato:<br />
– Bene, dunque, mani all’opera!<br />
Andiamo a convocare tutti i parrocchiani<br />
per la nostra ardita impresa.<br />
Quella gente umile e piena di fede<br />
iniziò la campagna per compiere<br />
la promessa. Percorrevano le strade,<br />
i campi e le fattorie vicine chiedendo<br />
mezzi, in denaro o in materiale<br />
da costruzione. Subito apparve un<br />
ingegnere <strong>della</strong> capitale che si interessò<br />
all’impresa e fece i progetti del<br />
tempio. Egli ottenne donazioni nei<br />
suoi ambienti e i camion cominciarono<br />
ad arrivare. Trattori salivano al<br />
monte del pozzo, si preparavano le<br />
fondazioni e, con il passare dei mesi,<br />
le pareti si andavano alzando.<br />
Passò quell’estate, venne l’autunno,<br />
l’inverno, e non finì mai l’acqua<br />
del vecchio pozzo! Presto arrivò<br />
la primavera e con essa le benedette<br />
piogge rifornirono le cisterne del-<br />
Paolino parlò con tanta convinzione che si formò la fila e… miracolo!<br />
le case e dei campi. La costruzione<br />
<strong>della</strong> chiesa proseguiva col vento in<br />
poppa ed era previsto il suo termine<br />
per l’estate successiva. Don Maurizio<br />
preparò il programma d’inaugurazione,<br />
inclusa una grande processione<br />
di trasferimento <strong>della</strong> statua<br />
<strong>della</strong> Madonna delle Vittorie fino<br />
al nuovo altare maggiore, tutto in<br />
marmo dai bellissimi colori.<br />
L’estate di quell’anno, tuttavia,<br />
era ancora più impietosa <strong>della</strong> precedente.<br />
E l’acqua del pozzo seccò<br />
completamente! Non c’era mezzo<br />
di ritirarne neppure una goccia... La<br />
Madonna avrebbe abbandonato chi<br />
si era messo sotto la sua protezione?<br />
Il prete era preoccupato, perché di lì<br />
a due giorni ci sarebbe stata la processione<br />
e i fedeli sarebbero arrivati<br />
assetati in chiesa, dopo aver percorso<br />
un lungo cammino sotto il sole<br />
cocente per salire in cima al monte.<br />
Confidando nell’aiuto <strong>della</strong> Madre<br />
di Dio, non annullò la cerimonia<br />
e fece tutto come se nulla fosse successo.<br />
Giunto il giorno sperato, la processione<br />
si fece, solenne e animata.<br />
Un imponente portantina ornata dei<br />
fiori silvestri <strong>della</strong> regione trasportava<br />
la statua. I fedeli cantavano e<br />
camminavano con entusiasmo. Solo<br />
nell’avvistare la nuova chiesa i loro<br />
cuori si riempivano di gioia. Quando<br />
arrivarono al tempio stanchi e accaldati,<br />
non si preoccuparono del caldo<br />
che sentivano e entrarono dalla Vergine,<br />
trionfalmente.<br />
Terminata la cerimonia, però, la<br />
sete divenne pressante... Paolino, allora,<br />
prese l’iniziativa di dire:<br />
– Non preoccupatevi! Siamo riusciti<br />
a compiere la nostra promessa!<br />
Facciamo una fila vicino al pozzo.<br />
Nessuno se ne andrà di qui con<br />
la sete!<br />
Tutti si guardarono tra loro, poiché<br />
sapevano che il pozzo non aveva<br />
più nemmeno un solo goccio d’acqua!<br />
Tuttavia, il bambino aveva parlato<br />
con così tanta convinzione che<br />
la fila si formò e... Oh, miracolo!<br />
L’acqua abbondava ogni volta che<br />
facevano scendere il secchio! Veramente<br />
la Madonna gli aveva dato la<br />
vittoria! E non ebbero mai più problemi<br />
di siccità. ²<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 47<br />
Edith Petitclerc
I SantI dI ognI gIorno _______<br />
1. Santa Teresa di Gesù Bambino,<br />
vergine e Dottore <strong>della</strong> Chiesa<br />
(†1897).<br />
San Nicezio di Treviri, Vescovo<br />
(†561). Era, secondo San Gregorio<br />
di Tours, vigoroso nella predicazione,<br />
terribile nell’argomentazione<br />
e costante nell’insegnamento.<br />
Subì l’esilio sotto il regno<br />
di Clotario I.<br />
2. Santi Angeli Custodi.<br />
Beata Maria Antonina Kratochwil,<br />
vergine e martire (†1942).<br />
Religiosa <strong>della</strong> Congregazione<br />
delle Suore Scolastiche di Nostra<br />
Signora. Incarcerata a Stanislawòw,<br />
oggi Ucraina, morì a seguito<br />
delle torture cui fu sottoposta.<br />
3. San Dionigi l’Areopagita, Vescovo<br />
(†sec. I). Convertito da San Paolo<br />
nell’Areopago di Atene, diventò<br />
il primo Vescovo di questa città.<br />
4. San Francesco D’Assisi, patrono<br />
d’<strong>It</strong>alia, religioso (†1226).<br />
San Petronio di Bologna,<br />
Vescovo (†cerca de 450). Rinunciò<br />
all’incarico che esercitava<br />
nell’Impero Romano<br />
e si consacrò al servizio <strong>della</strong><br />
Chiesa.<br />
5. Beato Raimondo da Capua,<br />
(†1399). Sacerdote domenicano,<br />
direttore spirituale di Santa<br />
Caterina da Siena.<br />
6. San Bruno, sacerdote (†1101).<br />
Beato Isidoro di San Giuseppe<br />
De Loor, religioso<br />
(†1916). Frate laico passionista,<br />
morì a 35 anni a Courtrai,<br />
in Belgio, dando esempio di<br />
accettazione delle atroci sofferenze<br />
provocate dalla malattia.<br />
7. XXVII Domenica del Tempo<br />
Ordinario.<br />
Sergio Hollmann<br />
48 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
Beata Vergine Maria del<br />
Rosario.<br />
Sant’Augusto, sacerdote e<br />
abate (†circa nel 560). Poiché soffriva<br />
di un’intumescenza alle mani<br />
e ai piedi, si sosteneva con le<br />
ginocchia e i gomiti. Guarito per<br />
intercessione di San Martino,<br />
eresse a Bourges, in Francia, una<br />
comunità di monaci dediti ininterrottamente<br />
alla preghiera.<br />
8. Santa Pelagia, vergine e martire<br />
(†circa nel 302). Giovane di quindici<br />
anni, molto elogiata da San<br />
Giovanni Crisostomo nelle sue<br />
omelie. Morì difendendo la sua<br />
purezza, ad Antiochia, in Siria.<br />
9. Santi Dionigi, Vescovo, e compagni,<br />
martiri (†sec. III).<br />
San Giovanni Leonardi, sacerdote<br />
(†1609).<br />
San Guntero, eremita (†1045).<br />
Abbandonati i beni terreni, abbracciò<br />
la vita monastica nell’Ordine<br />
Benedettino. Dopo alcuni<br />
“Apparizione del Sacro Cuore di Gesù a<br />
Santa Margherita Maria Alacoque” – Santa<br />
Grotta di Manresa (Spagna)<br />
anni, optò per la vita eremitica,<br />
ritirandosi nei boschi <strong>della</strong> Baviera<br />
e Boemia.<br />
10. Beata Angela Maria Truszkowska,<br />
vergine (†1899). Fondatrice<br />
<strong>della</strong> Congregazione<br />
Francescana di San Felice da<br />
Cantalice, per aiutare i bambini<br />
poveri e abbandonati. Morì a<br />
Cracovia, in Polonia.<br />
11. Beato Giacomo Griesinger da<br />
Ulm, (†1491). Religioso domenicano<br />
deceduto a Bologna che fu,<br />
sebbene analfabeta, un eccellente<br />
pittore di vetrate.<br />
12. San Rodobaldo di Pavia, Vescovo<br />
(†1254). S’impegnò specialmente<br />
nel culto divino e nella ricerca<br />
di reliquie dei santi.<br />
13. Beata Maddalena Panattieri,<br />
vergine (†1503). In una piccola<br />
cappella di Trino, questa terziaria<br />
domenicana catechizzava e dava<br />
consigli anche a sacerdoti che da<br />
lei accorrevano.<br />
14. XXVIII Domenica del Tempo<br />
Ordinario.<br />
San Callisto I, Papa e martire<br />
(†circa nel 222).<br />
San Venanzio di Luni, Vescovo<br />
(†sec. IV). Amico di Papa San<br />
Gregorio Magno, si occupò con<br />
grande dedizione dei chierici e<br />
monaci <strong>della</strong> sua diocesi a Luni.<br />
15. Santa Teresa d’Avila, vergine<br />
e Dottore <strong>della</strong> Chiesa (†1582).<br />
Santa Maddalena da Nagasaki,<br />
vergine e martire (†1634).<br />
Terziaria agostiniana recolletta,<br />
figlia di martiri. Aiutò i cristiani<br />
perseguitati, battezzò e catechizzò<br />
bambini, fino a esser martirizzata<br />
a Nagasaki, in Giappone.<br />
16. Sant’Edvige, religiosa<br />
(†1243).
__________________ ottobre<br />
Santa Margherita Maria Alacoque,<br />
vergine (†1690).<br />
San Lullo di Magonza, Vescovo<br />
(†786). Compagno di San Bonifacio<br />
nell’evangelizzazione <strong>della</strong><br />
Germania, qui fu ordinato Vescovo.<br />
17. Sant’Ignazio d’Antiochia,<br />
Vescovo e martire (†107).<br />
Beato Gilberto di Cîteaux,<br />
(†1167). Nato in Inghilterra, fu<br />
abate di Cister. Uomo di grande<br />
scienza, difese San Tommaso Becket<br />
in esilio.<br />
18. San Luca, Evangelista.<br />
San Monone, martire (†circa<br />
nel 630/640). Eremita di origine<br />
irlandese, fu lapidato da ladri infastiditi<br />
dalla santità <strong>della</strong> sua vita.<br />
19. Santi Giovanni de Brébeuf e<br />
Isacco Jogues, sacerdoti, e compagni,<br />
martiri (†1642-1649).<br />
San Paolo <strong>della</strong> Croce, sacerdote<br />
(†1775).<br />
San Varo, martire (†307). Soldato<br />
egizio che, poiché faceva visita<br />
a sei santi eremiti cristiani in<br />
prigione, fu incarcerato insieme<br />
a, subendo terribili torture.<br />
20. Santa Maria Bertilla Boscardin,<br />
vergine (†1922). Religiosa<br />
<strong>della</strong> Congregazione delle Suore<br />
di Santa Dorotea dei Sacri<br />
Cuori, si dedicò ai malati di corpo<br />
e di anima, in un ospedale a<br />
Treviso.<br />
21. XXIX Domenica del Tempo Ordinario.<br />
Sant’Ilarione di Gaza, abate<br />
(†circa nel 371). Seguendo i<br />
passi di Sant’Antonio abate, fu<br />
esempio di vita eremitica nella<br />
regione di Gaza. Morì a Cipro a<br />
80 anni.<br />
22. San Leotaldo di Auch, Vescovo<br />
(†sec. VII). Abate di Fontenelle,<br />
fu eletto Vescovo di Auch, in<br />
Francia.<br />
23. San Giovanni da Capestrano, sacerdote<br />
(†1456).<br />
Sant’Elfleda, badessa (†sec.<br />
X). Ancora adolescente, si consacrò<br />
a Dio nel monastero fondato<br />
da suo padre Etelwoldo, a<br />
Ramsey, in Inghilterra, del quale<br />
fu badessa per lunghi anni fino alla<br />
morte.<br />
24. Sant’Antonio Maria Claret, Vescovo<br />
(†1870).<br />
San Luigi Guanella, sacerdote<br />
(†1915). Fondò a Como la Congregazione<br />
dei Servi <strong>della</strong> Carità<br />
e quella delle Figlie di Santa Maria<br />
<strong>della</strong> Provvidenza, per andare<br />
incontro alle necessità dei più poveri<br />
e afflitti e occuparsi <strong>della</strong> loro<br />
salvezza.<br />
25. San Bernardo Cabvò, Vescovo<br />
(†1243). Abate cistercense del<br />
Monastero di Santes Creus, più<br />
tardi eletto Vescovo di Vic, in<br />
Spagna.<br />
26. Beato Bonaventura da Potenza,<br />
sacerdote (†1711). Religioso<br />
dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali,<br />
fu favorito da doni mistici<br />
e fu un esimio predicatore.<br />
Morì a Ravello.<br />
27. Sant’Otterano, monaco (†sec.<br />
VI). Uno dei primi discepoli di<br />
San Colomba, fu abate di Meath<br />
e lavorò nell’evangelizzazione<br />
<strong>della</strong> Scozia.<br />
28. XXX Domenica del Tempo Ordinario.<br />
San Simone e San Giuda Taddeo,<br />
Apostoli. Secondo la tradizione,<br />
furono martirizzati in Persia,<br />
intorno all’anno 62.<br />
Sergio Hollmann<br />
“San Bruno”, di Juan Martínez<br />
Montañes – Museo di Belle Arti,<br />
Siviglia (Spagna)<br />
San Giovanni Ðat, sacerdote<br />
e martire (†1798). Decapitato a<br />
Cho-Ra, in Vietnam.<br />
29. San Gaetano Errico, sacerdote<br />
(†1860). Promosse con impegno i<br />
ritiri spirituali e la devozione eucaristica.<br />
Fondò a Secondigliano<br />
la Congregazione dei Missionari<br />
dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.<br />
30. Beato Angelo d’Acri, sacerdote<br />
(†1739). Francescano cappuccino<br />
che percorse per quasi 40 anni<br />
il Regno di Napoli predicando<br />
in un linguaggio semplice la Parola<br />
di Dio.<br />
31. Sant’Alfonso Rodríguez, religioso<br />
(†1617). Dopo aver perso<br />
sua moglie e i figli, si fece gesuita<br />
e fu per molti anni portinaio<br />
del collegio di Palma di Maiorca,<br />
in Spagna.<br />
Ottobre 2012 · Madonna di Fatima 49
Fotos: Cláudio Dias Timm / Dario Sanches / Mikul / Joe Schneid Louisville Kentucky<br />
Splendore fugace <strong>della</strong><br />
50 Madonna di Fatima · Ottobre 2012<br />
luce celeste<br />
La Provvidenza ha creato su questa Terra d’esilio una porzione<br />
di ottime cose fugaci – che smetterebbero di esser ottime se<br />
non fossero fugaci –, per darci un’infarinatura del Cielo.<br />
“Gemendo<br />
e piangendo in<br />
questa valle di lacrime”<br />
– ecco la nostra condizione,<br />
così ben espressa<br />
nella “Salve Regina”, orazione che si<br />
potrebbe qualificare come la preghiera<br />
<strong>della</strong> speranza di ottenere la beatitudine<br />
del Cielo, anelito di ogni essere<br />
umano sotto il giogo delle fatiche e<br />
sofferenze (cfr. Gn 3, 17-19).<br />
Insieme a questo desiderio di ottenere<br />
la vera felicità, si direbbe che<br />
ci sia nell’anima dell’uomo anche<br />
una sorta di nostalgia di un Cielo a<br />
lui ancora sconosciuto. Tali sentimenti<br />
lo aiutano a reprimere le sue<br />
cattive inclinazioni, poiché ricordando<br />
il premio eterno cui i suoi atti<br />
concorrono, si contengono gli errori<br />
<strong>della</strong> sua natura decaduta.<br />
Conoscendo, da tutta l’eternità,<br />
questo insaziabile desiderio, Dio ha<br />
escogitato, nella sua sapienza e bontà,<br />
di dare all’uomo creature che gli<br />
ricordassero la fugacità di questa vita<br />
e l’eternità dell’altra, stimolando-<br />
lo a praticare il bene, nella speranza<br />
di vedere finalmente soddisfatte<br />
le sue più alte aspirazioni.<br />
Una di queste creature è il simpatico<br />
colibrì. Squarciando l’aria col<br />
suo becco simile a una lancia, esso<br />
fende i cieli disposto ad affrontare<br />
tutto per raggiungere la sua meta, a<br />
prima vista molto piccola: la corolla<br />
di un fiore. Questo delicato uccello<br />
ci insegna, così, ad accontentarci<br />
del “poco” che incontriamo in questa<br />
vita, mentre Dio ci prepara per il<br />
“molto” che ci darà in quella futura.<br />
Dobbiamo possedere il giubilante<br />
equilibrio che tanto traspare nel<br />
colibrì. Distante da qualsiasi depressione<br />
o frenesia, esso va di fiore in<br />
fiore, apparentemente preso dalla<br />
gioia di star compiendo la finalità<br />
per la quale è stato creato.<br />
Aspetto peculiare di questo giubilo<br />
è la sua agilità. In questa vivacità,<br />
esso “diventa simile a un gioiello<br />
prezioso che Dio ha creato perché<br />
l’uomo possa guardare e mai af-<br />
Fahima Spielmann<br />
ferrare, e avere l’incanto <strong>della</strong> cosa<br />
fuggevole che passa, la quale, in<br />
questa valle di lacrime, è per noi una<br />
speranza del Cielo. Vale a dire, esso<br />
è stato fatto per essere fugace.<br />
La Provvidenza ha creato in questa<br />
Terra di esilio una porzione di ottime<br />
cose fugaci – che smetterebbero<br />
di essere ottime se non fossero fugaci<br />
–, per darci un’infarinatura del<br />
Cielo. [...] Dio ha avuto pena di noi<br />
e ci ha mandato un’intermittente<br />
lucciola dal Cielo alla Terra, facendoci<br />
intendere qualcosa del Cielo”. 1<br />
Se il colibrì fosse passibile di felicità,<br />
strariperebbe di contentezza<br />
vedendo che si si realizza, con le<br />
sue reazioni varie e saltellanti, il fine<br />
per il quale è stato creato: essere<br />
per l’uomo uno splendore fugace<br />
<strong>della</strong> luce celeste. ²<br />
1 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Un gioiello<br />
dotato di ali. In: Dr. Plinio. San Paolo.<br />
Anno XV. N.174 (Set., 2012); p.34.
David Domingues<br />
“Madonna del Rosario” –<br />
Monastero di San Domenico e<br />
San Sisto, Roma<br />
I<br />
l mese di ottobre è detto il mese del<br />
Rosario. [...] Siamo dunque invitati<br />
a lasciarci guidare da Maria in questa<br />
preghiera antica e sempre nuova, che a<br />
Lei è specialmente cara perché ci conduce<br />
direttamente a Gesù.<br />
(Benedetto XVI, Angelus, 10/10/2010)