Le leggi antiebraiche in Italia 1938-1945 - Istituto nazionale per la ...
Le leggi antiebraiche in Italia 1938-1945 - Istituto nazionale per la ...
Le leggi antiebraiche in Italia 1938-1945 - Istituto nazionale per la ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
SECONDA SEZIONE – LA LEGISLAZIONE DISCRIMINATORIA<br />
capivano il motivo, fece mettere a tacere molte coscienze tranquillizzate del<strong>la</strong> <strong>in</strong>dubitabili ed<br />
evidenti colpe delle vittime designate.<br />
Quali documenti<br />
Tutti i documenti presentati <strong>in</strong> questa mostra sono coevi alle vicende ri<strong>per</strong>corse, e sono del<strong>la</strong> più<br />
varia natura: fotografie, diari, giornali, testi di legge, circo<strong>la</strong>ri m<strong>in</strong>isteriali, libri, vignette, lettere<br />
(<strong>per</strong>sonali, di de<strong>la</strong>zione, ecc.). E’ proprio <strong>la</strong> loro varietà che cerca di restituire il senso del<strong>la</strong><br />
complessità del<strong>la</strong> vicenda narrata. Ci sono soltanto due citazioni, una di Primo <strong>Le</strong>vi e una di Liliana<br />
Segre, che sono state scritte successivamente. Non è un caso che le testimonianze scelte siano di<br />
due <strong>per</strong>sone che hanno saputo, con modi e forme molto diverse, raccontare l’<strong>in</strong>ferno di Auschwitz<br />
nel secondo dopoguerra, <strong>per</strong> descriverlo <strong>in</strong>fatti non era possibile e forse neanche giusto trovare<br />
documenti, ma è necessario ascoltare <strong>la</strong> voce di coloro che non sono stati sommersi, e che sono<br />
tornati a raccontare ciò che hanno vissuto.<br />
Cosa successe con <strong>la</strong> <strong>per</strong>secuzione<br />
Capire cosa fu <strong>la</strong> <strong>per</strong>secuzione razziale <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> significa <strong>in</strong>nanzitutto coglierne <strong>la</strong> capil<strong>la</strong>rità. <strong>Le</strong><br />
ricerche <strong>per</strong> cacciare gli ebrei furono fatte <strong>in</strong> ogni ente, associazione, circolo, e il censimento presso<br />
i vigili del fuoco da Ragusa a Trieste ne è una chiara dimostrazione, una delle tante possibili.<br />
L’applicazione delle <strong>leggi</strong> fu capil<strong>la</strong>re grazie anche al<strong>la</strong> meticolosità con cui molti si impegnarono<br />
<strong>per</strong> rispondere alle circo<strong>la</strong>ri; spesso non vi fu solo obbedienza agli ord<strong>in</strong>i, ma zelo <strong>per</strong>sonale<br />
aggiuntivo.<br />
Gli ebrei vennero allontanati dalle scuole pubbliche, dall’esercito, dai posti di <strong>la</strong>voro, dal partito<br />
fascista e dalle sue organizzazioni, dalle associazioni culturali e <strong>per</strong> il tempo libero. Si volle<br />
cancel<strong>la</strong>re tutto quanto attestasse <strong>la</strong> loro presenza nel<strong>la</strong> vita <strong>nazionale</strong>: non dovevano più essere<br />
pubblicati e diffusi i loro libri, rappresentate le loro o<strong>per</strong>e teatrali, suonate le loro musiche, proiettati<br />
i loro film; i nomi delle strade a loro <strong>in</strong>tito<strong>la</strong>te andavano cambiati. Il divieto di matrimoni fra ebrei e<br />
non ebrei costituì <strong>la</strong> più profonda vio<strong>la</strong>zione di una <strong>in</strong>tegrazione che passava attraverso i v<strong>in</strong>coli<br />
familiari, ma i divieti re<strong>la</strong>tivi alle occasioni di <strong>in</strong>contro arrivarono f<strong>in</strong>o a proibire partite comuni sui<br />
campi da tennis. Neppure vivere secondo i precetti mosaici fu più possibile, poiché venne vietata <strong>la</strong><br />
macel<strong>la</strong>zione rituale kasher e fu sospesa <strong>la</strong> pubblicazione di tutta <strong>la</strong> stampa ebraica.<br />
Gli ebrei dovevano poter essere <strong>in</strong>dividuati come tali e <strong>la</strong> dicitura “di razza ebraica” comparve su<br />
quasi tutti i documenti: dagli atti di nascita ai libretti di <strong>la</strong>voro alle pagelle sco<strong>la</strong>stiche delle scuole<br />
ebraiche.<br />
Reazioni<br />
E’ assai difficile restituire <strong>per</strong> immag<strong>in</strong>i come ebrei e non ebrei reagirono all’<strong>in</strong>troduzione del<strong>la</strong><br />
legis<strong>la</strong>zione razziale. La promulgazione e l’applicazione del<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione antisemita furono accolte<br />
dal<strong>la</strong> maggioranza degli italiani con <strong>in</strong>differenza e acquiescenza, favorite da più di un decennio di<br />
regime dittatoriale e dal fatto che pochi fra i non ebrei furono direttamente colpiti negli affetti e<br />
nelle abitud<strong>in</strong>i. Alcuni espressero solidarietà <strong>in</strong> pubblico o <strong>in</strong> privato. Molti voltarono le spalle ad<br />
amici e colleghi; altri cercarono di approfittare del<strong>la</strong> situazione sfruttando le opportunità che i<br />
licenziamenti e i divieti creavano: non fu soltanto l’accaparramento di un posto di <strong>la</strong>voro o <strong>la</strong><br />
denuncia di un collega poco amato, ma spesso un impegno attivo a sostenere e diffondere le nuove<br />
parole d’ord<strong>in</strong>e del regime, soprattutto nelle scuole e nelle università. In molte città i negozi<br />
esposero scritte antisemite; gli atti di violenza rimasero iso<strong>la</strong>ti. La fotografia di un caffè di Trieste<br />
dove gli avventori sono tranquil<strong>la</strong>mente siedono ai tavoli nonostante <strong>la</strong> scritta all’esterno è<br />
testimonianza fedele di questa <strong>in</strong>differenza diffusa. (Fig. 10)<br />
50