agosto 2011 - Ente Friuli nel Mondo
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Spilimbergo<br />
e la Scuola<br />
Mosaicisti del <strong>Friuli</strong><br />
Nel cuore del nostro <strong>Friuli</strong> si colloca<br />
Spilimbergo: punto medio tra<br />
Aquileia, culla del mosaico romano e<br />
paleocristiano, e Venezia, prezioso gioiello del<br />
mosaico bizantino, Spilimbergo è una città<br />
nota in tutto il mondo come città del mosaico,<br />
perché sede della Scuola Mosaicisti del <strong>Friuli</strong>,<br />
unico centro internazionale per il mosaico e<br />
per la formazione di professionisti dell'arte<br />
musiva.<br />
Spilimbergo deve il suo nome ai conti<br />
Spengenberg – invitati a scendere <strong>nel</strong>la<br />
pedemontana dal patriarca di Aquileia –<br />
originari di un sito presumibilmente collocato<br />
tra Baviera e Carinzia.<br />
La città, fin dalle origini, si distingue per i<br />
suoi capolavori: il maestoso Duomo (Chiesa<br />
Arcipretale di Santa Maria Assunta), fondato il<br />
4 ottobre 1284, è uno dei monumenti più belli<br />
del <strong>Friuli</strong> Venezia Giulia, con i suoi affreschi<br />
del XIV secolo della scuola di Vitale da<br />
Bologna, il fonte battesimale, la balaustra e gli<br />
angeli della Cappella della Madonna del<br />
Carmine di Antonio Pilacorte (datati ultimo<br />
decennio del '400), le formelle della cantoria e<br />
le pitture di Giovanni Antonio Pordenone, per<br />
non dimenticare poi le pale d'altare di Giulio<br />
del Moro (fine XVI secolo), di Jacopo Palma<br />
Giovane (prima metà XVII secolo) e tanti altri<br />
piccoli grandi tesori che donano momenti di<br />
meditazione e di bellezza; affascinante è anche<br />
il Castello con la splendida facciata ornata<br />
dagli affreschi del Bellu<strong>nel</strong>lo e dai lavori<br />
lapidei del Pilacorte; pensato per il Duomo,<br />
ma oggi conservato <strong>nel</strong>la Chiesa di San<br />
Pantaleone, è il famoso coro ligneo - intagliato<br />
e intarsiato – realizzato <strong>nel</strong>la seconda metà del<br />
XV secolo da Marco Cozzi, riproponendo lo<br />
schema del coro ligneo della Chiesa dei Frari<br />
di Venezia. Oltre a diversi palazzetti loggiati<br />
in centro, ricordiamo, collocato in una<br />
splendida cornice, anche Palazzo di Sopra,<br />
oggi sede del Comune, un tempo (XVI secolo)<br />
sede dell'Accademia fondata dall'umanista<br />
Bernardino Partenio.<br />
Diversi artisti, architetti, musicisti, uomini di<br />
cultura giunsero a Spilimbergo, vi lavorarono<br />
(operando anche <strong>nel</strong> suo contado) e vi<br />
soggiornarono temporaneamente.<br />
Contemporaneamente diverse famiglie locali,<br />
numerosi mosaicisti, terrazzieri, tagliapietra,<br />
proprio a partire dal Cinquecento lasciarono le<br />
loro case e le loro genti - radicate <strong>nel</strong>la<br />
pedemontana friulana - per cercare fortuna<br />
altrove, attraverso le ormai famose vie<br />
d'emigrazione che hanno portato <strong>nel</strong> mondo le<br />
dinastie di friulani, che con dignità e impegno<br />
si sono fatti stimare e voler bene ovunque.<br />
Sono stati poi proprio quei friulani a<br />
ritrasmettere al loro territorio di nascita le<br />
esperienze personali e<br />
artistiche “del mondo”<br />
vissuto all'estero.<br />
LE ORIGINI<br />
DELLA SCUOLA<br />
La Scuola Mosaicisti<br />
del <strong>Friuli</strong> eredita la<br />
loro tradizione e il loro<br />
spirito. E' nata a<br />
Spilimbergo – <strong>nel</strong>la<br />
pedemontana friulana -<br />
perché qui era più che<br />
mai vivo un<br />
sentimento, una<br />
passione fortissima,<br />
fatta di uomini che<br />
hanno dedicato tutta la<br />
loro vita al mosaico e<br />
alla trasmissione - di<br />
generazione in<br />
generazione - di un'arte<br />
antichissima.<br />
Il mosaico in <strong>Friuli</strong> ha<br />
lontane origini che risalgono all'impero<br />
romano: Aquileia ne fu una fiorente capitale<br />
con riflessi su un amplissimo territorio<br />
compreso tra il medio Danubio e la Francia.<br />
Ricorrenze tematiche e iconografiche si<br />
ritrovano, ancor oggi, a Grado, Zuglio<br />
Carnico, Concordia, Oderzo, Trieste, Parenzo.<br />
Molti aquileiesi, incalzati dalle invasioni<br />
barbariche <strong>nel</strong> V secolo, si rifugiarono<br />
<strong>nel</strong>l'arco lagunare veneto insediandosi <strong>nel</strong>le<br />
isole di Malmocco e Rialto, primi nuclei della<br />
futura Venezia, che diventò <strong>nel</strong> tempo la<br />
capitale del vetro e del mosaico bizantino.<br />
Proprio a Venezia andarono a lavorare i<br />
terrazzieri friulani, con certezza a partire dal<br />
Cinquecento: il <strong>Friuli</strong> pedemontano era povero<br />
e infruttuoso e i suoi abitanti si erano inventati<br />
il mestiere del terrazziere per una questione di<br />
sopravvivenza. Tra le aride zolle di terra<br />
sfruttarono i sassi del Tagliamento e del<br />
Meduna, che sminuzzati e tagliati in varie<br />
dimensioni potevano essere assemblati per<br />
creare splendidi pavimenti ornamentali<br />
(terrazzi). Venezia diventò un punto di<br />
riferimento importante per le maestranze<br />
friulane, che qui si specializzarono anche<br />
<strong>nel</strong>l'arte del mosaico parietale grazie al<br />
cantiere sempre attivo della Basilica di San<br />
Marco: recentemente uno studio ha<br />
evidenziato la storia di uno di loro,<br />
“Domenico Bianchini ditto il Rossetto”,<br />
mosaicista e suonatore di liuto, friulano che ha<br />
cercato fortuna a Venezia <strong>nel</strong> cuore del<br />
Cinquecento.<br />
Con la caduta di Venezia, al passaggio di<br />
Napoleone, i maestri del mosaico cercarono<br />
nuove vie di emigrazione. Iniziarono così, fin<br />
dal 1820, le peregrinazioni all'estero di varie<br />
famiglie di mosaicisti (Facchina, Odorico,<br />
Pellarin, Cristofoli, Mora, Avon, Crovato, etc)<br />
diretti verso Francia, Germania, Olanda,<br />
Ungheria, Russia. Già dopo la prima guerra<br />
mondiale le ormai usuali mete furono<br />
sostituite da nuove vie d'emigrazione, verso<br />
Stati Uniti, Canada, Venezuela, Argentina,<br />
Australia. Ovunque, ancora oggi,<br />
monumentali opere musive testimoniano il<br />
passaggio di questi pionieri del mosaico<br />
friulano, pensiamo ai pavimentali del<br />
Cremlino o ai mosaici della Biblioteca dei<br />
Congressi di Washington.<br />
Spilimbergo, Scuola Mosaicisti del <strong>Friuli</strong>, vano scale con allievi SEGUE A PAGINA 9<br />
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