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agosto 2011 - Ente Friuli nel Mondo

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La sua storia si intreccia con quella degli Spengenberg, nobili carinziani<br />

II Castello di Spilimbergo subì<br />

numerosi assedi <strong>nel</strong>le guerre medievali<br />

Il Castello fu ampliato <strong>nel</strong> 1313 da<br />

Bernardo di Zuccola-Spilimbergo; <strong>nel</strong><br />

I385 fu preso e distrutto dai Carraresi ma<br />

dovette essere subito restaurato in quanto <strong>nel</strong><br />

1401 ospitò l'imperatore Roberto e <strong>nel</strong> 1413<br />

l'imperatore Ludovico. Nel 1511 subì il<br />

terremoto e in seguito a una sommossa<br />

popolare fu dato alle fiamme: in questa<br />

occasione si salvarono solo gli affreschi del<br />

Palazzo Dipinto. Si presenta oggi come un<br />

agglomerato di residenze signorili. Si entra<br />

attraversando un ponte e sottopassando la torre<br />

d'accesso: questa, fino al 1865, era merlata,<br />

costituita da un doppio ponte levatoio e da una<br />

torricella avanzata. A sinistra di chi entra si<br />

trova il Palazzo Tadea fatto erigere da<br />

Bernardo e completato da sua moglie Tadea di<br />

Spilimbergo <strong>nel</strong> 1566; presenta al primo piano<br />

un bel salone con stucchi cinquecenteschi.<br />

Adiacente a esso è il Palazzo Ciriani (ora<br />

Furlan) che conserva all'interno un fregio con<br />

stucchi di Giovanni da Udine del 1542 circa e<br />

resti di affreschi del secolo XVI. L'attuale<br />

configurazione dell'edificio è dovuta a un<br />

radicale intervento di riatto effettuato <strong>nel</strong> 1911<br />

su progetto dell'architetto Tarossi.<br />

Come risulta da documenti infatti, il contiguo<br />

Palazzo Troilo, fatto erigere <strong>nel</strong> secolo XVI<br />

dal Conte Troilo, era decorato all'interno e<br />

all'esterno da affreschi del pittore<br />

spilimberghese Marco Tiussi, ora scomparsi.<br />

Vanto del complesso castellano è il cosiddetto<br />

Palazzo Dipinto. Esso presenta <strong>nel</strong>la facciata<br />

affreschi raffiguranti cavalli e palafrenieri,<br />

Virtù teologali e cardinali databili alla fine del<br />

XV secolo e attribuiti ad Andrea Bellu<strong>nel</strong>lo. In<br />

un atto notarile il Palazzo Dipinto appare<br />

indicato come il "Palazzo nuovo di<br />

Walpertoldo": vi si accedeva mediante una<br />

scala addossata al "palazzo vecchio" distrutto<br />

<strong>nel</strong> 1511 e non più ricostruito.<br />

L'angolo sud-ovest è occupato da un edificio<br />

la cui antichità e attestata da resti di finestre<br />

archiacute e dall'inusitato spessore dei muri<br />

perimetrali. Il complesso si chiude con la<br />

grande ala occidentale, costituita da palazzi<br />

dei secoli XVII e XVIII, eretta <strong>nel</strong>l'area<br />

occupata almeno fino al 1400 da varie case e<br />

sedimi vuoti.<br />

Delle originarie strutture difensive costituenti<br />

in un doppio ponte levatoio, in poderose mura<br />

di cinta e in svariate torri, non rimane che<br />

qualche pallida traccia. Numerose e pregevoli<br />

le chiese sorgenti <strong>nel</strong> territorio comunale: a<br />

Spilimbergo, sulla porta a nord della chiesa di<br />

Santa Cecilia, si possono ammirare un raro<br />

altorilievo romanico raffigurante i Santi Pietro<br />

e Giacomo e all'interno begli affreschi<br />

trecenteschi. Affreschi trecenteschi sono<br />

conservati anche <strong>nel</strong>la chiesa di San Giovanni<br />

del Romito, mentre dipinti del Grandonio e di<br />

G. Nervesa, oltre a uno splendido coro ligneo,<br />

sono visibili <strong>nel</strong>la chiesa dei Santi Pantaleone<br />

e Giuseppe, edificio trecentesco più volte<br />

rimaneggiato nei secoli successivi.<br />

La chiesa di San Giovanni Battista si presenta<br />

con le modifiche operate durante la<br />

ristrutturazione del 1740: molto interessante<br />

l'affresco quattrocentesco della Crocifissione,<br />

attribuita a uno sconosciuto Maestro di<br />

probabile origine tedesca. Alla ristrutturazione<br />

barocca risalgono gli affreschi della navata,<br />

opera dell'artista sandanielese G. Buzzi. A<br />

Barbeano, oltre alla parrocchiale dal bel fonte<br />

battesimale cinquecentesco, si veda il coro<br />

affrescato da Gianfranco da Tolmezzo (l489)<br />

della chiesetta di Sant'Antonio.<br />

Nella frazione di Baseglia la chiesa<br />

parrocchiale possiede un notevole ciclo di<br />

affreschi sul coro, opera di Pomponio Amalteo<br />

(1544). A Gaio, <strong>nel</strong>la chiesa di San Marco, gli<br />

affreschi della cupola del coro sono attribuiti<br />

al Pordenone mentre il portale è opera di G. A.<br />

Pilacorte (l490). Tauriano possiede due piccoli<br />

gioielli: la parrocchiale, decorata dagli<br />

affreschi di Giampietro da Spilimbergo, e la<br />

piccola chiesa di San Rocco, dagli affreschi<br />

cinquecenteschi d'autore ignoto.<br />

Nella parrocchiale di Vacila, infine, il coro è<br />

affrescato da Giovanni da Pordenone e ci sono<br />

affreschi cinquecenteschi sulle pareti e<br />

sull'arco trionfale.<br />

LUGLIO / AGOSTO<br />

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