agosto 2011 - Ente Friuli nel Mondo
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Arte e cultura a Spilimbergo<br />
Il Duomo di Santa Maria Maggiore,<br />
eretto per volontà di Walpertoldo<br />
È un gioiello in stile gotico ricco di capolavori tra cui i codici miniati<br />
L'edificio, iniziato <strong>nel</strong> I284 e<br />
completato secondo alcuni <strong>nel</strong> 1315 e<br />
secondo altri <strong>nel</strong> 1359, è il più bel<br />
monumento della città. In stile romano-gotico,<br />
fu innalzato a ridosso dell'antica cinta muraria,<br />
di cui inglobò una torre trasformata poi in<br />
campanile. Una caratteristica molto evidente<br />
già dall'esterno è che la chiesa è parzialmente<br />
inclinata; a ciò corrisponde all`interno una<br />
certa irregolarità <strong>nel</strong>la fuga delle navate. Ciò<br />
fu dovuto essenzialmente alle condizioni del<br />
terreno, che costrinse gli architetti a trovare<br />
insoliti equilibri statici. Sul lato settentrionale<br />
si apre il portale di Zenone da Campione,<br />
accesso dei Signori.<br />
La facciata principale, quella ovest, è<br />
caratterizzata da sette rosoni, particolare<br />
unico in <strong>Friuli</strong>. All'interno il Duomo presenta<br />
tre navate, divise da colonne striate e<br />
affrescate, che recano archi ogivali decorati<br />
anch'essi. Nella navata sinistra sono l'altare di<br />
Sant'Andrea con una tela di Giuseppe Heintz il<br />
Giovane del 1665 raffigurante il martirio del<br />
Santo; l'altare di San Giovanni Battista e<br />
quello del Sacro Cuore. Nella navata destra,<br />
invece, l'altare di San Francesco con una tela<br />
di Palma il Giovane del XVII secolo, la<br />
cappella del Carmine con sculture del<br />
Pilacorte, la cappella del Rosario con tele di<br />
Gasparo Narvesa (fine XVI - inizio XVII<br />
sec.). Nella seconda campata della navata<br />
sinistra è stato ricollocato l'organo, il cui<br />
cassone è decorato con tavole di Giovanni<br />
Antonio Pordenone (1525). I veri gioielli del<br />
Duomo sono però gli affreschi delle absidi,<br />
tutti del Trecento. I colori sono di un morbido<br />
tono pastello e su tutti prevale il verde. Le<br />
immagini poi, <strong>nel</strong>la loro apparente semplicità,<br />
emanano una sensazione di fiabesco, quasi di<br />
naif. Nell'abside sinistra sono raffigurati il<br />
Cristo Giudice, l'Annuncio ai pastori, la<br />
Natività, il Viaggio dei Magi, la Madonna in<br />
trono, San Giacomo che resuscita l'impiccato e<br />
il Martirio di San Sebastiano. L'abside centrale<br />
invece è interamente affrescata con scene del<br />
Vecchio e Nuovo Testamento alle pareti e<br />
Dottori della Chiesa ed Evangelisti <strong>nel</strong>la volta.<br />
Nell'abside destra il fonte battesimale del<br />
Pilacorte (1492).<br />
Scendendo le scale si giunge <strong>nel</strong>la cripta. Qui<br />
è collocato il sarcofago di Walpertoldo IV di<br />
Spilimbergo, del XIV secolo. Sempre in cripta<br />
6 FRIULI NEL MONDO<br />
alcuni affreschi trecenteschi e un altare in<br />
pietra eretto in onore di San Leonardo da<br />
Paolo di Spilimbergo a ricordo della battaglia<br />
sull'Isonzo contro i Turchi <strong>nel</strong> 1472. I Codici<br />
Miniati del Duomo di Spilimbergo<br />
costituiscono uno degli episodi più<br />
significativi di un ambizioso programma<br />
promosso dai nobili consorti in accordo con le<br />
autorità religiose locali. Grazie alla cospicua<br />
somma di 437 ducati offerti dal pievano pre<br />
Giuliano di Tropea, Ettore di Spilimbergo,<br />
esecutore testamentario del defunto prelato,<br />
<strong>nel</strong> 1475 affida al vicentino Marco Cozzi<br />
l'incarico di intagliare il coro ligneo sul<br />
modello di quello della chiesa dei Frari di<br />
Venezia.<br />
Il I5 <strong>agosto</strong> I485, viene inaugurato il nuovo<br />
organo costruito da un "prete Zuan" e decorato<br />
da Andrea Bellu<strong>nel</strong>lo. In questo fervore di<br />
iniziative liturgico-musicali vengono<br />
commissionati numerosi codici musicali, alla<br />
cui realizzazione contribuiscono come<br />
scrittore fra' Pietro de Columbaita e, come<br />
miniatore, Giovanni de' Cramariis di Udine,<br />
già allievo di Raffaello a Roma. Dei numerosi<br />
codici ricordati negli inventari, oggi restano<br />
solo cinque graduali e un antifonario destinato<br />
all'officiatura solenne diurna e notturna.<br />
Gli anni di redazione dei corali spilimberghesi<br />
(1483-1507) si collocano in un periodo<br />
particolarmente interessante della storia del<br />
libro musicale. È questa infatti l'epoca in cui,<br />
partendo dalla Germania, si diffondono in<br />
Europa e in Italia, le officine dei primi<br />
stampatori che <strong>nel</strong> giro di pochi decenni<br />
avrebbero soppiantato l'attività degli "ateliers"<br />
di amanuensi medioevali e umanistici.<br />
Il fenomeno interessò anche la redazione dei<br />
libri liturgici che, fino ad allora, erano stati<br />
esemplati negli "scriptoria" dei monasteri e<br />
delle chiese vescovili. Il codice musicale<br />
manoscritto invece sopravvive un po' piu a<br />
lungo per le maggiori difficoltà tecniche che la<br />
sua stesura comportava.<br />
La redazione di questi corali rientra dunque,<br />
per volontà dei conti locali, in un più generale<br />
piano di ristrutturazione e di arricchimento<br />
dell'aula liturgica di Santa Maria Maggiore, in<br />
concomitanza col fatto che, proprio in quegli<br />
anni, vanno sorgendo e organizzandosi<br />
stabilmente le più celebri cappelle Musicali<br />
ecclesiastiche e principesche, italiane e<br />
straniere.<br />
È proprio il caso dei codici miniati di<br />
Spilimbergo, sui quali, <strong>nel</strong> I989, è uscito un<br />
libro prezioso e ottimamente documentato, a<br />
cura dell'Amministrazione Comunale.