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agosto 2011 - Ente Friuli nel Mondo

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Il saluto della Presidente della Provincia di Pordenone<br />

agli ospiti di Spilimbergo per “<strong>Friuli</strong> <strong>nel</strong> mondo” <strong>2011</strong><br />

Cari Friulani <strong>nel</strong> mondo, Spilimbergo e<br />

l'intera provincia Vi accolgono con<br />

piacere in occasione del Vostro ritorno<br />

alla Patria d'origine, quell'Italia che Vi salutò<br />

allora e che Vi rivede oggi che la Vostra vita<br />

ha preso una direzione ben definita.<br />

Ieri l'Italia era terra di emigrazione, oggi è<br />

meta di immigrazione. Un movimento a<br />

doppio senso, dunque, che ne rende completa<br />

la visione e ci dà la possibilità di meglio<br />

comprendere quali siano state le difficoltà cui<br />

si sono trovati di fronte i nostri emigranti. La<br />

diffidenza, l'emarginazione, una<br />

comunicazione faticosa, gli stenti, la<br />

mancanza di punti di riferimento. Questo e<br />

molto altro ancora hanno incontrato i nostri<br />

friulani emigrati in America, Canada, Belgio,<br />

Germania e in molti remoti angoli di mondo<br />

che li hanno ospitati.<br />

E non dev'essere stato affatto facile prendere<br />

la valigia logora e legata con lo spago. Ma la<br />

stessa valigia frusta era piena di sogni, che<br />

sono spesso il motore delle proprie azioni.<br />

Fare fortuna, sfamare i propri cari, cambiare<br />

aria: innumerevoli sono stati i motivi della<br />

partenza. Qualcuno ha messo su famiglia,<br />

trovato una fonte di lauto reddito, intrapreso<br />

una carriera imprenditoriale. Alcuni, una volta<br />

terminata l'“emergenza” che li ha spinti a<br />

partire, hanno raccolto armi e bagagli e sono<br />

rientrati. Molti altri sono invece rimasti<br />

perchè, si sa, la vita ha vie misteriose che noi<br />

non possiamo decidere nè comprendere.<br />

4 FRIULI NEL MONDO<br />

Eppure, sono sicuro che chi nasce e cresce<br />

friulano lo rimane per sempre, anche dopo 50<br />

anni, anche a migliaia di chilometri, anche se<br />

ben integrato <strong>nel</strong> tessuto sociale dello Stato<br />

ospite. Quell'orgoglio identitario non è<br />

cancellabile, è come un tatuaggio indelebile<br />

<strong>nel</strong> profondo dell'anima.<br />

Oggi all'estero vive probabilmente anche la<br />

quarta generazione di emigrati, i pronipoti dei<br />

pionieri che, forse, l'Italia non l'hanno mai<br />

vista. Eppure il sangue non mente; l'italianità è<br />

una condizione incancellabile che si esprime<br />

<strong>nel</strong> modo di pensare, di lavorare, di vestire, di<br />

vivere. Meno di un secolo fa, tutto questo era<br />

il bagaglio del nostro emigrante. Chi ha saputo<br />

accogliere i nostri friulani ha beneficiato della<br />

loro esperienza, capacità, intraprendenza,<br />

competenza. Hanno costruito i palazzi più<br />

imponenti del mondo, lastricato di mosaici<br />

straordinari strutture di lusso, esportato la<br />

nostra cucina, tagliato abiti di alta sartoria.<br />

Ovunque un italiano ha insegnato un mestiere,<br />

rendendoci noti per la nostra laboriosità e<br />

professionalità.<br />

Se sono orgoglioso di essere italiano parte del<br />

merito è Vostro, dei Vostri avi, grazie al cui<br />

impegno abbiamo saputo affrancarci da una<br />

nomea riduttiva e impropria di “pizza e<br />

mafia”, un luogo comune che ci ha<br />

perseguitato ingiustamente per molti anni.<br />

I friulani all'estero sono invece un patrimonio<br />

dinamico da valorizzare <strong>nel</strong>le relazioni fra la<br />

regione e i Paesi dei quali oggi sono cittadini,<br />

nonchè un veicolo fondamentale per<br />

promuovere l'arte, la cultura e i prodotti della<br />

nostra regione.<br />

Per questo ringrazio tutti i corregionali che<br />

costellano i Paesi del mondo, per l'umiltà con<br />

cui accettano ogni giorno le sfide della vita,<br />

per la loro capacità di essere sempre se stessi e<br />

per il buon “lavoro di rappresentanza” che<br />

svolgono.<br />

A loro, e a tutti quelli che lavorano ogni<br />

giorno per tenere più vicino possibile alle<br />

proprie radici i nostri emigrati, vanno i<br />

ringraziamenti più sentiti dell'amministrazione<br />

Provinciale.<br />

Il presidente della Provincia di Pordenone<br />

Alessandro Ciriani

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