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agosto 2011 - Ente Friuli nel Mondo

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valorizzare ogni risorsa. Ripeto, la novità di<br />

quest'incontro sta <strong>nel</strong>la possibilità, per coloro<br />

che noi consideriamo i futuri ambasciatori<br />

della regione <strong>nel</strong> mondo, di incontrare i<br />

protagonisti del suo successo nei cinque<br />

continenti. Per questo abbiamo confermato<br />

alle associazioni l'ammontare delle risorse già<br />

disposte l'anno scorso, senza tagli significativi,<br />

intendendo con ciò premiare l'esperienza.<br />

In regione si contano ben sei associazioni,<br />

quattro delle quali operanti <strong>nel</strong> <strong>Friuli</strong><br />

storico (Gorizia, Pordenone e Udine): <strong>Friuli</strong><br />

<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>, la più anziana per fondazione e<br />

per riconoscimento regionale (1953), che<br />

vanta più di ventimila soci e 150<br />

"Fogolârs"; l'Efasce di Pordenone, l'Alef e<br />

l'Eraple di emanazione - per così dire -<br />

sindacale (l'Alef della Cgil, l'Eraple delle<br />

Acli e della Cisl). Non c'è il pericolo che<br />

quest'abbondanza favorisca<br />

sovrapposizioni e doppioni con tanti saluti<br />

ai propositi di spendere <strong>nel</strong> miglior modo<br />

possibile anche i soldi pubblici?<br />

La domanda è legittima, così come è lecito<br />

chiedersi se queste associazioni abbiano tutte -<br />

oggi - una loro ragion d'essere. Finora<br />

abbiamo sentito solo la parte "italiana"; ora,<br />

come detto, sentiremo anche gli emigrati; e<br />

non solo alla "Famee Furlane". Io devo pormi<br />

il problema del ruolo dell'associazionismo in<br />

questo tipo di politica estera, ma debbo anche<br />

sottolineare il ruolo importante dei nostri<br />

corregionali che sono - ripeto - i primi nostri<br />

ambasciatori. Interessante sarà trovare le<br />

modalità più idonee e opportune a rinsaldare i<br />

legami tra noi e questo universo migratorio del<br />

tutto diverso da quello mitizzato negli Anni<br />

Settanta. Per questo ho chiesto e chiedo<br />

all'associazionismo di coordinarsi, evitando -<br />

loro per primi - la sovrapposizione o la replica<br />

di eventi, e di valutare invece iniziative<br />

comuni, anche di grande portata.<br />

Ad esempio?<br />

SEGUE DA PAGINA 14<br />

Iniziative di interscambio formativo tra i nostri<br />

giovani e i discendenti dei nostri emigrati. In<br />

regione abbiamo dei gioielli capaci di farsene<br />

carico, come le università di Udine e di Trieste<br />

e la Sissa. Ma c'è anche dell'altro: il<br />

codroipese Primo Di Luca, imprenditore in<br />

Canada, ha caldeggiato e patrocinato un<br />

accordo di collaborazione tra il Cro di Aviano<br />

e il Princess Margreth Hospital di Toronto<br />

attraverso uno scambio di ricercatori.<br />

Sincronizzando Aviano con il Princess<br />

Hospital si allarga la rete delle conoscenze,<br />

con ricadute benefiche su entrambi i territori.<br />

E questo è solo un esempio del tanto che può<br />

essere ancora fatto tra istituti di ricerca, ma<br />

anche tra aziende interessate a espandere il<br />

loro know-how, il patrimonio tecnologico, e<br />

ad aprirsi al dialogo.<br />

Nelle associazioni ha trovato la stessa<br />

disponibilità?<br />

Con loro abbiamo messo sul tavolo il percorso<br />

di condivisione della politica regionale e su<br />

questo tutte si sono dette d'accordo. Ma<br />

abbiamo anche valutato le strategie più<br />

efficaci a mantenere ben saldo il filo della<br />

memoria tra noi e i corregionali all'estero e ad<br />

accoglierne le progettualità: che sono in parte<br />

comuni e in parte specifiche delle peculiarità<br />

di ciascuna rappresentanza. Seguiranno altri<br />

confronti <strong>nel</strong>le quattro province, ognuno su un<br />

tema e su argomenti indicati dalle<br />

associazioni. Per arrivare a definire l'eventuale<br />

aggiornamento della legge e dei regolamenti<br />

attuativi di settore.<br />

Qualche anticipazione?<br />

In premessa c'è il regolamento che disciplina<br />

gli interventi regionali in questa materia, che<br />

sostituisce il precedente dello scorso ottobre e<br />

consente di presentare le domande per il<br />

riconoscimento della funzione di interesse<br />

regionale svolta da enti, associazioni e<br />

istituzioni in favore dei corregionali residenti<br />

fuori dal nostro territorio e dei rimpatriati. Il<br />

resto, come dicevo, è "work in progress", un<br />

lavoro in divenire, il cui snodo essenziale è la<br />

volontà di sondare bisogni, aspettative e<br />

progetti dei giovani figli di emigrati messi a<br />

confronto con i protagonisti del successo<br />

friulano all'estero: professionisti, imprenditori,<br />

docenti che hanno dato un contributo effettivo<br />

allo sviluppo della loro nuova patria. Alla fine<br />

dell'anno, sentiti i bisogni altrui, daremo<br />

alcune linee di intervento regionale per il<br />

2013-2014. Dal canto loro le associazioni ci<br />

diano degli indicatori per misurare la rispettiva<br />

maturità, professionalità e progettualità.<br />

Dovendosi interfacciare con sei<br />

associazioni, non c'è il pericolo che alcune<br />

di queste energie vengano dissipate o<br />

possano disperdersi? Non le pare sia tempo<br />

di affrontare anche questo problema, <strong>nel</strong><br />

rispetto sì dell'autonomia di ciascuna, ma<br />

anche del patrimonio di esperienze, delle<br />

iniziative svolte e del seguito effettivo che<br />

hanno tra gli emigranti? Non le pare sia<br />

anche il caso di suggerire, se non di<br />

promuovere, un'opera di semplificazione?<br />

Più che di semplificazione parlerei di<br />

armonizzazione, possibile <strong>nel</strong> momento in cui<br />

scompariranno segmenti rappresentativi di<br />

ogni singola loro storia. È un processo che<br />

partirà dal basso. Non c'è bisogno di atti<br />

d'imperio, e d'altra parte io non intendo<br />

strappare il cappotto a nessuno. Gli anticorpi a<br />

questa frammentazione sono là dove i nostri<br />

emigrati vogliono che li si incontri senza<br />

anteporre sigle e bandiere ai loro interessi. Su<br />

questo argomento offro, da un lato, la massima<br />

disponibilità e, dall'altro, la volontà di<br />

perseguire insieme i progetti futuri. Oggi<br />

esistono le condizioni per sedersi intorno a un<br />

tavolo, superando la logica dei numeri per<br />

enfatizzare quella della collaborazione.<br />

Se per numeri intende i "Fogolârs", non c'è<br />

dubbio che l'<strong>Ente</strong> <strong>Friuli</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong> sia<br />

legittimato a vedersi riconosciuta una<br />

primogenitura guadagnata sul campo con<br />

una lunga attività, apprezzata - come lei<br />

ben sa - da un numero elevatissimo di nostri<br />

emigrati.<br />

E chi lo mette in dubbio? Io dico solo che oggi<br />

occorre un progetto alto, che il problema non è<br />

soltanto quello dei rimpatri o del rapporto con<br />

i Fogolârs. È altro. Oggi le nuove generazioni<br />

desiderano sì ritrovare la culla dei loro avi<br />

venendo in Italia, ma soprattutto vogliono<br />

accedere a scambi con centri di eccellenza<br />

come quelli offerti dalle nostre università,<br />

dalla Sissa, dal Sincrotrone, dalle aziende<br />

tecnologicamente più agguerrite. In una<br />

parola, vogliono opportunità.<br />

È su questo, sulla capacità di offrire<br />

opportunità, che le associazioni sono chiamate<br />

a misurarsi. Toccherà a ognuna dimostrare<br />

cosa è capace di fare e quanto sa fare a questo<br />

proposito. Al riguardo creerò un criterio di<br />

pesatura, elaborerò dei parametri di<br />

valutazione in grado di soppesare la<br />

corrispondenza tra ambizioni e realizzazioni e<br />

la capacità di indirizzare la propria autonomia<br />

agli obiettivi che ci poniamo.<br />

L'autoreferenzialità non ha più senso in un<br />

contesto che vuole anzitutto premiare la<br />

progettualità ed è alla ricerca di opportunità.<br />

LUGLIO / AGOSTO<br />

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