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L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi

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considerazione: è noto, infatti, che la sinistra (storica prima e progressista poi) ha potuto contare su<br />

molte adesioni provenienti da un ambito sociale (professionisti, uomini <strong>di</strong> cultura, impren<strong>di</strong>tori,<br />

artigiani, <strong>di</strong>rigenti ecc...) in cui, dal punto <strong>di</strong> vista strettamente materiale, ci si sarebbe potuto<br />

accontentare davvero dell’esistente e, allora, i conti non tornano davvero più...<br />

E allora significa, semplicemente, che una parte considerevole <strong>di</strong> coloro i quali non hanno da<br />

perdere che le proprie catene si è riconosciuta - in misura tanto più consistente quanto più si è<br />

trovata a vivere in un tessuto economico degradato - nel variegato schieramento della destra.<br />

A questo punto sarebbe fin troppo facile aggre<strong>di</strong>re questo genere <strong>di</strong> elettore con alcune domande<br />

retoriche del tipo: “ti basterà un bonus forfettario per assicurare un percorso scolastico adeguato ai<br />

tuoi figli?”; oppure “pensi davvero che una Sanità privatizzata possa garantire le stesse opportunità<br />

ai ricchi e ai poveri?”; o, ancora “sei davvero convinto che la feroce avversione della destra contro<br />

le tasse nasca da una simpatia particolare verso i red<strong>di</strong>ti me<strong>di</strong>o bassi?”.<br />

Fin troppo facile, e soprattutto ingiusto, perché una simile provocazione <strong>di</strong>mostrerebbe solo <strong>di</strong> non<br />

tenere in alcuna considerazione l’ambito generale in cui si è svolta la competizione elettorale.<br />

Perché l’elettore non è stato messo nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> conoscere le opposte concezioni (entrambe<br />

legittime, ovviamente) <strong>di</strong> politica, <strong>di</strong> economia e <strong>di</strong> Stato fra destra e sinistra.<br />

Inevitabile quin<strong>di</strong> che, oltre a sorvolare su valori <strong>di</strong> tipo ideale come cultura, solidarietà giustizia e<br />

pari opportunità, l’elettore or<strong>di</strong>nario è stato indotto a travisare anche quei valori che tende a<br />

considerare più pratici e che, in sostanza, fanno la <strong>di</strong>fferenza, in termini sociali prima ancora che<br />

“classisti”<br />

Fregoli<br />

giugno 1994<br />

C’è uno (ma forse sono mille, un milione, un miliardo) che, nato democristiano come la maggior<br />

parte <strong>di</strong> noi poveri pellegrini, ha attraversato l’universo politico nell’arco <strong>di</strong> pochi decenni. Liberale<br />

ai tempi <strong>di</strong> Maramotti, <strong>di</strong>venta socialdemocratico sull’onda vincente <strong>di</strong> Alessandro Morino.<br />

Dopo la prematura scomparsa del senatore <strong>di</strong> Edolo ritorna in grembo alla balena (bianca) per<br />

sganciarsi ancora una volta, nel suo elegante volo pindarico, verso Democrazia proletaria (sul finire<br />

degli anni ’70, quando la cosa rappresenta ormai solo un leggero tocco <strong>di</strong> snobbismo).<br />

Nei primi anni ’80 sale sul carro degli stilisti craxiani, dal quale scenderà dopo quasi un decennio<br />

per salire sul più rumoroso carroccio <strong>di</strong> Pontida. E, infine, eccoci all’ultima (in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo)<br />

metamorfosi: Forza Italia! Ovvero: la balena... azzurra.<br />

Mai, comunque, in tempo utile per affermare una qualche volontà <strong>di</strong> protagonismo (sempre<br />

apprezzabile, in ogni caso), ma sempre puntuale (come una banca svizzera), invece, per raccogliere<br />

la ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> posizione. Ecco, la <strong>di</strong>fferenza fra la maturità degli uomini e l’abilità dei trasformisti (<strong>di</strong><br />

cui il cabarettista Leopoldo Fregoli rimane l’insuperabile antesignano) sta tutta qui.<br />

essere quel che siamo<br />

novembre '94<br />

“Premetto che a me le mele non piacciono”. È la famosa premessa del compagno Popov quando<br />

decide <strong>di</strong> spendere la sua opinione sul fallimentare raccolto delle mele...<br />

No, a me le mele piacciono, così come piacciono le belle cravatte (ogni volta che trovo il giusto<br />

rapporto fra prezzo, qualità e possibilità me ne porto a casa una) e il luccichio delle penne<br />

stilografiche Mont-Blanc (se ne avessi una, credo che me la porterei anche nel taschino del<br />

pigiama). Partendo da questa semplice considerazione sono quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> affermare che non<br />

farei mai un comizio contro la vanità del genere umano. Dopo una simile premessa, dunque, si può

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