L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi

L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi

02.06.2013 Views

LA PALUDE «... e quando ebbe plasmato gli uomini versò in ognuno di essi l'intelligenza, con un misurino uguale per tutti: così che ad alcuni la porzione bastò per diventare saggi mentre altri, più grossi, risultarono piuttosto sciocchi...» Esopo

altro che “lembo del mantello” giugno 1993 Nel momento in cui scriviamo queste impressioni non ci è dato conoscere l’esito dell’iniziativa solidaristica che i cittadini di Cevo hanno assunto nei confronti della Bosnia; anche se abbiamo motivo di temere che, dopo il feroce massacro dei tre giovani (Guido, Fabio e Sergio) volontari delle associazioni “Caritas” e “Beati costruttori di pace”, sarà certamente più difficile riorganizzare l’esodo di quei profughi che avrebbero dovuto essere ospitati dalla comunità cevese e da altre comunità bresciane. Tuttavia è ancora più forte la necessità di tenere acceso questo spirito solidaristico; e a maggior ragione dopo gli esempi di rimozione che ci sono venuti dalle Istituzioni e, soprattutto, dalla stampa locale che, in spregio ad ogni principio etico della professione (chi non ricorda, a proposito, l’accorato appello ai giornalisti di Carlo Maria Martini: “Il lembo del mantello”?) ha tenuto i lettori sul bagnasciuga delle spiagge gardesane (il Giornale di Brescia) per giorni e giorni nella morbosa attesa di conoscere il contenuto di quattro vecchie casse del Duce o, peggio ancora, ci sbatte in prima pagina (Bresciaoggi) un farneticante libello del suo direttore per mandarci a dire che quei giovani, in fin dei conti (cerchiamo di riassumere il concetto) “se la sono cercata”. Tutto questo in una terra che, proprio perché coltiva da sempre il poco edificante primato della produzione e della vendita di armi di ogni tipo, potrebbe offrire alla professione giornalistica l’occasione per ben altri cimenti. la qualità luglio 1993 Si parlava giusto di Qualità: del lavoro, della vita, dello sviluppo e di chissà quant’altro ancora; del mondo, insomma. Ma la qualità di un’automobile sta nel tessuto dei sedili (e nella radica del cruscotto), nella potenza del motore o nell’elasticità delle sospensioni? Ed ecco spuntare, come da una bacchetta magica, la Qualità Totale: l’uovo di colombo... Ma la Qualità Totale mette insieme la morbidezza del tessuto con la forza dell’acciaio per fare migliori automobili o per fare più treni e migliori autobus? Accidenti! Come se di fronte ad un bel ciuffo di erica appena fiorito, di cui stai apprezzando la vivace e morbida armonia dei colori, arrivasse improvvisamente lì uno che ti fa: “ah, già, ’l brucc; buono per i miei conigli”. Ergo: la Qualità (compresa quella Totale) si misura con l’occhio o con la pancia? E chi è che lo decide? Coca Cola, pompelmi e... barbera settembre 1993 Mi si consenta di esordire con le parole usate recentemente da Michele Serra in uno dei suoi graffianti corsivi: “capita che un tizio sia considerato un criminale per tutta la vita e poi, un bel giorno, diventa l'ospite d'onore”. E quale miglior modo per descrivere la “grandezza comica della vita umana - sono sempre parole di Serra - e della storia, che ne è una delle tante succursali?”. Proviamo dunque a pensare, per esempio, cosa direbbe la storia se la guerriglia partigiana fosse stata sconfitta dai nazi-fascisti? O se la banda Stern, comandata dai futuri capi di stato Begin e Shamir (sulle cui azioni terroristiche lo stato di Israele ha costruito la propria indipendenza) fosse stata sgominata dagli inglesi? Direbbe certamente le stesse cose che abbiamo sentito dire per anni a

LA PALUDE<br />

«... e quando ebbe plasmato gli uomini versò in ognuno <strong>di</strong> essi l'intelligenza,<br />

con un misurino uguale per tutti: così che ad alcuni la porzione bastò<br />

per <strong>di</strong>ventare saggi mentre altri, più grossi, risultarono piuttosto sciocchi...»<br />

Esopo

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