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L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi

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E così, mentre ogni tentativo <strong>di</strong> liberazione dell’uomo fallisce proprio nel conflitto ideologico sui<br />

valori <strong>di</strong> questa veneranda istituzione, si va consolidando sempre più il dominio sul mondo da parte<br />

<strong>di</strong> chi ha saputo affermare la subor<strong>di</strong>nazione dell’uomo stesso alla nobile massima tengo famiglia...<br />

O c’è forse qualche genere <strong>di</strong> infamia che l’uomo non compirebbe mai, nemmeno in nome della<br />

famiglia? Si battezzano i figli (e si cresimano, all'occorrenza, per imporre la volontà dei padri) in<br />

fasce, finché non possono <strong>di</strong>fendersi, e si mandano a catechismo, per non esser ripu<strong>di</strong>ati dal gregge,<br />

poi si raccomandano, fosse pure a casa del <strong>di</strong>avolo, per un buon voto (perché il <strong>di</strong>ploma, si sa, vale<br />

ben più della cultura) o per un buon lavoro e, infine, si mettono sull’avviso che, si, certo, anche il<br />

senso civico sarebbe una bella cosa, ma tu devi pensare alla famiglia...<br />

P.S.: Gli ospizi dei vecchi, a parte qualche solitario barbone, sono zeppi <strong>di</strong> gente parcheggiata li da<br />

quanti sono troppo presi dai bisogni e dagli affetti familiari per avere altro tempo da perdere.<br />

oltre Weimar<br />

20 ottobre 1992<br />

«... ma non siamo alla Repubblica <strong>di</strong> Weimar», <strong>di</strong>ce l’avvocato Gianni Agnelli. E già il fatto che<br />

egli, tra un’esortazione e l’altra a «vivere senza risentimenti le nostre nuove povertà», senta pure il<br />

bisogno <strong>di</strong> esorcizzare quello spettro ci fa venire i brivi<strong>di</strong> alla spina dorsale.<br />

Weimar! Ve<strong>di</strong>amone dunque alcune delle immagini più significative, magari senza farci troppo<br />

coinvolgere dalle analogie più appariscenti e ingombranti come le origini (entrambe le Repubbliche,<br />

infatti, nascono sulle macerie <strong>di</strong> una guerra), le Costituzioni (apprezzate come le migliori del<br />

mondo), il fatto che il conflitto sociale, soprattutto dopo l’uscita dalla grande inflazione, tenda ad<br />

esser regolato più dall’arbitrato giuri<strong>di</strong>co che non dalla libera contrattazione fra le parti o, ancora, i<br />

milioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupati che fanno da testimoni impotenti alla lunga agonia anche <strong>di</strong> quel lontano<br />

esperimento democratico... Analogie tanto vistose quanto generiche e, quin<strong>di</strong>, interpretabili solo per<br />

approssimazione.<br />

Ve<strong>di</strong>amo invece un po’ i dettagli che accompagnano l’estinzione e la rimozione <strong>di</strong> quella<br />

Repubblica, nata parlamentare e convertita poi in presidenziale giusto in tempo per esser consegnata<br />

ai becchini: incen<strong>di</strong>o del Reichstag da parte dei nazionalsocialisti per liberarsi definitivamente del<br />

Parlamento e dell’opposizione comunista, alla quale viene attribuita la responsabilità dell’attentato;<br />

rogo dei libri nelle piazze; sterminio dei “Reparti d’assalto” (S.A.) da parte dei “Reparti protezione”<br />

(S.S.) e, infine, il primo repulisti organizzato contro gli ebrei. Il tutto in meno <strong>di</strong> un decennio.<br />

Ed ora proviamo a sostituire i fattori, per capire se il prodotto è davvero tanto <strong>di</strong>verso: terrorismo e<br />

attentati attribuiti puntualmente alle sinistre (poco importa che si tratti <strong>di</strong> Anarchici, Lotta continua,<br />

Brigate rosse o quant’altro ancora); irrisione della cultura ad opera dell’istituzione scolastica<br />

nazionale e degli strumenti <strong>di</strong> informazione (e qui val davvero la pena <strong>di</strong> citare un pensiero <strong>di</strong><br />

Michele Serra: «in Italia il fatturato complessivo dell’industria dei libri è senz’altro inferiore al<br />

mercato delle provole...»).<br />

Se poi mettiamo in conto che le Sturm Abteilungen erano un po’ la forma volgare e populista del<br />

nazionalsocialismo (gli eroi della prima ora, ai quali competeva il primo lavoro <strong>di</strong> sgrossatura), così<br />

come le Schutz Staffel ne rappresentavano invece l’or<strong>di</strong>ne e la <strong>di</strong>sciplina, si comprenderà meglio<br />

anche la natura delle Leghe e dell’Msi, e la perfetta complementarità della loro missione.<br />

E infine la notte dei cristalli, con negri, albanesi meri<strong>di</strong>onali e filippine a interpretare la parte degli<br />

ebrei... Senza trascurare il fatto, per <strong>di</strong>rla con Gian Enrico Rusconi, che «la fine <strong>di</strong> Weimar è stata<br />

voluta da una larga parte della popolazione con un atto <strong>di</strong> prevaricazione <strong>di</strong> un aggregato <strong>di</strong> classi<br />

(me<strong>di</strong>e urbane e conta<strong>di</strong>ne, grosso agrari e alto borghesi) contro la classe operaia...».<br />

Ma noi non siamo a Weimar, <strong>di</strong>ce l’Avvocato d’Italia, e forse ha ragione: forse siamo già oltre.

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