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L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi

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Quel che non è dato sapere, invece, è se questa conoscenza precoce (non preventiva, solo precoce)<br />

ti può vaccinare, come una sorta <strong>di</strong> crudele e inappellabile catarsi, per quando verranno a scadenza<br />

le tratte della vita o se, al contrario, sarà stata solamente occasione per razioni supplementari <strong>di</strong><br />

dolore.<br />

E ancora Eschilo: “come sapranno i viventi cavarti <strong>di</strong> dosso la zavorra delle tue sofferenze?”<br />

che la sorte ce lo conservi!<br />

27 maggio 1992<br />

«Innalzato al seggio dai mille chili <strong>di</strong> tritolo palermitano più che dai mille gran<strong>di</strong> elettori <strong>di</strong><br />

Montecitorio», scrive il mostro sacro, Indro Montanelli, con la sua inossidabile eleganza<br />

giornalistica (con palese sca<strong>di</strong>mento nella senilità precoce, invece, il genio Enzo Biagi esorta il neo<br />

eletto a ricordarsene).<br />

Oscar Luigi Scalfaro, appunto, cavaliere senza macchia e senza paura. Od<strong>di</strong>o, proprio senza<br />

macchia ci pare un po’ eccessivo, per via <strong>di</strong> quell’aspersorio che lo ha accompagnato in aula<br />

all’inizio della sua precedente, breve, esperienza, e che ne ha offuscato anche un altro <strong>di</strong> panegirico<br />

(non ricor<strong>di</strong>amo più <strong>di</strong> chi): «uomo integro, cattolico integrale, ma non integralista».<br />

Solo una piccola macchia, inten<strong>di</strong>amoci, ma sufficiente a lasciarci l’ombra <strong>di</strong> un qualche dubbio,<br />

giusto per guastarci un po’ la festa: sarà più incline verso il censore (laico) Catone o verso<br />

l’inquisitore Torquemada? Per il resto, si può certamente <strong>di</strong>re che tutto procede per il meglio.<br />

Ma è un conservatore! Embè, non è forse compito suo conservare il Parlamento e la Costituzione? E<br />

non è mica li dentro che si esercita il confronto delle idee e lo scontro dei rapporti fra moderati e<br />

progressisti? Animo, dunque, che pur senza le eccelse ragioni <strong>di</strong> Marco Pannella (che da grande<br />

istrione d’azzardo qual’è, stavolta ha messo il cappello su un vero e proprio vitalizio), meglio <strong>di</strong><br />

così non poteva davvero andare: con il brigante <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>cofani orfano ormai <strong>di</strong> Bonifacio ottavo e<br />

dell’abate <strong>di</strong> Cluny, e dunque irrime<strong>di</strong>abilmente costretto alla macchia, e il senatore Cossiga che<br />

chiude la sua poco onorevole carriera <strong>di</strong> golpista mancato accompagnato da un coro <strong>di</strong> “eja eja<br />

alala”.<br />

mandarini<br />

12 giugno 1992<br />

Avviso <strong>di</strong> garanzia (brillante invenzione giuri<strong>di</strong>ca per <strong>di</strong>stinguere i miliardari dai rubagalline) per<br />

l’ex ministro Pran<strong>di</strong>ni sui fatti (e misfatti) <strong>di</strong> questa Repubblica in mutande.<br />

Si parte da lontano, è vero: si parte dalla Calabria, dove pare che un appalto Anas sia lievitato<br />

dall’importo iniziale <strong>di</strong> 4 miliar<strong>di</strong> fino al traguardo finale <strong>di</strong> 60, ma chissà che, strada facendo, non<br />

si arrivi fin dentro il feudo cisalpino <strong>di</strong> questo grande statista (fulgida e trasparente immagine <strong>di</strong><br />

filantropia intellettuale, secondo il suo biografo, Eugenio Fontana).<br />

C’è, a proposito, un’interpellanza dell’onorevole Rebecchi che giace (è proprio il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo) in<br />

Parlamento fin dai tempi dell’ultimo (finalmente) governo Andreotti, quando ancora l’intellettuale<br />

<strong>di</strong> Castelletto <strong>di</strong> Leno presiedeva personalmente le riunioni dell’Anas per l’assegnazione degli<br />

appalti. Si chiede, nell’interpellanza al Ministero dei Lavori Pubblici, se «non si ritiene scorretto<br />

l’aver affidato gli appalti [per i cantieri della “510”, da Iseo a Pisogne - n.d.r.] tramite trattativa<br />

privata».<br />

Ebbene, pare proprio che in merito ad un simile quesito gli ambienti ministeriali non abbiano sentito<br />

alcun bisogno <strong>di</strong> intervenire.<br />

Ne hanno sentito il bisogno i giu<strong>di</strong>ci, invece, che non sarà il massimo, in un Paese dove si crede<br />

ancora che la sovranità appartenga al popolo, ma chissà che, strada facendo (magari nel rispetto<br />

delle regole sull’assegnazione degli appalti, per cominciare), non sia proprio questa trasversalità fra

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