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L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi

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Altra cosa, dunque, l’evento che Brescia si prepara a vivere sulla scena <strong>di</strong> un palcoscenico<br />

nazionale. Un evento tanto carico <strong>di</strong> incognite politiche quanto gravido <strong>di</strong> promesse e aspettative<br />

economiche (se ne parli male, purché se ne parli): un vero e proprio business quin<strong>di</strong>, con tanto <strong>di</strong><br />

rischio (l’acido bossico, appunto) calcolato.<br />

Un evento vissuto con il caloroso protagonismo <strong>di</strong> tutti i Big del teatro nazionale, senza alcuna<br />

eccezione: all’insegna del made in Brixia. Se così stanno le cose, quin<strong>di</strong>, e visto il gran fermento <strong>di</strong><br />

questi ultimi giorni non ci sono molti motivi per dubitarne, sarebbe forse il caso <strong>di</strong> assegnare un<br />

altro motto a questa industriosa cittadella (già Leonessa d’Italia): forse oggi sarebbe più appropriato<br />

chiamarla la Volpe d’Italia, anzi, la Faina.<br />

Post scriptum: a ragion veduta (si fa per <strong>di</strong>re) il sottil Bettino ci manda a <strong>di</strong>re che Brescia non fa più<br />

testo.<br />

Fontana uno e... trino<br />

3 <strong>di</strong>cembre 1991<br />

Ormai l’abbiamo detto e scritto in tutte le salse: nulla e nessuno riuscirà mai a liberarci dall’intimo<br />

convincimento che il professor Eugenio Fontana sia un democristiano atipico (come quei titoli <strong>di</strong><br />

borsa che, quando meno te l’aspetti, sanno esprimere folgoranti e impreve<strong>di</strong>bili impennate).<br />

C’è solo da aggiungere, per onestà intellettuale, che la cosa <strong>di</strong>pende forse un po’ anche dal fatto che<br />

il soggetto gode (probabilmente a sua insaputa) <strong>di</strong> una certa statura culturale.<br />

Per altro verso, invece, il Fontana è certamente buon cattolico (perfino buon cristiano, oseremmo<br />

<strong>di</strong>re nei momenti <strong>di</strong> maggior ottimismo) e, infine, esercita pure l’attività <strong>di</strong> giornalista a tempo<br />

perso (nel vero senso della parola): un mix mici<strong>di</strong>ale dunque, in forza del quale egli sa conciliare<br />

con raffinata eleganza le ruspe con il Regime e l’acqua santa...<br />

Ed eccone un lucido esempio: «come non vedere in questa scelta - scrive a commento della recente<br />

pastorale del vescovo <strong>di</strong> Brescia, Bruno Foresti, in Valcamonica - la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> una<br />

pre<strong>di</strong>lezione, la delicatezza <strong>di</strong> un gesto premuroso, il segno <strong>di</strong> una solidarietà e <strong>di</strong> un affetto<br />

paterno? Senza indulgere al pianto o, peggio, alla lagna e alla recriminazione, è indubbio che la<br />

Valcamonica sta pagando il pesante pedaggio all’isolamento, a ridurre il quale per ora c’è soltanto<br />

l’impegno - coraggioso e decisivo [e <strong>di</strong>sinteressato, aggiungeremmo noi - n.d.A.] -<br />

dell’ammodernamento della viabilità».<br />

Ora, dopo l’inchino <strong>di</strong> rito al <strong>di</strong>namico e coraggioso artefice del nostro futuro, il bulldozer Pran<strong>di</strong>ni,<br />

vorremmo ritornare ancora in ambito curiale per proporre la lettura <strong>di</strong> un breve brano (letto anche<br />

dal Fontana, certamente, ma subito rimosso dal suo inconscio <strong>di</strong>... servizio) tratto da “Il lembo del<br />

mantello”, del car<strong>di</strong>nal Carlo Maria Martini: «... perché hai timore <strong>di</strong> esercitare la tua libertà e la<br />

tua <strong>di</strong>screzionalità <strong>di</strong> professionista in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere le parole che hanno sostanza da quelle<br />

che suonano vuota apparenza? Chi può farlo se non tu?...».<br />

Ecco, a questo punto ci piacerebbe assai concludere con una domanda: come fa un comune mortale<br />

(lunga vita al professor Fontana) a portarsi appresso con identica <strong>di</strong>sinvoltura un buon bagaglio<br />

culturale e, al tempo, un pesante fardello <strong>di</strong> borse altrui?<br />

il potere<br />

5 <strong>di</strong>cembre 1991<br />

Un film denuncia <strong>di</strong> qualche anno fa, volendo forse esprimere in modo eclatante il senso del<br />

perverso intreccio fra criminalità e corpo sociale, si presentò nelle sale cinematografiche con il<br />

titolo: “Violenza, quinto potere”.<br />

Gli altri poteri, infatti, erano ormai assegnati da tempo: come figli legittimi della Costituzione i<br />

primi tre (legislativo, esecutivo e giu<strong>di</strong>ziario), mentre il quarto, l’informazione, dopo una qualche

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