L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi
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ciononostante, non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra ammirazione per i capitani onesti e<br />
coraggiosi che rischiano <strong>di</strong> provocare l’ammutinamento pur <strong>di</strong> fare fino in fondo la propria parte.<br />
la nebbia <strong>di</strong>... Austerlitz<br />
2 maggio 1991<br />
Si stava leggendo proprio in questi giorni (con una punta <strong>di</strong> rammarico per non averlo potuto fare<br />
prima) la pregevole raccolta <strong>di</strong> scritti <strong>di</strong> Mino Martinazzoli, or<strong>di</strong>nata sotto il significativo titolo “Il<br />
cielo <strong>di</strong> Austerlitz”: che è, in un tempo, come <strong>di</strong>ce Tino Bino nella prefazione, esperienza del<br />
vissuto e metafora <strong>di</strong> «una possibile eclissi della politica».<br />
Poi, a corredo della ormai familiare crisi della Loggia bresciana, abbiamo trovato sul Bresciaoggi <strong>di</strong><br />
ieri l’e<strong>di</strong>toriale (che pareva una invocazione) <strong>di</strong> Piero Agostini «Se Mino o Gianni oppure<br />
Forlani...», dove invero i tre personaggi del titolo (“Gianni”, naturalmente, sottintende il Pran<strong>di</strong>ni)<br />
c’entrano ben poco in un ragionamento che, invece, si attarda nel cercar <strong>di</strong> capire se la battaglia<br />
della Loggia sia alimentata dall’eccessiva <strong>di</strong>sinvoltura politica della classe <strong>di</strong>rigente bresciana o dal<br />
suo contrario.<br />
E, infine, in altra parte del giornale si leggeva pure che «anche Craxi guarda a Brescia»... La<br />
mischia si riaccende, dunque!<br />
E siamo riandati, come il Tolstoj <strong>di</strong> “Guerra e pace”, a quella battaglia <strong>di</strong> Austerlitz (nota pure come<br />
“Battaglia dei tre imperatori”, ma qui forse, è meglio sorvolare per non farci trascinare troppo<br />
lontano dalle analogie). A quella battaglia in cui, attraverso un improvviso squarcio nella nebbia che<br />
sconvolse i piani <strong>di</strong> guerra ribaltandone il risultato, ebbe appunto origine la metafora sul sole (il<br />
cielo, secondo Martinazzoli) <strong>di</strong> Austerlitz...<br />
Chissà se ci saranno squarci alfine anche nelle nebbie <strong>di</strong> casa nostra (bresciane e romane)? Noi,<br />
francamente, non siamo permeati da eccessivo ottimismo. Ma siamo persuasi che quanto a<br />
ottimismo non ne abbia da vendere nemmeno il ministro Mino Martinazzoli, raffinato autore del<br />
seguente brano: «...non è assolutamente estinta, tra noi, la razza <strong>di</strong> quelli che - in altri mo<strong>di</strong>, in<br />
altre mode - continuano ad erigere barricate con i mobili altrui, a immaginare esperimenti sulle<br />
vite altrui».<br />
un assenteista spudorato<br />
4 maggio 1991<br />
Stando a ciò che afferma la Procura generale della Corte dei conti (che sta appunto presentando il<br />
conto), quel <strong>di</strong>sinvolto reggicalzette che risponde (con arroganza) al nome <strong>di</strong> Sgarbi e accorre<br />
(come un cagnolino) ai fischi <strong>di</strong> Craxi e <strong>di</strong> Cossiga, avrebbe girato l’Italia a scrocco, a spese dello<br />
Stato (dal quale pare sia tuttora lautamente stipen<strong>di</strong>ato), per oltre un anno con in tasca il certificato<br />
me<strong>di</strong>co (psichiatrico, forse) <strong>di</strong> malattia. Incre<strong>di</strong>bile!<br />
Ogni cosa avremmo potuto pensare su questo goliar<strong>di</strong>co “picchiatore” <strong>di</strong> giovani liceali, profanatore<br />
<strong>di</strong> musei e nostalgico devoto <strong>di</strong> san manganello e dell’extravergine d’oliva (ché siamo troppo ricchi,<br />
ormai, per abbassarci all’olio <strong>di</strong> ricino), e il tutto ci sarebbe comunque sembrato poco, se visto in<br />
ragione della sua immensa capacità <strong>di</strong> esprimere e <strong>di</strong>ffondere insulsaggine attraverso l’etere (con la<br />
complicità dello “squadrista” Ferrara e per la gioia <strong>di</strong> tutte le zitelle italiane).<br />
Ma l’eventualità che il nostro fosse pure sodomizzatore del pubblico erario (per conto del quale la<br />
Corte dei conti sta appunto chiedendo il risarcimento), ci pareva esser fuori dai limiti della umana<br />
decenza...<br />
Così come ci sembravano ormai sfiorate le eccelse vette dell’impossibile, sulla scala del grottesco e<br />
della spudoratezza, anche dalle parti del Colle. E invece no! Attraverso il plauso e l’adulazione (e<br />
l’uso) <strong>di</strong> questa brillante perla paranoica, l’irresponsabile tribuno del Regime, già delirante e geloso