L'uovo di Colombo - Tullio e Vladimir Clementi
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son tornati<br />
8 marzo 1991<br />
Ci sentivamo tutti un po’ come dei sequestrati: rinchiusi e impotenti dentro la sala riunioni <strong>di</strong> un<br />
moderno palazzo romano, stremati dall’attesa che finisse l’interminabile break chiesto dalla<br />
controparte per esaminare le nostre richieste contrattuali, e angosciati (non tutti, forse) dagli<br />
strabilianti effetti <strong>di</strong> quella «Operazione chirurgica» che stava cominciando proprio in quei giorni<br />
nel Golfo (la terapia... estensiva a base <strong>di</strong> B-52, invece, sarebbe stata applicata solo più tar<strong>di</strong>) e <strong>di</strong><br />
cui mamma Rai dava incessantemente notizie e aggiornamenti: sempre gli stessi.<br />
Una <strong>di</strong> quelle situazioni in cui si sente che la tensione potrebbe esser tagliata a fettine con un<br />
semplice starnuto.<br />
D’un tratto, dall’altoparlante collegato alla ra<strong>di</strong>o (squisito segno <strong>di</strong> cortesia da parte <strong>di</strong> chi ci ospita)<br />
si annuncia una breve pausa. Pausa che viene imme<strong>di</strong>atamente coperta da una leggera e soffice aria<br />
musicale e poi, subito, dalla graziosa e altrettanto musicale voce <strong>di</strong> un bambino, con una<br />
invocazione: «Ci hanno fatto prigionieri, Capitan Findus!». Un interminabile istante <strong>di</strong> ghiaccio<br />
investe gli ascoltatori e quin<strong>di</strong>, con un boato, la grande sala esplode in una collettiva, fragorosa e<br />
liberatoria sghignazzata....<br />
Poi, nell’oscurità <strong>di</strong> giorni che sembra non vogliano finire, gli eventi cancellano ogni cosa<br />
(compreso l’ottimismo e la voglia <strong>di</strong> ridere) e, forse per un rigurgito <strong>di</strong> buon gusto, <strong>di</strong> Capitan<br />
Findus e dei suoi sofficini surgelati non si sente più parlare.<br />
Fino a questa mattina: ed è proprio grazie a lui, grazie a questo vispo ragazzino tutto preso dal suo<br />
allegro giocare con i prigionieri in... scatola (e nonostante i feroci e ininterrotti bombardamenti <strong>di</strong><br />
virile nostalgia bellicista cui siamo tutt’ora sottoposti da parte <strong>di</strong> Giorgio Bocca e della sua squadra<br />
<strong>di</strong> temerari), che appren<strong>di</strong>amo della fine della guerra nel Golfo: la prima dell’era... moderna.<br />
nel paese <strong>di</strong> Bengo<strong>di</strong><br />
10 marzo 1991<br />
Stiamo andando ormai oltre ogni più rosea previsione. Come succede quando il raccolto, in virtù <strong>di</strong><br />
un qualche arcano e impreve<strong>di</strong>bile principio, si presenta <strong>di</strong> gran lunga superiore alle originali<br />
aspettative. E si che non si scherzava mica nemmeno con la semina: immagini gioiose <strong>di</strong> un Paese<br />
in cui il bello ha raggiunto le sublimi vette dell’infinito - superando perfino gli immensi confini del<br />
desiderio - in una coreografia armoniosa e dolce da far invi<strong>di</strong>a agli scenografi del para<strong>di</strong>so terrestre<br />
(ho visto due mamme, per esempio, andare incontro ai loro figli fra due inappuntabili ali militari e<br />
sotto l’occhio delle telecamere, in un abbraccio pubblico e parallelo <strong>di</strong> un sincronismo talmente<br />
perfetto da farti sentire al colmo della gioia e dell’orgoglio nazionale)...<br />
E arrivano come Dio li manda. E quanto più saranno arricchiti e plasmati <strong>di</strong> nuova miseria e<br />
incalzati dalla <strong>di</strong>sperazione, quanto più verranno ridotti al silenzio coatto e complice dalla loro<br />
involontaria con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> clandestinità, tanto più <strong>di</strong>verranno appetibili sul mercato (venerato idolo<br />
dell’Occidente e dei suoi aspiranti <strong>di</strong>scepoli) del lavoro nero.<br />
Primi fra tutti (ironica e feroce attualità dell’antica metafora evangelica), gli ultimi arrivati, gli<br />
albanesi, più appetibili perfino dei loro fratelli nord africani, delle filippine e dei senegalesi, grazie<br />
al colore della pelle che li aiuta a mimetizzarsi meglio entro le seducenti pieghe <strong>di</strong> questa nostra<br />
quinta (o sesta che sia) potenza mon<strong>di</strong>ale: vestale del secondo e annunciatrice del terzo millennio...<br />
E intanto, sulle coste albanesi stanno sbarcando i cavalieri del lavoro e i funzionari delle agenzie<br />
immobiliari. E questo sarebbe un paese <strong>di</strong>sorganizzato?<br />
Post Scriptum: «...e con quale faccia vi presenterete alla conferenza internazionale<br />
sull’emigrazione?»”, chiede l’intervistatrice del Tg2 (can<strong>di</strong>data al licenziamento) al ministro