02.06.2013 Views

Le due anime del cardinale Lercaro

Le due anime del cardinale Lercaro

Le due anime del cardinale Lercaro

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>del</strong> testo. Questa libertà di lettura non significava il passaggio automatico<br />

al libero arbitrio, anche se il passo avrebbe potuto essere<br />

breve. <strong>Le</strong>rcaro non voleva questo. Il suo obiettivo, come apparirà<br />

chiarissimo negli anni conciliari, era il superamento <strong>del</strong>la controriforma<br />

tridentina.<br />

Portando alle estreme conseguenze la sua piccola riforma, si sarebbe<br />

potuti arrivare al massimo — se il vescovo avesse voluto liberamente<br />

interpretare le sacre scritture, come avrebbe potuto fare<br />

perché autorizzato — a una sorta di chiesa locale. L'eventualità<br />

<strong>del</strong>la nascita di una chiesa locale — nella terminologia ecclesiastica<br />

chiesa locale è sinonimo di chiesa scissionista — non sarebbe<br />

stata impossibile con un pastore come <strong>Le</strong>rcaro. Con l'introduzione<br />

<strong>del</strong>la mini riforma liturgica si era già allontanato, e non poco, dalla<br />

tradizione.<br />

Per il momento, un simile pericolo era più che remoto perché<br />

non bastava la volontà <strong>del</strong> pastore, ammesso e non concesso che<br />

l'avesse. Occorreva anche quella — consapevole e massiccia — dei<br />

fe<strong>del</strong>i. <strong>Le</strong>rcaro, che invocava per sé un sia pure limitato diritto<br />

alla libera interpretazione e che ai fe<strong>del</strong>i concedeva al massimo una<br />

modesta libertà di lettura, non era disposto a fare concessioni in<br />

tema di partecipazione. Il potere era e doveva restare interamente<br />

nelle mani <strong>del</strong> vescovo.<br />

Alla vigilia di un Concilio che avrebbe messo al centro <strong>del</strong>la discussione<br />

il principio <strong>del</strong>la collegialità e il rapporto tra la chiesa e<br />

i fe<strong>del</strong>i e la partecipazione di questi alla vita ecclesiale, <strong>Le</strong>rcaro<br />

era contrario alla instaurazione di un rapporto tra gerarchla e laici<br />

che non fosse di subordinazione dei secondi, anche se si rendeva<br />

conto che un qualche margine di autonomia doveva pur essere concesso<br />

al « popolo di Dio ».<br />

Il 5 aprile 1959, parlando ai dirigenti <strong>del</strong>l'Azione cattolica bolognese,<br />

sostenne che la loro era « opera di collaborazione » e che<br />

pertanto « le direttive, gli indirizzi, i metodi stessi debbono essere<br />

dati da colui al quale si presta la collaborazione ». In ogni caso,<br />

precisò, « La Chiesa interverrà soltanto in <strong>due</strong> casi: nel caso in<br />

cui la vostra azione e il vostro procedere urti contro le leggi morali,<br />

<strong>del</strong>le quali solo la chiesa è interprete e maestra infallibile;<br />

nel caso in cui la vostra azione vada contro il bene generale <strong>del</strong>la<br />

chiesa, il bene, cioè, <strong>del</strong>la verità e <strong>del</strong>la grazia, che sono beni supremi<br />

» 28 . Dove quel « bene <strong>del</strong>la chiesa » era un concetto ampio<br />

e limitato al tempo stesso, per cui i fe<strong>del</strong>i non sapevano esattamente<br />

sin dove avrebbero potuto arrivare.<br />

Meno che mai al « popolo di Dio » poteva essere concessa una<br />

sia pur timida libertà d'interpretazione <strong>del</strong> libro sacro. Nei primi<br />

93

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!