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Le due anime del cardinale Lercaro

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La « messa bolognese » fu molto apprezzata dal clero <strong>del</strong> centro<br />

Europa e <strong>del</strong>l'America latina, ma poco da quello italiano. Secondo<br />

alcuni critici la chiesa bolognese, che aveva elaborato autonomamente<br />

una piccola riforma, avrebbe potuto, se l'avessero lasciata<br />

fare, rinnovarsi autonomamente.<br />

Nei dieci anni che vanno dall'avvio <strong>del</strong>la riforma a Bologna al<br />

4 dicembre 1963, quando il Concilio approvò la riforma liturgica,<br />

<strong>Le</strong>rcaro non dovette dormire sonni tranquilli. Il voto conciliare,<br />

che superò nella lettera, ma non nello spirito la riforma bolognese,<br />

lo liberò da un grosso imbarazzo perché ogni tanto lo tormentava<br />

il dubbio di essere in errore 25 .<br />

All'inizio <strong>del</strong> 1964, in occasione <strong>del</strong>le celebrazioni per il suo<br />

cinquantenario di sacerdozio, si tolse il grosso peso dalla coscienza.<br />

« Fu dai primi anni <strong>del</strong>l'adolescenza » — disse — « che si iniziò per<br />

me una conoscenza amorosa <strong>del</strong>la Messa: la quale era allora per<br />

molti, per troppi, non un mistero — quale è — ma un enigma, alla<br />

cui soluzione per altro pochissimi pensavano ed erano per questo,<br />

anche, sospettati di pericoloso amore di novità ». Dopo avere reso<br />

omaggio ai suoi insegnanti — senza dire che furono travolti dalla<br />

furia antimodernista — confessò che poche volte aveva provato la<br />

gioia conosciuta nel 1955 quando attuò la sua piccola riforma con<br />

il nuovo Direttorio liturgico che « era stato per anni e anni — nella<br />

scuola, nella parrocchia, nella Diocesi — un sogno: vi avevo pensato<br />

costantemente, l'avevo vissuto dentro il mio spirito per decenni,<br />

l'avevo esperimentato timidamente con la mia piccola Comunità<br />

familiare... ora finalmente era una realtà, una realtà pubblica, una<br />

realtà in possesso dei miei Sacerdoti, <strong>del</strong>la mia gente » 26 .<br />

Ma quella realtà era sensibilmente diversa da quella di altre diocesi.<br />

Dì qui il dubbio e la diffidenza di alcuni sacerdoti, anche se il<br />

Direttorio era stato emesso con l'assenso vaticano 27 . Dopo la mini<br />

riforma, la messa officiata a Bologna era tornata in parte alle origini,<br />

proprio grazie alla partecipazione dei fe<strong>del</strong>i. Era tornata anche<br />

all'essenzialità <strong>del</strong> rito, essendo stata resa più comprensibile dall'introduzione<br />

<strong>del</strong>l'italiano, pur essendo state lasciate al sacerdote parti<br />

essenziali in latino. Rispetto alla sostanza <strong>del</strong>la messa non era una<br />

grande innovazione, ma dal momento che la forma è pur parte <strong>del</strong>la<br />

sostanza, alla fine il rito rinnovato finì per assumere un nuovo significato,<br />

molto diverso da quello precedente. Questo, anche perché<br />

<strong>Le</strong>rcaro aveva introdotto la lettura <strong>del</strong>la Bibbia e la rimeditazione<br />

<strong>del</strong>l'antica traduzione. Era qui che iniziavano i problemi veri.<br />

Anche se il maestro autorizzato a interpretare le sacre scritture<br />

restava il sacerdote, il permesso di lettura e di meditazione poteva<br />

indurre i fe<strong>del</strong>i a ritagliarsi un margine di autonomia per l'esegesi<br />

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