Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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L'Istituto per le scienze religiose, da lui diretto, alla vigilia <strong>del</strong> Concilio<br />
pubblicò un volume con tutti i documenti, in lingua originale,<br />
prodotti dai ventuno concili precedenti, da quello di Nicea al Vaticanum<br />
I 20 .<br />
La Valle dirigeva « L'Avvenire d'Italia » dal 1961, quando il vecchio<br />
e ingombrante Manzini, troppo indipendente per i gusti di<br />
<strong>Le</strong>rcaro, era stato chiamato da Giovanni XXIII a dirigere « L'Osservatore<br />
Romano ». Quel giovane direttore subito non aveva fatto<br />
buona impressione al <strong>cardinale</strong>, perché aveva troppo interesse per<br />
la politica e poca dimestichezza con i problemi ecclesiali. <strong>Le</strong> cose<br />
cominciarono a cambiare quando, tramite Degli Esposti, conobbe<br />
Dossetti. Divennero <strong>due</strong> <strong>anime</strong> gemelle e, senza trascurare il versante<br />
politico — era stato mandato a Bologna da Moro e da Mariano<br />
Rumor, perché spostasse il giornale su posizioni di centrosinistra<br />
— si dedicò maggiormente ai problemi religiosi.<br />
Catti aveva avvertito subito l'importanza <strong>del</strong> Concilio. Si trovava<br />
a Roma, all'Azione cattolica, quando nel 1956 <strong>Le</strong>rcaro lo richiamò<br />
per affidargli l'ufficio catechistico. Se, in quegli anni, nelle scuole<br />
bolognesi furono ridotti quasi a zero i motivi di scontro sul problema<br />
<strong>del</strong>l'insegnamento religioso, il merito va a lui. Aveva una<br />
grande esperienza internazionale e faceva parte <strong>del</strong>la commissione<br />
preparatoria conciliare. Aveva anche il compito di tenere i collegamenti<br />
tra la curia e « Via Emilia ».<br />
Don Toldo, un gesuita sclaustrato giunto a Bologna nel 1959, era<br />
stato uno dei primi a sensibilizzare <strong>Le</strong>rcaro sul versante <strong>del</strong> sociale.<br />
<strong>Le</strong> sue inchieste sociologiche e sindacali erano avanzate, rispetto<br />
alla cultura cattolica <strong>del</strong> tempo, anche se non <strong>del</strong> tutto condivise a<br />
sinistra. Era accusato di essere filosocialista solo perché favorevole<br />
al centro-sinistra. « Non era rigorista » dice oggi don Giulio Camerini<br />
« e favorì sempre i preti figli di calzolai e di operai e quelli<br />
filosocialisti ».<br />
I collaboratori di <strong>Le</strong>rcaro formavano un gruppo omogeneo, affiatato<br />
e preparato. Vivevano con grande entusiasmo e maggiori speranze<br />
quei giorni e guardavano con fiducia al domani. Ma chi avevano<br />
dietro? Anche se a Bologna nessuno avversò pubblicamente il<br />
Concilio, la gran massa <strong>del</strong> clero era incerta e diffidente. Certamente<br />
non indifferente, ma sicuramente diffidente verso il nuovo<br />
anche se non si può dire che esistesse un clero omogeneo e chiaramente<br />
identificabile.<br />
Se oggi è diviso in gruppi di vario orientamento culturale e politico,<br />
allora vi erano diversi strati, a seconda <strong>del</strong> tipo di insegnamento<br />
ricevuto. Notevole era la differenza tra il clero anziano,<br />
uscito dai seminari all'inizio <strong>del</strong> secolo con i cardinali Svampa e<br />
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