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Le due anime del cardinale Lercaro

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<strong>del</strong> PCI, che in Consiglio Comunale ne subirono sensibilmente l'influenza<br />

» 142 .<br />

Che qualche comunista sia stato influenzato da Dossetti è possibile.<br />

Ma la cosa andrebbe dimostrata con nome e cognome, perché,<br />

se c'è stata, non fu avvertita. E se ci fu avrebbe anche potuto<br />

essere reciproca. Sarebbe istruttivo andare a vedere come mutò in<br />

consiglio comunale la DC, dopo i primi mesi di dura opposizione.<br />

Negli anni Sessanta e Settanta tra PCI e DC furono più numerose<br />

le occasioni di incontro che non quelle di scontro, come dimostra<br />

l'intesa, e la conseguente divisione <strong>del</strong>le cariche, per la Finanziaria<br />

fiere. Quanto al cambiamento avvenuto nel PCI, non va dimenticato<br />

che tutto cominciò con la piccola « rivoluzione culturale », compiuta<br />

alla fine degli anni Cinquanta dai « rinnovatori ». Considerarla<br />

come un merito di Dossetti, sia pure indiretto, sarebbe un<br />

errore.<br />

Era successo che all'indomani <strong>del</strong>la destalinizzazione avvenuta in<br />

URSS anche i partiti comunisti europei avevano dovuto compiere<br />

un'analoga operazione. Diretto da Roma, con il controllo di Giorgio<br />

Amendola, in Emilia-Romagna il rinnovamento si tradusse in una<br />

falcidia di vecchi quadri. A Bologna la vittima più illustre fu Bonazzi,<br />

il segretario che aveva sconfitto Dossetti.<br />

Il momento principale <strong>del</strong> rinnovamento è rappresentato dalla<br />

Conferenza regionale <strong>del</strong> PCI che si tenne a Bologna dal 27 al<br />

29 giugno 1959. Secondo il rigido rituale di quel partito, Fanti, a<br />

nome <strong>del</strong>la nuova generazione « nata durante il fascismo », rese<br />

omaggio ai compagni che avevano fatto la lotta antifascista prima<br />

e la Resistenza poi, i quali erano stati « i nostri veri maestri, i<br />

nostri veri educatori » 143 . Poi, una dopo l'altra, caddero tutte le<br />

teste dei vecchi « maestri », rei di stalinismo.<br />

Tra i pochi che si salvarono vi era Dozza, un vecchio stalinista,<br />

che pure era stato vittima di Stalin 144 . Intanto era troppo in alto<br />

per essere colpito e poi aveva avuto la capacità di aggregarsi ai<br />

rinnovatori. Si era fatto anche sostenitore di un incontro con la<br />

DC e con « tutte le correnti democratiche » per instaurare un regime<br />

di « democrazia integrale » 145 . Infine, si salvò perché i nuovi<br />

dirigenti non riuscivano ad accordarsi sul nome <strong>del</strong> nuovo sindaco.<br />

Una volta giunti al potere, i rinnovatori fecero propria la nuova<br />

linea <strong>del</strong> PCI orientata, anche se in ritardo rispetto al PSI, verso<br />

l'incontro con i cattolici. Non per nulla la rivista <strong>del</strong>la loro frazione<br />

— si chiamava « Rinnovamento » e fu soppressa appena conclusa<br />

l'operazione — dedicò numerosi saggi al dialogo con i cattolici.<br />

Tra gli altri, Celso Ghini scrisse: « È il problema fondamentale<br />

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