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Le due anime del cardinale Lercaro

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vano ai miracoli, sarebbe andata ancora alla sinistra. Non a caso<br />

gli attacchi più perfidi gli vennero proprio dalla stampa che sosteneva<br />

i partiti di centro. La notizia che spendesse poche centinaia di<br />

lire a pasto la diede un rotocalco, per essere ripresa da quasi tutti<br />

i giornali d'opinione, ma non dall'« Avanti! » e da « l'Unità » 134 .<br />

Contrariamente a quanto aveva detto, per lui non fu una « festa<br />

elettorale ». La sinistra lo contrastò duramente, ma lealmente. Non<br />

ebbe molti aiuti dai futuri alleati e alla fine <strong>del</strong>la campagna elettorale<br />

fu abbandonato dalla Confintesa. È indubbio che, in una città<br />

dove lo spirito anticlericale cova sotto le ceneri, fu danneggiato<br />

dalla designazione avuta dalla chiesa.<br />

Certamente non lo aiutarono le « Direttive dei vescovi <strong>del</strong>la regione<br />

Flaminia ». Dopo avere ricordato ai fe<strong>del</strong>i che « Inutilmente<br />

si tenta talvolta ancora di far credere ad una possibile coesistenza<br />

dèlia fede e vita cattolica col marxismo ateo », i vescovi ammonirono:<br />

« 1) Nelle attuali circostanze è grave obbligo di coscienza<br />

per ogni elettore votare e votare efficacemente; non si assolve questo<br />

obbligo dando scheda bianca; 2) È colpa grave dare il voto in<br />

favore <strong>del</strong> Comunismo che è essenzialmente ateo ed anticattolico e<br />

al Socialismo che lo affianca e comunque a Partiti, programmi e<br />

persone che, nei loro principi e nella azione che svolgono, siano in<br />

contrasto con la dottrina cattolica e le leggi di Dio e <strong>del</strong>la Chiesa » 135 .<br />

Ignorando l'appello dei vescovi, i bolognesi votarono ancora una<br />

volta a sinistra, con largo margine, mentre la DC ebbe una grave<br />

perdita rispetto alle politiche <strong>del</strong> 1953, pur migliorando sulle amministrative<br />

<strong>del</strong> 1951. Il PCI ebbe il 45,18 per cento, contro il<br />

40,40 <strong>del</strong> 1951; la DC il 27,73 (25,85); il PSI il 7,42 (7,37) e il<br />

PSDI l'8,65 (14,09) 136 .<br />

Nonostante la sconfitta, Dossetti si presentò all'assemblea comunale<br />

<strong>del</strong>la DC, <strong>due</strong> giorni dopo il voto. Inutile dire che il clima interno<br />

si era fatto subito pesante, perché i notabili esclusi dalla lista<br />

lo accusavano <strong>del</strong>la sconfitta. Parlò di « incrostazioni di interessi e<br />

di clientele attorno al PCI », fattori che, se avevano favorito la<br />

sua vittoria, al tempo stesso avevano avviato un fenomeno di « denaturazione<br />

» <strong>del</strong>lo stesso. Definì il PSI « un'appendice, <strong>del</strong> tutto<br />

incolore » <strong>del</strong> PCI e si dichiarò soddisfatto <strong>del</strong> risultato <strong>del</strong> PSDI,<br />

anche se aveva dimezzato i voti. Fu severo con il PLI, da lui considerato<br />

un partito conservatore. Definì invece « puliti » i voti<br />

<strong>del</strong>la DC. « Il PCI » concluse « ha vinto le elezioni, ma si troverà<br />

d'ora innanzi nella posizione <strong>del</strong>l'assediato: da domani comincia l'assedio<br />

<strong>del</strong>la Democrazia Cristiana » 137 .<br />

Un giudizio meditato e documentato lo diede una decina di giorni<br />

dopo. All'assemblea comunale <strong>del</strong>la DC disse che la maggioranza<br />

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