Le due anime del cardinale Lercaro
Le due anime del cardinale Lercaro
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la quale augurava all'amico Dossetti di essere sconfitto. « Temo »<br />
scrisse « che si stia facendo un gioco alle sue spalle: che si conti,<br />
in caso di successo dei partiti inconciliabili con i "rossi", o di costringerlo<br />
in nome dei "superiori interessi" ad accettare brutte alleanze<br />
ed a rinnegare il suo passato o di varare, attraverso lui, un<br />
lungo commissariato per poi in altre elezioni proporre alla lista democristiana<br />
qualcuno più accomodante e lasciarlo in disparte » 125 .<br />
Vi erano altri cattolici che si preoccupavano <strong>del</strong>la sorte di Dossetti.<br />
Quando Pedrazzi — candidato indipendente nella lista DC —<br />
presentò una nota alla rivista « Il Mulino », <strong>del</strong>la quale era redattore,<br />
il direttore Pier Luigi Contessi la pubblicò con <strong>due</strong> postille:<br />
una in testa e una in coda. Pur essendo cattolico, Contessi sostenne<br />
che quella candidatura « non toglie nulla a quanto di equivoco e<br />
contraddittorio abbiamo sempre rilevato nel mondo cattolico e nella<br />
democrazia cristiana in particolare » e che « Dossetti non riesce a<br />
dissipare in noi il sospetto di un rinnovato integralismo ». Concluse<br />
affermando che Dossetti « non reca alcun contributo al raggiungimento<br />
di una piena consapevolezza democratica da parte dei cattolici<br />
italiani e rende più incerte le premesse e le iniziative di quella<br />
sinistra democratica che auspichiamo » 126 .<br />
La nota stessa di Pedrazzi lasciava trasparire alcuni dubbi dei<br />
quali aveva parlato, senza chiarirli, con Dossetti. « Quando venne<br />
al Mulino a parlare con la redazione » ricorda oggi Pedrazzi « mi<br />
invitò a presentarmi in lista. Mi disse che sarei stato eletto, ma che<br />
la DC avrebbe perduto le elezioni. Gli obiettai che la cosa non era<br />
importante e che per me era difficile accettarlo perché era il candidato<br />
<strong>del</strong> <strong>cardinale</strong>. Poi ci sedusse... ».<br />
Nella nota su « Il Mulino », Pedrazzi si era chiesto: « Un'ultima<br />
e più urgente domanda è quella che si riferisce alla possibilità di<br />
assumere in Bologna un atteggiamento operativo che, appunto perché<br />
radicalmente nuovo e diverso da quelli consueti, non può essere<br />
solo bolognese, ma è di per sé esemplare in ordine a tutta una<br />
situazione: lo status quo o si conferma anche a Bologna, e sarà la<br />
liquidazione di Dossetti (in qualunque forma particolare ciò avvenga),<br />
o in Bologna lo status quo ha un suo primo cedimento, e<br />
allora il fatto nuovo dovrà estendersi al resto <strong>del</strong> paese, o quanto<br />
meno agire positivamente su tutta la situazione italiana » 127 .<br />
È difficile credere che Pedrazzi non sapesse che la prima a non<br />
voler mutare lo status quo era proprio la DC e che Dossetti avrebbe<br />
potuto forse vincere contro la sinistra, ma mai battere la DC.<br />
Era troppo onesto per combattere dall'interno contro il partito sotto<br />
le cui bandiere era tornato, sia pure provvisoriamente. In ogni<br />
caso, essendo stato sconfitto dalla DC nel 1952, come poteva spe-<br />
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