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Le due anime del cardinale Lercaro

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Bologna dal « volto cristiano e petroniano ». Se l'esito elettorale<br />

ci sarà sfavorevole, vuol dire che i cittadini saranno stati illuminati<br />

<strong>del</strong>la vera realtà nella quale vivono. Se vinceremo, non farò « una<br />

maggioranza in qualche modo indecorosa con parti politiche che,<br />

per essere irrigidite su posizioni di parte ispirate esclusivamente al<br />

passato, nessun legame possono avere con me. (Si riferiva ai fascisti,<br />

n.d.a.). Così non chiedetemi, dal punto di vista polarmente opposto,<br />

aperture che non siano in qualche modo compatibili con la<br />

sola cosa che io ho, e cioè la fe<strong>del</strong>tà al magistero <strong>del</strong>la Chiesa » 102 .<br />

Nella replica ai numerosi intervenuti — l'onorevole Salizzoni<br />

aveva detto: « C'è un segno <strong>del</strong>la Provvidenza che guida tutto ciò »<br />

— Dossetti affermò che un sindaco cattolico avrebbe rappresentato<br />

« il primo dubbio, la prima crepa che si aprirà nello schieramento<br />

materialista e ateo ». Parlò anche dei problemi <strong>del</strong>la città, il cui<br />

sviluppo era stato compromesso dal « conservatorismo rosso » degli<br />

amministratori i quali, come dirà in altra occasione, avevano<br />

« creato una linea Maginot dentro Palazzo d'Accursio per garantirsi<br />

la prosecuzione <strong>del</strong> loro dominio politico » e fatto una « politica<br />

di clientele e di divisioni » 103 .<br />

Più che una votazione ebbe un plebiscito. Su 1.049 voti espressi,<br />

i sì furono 1.042, contro sei no e una scheda nulla.<br />

<strong>Le</strong> reazioni dei partiti furono le più diverse.<br />

Il quotidiano comunista scrisse che Dossetti era il « candidato<br />

dei gruppi reazionari e conservatori » e che nel suo discorso non<br />

c'era « un solo elemento di novità, che si differenzi nella sostanza<br />

dagli abusati schemi anticomunisti » 104 . Fanti formulò <strong>due</strong> giudizi<br />

molto duri. « Ieri sera » si legge in una lettera-relazione inviata a<br />

Dozza « ho ascoltato Dossetti in via Libia (500 persone). L'impressione<br />

immediata che ho avuto è questa: è una vipera anticomunista<br />

<strong>del</strong>lo stesso calibro di Sceiba, in chiave diversa, ma la conclusione<br />

è la stessa: addosso ai comunisti » 105 . In un articolo su « La lotta »<br />

scrisse che « oggi quest'uomo ha abbandonato il suo rifugio per<br />

farsi portabandiera <strong>del</strong>la battaglia <strong>del</strong>le forze antidemocratiche, contro<br />

i lavoratori » e che si apprestava a favorire « gli interessi più<br />

reazionari, più conservatori, più egoistici <strong>del</strong>le classi privilegiate » 106 .<br />

In un comizio tenuto a Bologna, il segretario nazionale <strong>del</strong> PCI,<br />

Palmiro Togliatti, lo accusò di viltà politica e morale. « Dossetti »<br />

disse « è l'esempio più flagrante, più caratteristico e più istruttivo<br />

che ci sia dato in questo dopoguerra, l'esempio di continua, insistente,<br />

e in certi momenti persino drammatica contraddizione di<br />

una coscienza politica, contraddizione fatta di una molteplicità di<br />

posizioni contrastanti, da cui non potevano uscire se non doppiezza,<br />

fallimento, capitolazione, necessità di abbandonare la lotta per<br />

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