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Le due anime del cardinale Lercaro

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Quell'Ortolani che, all'inizio degli anni Ottanta, è stato travolto<br />

da una serie di gravissimi scandali finanziari e coinvolto nelle trame<br />

eversive e criminali <strong>del</strong>la loggia massonica P 2, <strong>del</strong>la quale era uno<br />

dei massimi dirigenti e veniva subito dopo il capo Licio Gelli, con<br />

il quale è fuggito in sud America per evitare l'arresto.<br />

Il nome di questo personaggio, un tempo onorato e riverito<br />

nella curia bolognese, oggi non viene pronunciato negli ambienti<br />

cattolici. Neppure all'interno di quelle chiese che non sarebbero<br />

state costruite senza il suo intervento. Anche se preferirebbero tacere,<br />

per pudore, gli ex collaboratori <strong>del</strong> <strong>cardinale</strong> non possono negare<br />

che fu lui a procurare molti capitali che servirono per costruirle.<br />

E di soldi — sia direttamente che indirettamente — dovette<br />

farne arrivare tanti a Bologna se, per sdebitarsi, <strong>Le</strong>rcaro fece nominare<br />

Ortolani « Gentiluomo di Sua Santità » 66 . Ma il <strong>cardinale</strong><br />

aveva altre fonti ancora.<br />

Il 12 novembre 1962 scrisse da Roma ai « figli » di essersi recato<br />

dal ministro dei trasporti, il democristiano Bernardo Mattarella, per<br />

sollecitare un suo intervento « a favore di una ditta bolognese che<br />

era disposta, se otteneva l'appalto <strong>del</strong>la pubblicità nelle ferrovie, a<br />

venire incontro all'Opera <strong>del</strong>le Chiese di periferia in modo piuttosto<br />

tangibile; ma, purtroppo, arrivava tardi ed è quasi impossibile<br />

farla entrare in gara » 67 .<br />

Nel 1968, quando fu costretto a lasciare la curia, erano sedici le<br />

chiese fatte o in corso d'opera. Via lui, il piano venne bloccato dal<br />

successore e drasticamente ridimensionato. La pratica fu affidata ai<br />

padri domenicani perché mettessero un po' d'ordine nella parte<br />

amministrativa, dal momento che l'esposizione finanziaria <strong>del</strong>la curia<br />

era al limite <strong>del</strong>la bancarotta.<br />

Il responso dei domenicani non si conosce, ma se ne videro le<br />

conseguenze 68 . Molti progetti vennero messi a dormire nei cassetti<br />

e restarono sulla carta <strong>due</strong> <strong>del</strong>le tre chiese monumentali che <strong>Le</strong>rcaro<br />

aveva commissionato ad architetti di fama mondiale. Per fare tacere<br />

le critiche avanzate nei confronti <strong>del</strong>la modestia di alcuni progettisti<br />

e dei loro elaborati, aveva deciso di rivolgersi ai più grandi architetti<br />

<strong>del</strong> nostro tempo. Si erano fatti coinvolgere in tre: Carlo Edoardo<br />

<strong>Le</strong> Corbusier, Kenzo Tange e Alvar Aalto.<br />

<strong>Le</strong> Corbusier non avrebbe studiato un progetto nuovo, ma acconsentì<br />

che nel quartiere Lame, in località Beverara, venisse fatta una<br />

copia <strong>del</strong>la chiesa costruita a Firminy in Francia. Il giapponese<br />

Tange, autore <strong>del</strong>la monumentale cattedrale cattolica di Tokyo, ma<br />

famoso per la ricostruzione di Hiroshima e per il piano di sviluppo<br />

di Tokyo, venne appositamente a Bologna e progettò una chiesa<br />

che avrebbe dovuto sorgere nella zona <strong>del</strong>la fiera, dove si sta svilup-<br />

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